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dal chiapas
- Subject: dal chiapas
- From: g.sensi80 at virgilio.it
- Date: Sun, 31 Aug 2003 19:09:22 +0200
ciao vi mandiamo il resoconto dell-evento in Chiapas a cui hanno partecipato decine di migliaia di persone. Grazie per l-ospitalita- L'ALBA DEI CARACOLES a cura della Delegazione in Chiapas di Mani Tese Fin dalle prime ore del mattino di Venerdí 8 agosto, migliaia di indigeni cominciano ad affollare l'Aguascalientes II di Oventik, o meglio il nascente Caracol "de la Resistencia y Rebeldia por la humanidad". La scesa ripida della strada accoglie persone provenienti da luoghi piu' remoti del Chiapas magari dopo due giorni di cammino. Il Centro Diritti Umani "Fray Bartolome' de Las Casas" ha denunciato movimenti militari che generano pressione e tensione nelle comunita' e l'inasprimento della presenza dell'Esercito in queste ore. Ma il malgoverno non fa paura a nessuno. Lungo la strada risalta una costruzione ben curata e ornata di fiori dove sta scritto "Casa della giunta di buon governo del Caracol della Resistenza e Ribellione per l'umanita'". Giovani di diversi paesi stanno finendo di dipingere le pareti esterne. E' qua che nasce in queste ore il Governo Regionale Autonomo. In questo angolo di Chiapas, come in altri quattro prima conosciuti come gli Aguascalientes di La Realidad, La Garrucha, Morelia, Roberto Barrios. Luoghi storici, visitati in questi anni da centinaia di migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, che hanno instancabilmente viaggiato per dare il loro contributo alla lotta zapatista ed alla difesa dei diritti umani. Prima dell'alba dei Caracoles, deve essere festeggiato il tramonto degli Aguascalientes, "la bella morte" promessa dagli zapatisti. Dal primo mattino inizia la grande festa. Gli indigeni si accampano alla meglio sotto tende di plastica rette da due pali di legno. Sorte migliore tocca alle centinaia di rappresentanti della societa' civile nazionale ed internazionale a cui sono riservate le poche costruzioni in muratura. Coloro che non trovano spazio all'interno di queste strutture riempiono di tende multicolori ogni angolo. Privilegio ingiusto quanto gradito visto che siamo a 2500 metri. E sono tanti dall'Italia, Spagna, Stati Uniti, Francia, Germania, Danimarca, Grecia, Canada e da molti altri paesi. Una marea di diversita' nell'oceano di passamontagna che affolla la piccola piana dove e' montato il palco dietro il campo di basket. Le bande musicali animano ogni attimo della giornata tra un canestro e l'altro di uno straordinario torneo intergalattico con 71 squadre dalle comunita' indigene. Sullo stesso palco si racconta la simbologia zapatista. Il nome del Caracol ed il disegno della chiocciola con la spirale che raccoglie e racchiude l'immaginario e la proposta politica degli zapatisti: "¡Aqui estamos y aqui estaremos!". La risposta verso una autonomia che conta solo sulle proprie forze contro chi vorrebbe cancellare nuovamente gli indigeni dal suolo messicano. In mezzo una gigante bandiera messicana affiancata da una piu' piccola zapatista a ribadire che la lotta non e' per l'indipendenza ma per aver un posto all'interno della nazione. Una domanda non solo a favore delle popolazioni indigene del Chiapas ma per oltre 56 etnie indigene del Messico, qui rappresentate dalla bandiera del Consiglio Nazionale Indigeno (CNI). Dal palco il commentatore si lascia scappare una frase entusiastica in mezzo alla sobrieta' che caratterizza l'evento: "Oggi e' un giorno grande per noi zapatisti". Si avvicina la sera e camionette cariche di uomini e donne e bambini continuano ad arrivare. Un fiume che sembra non finire mai e che descrive la dimensione dell'importanza di questo evento. Si avvicinano nubi nere finche' un temporale breve ma intenso lascia il posto alla quieta notte della morte e rinascita. Tutti i rappresentanti dei consigli autonomi zapatisti vengono invitati a salire sul palco. Passano molti minuti. "E' positivo - dice un messicano di Merida impegnato in movimenti sociali -. Nove anni fa il rapporto tra indigeni e non indigeni era inverso: mille contro molte migliaia". Il comandante Rafael introduce dando il benvenuto a tutti. "Oggi ci siamo riuniti in questo luogo, centro di incontro di molti mondi, a nome dei nostri popoli in lotta benvenuti. Oggi comincia qualcosa di nuovo". Tutto si ferma e sembra veramente di essere nel cuore del Caracol. Migliaia di persone intonano prima l'inno nazionale messicano e poi quello zapatista. Non solo un Chiapas diverso. Il comandante Moyses annuncia poi l'alba dei Caracoles. Ed e' vera festa fino a tarda notte. La festa ricomincia all'alba, quando la musica riempie di nuovo la spianata del Caracol. La gente si accalca intorno al palco, aspettando l'evento promesso e l'arrivo della comandancia. Tutti i rappresentanti dei Consigli Municipali Autonomi vengono riuniti sul palco. Si forma un cordone di centinaia di metri che lega la sede della giunta di Buon Governo al palco. Passano le ore senza che niente si muova quando finalmente si annuncia l'assenza dell'ospite piu' atteso. "Il Subcomandante insurgente Marcos non e' potuto venire. Gli faceva male la pancia. E' malato di pancia dal tanto ridere". Alcuni rappresentanti della societa' civile se ne vanno delusi mostrando di aver a fondo compreso l'essenza dello zapatismo. L'attesa trasmissione di Radio Insurgente non si puo' fare: "doveva trasmettere una radio ma il Governo ha interferito e non puo' essere fatta la trasmissione". Ma c'e' una registrazione della trasmissione. E inizia. "Siamo l'EZLN - dice Marcos -, l'esercito con piu' nemici di tutto il paese, ma gli Stati Uniti ci superano perche' hanno un casino di nemici. Devo darvi una notizia esclusiva: gli zapatisti vogliono un mondo nuovo che contenga molti mondi e per questo si e' alleato con gente di tutto il mondo e di altri pianeti. Ci deve essere un mondo migliore da qualche parte. Questa frase non l'ha detta Marx ne' Lenin, ne' il Che ne' Marcos, tantomeno Gandhi o Zapata". Radio Insurgente debutta con il blues di B. B. King, "There would be a better world, somewhere". E prosegue. "Se il lavoro permise la trasformazione della scimmia in uomo, la guerra ha fatto il contrario". E il Subcomandante si burla di Bush e dei suoi schiavetti Berlusconi, Aznar e Blair. E via per un'ora di musica e battute passando tra Crosby, Still, Nash e Young e Paul Simon senza tralasciare gli applaudittisimi corridos messicani. Prende la parola il comandante David dando il benvenuto. Si ascolta poi un messaggio registrato del Sup. "Come ricordertete nel passato mese di luglio di quest'anno, i Consigli dei 30 Municipi Autonomi zapatisti si sono rivolti al CCRI-CG dell'EZLN per chiedere che temporaneamente fosse il loro portavoce. L'obiettivo era spiegare alla societa' civile nazionale ed internazionale i cambiamenti che durante nove mesi si sono realizzati nel territorio ribelle e che oggi sono una realta'. Pensiamo che come EZLN abbiamo compiuto la parte che ci toccava di questi cambiamenti. Cosi' oggi restituisco loro l'udito, la voce e lo sguardo. A partire da ora tutto quello che si riferisce ai Municipi Autonomi Ribelli zapatisti sara' annunciato dalle loro autorita' e dalle Giunte di Buon Governo, con loro dovra' essere trattato anche ogni aspetto riguardante i Municipi Autonomi come i progetti, le visite, le cooperative, i conflitti etc. L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale non puo' essere la voce di chi comanda, ossia del governo, anche se chi comanda, comanda obbedendo ed e'un buon governo. L'EZLN, parla per quelli di sotto, per i governati, per i popoli zapatisti che sono il suo cuore e il suo sangue, il suo pensiero e il suo sentiero. Noi staremo attenti nel difendervi che per questo esistiamo, l'Esercito Zapatista, il Votan Zapata, il guardiano ed il cuore del popolo. Cosi'che da questo momento non saro' piu' portavoce dei Municipi Autonomi Zapatisti, questi hanno gia' chi parli, e bene, per loro. Nel mio ruolo di comandante militare delle truppe zapatiste, vi comunico che a partire da questo momento i Consigli Autonomi non potranno ricorrere alle forze miliziane per il lavori di governo, dovranno pertanto sforzarsi di fare quello che dovrebbero fare tutti i buoni governi, cioe' ricorrere alla ragione e non alla forza per governare. Gli eserciti si devono usare per difendere e non per governare, il lavoro di un esercito non e'quello del poliziotto o agenzia del Pubblico Ministero, di conseguenza, come vi verra'comunicato dai comandanti, verranno ritirati tutti i posti di blocco e di controllo che al comando delle Autorita' Autonome le nostre forze mantenevano sui sentieri e sulle strade, cosi' come la riscossione di tasse a privati. A partire da questo momento i posti di blocco e di controllo verranno installati solo in caso di allerta rossa. Continua ad essere il nostro lavoro e il nostro dovere proteggere le comunita' dalle aggressioni del cattivo governo, dei paramilitari e da tutti quelli che vogliono fargli del male. Per questo siamo nati, per questo viviamo e per questo siamo disposti a morire. Non ho bisogno di dirvi che ci sono molte buone persone in Messico e nel mondo che ci stanno vedendo. Ci sono nel loro sguardo rispetto e speranza. Rispetto perche' voi siete andati avanti quando tutti credevano che fossimo stati sconfitti. Perche' nonostante foste perseguitati dalle armi e dalle menzogne avete costruito un buon governo. E speranza perche' di fronte ai governi ed ai politici che non fanno altro che rubare e ingannare, voi potete essere il buon esempio del comandare ubbidendo. Vi chiediamo di lavorare con un buon modo di pensare per non perdere mai questo rispetto ed alimentare sempre questa speranza. All' ultimo vi dico che e' stato per me un grande onore essere stato il vostro portavoce, questo e' tutto, resto in attesa dei vostri commenti o quello che mi direte". Un mare di applausi saluta il messaggio di Marcos, assenza e presenza che rassicura la sua gente. La comandanta Rosalinda si rivolge alle basi d'appoggio dell'EZLN. "L'unica forma per avanzare verso quello di cui abbiamo bisogno e' organizzarci bene, rendere forte la nostra resistenza ed i nostri Municipi Autonomi. Ma perche' si possano fare questi lavori, e' necessario che partecipiamo tutti, che tutti diano il proprio contributo e che noi donne non rimaniamo indietro". Il comandante David si rivolge agli indigeni non zapatisti del Chiapas. "Non e' necessario essere zapatisti per essere considerati e rispettati dai Municipi Autonomi. Viviamo nella stessa comunita' e nello stesso Municipio, siamo fratelli di razza, di colore e di storia. E allora non ci deve essere nessuna ragione per lottare fra di noi e contrapporci perche' soffriamo della stessa ingiustizia, discriminazione e umiliazione. Viviamo nelle stesse condizioni di fame e miseria. Subiamo lo stesso disprezzo, emerginazione e oblio dei malgovernanti e dei potenti solo per il fatto di essere indigeni e del colore della terra. Vi chiediamo di rispettare la nostra organizzazione, le nostre comunita', i Municipi Autonomi e le loro autorita' e che rispettiate le Giunte di Buon Governo di tutte le zone. Noi, gli zapatisti, non aggrediremo nessuno. Saremo rispettosi con tutti i nostri fratelli indigeni non importa a quale organizzazione, partito o religione appartengano. Sempre e quando a loro volta ci rispettino affinche' i nostri popoli indigeni possano esercitare i propri diritti all'autonomia e alla libera autodeterminazione come stabilito negli accordi di San Andres firmati dal governo federale e dall'EZLN e fatti iniziativa di legge dalla COCOPA nel novembre del 1996. Ma non resteremo con le braccia incrociate quando saremo aggrediti da qualsiasi gruppo di persone di qualsiasi partito o gruppo paramilitare perche' e' nostro dovere difendere i nostri compagni ed esigere che siano rispettati. Fratelli e sorelle oggi lo zapatismo e' piu' grande e piu' forte. Mai nella nostra storia abbiamo avuto la forza di oggi". La comandanta Esther, passata alla storia come la prima indigena a parlare al Congresso dell'Unione durante la marcia del 2001, rivolgendosi ai popoli indigeni del Messico li invita a lottare per il proprio diritto ad essere messicani e per l'autonomia. "Invitiamo tutti i fratelli e sorelle indigeni che facciano propria e che costruiscano l'autonomia e l'autorita' affiche' il governo del popolo messicano comandi obbedendo e per difendere e applicare gli accordi di San Andres". Il comandante Omar invita i giovani di tutto il mondo a lottare e organizzarsi. "Non crediate che i governi del mondo o quelli che appoggiano la globalizzazione migliorino l'economia di tutti i paesi del mondo. Non e' vero. Solo ruberanno in ognuna delle nostre patrie. Percio' e' necessario che uniamo le nostre forze come giovani. Non arrendetevi ne' vendetevi, cosi' saremo piu' degni per i nostri popoli". "Noi contadini - dice il comandante Tacho ai "campesinos" di tutto il Messico - siamo stati spogliati dalle nostre terre con azioni giuridiche, militari e della polizia. A coloro che sono al governo interessa riempire le proprie tasche ed essere sempre piu' ricchi a spese nostre contadini e percio' siamo obbligati a lottare contro la mancanza di attenzione. Durante gli ultimi anni c'e' piu' carestia, piu' disoccupazione, piu' poverta', bassi prezzi dei nostri prodotti, piu' miseria, piu' sgomberi, piu repressione', piu' militarizzazione. Percio', fratelli e sorelle contadini del Messico richiamiamo tutti voi affiche' come contadini ci uniamo e ci organizziamo per difendere le nostre terre e lottiamo insieme per migliori condizioni di vita. L'unico cammino che ci hanno lasciato e' organizzarci nella resistenza e nella ribellione". La comandanta Fidelia invita le donne del Messico e di tutto il mondo a pretendere rispetto da parte degli uomini. "Questa non e' una richiesta ma un obbligo che vi imponiamo" dice, e contrappone ai pochi sorrisi ironici maschili le lacrime delle donne indigene. Il comandante Brus Li illustra il Piano La Realidad - Tijuana, risposta zapatista al Plan Puebla Panama del governo messicano, un appello a tutti i movimenti sociali del Messico per unirsi e rispondere ai piani volti a disgregare la nazione. Arriva il momento della societa' civile con le parole del comandante Zebedeo che passa in rassegna e ringrazia tutti i popoli fratelli nel mondo. "Vogliamo salutare la lotta politica e culturale del popolo basco e ripeto chiaramente, la lotta politica e culturale del popolo basco perche' gia' alcuni giornalisti mentono dicendo che appoggiamo l'ETA e lo dice anche un bavoso cantante rock (Mana', n.d.r.)". Saluta il popolo francese in piazza contro la globalizzazione della fame e delle coltivazioni transgeniche e quello cubano "a rischio nella guerra di conquista mondiale". E incalza. "Fratelli e sorelle: esiste al mondo un paese di gente nobile e buona, Anche in questo paese governa il male pero' in basso la dignita' ribelle parla in italiano e pensa al futuro. I mondi nuovi che qua e la' si costruiscono apprendono insieme a dire "fratelli" e "hermano" che in italiano e castigliano vogliono dire lo stesso, ossia "domani". Saluti anche al popolo del Nord America che si e' opposto "ad una guerra mossa per interessi economici e nascosta nel dolore e nel coraggio provocati dagli attentati dell'11 settembre 2001. Un abbraccio speciale grande come la nostra speranza ai fratelli messicani che soffrono e lavorano in terra straniera. Saluti quindi al sangue messicano che scorre a Nord del Rio Bravo". E annuncia che gli zapatisti parteciperanno, in modi e forme che stanno decidendo, al controvertice di Cancun. Di nuovo prende la parola il comandante David per salutare i fratelli e le sorelle indigeni e non indigeni di tutto il mondo. "Siamo sicuri che avete capito e fatto vostra la nostra causa perche' avete capito che non e' solo per gli indigeni zapatisti ma per tutti gli indigeni e non indigeni di tutto il Messico e nel mondo. Per tutti questi ideali e utopie desideriamo continuare a lottare insieme a voi. Per questo vi invitiamo a continuare a venire per insegnarci il vostro modo di essere e condividere le vostre esperienze e i vostri sogni. Ma anche e soprattutto per apprendere da noi il buono e il male. Perche' con la nostra lotta, con la nostra resistenza e ribellione desideriamo dare un piccolo contributo alla lotta piu' grande contro il neoliberismo e la globalizzazione della morte che minaccia tutta l'umanita'. Per l'umanita', contro il neoliberismo". I rappresentanti dei municipi autonomi spariscono nella nebbia che sta scendendo velocemente annunciando un nuovo temporale. Centinaia di persone salgono all'inaugurazione della Casa della Giunta del Buon Governo. La pioggia non ferma la festa e la voglia di ballare che accompagnano fino al mattino l'alba del nuovo corso degli zapatisti.
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