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Da Ass. Ya Basta,, articolo su EZLN ad Oventik
- Subject: Da Ass. Ya Basta,, articolo su EZLN ad Oventik
- From: canek at riseup.net
- Date: Sun, 31 Aug 2003 19:18:53 +0200
Ciao, vi spediamo per informazione, dal Chiapas Ass. Ya Basta L'Aguascalientes di Oventic e'nato del 1995 per ospitare il primo incontro intercontinentale promosso dagli zapatisti in tempi che sembrano ormai lontani per il la memoria rapida della societa' dello spettacolo. Per gli Tzotziles il tempo e' una spirale aperta, questo spazio ha di nuovo accolto migliaia di persone, abitanti delle comunita' indigene delle montagne e della Selva Lacandona, abitanti delle citta', messicani e tanti stranieri. In questo spazio, da due giorni, una inverosimile tendopoli precaria ma sensata convive con un ospedale che lavora pieno ritmo, con una scuola secondaria autonoma dove si insegna la dignita' come prima materia e tanti altri progetti nati grazie ad una cooperazione equilibrata tra il lavoro dei messicani e la solidarieta' di collettivi e ONG internazionali a sostegno dell'EZLN. La notte dell'8 agosto l'Aguascalientes e' trapassato nel corso di una cerimonia notturna a base di marimba e discorsi nelle quattro principali lingue indigene dei comandanti dell'EZLN. L'Aguascalientes e' diventato Caracol, "la lucha sigue, hermano" fa eco il venditore di pannocchie di mais che si e'installato vicino ad una delle tante bancarelle comunitarie che costeggiano la discesa verso l'anfiteatro naturale di Oventic. Quando le note dell'inno zapatista hanno cominciato a suonare nell'caracol di Oventic, migliaia voci hanno iniziato ad intonare le sue parole, "Ya se mira el horizone, combatiente zapatista. el camino marcara' a los que vienen atras". Sul palco, al fondo della spianata nel mezzo delle montagne degli Altos del Chiapas c'erano tutte le autorita' dei Municipi Autonomi Zapatisti, i membri del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno e i comandanti e le comandanti dell'EZLN. Dopo sette anni dall'incontro intercontinentale per l'umanita' e contro il neoliberismo, quest'angolo di mondo ritorna ad essere il centro della ribellione all'ingiustizia ed allo sfruttamento. I cambiamenti annunciati dai sette comunicati di Marcos delle scorse settimane marcano un punto di svolta in quello che a pieno titolo puo' dirsi un movimento di ribellione globale. In Chiapas ed in tutto il Messico gli zapatisti portano avanti un percorso di autonomia politica e culturale irreversibile nonostante l'ostruzionismo del governo e dei poteri forti. I municipi autonomi hanno ormai acquisito un livello di coordinamento civile statale che coinvolge centinaia di comunita', anche laddove la presenza dell'esercito e dei paramilitari e' opprimente. Sul palco, circondati da migliaia di uomini, donne e bambini delle basi di appoggio, si susseguoni gli interventi dei comandanti e delle comandanti. Ogni volta che i piccoli uomini e donne incappucciati prendono la parola e'un duro colpo contro i governanti corrotti, il potere del denaro, l'Organizzazione Mondiale del Commercio. I comandanti non risparmiano critiche dure a Blair, Berlusconi, Bush, commentando come solo la ribellione puo' fermare la regressione dell'umanita' portata dalla guerra globale permanente. Quando il comandante Zebedeo attacca Garzon, con la schiettezza del linguaggio dei contadini del chiapas, e poi saluta la lotta di Euskal Herria si alza il clamore di moltissimi baschi presenti. Quando poi si rivolge ai fratelli dell'italia ribelle, "fratelli che significano domani" sale l'della nutrita delegazione italiana, Mani Tese, Ya Basta, Centri Sociali, Rifondazione, Disobbedienti, e qualcuno grida il ricordo di Carlo Giuliani, il ribelle di Genova per cui il Subcomandante Marcos aveva il 15 febbraio speso parole di elogio e rispetto. Marcos e' il grande assente, si sente solo la sua voce, prima quando dal palco viene trasmessa la registrazione del programma di "radio insurgente" che non ha potuto trasmettere per via delle interferenze elettroniche del governo, poi quando ribadisce il ruolo dell'Esercito Zapatista, non piu' supplente di nessuno ma "Votan Zapata, cuore del popolo" forza di autodifesa del movimento civile per l'autonomia. Che gli zapatisti siano cresciuti lo si capisce non solo dai numeri e dall'entusiasmo dei partecipanti a questo incontro affascinante ma anche dal fatto che da una base solida di autonomia ed autogoverno le parole dei portavoce ribelli rilanciano la pratica dell'autonomia come pratica liberatrice a tutti i livelli. Di genere, con il discorso emozionato ed emozionante della comandante Fidelia che pretende rispetto "obbligatorio" della dignita' e dei diritti delle donne, indigene e non, nel lavoro, con la rivendicazione dell'autogestione nel lavoro, del diritto alla terra per chi la lavora, del diritto ad essere diversi per orientamento sessuale, cultura, religione, per quel "mondo dove ci sia posto per tutti i mondi" che e' il senso di una utopia vivente. Tutte queste rivendicazioni si riassumono del "Plan Reali/Ti" cioe' dalla Realidad, capoluogo zapatista nella Selva Lacandona alla infernale frontiera nord con gli Stati Uniti. In questo piano, annuniciato nei comunicati precedenti, gli zapatisti rilanciano una vera e propria agenda politica globale, che riprendendo le undici rivendicazioni della insurrezione del 1994, ha tutti i presupposti per sconvolgere con la vitalita' di queste giornate nel Caracol di Oventic, il panorama dei movimenti globali. Come per chiarire ogni dubbio i comandanti affermano che la lotta zapatista, percorso di liberazione fortemente radicato nel locale, guarda alla dimensione necessariamente globale della lotta contro il neoliberismo e la guerra. Il mondo possibile, passa attraverso dei percorsi reali di autorganizzazione. Si ha l'impressione che dal Caracol sono uscite non solo parole e note ma anche domani, futuri possibili. I discorsi dei comandanti terminano sulle note della canzone preferita da Marcos "cartas marcadas" che accende la voglia di ballare nonostante la stanchezza e la pioggia. Tra le tende dell'accampamento non si perde tempo, si forma un circolo di giovani messicani ed europei, stanno progettando il controvertice di Cancun, a Settembre vogliono portare nelle strade la stessa dignita' e decisione che hanno respirato in questi due giorni. E'ormai notte, la musica non smette di suonare, attorno il silenzio delle montagne del sudest e il caracol, la spirale aperta del nostro tempo, ricomincia a girare.
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