Nuovo rapporto di Amnesty International su Cuba: L'escalation della repressione deve essere fermata



Gent.mi tutti,

vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di
Amnesty International:


Nuovo rapporto di Amnesty International su Cuba:
L'escalation della repressione deve essere fermata



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Ufficio Stampa
Amnesty International
Tel. 06 44.90.224
cell. 348-6974361
e-mail: press at amnesty.it



ALLA CORTESE ATTENZIONE DEL CAPO REDATTORE ESTERI


COMUNICATO STAMPA
		CS80-03


NUOVO RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SU CUBA:
L'ESCALATION DELLA REPRESSIONE DEVE ESSERE FERMATA


Amnesty International è estremamente preoccupata per il giro di vite senza
precedenti sui diritti umani che ha avuto luogo a Cuba negli ultimi mesi.
In un nuovo rapporto pubblicato oggi, dal titolo Cuba: 'misure essenziali'?
La repressione dei diritti umani in nome della sicurezza, l'organizzazione
descrive il massiccio aumento del numero dei prigionieri di coscienza e
chiede l'immediata sospensione delle esecuzioni e il ripristino della
moratoria di fatto sulla pena di morte. Il rapporto mette inoltre in
evidenza le conseguenze dell'embargo statunitense per i diritti umani a
Cuba e raccomanda agli Usa di riesaminare la propria politica in materia,
con l'obiettivo di porre fine all'embargo commerciale.

Alla metà di marzo, dopo un periodo in cui sembrava stesse prendendo piede
un approccio più aperto e permissivo, le autorità dell'Avana hanno lanciato
un giro di vite senza precedenti nei confronti del dissenso. Nel giro di
pochi giorni, le forze di sicurezza hanno fatto una retata di oltre 75
dissidenti. Gli arrestati sono stati sottoposti a processi frettolosi e
iniqui e, dopo poche settimane, hanno subìto condanne fino a 28 anni di
carcere. Le autorità cubane hanno processato alcuni di loro sulla base di
una legislazione assai dura e mai utilizzata fino ad allora.

All'inizio di aprile, il governo dell'Avana ha posto fine a una triennale
moratoria di fatto sulle esecuzioni, mandando a morte tre uomini che
avevano preso parte al dirottamento di una nave. I tre sono stati
sottoposti a procedure giudiziarie del tutto sommarie e sono stati fucilati
dopo che era trascorsa meno di una settimana dall'inizio del processo.

"Cuba deve sospendere immediatamente le esecuzioni e abolire una volta e
per sempre la pena di morte dal proprio ordinamento" - ha dichiarato
Amnesty International.

Amnesty International condanna queste gravi violazioni e il crescente
disprezzo verso gli standard del diritto internazionale dei diritti umani
che esse rappresentano. Nonostante il governo cubano abbia sostenuto che
gli arrestati erano "agenti stranieri" le cui attività stavano minacciando
l'indipendenza e la sicurezza di Cuba, Amnesty International, dopo aver
esaminato la documentazione legale relativa a molti dei dissidenti
condannati, ritiene che si tratti di prigionieri di coscienza.
 "In alcuni casi, le motivazioni delle sentenze fanno riferimento a
interviste rilasciate a organi d'informazione statunitensi o all'invio di
documentazione a organismi come Amnesty International. Queste attività
rientrano chiaramente nella definizione di legittimo esercizio della
libertà di espressione e di associazione e non devono essere punite col
carcere" - ha affermato Amnesty International. "Noi consideriamo
prigionieri di coscienza i 75 dissidenti in carcere e chiediamo il loro
rilascio immediato e incondizionato".

Le autorità cubane hanno descritto le tre esecuzioni e la repressione
contro i dissidenti come atti necessari per difendersi contro le
provocazioni e le minacce degli Usa alla sicurezza nazionale dell'isola.
Nel suo rapporto Amnesty International, ritenendo che ciò non possa
giustificare la detenzione di prigionieri di coscienza, riconosce l'effetto
negativo che l'embargo statunitense ha sulla situazione dei diritti umani a
Cuba nel suo complesso.

"Questo embargo economico, commerciale e finanziario, imposto dagli Usa nei
confronti di Cuba è servito come giustificazione per la repressione e ha
contribuito a un clima nel quale si verificano violazioni dei diritti
umani" - ha dichiarato Amnesty International. "L'embargo fornisce a Cuba
una scusa per le sue politiche repressive e ha un effetto negativo sulla
nutrizione, la salute, l'educazione e su molti altri aspetti della vita,
colpendo in maniera sproporzionata i settori più deboli e vulnerabili della
società cubana".

"Specifiche disposizioni dell'embargo, come lo stanziamento di cospicue
somme di aiuti alla 'costruzione della democrazia', hanno reso più facile
per il governo cubano descrivere i dissidenti politici come gente che
simpatizza per gli stranieri, in ultima analisi indebolendo le prospettive
per un forte movimento per i diritti umani nel paese" - ha concluso Amnesty
International.


FINE DEL COMUNICATO
Roma, 3 giugno 2003


Il rapporto Cuba: 'misure essenziali'? La repressione dei diritti umani in
nome della sicurezza è reperibile, in lingua inglese, presso l'indirizzo:
http://web.amnesty.org/library/index/engAMR25/017/2003

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