Comunicato dell'Ambasciata di Cuba in Italia





Messaggio dell'Ambasciata di Cuba in Italia

Agli amici solidali con Cuba

Aprile del 2003







Ancora una volta Cuba e la sua Rivoluzione devono far fronte ad attacchi
ostinati per il solo fatto di esercitare il legittimo diritto a difendersi



Sono due gli avvenimenti serviti come pretesto per la maliziosa
manipolazione:



1.    L'arresto ed il processo a 75 individui per dimostrata complicità al
servizio di una potenza straniera, che li finanzia, allo scopo di sovvertire
l'ordine interno, la stabilità e la sovranità di Cuba;

2.    La fucilazione di 3 terroristi, dopo una violenta azione di pirateria
navale, la terza in pochi giorni, che ha messo a rischio la vita di decine
di persone, bambini compresi.



Molte manipolazione e menzogne si stanno tessendo intorno a queste vicende;
legando tra l'altro i due avvenimenti, che nulla hanno a che fare tra loro,
e pretendendo di presentare gli accusati come semplici ed inoffensivi
dissidenti. Si cerca, ancora una volta, di fare di "Cuba un caso".
Pericolosa pretesa, nei momenti che stiamo vivendo e di fronte alla
prepotente euforia degli Stati Uniti che aspirano a spadroneggiare nel mondo
in base al loro libero arbitrio.



La corretta conoscenza che gli amici di Cuba hanno dei fatti che abbiamo
citato, ci risparmia doverci prolungare su tale aspetto in questo messaggio,
che sopra tutto pretende di essere espressione di riaffermazione e fiducia
nella solidarietà. Voi avete potuto  conoscere quanto dettagliatamente
esposto in proposito dal Ministro delle Relazioni Estere, Felipe Pérez
Roque.



Possiamo rispettare, e di fatto sempre lo abbiamo rispettato, il diritto di
ognuno di condividere o meno i nostri ideali, il nostro modo di concepire il
mondo e di agire a favore del bene comune. Sarebbe troppo, lo sappiamo,
aspirare al pieno assenso ed alla piena comprensione da parte di tutti.
Anche noi non comprendiamo ne condividiamo molti comportamenti altrui,  ma
li rispettiamo.







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Cuba é stata paziente e tollerante, ma non ci si può chiedere di continuare
ad esserlo quando la sovranità e l'autodeterminazione della patria é in
pericolo.



Coloro che oggi non titubano nel condannarci senza riflettere, dovrebbero
per lo meno  indagare le ragioni che ci sostengono prima di emettere i loro
giudizi di condanna. Schierarsi a fianco del potente é facile.



Cuba ha dovuto battagliare lungamente, e in circostanze difficili, per la
propria indipendenza ed autodeterminazione, di fronte ad aggressioni
condotte molte volte senza veli, ma altrettante volte in modo occulto. Le
circostanze impongono a volte decisioni inevitabili; ma abbiamo sempre agito
con franchezza ed in conformità con le nostre leggi, legittime e
costituzionalmente adottate per volontà sovrana dell'immensa maggioranza di
tutto il nostro popolo.



Per oltre quarant'anni il nostro paese ha dovuto fronteggiare la persistente
aggressività dei governi degli Stati Uniti d'America succedutisi al potere.
Ogni metodo e mezzo ha impiegato il nostro vicino del Nord contro la
Rivoluzione Cubana, esempio di eccezionale resistenza, e non desiste dal
volerla insudiciare e cancellare. Dalla pressione politica e diplomatica,
fino all'invasione militare, passando per le campagne di disinformazione; il
sabotaggio ed il blocco finanziario, economico e commerciale; centinaia di
piani di attentati contro la vita dei dirigenti dello Stato cubano; e
persino il patrocinio di numerosi e comprovati atti di terrorismo contro il
popolo cubano, concepiti in collusione con la mafia degli esiliati cubani,
eredi di Batista, concentrata soprattutto a Miami.



¿Cos'é tutto ciò, se non terrorismo di Stato? ¿Perché quelle stesse persone
che si dichiarano giuste, non denunciano prima di tutto, ed in maniera
inequivocabile, gli Stati Uniti d'America per il loro sostegno a tale
aberrante ed ingiustificata politica verso di Cuba? ¿Perché, quando si cerca
di mettere Cuba sul banco degli accusati gli spazi per la stampa si
estendono senza riguardo  e piagati da cliché mentre al poderoso del Nord
viene dispensato servilismo, o  --

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tutt'al più gli vengono rivolti, in maniera timida, condiscendenti
segnalazioni? ¿Come é possibile che non dicano nulla di fronte al fatto che
ancora oggi gli Stati Uniti continuano a stimolare il sequestro con mezzi
violenti di aerei e navi mettendo a rischio, tra l'altro, vite umane
innocenti, mentre si condanna il paese danneggiato da questi atti quando
esso prende misure che per porre fine a tale pirateria che non possono
essere rimandate? ¿Perché quella stessa stampa e quelle stesse voci di
condanna non hanno pronunciato una sola parola per esigere la liberazione
dei 5 cubani, che da più di due anni patiscono condizioni subumane nelle
carceri degli Stati Uniti, condannati con processi manipolati, e per il solo
reato di aver cercato di impedire l'azione di gruppi terroristi che operano
nella Florida? ¿Perché tanta ipocrisia?



Gli amici di Cuba conoscono la verità. Sanno che la ragione di fondo é
dovuta allo scomodo esempio che per i poderosi rappresenta la Rivoluzione
Cubana, realizzatrice di un'opera sociale senza pari; una Rivoluzione
trionfante, prima di tutto per la sua capacità interna di resistenza e
sviluppo, di fronte a ogni scopo manifesto, di fronte a muri eretti o
crollati. Mentre altre esperienze si sgretolano, la Rivoluzione Cubana,
sostenuta da varie generazioni di cubani, diventa sempre più solida e sicura
del proprio futuro. Questo é ciò che da fastidio a tanti. Non sono mancati
cattivi presagi durante il corso della nostra storia, e sicuramente non
mancheranno in futuro, ma ciò non ci intimorisce.



E' nei momenti difficili che si dimostra la vera natura degli individui,
delle collettività, e dei popoli. Sono questi i tempi di definire ciò che si
é. I tempi in cui i pavidi, i paurosi ed i volta gabbana preferiscono
ingrossare l'ostilità del poderoso e dei suoi lacché. Non é nulla di nuovo,
e non ci sorprende. Ma sono i tempi in cui, parallelamente, si erigono
sempre più coloro che rimangono fermi nel loro spirito  e nelle loro
convinzioni.



I molti e veri amici di Cuba in Italia devono sapere, e possono esserne
certi, che la dignità del popolo cubano ed il suo diritto a difendersi non
si negozia. La volontà del popolo cubano di protegge-









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re le conquiste della sua Rivoluzione, più valida che mai, da nulla e
nessuno potrà essere spezzata, né da potenti né da marionette, né da minacce
né da pressioni, né da blocchi o aggressioni.



Come ci ha insegnato Martí, anche dal fondo di una grotta un principio
giusto può più di un intero esercito. La storia e la ragione ci accompagnano
come anche, lo sappiamo, i veri amici. A fronte alta.







Patria o Muerte

Venceremos









Ambasciata della Repubblica di Cuba in Italia

Roma, 17 aprile 2003