BRASILE E TRANSGENICI
- Subject: BRASILE E TRANSGENICI
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Sun, 11 May 2003 22:17:45 +0200
- Organization: Comitato di appoggio MST
BRASILE E TRANSGENICI. 2 NOTIZIE:
- 12 VESCOVI CONTRO I TRANSGENICI
- Cronaca della 2° edizione delle giornate di agroecologia in
Parana (con distruzione di una piantagione della Monsanto)
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1- DOCUMENTO DI VESCOVI BRASILIANI CHE OPERANO NELLE CAMPAGNE
ELABORATO DURANTE L'ASSEMBLEA DELLA CONFERENZA DEI VESCOVI BRASILIANI -
6 maggio 2003
DICHIARAZIONE SUI TRANSGENICI
Noi Vescovi che partecipiamo alla Commissione Pastorale della Terra, CPT, nei diversi settori regionali della conferenza dei vescovi, di fronte alla grave problematica dei transgenici nel nostro paese e facendo riferimento ai dispositivi di legge vigenti, prendiamo l'iniziativa di pronunciarci su questo tema.
I transgenici sono risultato di una manipolazione genetica che permette di produrre, alterare e trasferire geni tra esseri viventi, rompendo la barriera dell'incrocio naturale tra le specie, creando, alterando e trasferendo materiale genetico tra vegetali, animali, batteri, virus e esseri umani.
In tutto il mondo e qui in Brasile, molti studiosi e anche dirigenti sociali hanno sollevato molto opportunamente, serie preoccupazioni in relazione a questo tema. Queste preoccupazioni sono relative ai seguenti rischi:
- Un rischio relativo alla salute umana, l' ingestione di cereali geneticamente
modificati può provocare un aumento di allergie, resistenza agli
antibiotici e crescita dell'indice delle sostanze tossiche negli alimenti.
- Nell'ambiente c'è il rischio dell'erosione genetica, cioè
di un danneggiamento irreversibile della biodiversità attraverso
la contaminazione delle banche naturali dei semi (banche di germoplasma)
. Si aggiunge a questo l'aumento preoccupante della monocultura e la conseguente
perdita della ricchissima varietà e qualità dei semi.
- I transgenici rappresentano anche una minaccia alla sovranità
alimentare del nostro paese, a causa della perdita del controllo dei semi
e degli esseri viventi in virtù della loro brevettabilità.
In questo modo semi e esseri viventi brevettati diventeranno proprietà
esclusiva e legale di gruppi transnazionali che mirano soltanto a
fini commerciali.
- Il rischio maggiore, tuttavia, secondo noi, sta nella totale dipendenza,
nella distruzione e infine nella scomparsa della piccola e anche della
media proprietà agricola a causa dell'inesorabile monopolio mondiale
della produzione e commercializzazione dei semi che finisce nelle mani
di un piccolo gruppo di gigantesche e potenti imprese transnazionali.
In relazione a questi problemi, d'altro lato, non possiamo ignorare che succede o fare a meno di rispondere ad esigenze etiche come la non-nocività, la giustizia sociale, la giustizia ecologica, la precauzione.
Il principio della non-nocività, fa rientrare tra i nostri doveri quello di evitare o di impedire il male o il danno nei confronti di altri. Nel caso della introduzione massiccia di nuove tecnologie che implichino potenziali rischi per la salute, questo principio deve essere pienamente garantito attraverso informazioni chiare e certe.
Il principio della giustizia sociale, in caso di innovazioni tecnologiche massicce e di alto impatto sociale, ci porta a chiedere chi saranno i beneficiari e chi invece sarà danneggiato. Ora, nel caso concreto dei trasgenici, è chiaro che un piccolo gruppo di grandi aziende saranno le grandi beneficiarie con grave danno per l'agricoltura familiare.
Il principio della giustizia ecologica impone il dovere di preservare l'ambiente per le generazioni attuali e future. I transgenici possono rappresentare un serio rischio ecologico.
Il principio di precauzione esige che prima della liberazione di qualsiasi prodotto diretto al consumo umano siano adottate severe norme di biosicurezza. Non si tratta di ostacolare la scienza o la ricerca, né di provocare paure paranoiche di fronte alle novità. Al contrario sosteniamo il più ampio spazio per la scienza e la ricerca, orientate però al bene comune. Le applicazioni tecnologiche che implichino rischi potenziali di grande vastità devono essere decise, approvate, respinte o perfezionate a partire da decisioni democratiche e sotto il controllo del popolo.
Appoggiando l'eroica lotta delle organizzazioni popolari delle campagne e facendo eco a una delle grandi rivendicazioni del Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre, siamo d'accordo nel sostenere che i semi siano dichiarati patrimonio dell'umanità e conservati nella loro integrità genetica dalle comunità contadine.
In questa stessa linea
ci prendiamo la libertà di indicare ai Pubblici Poteri, al Pubblico
Ministero, al Potere Legislativo, Giudiziario ed Esecutivo che, affrontando
queste gravi questioni, si orientino nella direzione di queste nuove e
giuste rivendicazioni, così come verso i principi etici che le sostengono.
Itaici, 6 maggio 2003
I Vescovi che partecipano alla CPT
Dom Tomás Balduino,
Presidente
Dom Xavier Gilles, Vice-Presidente
Dom Orlando Dotti
Dom Ladislau Biernaski
Dom Pedro Casaldáliga
Dom André de Witte
Dom José Alberto
Moura,
Dom Guilherme Werlang
Dom Heriberto Hermes
Dom José Mario Streher
Dom Moacir Grecchi
Dom José Agusto da
Rocha
Dom Maurício Grotto
Dom Apparecido José
Dias
PARANA: (7-9 maggio) 2° Edizione delle GIORNATE DI AGROECOLOGIA
e distruzione di una piantagione di mais transgenico della Monsanto
da parte di VIA CAMPESINA
Jean Marc della ASPTA, ha ricordato che oggi esistono due importanti poli di resistenza ai transgenici, uno è il Brasile per la sua capacità di produzione agricola, l'altro è l'Europa, per la coscienza acquisita dai consumatori che non comprano prodotti transgenici
Con il tema "Terra libera dai transgenici e senza agrotossici", si è
chiusa il 9 maggio, la 2° edizione delle Giornate di Agroecologia.
Sono stati realizzati tre giorni di dibattiti, laboratori e mobilitazioni,
contro i transgenici e per la costruzione di un progetto popolare per l'agricoltura
e per il Brasile.
Il primo giorno c'è stata una manifestazione al centro della
città di Ponta Grossa. L'appuntamento era davanti alla cattedrale,
dove ciascun partecipante ha ricevuto un piatto in cui era scritto "I transgenici
io non li mangio". Si è mosso poi un corteo che ha attraversato
le strade principali della città. Alla fine vari prodotti
dell'industria che contenevano transgenici sono stati bruciati. All'inizio
della manifestazione erano presenti varie autorità tra le quali
il vice-governatore dello stato del Parana, Orlando Pessuti, che
ha riaffermato la determinazione del governo dello stato di mantenere le
terre del Parana libere dai transgenici. Era anche presente
Plínio de Arruda Sampaio che ha parlato della necessità
di cambiare il modello agricolo attuale che causa oggi seri problemi, come
la fame (poiché si produce per far arricchire le imprese multinazionali
e non per alimentare il popolo) e l'uso di agrotossici che causano seri
danni alla natura e alle persone. Per risolvere questi problemi, l'alternativa
è fare una vera riforma agraria e mutare il modello tecnologico,
ossia sostituire gli agrotossici con una produzione agroecologica
che generi autonomia e sovranità rispetto ai semi e alla produzione
agricola.
Ci sono stati importanti dibattiti. Molto applaudito è stato
Peter Rosset che ha detto che la sopravvivenza o il fallimento della Monsanto
è nelle mani dei brasiliani, perché oggi dipende dall'apertura
del mercato brasiliano dei semi di soia, che è uno dei maggiori
mercati del mondo. Per questo c'è una forte spinta nei confronti
del Brasile perché apra ai transgenici. Jean Marc della ASPTA,
ha ricordato che oggi esistono due importanti poli di resistenza ai transgenici,
uno è il Brasile per la sua capacità di produzione agricola,
l'altro è l'Europa, per la coscienza acquisita dai consumatori che
non comprano prodotti transgenici. I produttori statunitensi hanno perso
una grossa fetta di mercato poiché producono transgenici; per questo
la loro strategia è quella di incentivare la produzione di transgenici
in Brasile in modo che l'Europa non abbia la possibilità di comprare
prodotti non transgenici.
Nella plenaria finale è stato approvato un documento della Giornata
di Agroecologia che riafferma la continuità delle azioni organizzate
da più di venti entità organizzatrici dell'evento, con i
seguenti obiettivi:
1. Realizzare politiche pubbliche di promozione dell'agricoltura ecologica familiare, con linee di credito assistito, programmi di forniture ad istituzioni pubbliche e popolari per l'eliminazione della fame, agroindustrializzazione comunitaria dei prodotti ecologici, creazione di corsi di insegnamento medio e universitario in agroecologia e introduzione di questa disciplina nel curriculum scolastico, ridirezionare la ricerca e il settore rurale pubblico.
2. Promuovere in forma permanente la campagna "I semi sono patrimonio dell'umanità", combattere la distruzione delle foreste e impedire la privatizzazione delle acque.
3. Conquistare una riforma agraria di massa che riscatti la dignità di milioni di famiglie e metta fine al latifondo, stabilisca il limite massimo per la proprietà di terra in Brasile.
4. Partecipare alla mobilitazioni internazionali e brasiliane contro
l'ALCA e il WTO
- Partecipare alle azioni della Campagna "per un Brasile libero dai
transgenici"
- Esigere che il governo federale espropri le aziende che coltivano illegalmente transgenici nel paese
- Stimolare e organizzare occupazioni in aree che contengano coltivazioni di transgenici illegali
Il documento e le mozioni destinate al Presidente Lula e al Governatore Roberto Requião possono essere lette integralmente al seguente indirizzo: : www.jornadadeagroecologia.com.br
I 4000 partecipanti hanno poi preso la decisione di distruggere una
piantagione di mais transgenico della Monsanto che era a pochi chilometri
daL luogo di realizzazione dell'incontro.
Nel pomeriggio uomini, donne, bambini e giovani sono
andati in direzione dell'area di esperimenti transgenici. In pochi minuti
la piantagione di 10 ettari di mais RR è stata estirpata e
poi bruciata. Così si è chiusa la 2° Giornata di Agroecologia
con lo slogan: FUORI LA MONSANTO, VOGLIAMO UN MONDO E UN BRASILE ECOLOGICO
E DIGNITOSO, LIBERO PER SEMPRE DAI TRANSGENICI.
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