lettera aperta ambasciatrice cubana



LETTERA APERTA ALLA AMBASCIATRICE DI CUBA
MARIA DE LOS ANGELES FLORES PRIDA



Gentilissima Ambasciatrice

Nelle scorse settimane, in occasione delle Sua visita in Molise ho avuto
l'opportunità di salutarLa e di scambiare  con Lei una serie di opinioni
sulla situazione politica internazionale.
Oggi mi permetto di scriverLe per esprimere tutta la mia preoccupazione,
l'inquietudine, il  disappunto e rammarico per l'ondata di repressione in
atto a Cuba contro gli oppositori politici e la decisione di condannare a
morte tre giovani fuggiaschi.
Ho sempre rivendicato il mio essere amico di Cuba, ho visitato varie volte
l'Isola, ho partecipato ed organizzato tante iniziative di solidarietà
contro l'infame ed iniquo "bloccheo" che gli Stati Uniti d'America attuano
contro  Cuba da più quarant'anni.
Proprio per questo non posso giustificare in alcun modo la selvaggia ondata
di repressione in corso. Proprio per questo credo nella rivoluzione cubana
e non posso accettare una cosi cruda violazione dei diritti essenziali
della democrazia e delle regole della giustizia. Mi si può rispondere che
"la rivoluzione non è un pranzo di gala", e  per questo non posso ammettere
che essa abbia tra i suoi esiti scontati l'eliminazione fisica degli
oppositori, la carcerazione, l'impossibilità di ogni difesa legale. Anche
la vita di chi attivamente cospira per il rovesciamento di uno Stato e di
un sistema che merita rispetto : da questo principio, credo, che non
possiamo discostare. La pena di morte, oggi, è barbarie: non è un caso che
la sua sistematica applicazione sia una caratteristica peculiare in molti
Stati degli Usa.
Ernesto Che Guevara, figura che intere generazioni hanno amato, e del cui
pensiero ed azione ancora oggi non si può parlare al passato, nella lettera
di addio ai figli scriveva: "Sappiate indignarvi ogni qualvolta in ogni
angolo del mondo viene repressa una persona e sappiate esultare ogni
qualvolta si innalza una bandiera di libertà. Sono le qualità più belle di
un rivoluzionario."
Gentilissima Ambasciatrice, sono uno tra i tanti che fa del rifiuto della
guerra e della violenza la ragion d'essere della propria azione politica,
per questo, mi permetta di rivolgerLe l'appello sincero affinché interceda
presso il governo Cubano a che mutino il corso delle loro scelte e le
correggono con la determinazione necessaria.  Tra le alternative
dell'anatema o del "giustificazionismo", si tratta ancora una volta di
costruire un'altra strada. Quella della ricerca, dell'iniziativa,
dell'interlocuzione critica. Quella della politica, dei mille volti e mille
linguaggi dell'altro mondo possibile.

Cordiali Saluti

Campobasso 17 aprile 2003


Italo Di Sabato