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Re: articolo di G.Chiesa
- Subject: Re: articolo di G.Chiesa
- From: "Stefania Gallaro" <sgallaro1 at tin.it>
- Date: Tue, 19 Aug 2003 13:13:06 +0200
Adoro Giulietto Chiesa! E' fantastico! A voi di PEACELINK, e in particolare a questa lista, i miei saluti più affettuosi: siete davvero in gamba! Stefania Gallaro ----- Original Message ----- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it> To: "latina" <pck-latina at peacelink.it> Sent: Tuesday, August 19, 2003 12:51 PM Subject: articolo di G.Chiesa > Non diteci chi muore (e perché) > > GIULIETTO CHIESA http://www.ilmanifesto.it/oggi/art46.html > > A volte succede che le coincidenze aiutino a capire, d'un tratto, cose che > prima non si vedevano con chiarezza. Cose che magari già sapevi, o credevi > di sapere, ma che non ti erano mai apparse così brutalmente evidenti. Stavo > leggendo l'ultimo libro uscito in Italia di Noam Chomsky, «Dopo l'11 > Settembre, Potere e Terrore» (Tropea Editore), e mi ero soffermato su questo > passaggio: «El Salvador diventò effettivamente il principale destinatario di > aiuti militari statunitensi dell'epoca (con le eccezioni di Israele e > Egitto, che costituiscono una categoria a sé) e commise alcune delle > atrocità più efferate. La guerra contro il terrorismo ebbe successo. Se > volete sapere di che genere di successo si tratti, vi basta dare un'occhiata > ai documenti prodotti dalla famigerata School of the Americas. Uno dei suoi > slogan, o "argomenti di discussione" è (sto citando) che l'esercito > statunitense "ha contribuito a sconfiggere la teologia della liberazione"». > Molto vero. Uno degli obiettivi principali della guerra contro il terrorismo > era la Chiesa cattolica, che aveva commesso il grave errore di indirizzarsi > verso quella che chiamava "opzione preferenziale per i poveri e quindi > meritava di essere punita". El Salvador ne è un esempio drammatico. Gli anni > `80 si aprirono con l'assassinio di un arcivescovo e terminarono con > l'uccisione di sei importanti intellettuali gesuiti. Così l'esercito > americano sconfisse la teologia della liberazione». Avevo appena chiuso il > libro che, guardando la posta elettronica, ho visto la notizia giunta da > Bogotà, dalla Commissione Interecclesiale Giustizia e Pace, il 13 agosto. > Diceva che, nelle città di Villavicencio e di El Castillo, erano stati > assassinati Rinaldo Perdomo e Padro Torres, difensori dei diritti umani in > una regione dove agisce la Forza di Spiegamento Rapido (Fudra) e il > Battaglione 21, «Vargas». Sono le forze scelte colombiane, armate e > addestrate dall'esercito degli Stati uniti. Chi uccide non sono loro. Non > direttamente. Entrambi sono stati assassinati da persone in abiti civili, > gruppi degli squadroni della morte, che agiscono impuniti. Il comunicato di > Giustizia e Pace non accusava nessuno: faceva solo un elenco dei morti più > recenti: Delio Vargas, Josue Goraldo, Osvaldo Gonzales, Gonzalo Zarate, Eder > Castano, Pedro Malagon. E poi tanti puntini di sospensione, perché l'elenco > è lungo migliaia di nomi. Di uccisi «perché, semplicemente si erano messi > dalla parte della democrazia, del pane e della libertà, perché pensavano che > quei diritti fossero la condizione per la pace». > E' la Chiesa cattolica laggiù, in Colombia, come a El Salvador, come > altrove, che difende quei valori. Chomsky ha commesso un solo errore, nella > sua tremenda e cruda analisi. Ha dato per sconfitta la «teologia della > liberazione». Invece non lo è ancora. Poi, la sera, mi è giunta un'altra > notizia triste, via mail naturalmente. Mi sono messo davanti al telegionale > italiano (non importa quale, perché sono tutti uguali), a sentire parlare > per mezz'ora di insulsaggini a proposito del caldo estivo. A lungo ho > aspettato che quella notizia venisse riportata dal telegionale. Erano stati > uccisi in un paese africano, Uganda, due padri comboniani. Alla fine l'hanno > data, la notizia, dopo parecchia robaccia di cronaca nera e rosa, di spiagge > affollate, di esodi automobilistici. Nessuna spiegazione, nessun > approfondimento. Ammazzati e basta. Neanche i loro nomi hanno detto. Eppure > non era difficile, volendo, procurarseli. > > Sono andato su Misna e li ho trascritti: padre Godfrey Kiryowa, 29 anni, > ugandese, e padre Mario Mantovani, 84 anni, di Orzinuovi, provincia di > Brescia. Allora mi sono ricordato che qualche giorno prima, per due giovani > sposi italiani annegati in Messico in vacanza, il telegiornale (non importa > quale) aveva addirittura fatto un servizio, con interviste, fotografie, e > molto sentimento. E, naturalmente, con nomi e cognomi. Suprema dimostrazione > dell'indecoroso livello professionale, intellettuale e morale dei > giornalisti italiani che hanno firmato quei servizi e dei direttori che li > hanno fatti passare colpendo il pubblico con i bastoni della loro > scorrettezza deontologica. > > Allora, prima di addormentarmi, sono andato a leggere il seguito di Noam > Chomsky. Ve lo ripropongo, magari sperando che lo leggano quelli che hanno > fatto quel telegiornale, e tanti altri giornalisti, e cattolici, che erano > in ferie a godersi il gran caldo di questa estate: «Un aspetto interessante > della nostra comunità intellettuale è che nessuno ne sa niente. Se forze > appoggiate dai russi, armate dai russi, addestrate dai russi avessero > assassinato in Cecoslovacchia sei intellettuali di spicco e un arcivescovo, > lo avremmo saputo. Avremmo conosciuto i loro nomi e letto i loro libri. > Potete fare, però, un piccolo esperimento: scoprite, tra le persone istruite > che conoscete, quanti conoscono almeno i nomi di quegli intellettuali > gesuiti, importanti intellettuali latinoamericani uccisi da forze speciali > armate e addestrate da noi, o dell'arcivescovo, o delle altre settantamila > vittime, che per la maggior parte, come al solito, erano contadini». > (Giulietto Chiesa) > > >
- References:
- articolo di G.Chiesa
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- articolo di G.Chiesa
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