Il ministro della riforma agraria Miguel Rossetto a Roma



25 marzo 2003 - Il Ministro della riforma agraria Miguel Rossetto parla
con rappresentanti di associazioni ed ONGs nell'Ambasciata brasiliana di
Piazza Navona a Roma
    Il Ministro comincia descrivendo il Brasile come segnato da una
forte concentrazione di  potere economico, di conoscenze, di terra, di
proprietà.
    La grande sfida del nostro paese - dice Rossetto-  è superare questo
modello per andare verso una  distribuzione di reddito. Questo è per noi
un periodo di conoscenza,  di adeguamento del nostro programma alla
situazione del paese.
     Il mio ministero si occuperà di agricoltura familiare per
rafforzarla. L'agricoltura familiare è estremamente importante e
occuparsene vuol dire anche creare una relazione con   siringueiros,
pescatori,  indigeni,  negri  provenienti dai quilombos.
     L'altra grande responsabilità del ministero è la riforma agraria,
cioè  assicurare il diritto di accesso alla terra a milioni di persone.
Non c'è stata in Brasile una soluzione democratica a questo problema, al
contrario molte persone hanno abbandonato le campagne. La nostra sfida è
lavorare per una strategia di sviluppo che democratizzi l'accesso alla
terra  e crei condizioni  di reddito e lavoro per milioni di  uomini e
donne   a partire  da un progetto chiaro di sviluppo sostenibile.
     Noi ancora conviviamo con un livello di violenza nelle campagne
molto grave, drammatico. Abbiamo strutture fondiarie concentratrici,
grilagem,   non rispetto dell'ambiente, non rispetto dei diritti degli
indigeni,  lavoro schiavo; tutti problemi che creano una tensione
enorme.
     Pensiamo che siano necessarie varie riforme agrarie,  una cosa è un
progetto di insediamento  capace  di generare reddito nella foresta
amazzonica  o  nel semiarido del nordest,  o nel serrado,   o nel
sud...  la strategia va costruita con un forte dialogo, positivo con i
lavoratori. Fino ad ora le lotte per la terra sono state criminalizzate.


      Ci sono state 500.000 famiglie insediate in quasi 5000 progetti di
insediamento tra il 1985 e il 2001, ma il 90% degli insediamenti non
hanno energia elettrica, non hanno strade, non hanno acqua, non
dispongono di un livello adeguato di assistenza tecnica, di
abitazioni...... L'impegno  strategico per la riforma agraria non può
convivere con questo livello di non assistenza che è purtroppo la realtà
dei nostri insediamenti
      Per quanto riguarda l'agricoltura familiare, ci sono 4 milioni e
300.000 aziende o famiglie  che hanno piccole proprietà; si tratta di
una base sociale importante  e produce circa il 40%  della produzione
agricola. Ci sono situazioni molto diversificate nelle varie parti del
paese. Al sud e sudest, c'è un livello di reddito e di assistenza
tecnica ragionevole, una organizzazione cooperativa, una organizzazione
dei produttori.  Sono stati comunque molto penalizzati dal modello
economico. I grandi complessi agroindustriali hanno teso a concentrare
molto il reddito agricolo. Ma la situazione più drammatica  è quella del
nordest semiarido, una grande regione all'interno del nordest.  10
milioni di persone che vivono nella povertà. Il 50% della povertà rurale
è nella zona del semiarido la cui situazione è resa più drammatica dalle
siccità periodiche.
     Questa è la sfida e su questo stiamo lavorando, sulle questioni del
credito, dell'assistenza, della commercializzazione  ....l'integrazione
delle comunità, la garanzia del reddito.... il governo deve impegnarsi
per generare lavoro, reddito   e fare questo in un ambito condizionato
dalle questioni internazionali e interne ...
     E' nostra responsabilità realizzare un processo di deconcentrazione
del reddito crediamo che questa strategia, che l'andare avanti verso una
vera riforma agraria, verso la qualificazione della nostra agricoltura
familiare, rappresenti un enorme contributo all'offerta di lavoro,  di
reddito.... Stiamo lavorando per questo.
Domanda (assessore municipale di Roma III):
     Come si può in Brasile intaccare la grande proprietà terriera,
restando in un ambito di legalità? Oppure si devono rompere i meccanismi
legalitari?
Rossetto:
      La  Costituzione brasiliana autorizza lo Stato a espropriare terra
per la riforma agraria, a espropriare le grandi proprietà e dice che la
proprietà improduttiva è passibile di esproprio per fare la riforma
agraria. Questa legislazione di base, secondo la nostra valutazione, ci
permette di acquisire una quantità di terre molto importanti. Abbiamo
altri strumenti importanti. Il Brasile dispone ancora di un volume di
terre pubbliche significativo. C'è poi la questione del "grilagem", non
so se voi conoscete questa espressione. Che cos'è il grilagem? Quando un
proprietario dispone legalmente di 1000 ettari, ma concretamente il suo
recinto ne racchiude 10.000. Due anni fa in Amazzonia, c'è stata una
commissione parlamentare di inchiesta che ha recuperato allo stato 100
milioni di ettari di terra. Questo vi dà un'idea del gigantismo delle
proprietà terriere.
     Noi abbiamo un'urgenza quella di rendere più facile l'accesso alla
terra, è una grande urgenza sociale. Ci sono oggi 60/100.000 famiglie
accampate che lottano per la terra, e quello su cui stiamo lavorando è
trovare la terra per queste famiglie. Naturalmente i grandi proprietari
dispongono di vari strumenti giuridici per opporsi. La nostra grande
sfida è la qualità degli insediamenti, le infrastrutture,  la loro
capacità di produzione ...di produrre reddito....
Domanda (Serena Romagnoli, Comitato appoggio MST) :
      Vogliamo esprime la preoccupazione per la situazione degli
accampati, di cui lei ha parlato; che tempi prevede per la soluzione del
problema?
      Il governo pensa di fare gesti simbolici, espropriando alcuni
importanti latifondi, per dare un segnale dell'intenzione di realizzare
una vera riforma agraria?
      Che cosa pensa di fare il  governo Lula  perché le vittime di
Eldorado ottengano finalmente giustizia?
Rossetto
    C'è una grande urgenza, in un mese e mezzo abbiamo già espropriato
200.000 ettari per la riforma agraria in 17 stati  Daremo priorità
all'insediamento di queste famiglie accampate. Perché queste famiglie
possano avere terra, avere casa, produrre, questo fa parte della nostra
strategia che è permanente verso l'acquisizione di terre. Quello che
stiamo discutendo oggi  è proprio la strategia di acquisizione delle
terre,  partendo dalla riflessione su quello che è stato fatto,  che non
ha portato ad una diminuzione della concentrazione. Sono stati fatti
insediamenti nella regione nord del paese negli stati di Para, Maranhao,
nel semiarido, perché là  le terre erano meno care, generalmente
degradate e con bassa produttività.  Vogliamo fare insediamenti in terre
migliori con infrastrutture e possibilità di accedere ai mercati, ai
consumatori. Il concetto è quello di collegare la distribuzione della
terra con la possibilità di produrre.  C'è un dibattito importante sulle
aree di riforma agraria.  L'idea è   di superare la polverizzazione
eccessiva degli insediamenti che non permette dinamismo economico... 20
famiglie insediate, dopo duecento chilometri altre 30 etc.  una
polverizzazione enorme, grandi costi per portare energia elettrica, per
portare acqua ..... Una cosa importante nella quale noi crediamo è che è
un diritto dei lavoratori disporre di terre nelle loro comunità, nei
loro stati. E' un diritto per un cittadino lavorare nel suo ambiente
sociale.  E' chiaro che questo pone ulteriori vincoli all'acquisizione
di terra  perché se un lavoratore di Santa Caterina, del Rio Grande del
Sud, di San Paolo deve lavorare nel suo stato  ci sono naturalmente più
difficoltà nel trovare le terre. C'è urgenza di realizzare insediamenti,
ma c'è anche urgenza di garantire condizioni di reddito  per i
lavoratori insediati. Mettere a punto una strategia per il futuro che
non riproduca lo stesso modello del passato.
Domanda (Luca Colombo, Greenpeace Italia).
      Può essere importante la collaborazione Brasile/Europa sulla
questione OGM; da una parte il Brasile garantisce le forniture non OGM
e ci aiuta a dare risposta alle esigenze che esprimono i consumatori,
dall'altra, con il nostro lavoro di pressione,  in qualche modo
garantiamo uno spazio per le commodities che possono venire  oggi in
modo particolare dal Brasile. Penso che i dati sulle esportazioni di
soia dimostrino gli spazi che ci sono per il Brasile.  Alla Fao, la
settimana scorsa si è parlato di un mercato OGM e di un mercato non OGM.
Il ruolo del Brasile è fondamentale per il successo della nostra
campagna.
      Siamo stati molto contenti (essendo noi tra gli organizzatori del
vertice parallelo all'incontro FAO del giugno 2002) nel vedere che la
priorità del governo Lula è la lotta alla fame. E siamo lieti di vedere
che questa lotta si unisce in particolar modo al sostegno
all'agricoltura familiare che per noi è l'obiettivo politico principale.

Rossetto
    Sono d'accordo con quello che ha detto. Il Brasile è un paese con
grandi contraddizioni. E' un grande esportatore di commodities agricole
con tanta gente che ha fame.
      Qual è la sfida del programma "Fame zero"? è creare una dinamica
sociale tale che le persone possano conquistare un insieme di diritti
che li sottraggano alla situazione di esclusione e di indigenza Al di là
di garantire l'accesso all'alimentazione, che è fondamentale, attraverso
vari strumenti, dobbiamo riuscire a costruire una mobilitazione, una
partecipazione,  in modo che il programma non si limiti a questo, ma si
possa garantire il diritto all'alfabetizzazione, alla formazione
professionale, condizioni fondamentali per l'accesso al reddito. Il
nostro obiettivo, relativamente alla riforma agraria, è che non sia solo
uno spazio di lavoro e stabilità e inclusione sociale, ma  gran parte
degli alimenti per il programma "Fame Zero" siano alimenti prodotti
dagli insediamenti della riforma agraria, dall'agricoltura familiare. Ci
sarebbero varie soluzioni, si potrebbero importare alimenti per un
determinato periodo  in  una situazione di emergenza, ma noi vogliamo
evitare questo. Procedendo in questo programma di stimolo alla
produzione, vogliamo garantire  con questa politica reddito per i nostri
insediamenti, reddito  per l'agricoltura familiare e in questo modo
diminuire la povertà. Si tratta di una sfida strategica più che di un
programma che garantisca l'accesso al cibo per chi ha fame, che possa
indurre un insieme di trasformazioni importanti.
    Sulla questione dei transgenici, rapidamente, noi abbiamo oggi una
commissione interministeriale che sta discutendo  su questo, la
legislazione di biosicurezza.
Tutti voi sapete che l'Argentina produce soia transgenica e che il
Brasile ha una frontiera con l'Argentina. C'è un processo molto
significativo di migrazione dei semi dall'Argentina. Questo crea una
forte tensione, perché questa produzione transgenica viene venduta a un
prezzo inferiore rispetto a quella convenzionale. Un lavoratore
impoverito vede la prospettiva di avere un maggiore margine nel corto
periodo.
    Stiamo vivendo un momento importante in Brasile e non credo che il
Brasile muti la sua posizione complessiva nei confronti del transgenico
che è basato sul principio di precauzione. C'è un forte dibattito sul
tema dei  semi come  patrimonio dell'umanità, come valore fondamentale
per garantire la qualità di vita. Noi dobbiamo mantenere questa forte
limitazione sul tema dei transgenici e continuare il dibattito. E' un
dibattito che si fa anche qui in Europa e su questo ci può essere una
convergenza. Io penso che il risultato della commissione (tra 15 giorni)
sarà una risultato nel senso della precauzione.
Domanda su possibili forme di cooperazione
Rossetto ha detto, tra l'altro:
- Abbiamo possibilità  di espansione della nostra capacità di
produzione, la riforma agraria è uno strumento in questo senso. Abbiamo
capacità di qualificare questa produzione. Il Brasile negli ultimi anni
ha destrutturato la sua struttura produttiva, ha distrutto le
istituzioni che dovevano garantire l'assistenza tecnica, per esempio ha
eliminato la politica del prezzo minimo, ha prodotto la riduzione del
livello di consumo nelle città, a causa della disoccupazione ..... La
sicurezza alimentare non esiste nel paese. Il nostro è un paese che è
carente di mais ma che esporta mais. I prezzi internazionali comandano
sui prezzi interni...  Non esiste una strategia per lo sviluppo della
nostra produzione.
    Cerchiamo relazioni di cooperazione (per questo siamo qui) vogliamo
ridar vita all'esperienza del cooperativismo, un'esperienza importante
che voi in Italia conoscete. Ridare vigore all'assistenza tecnica,
avanzare nello spazio di commercializzazione all'interno del cosiddetto
commercio etico, scambiare le esperienze sulla produzione biologica,
creare tutto lo spazio di cooperazione possibile.
E' chiaro che il riferimento principale per noi deve essere il mercato
regionale, ma abbiamo necessità di altre relazioni che sono spazi
importanti per noi (...)
    Ci vogliono nuove relazione internazionali, è un tema che è stato
molto dibattuto anche al Forum sociale di Porto Alegre. I paesi devono
essere in grado di garantire l'alimentazione ai loro popoli, prima di
tutto. Un altro grave problema è quello delle regole commerciali
mondiali,  il bilancio degli ultimi anni è disastroso per i nostri paesi
di fronte a questa destrutturazione brutale del commercio agricolo.
Il ministro ha quindi affermato che l'agricoltura dovrebbe uscire
dall'ambito dell'OMC.
Domanda (Antonio Onorati, Crocevia)
      Quale compito di solidarietà e cooperazione può essere svolto
dall'Italia, per esempio in relazione agli OGM, e alla possibilità di
importare dal Brasile sementi non transgeniche (in Italia anche la
principale organizzazione contadina è contro i transgenici).
     In Italia l'85% dell'agricoltura è familiare è c'è una forte
sensibilità sui temi della piccola agricoltura e dell'organizzazione
mondiale del commercio. Noi diciamo fuori il WTO (OMC)
dall'agricoltura.
      Noi, che abbiamo lavorato nell'organizzazione del vertice
parallelo al vertice Fao, e abbiamo molto discusso all'interno della FAO
abbiamo bisogno di indicazioni dal governo brasiliano perché possiamo
far avanzare una battaglia dentro la Fao per trovare un'altra sede alla
discussione sul mercato mondiale della produzione agricola.
     Rispetto al progetto "Fame Zero" chiediamo alla FAO un
atteggiamento rispettoso. Vogliamo sapere quali sono le vostre
aspettative nei confronti della Fao in relazione a questo progetto.
Vorremmo che la proposta di Lula diventasse un esempio istituzionale
dentro la FAO e quindi abbiamo bisogno di capire dal governo brasiliano
qual è la linea strategica.
Rossetto
     Stiamo discutendo una strategia a livello internazionale. Siamo
entrati in carica da poco.  Qual è la nostra capacità di
collaborazione?  Qual è l'agenda di solidarietà possibile?
     Noi riteniamo che siano importanti il rafforzamento degli organismi
multilaterali, (l'ONU, la FAO, il FIDA), il rafforzamento delle
strutture cooperative di produzione agricola, la politica di assistenza
tecnica per la produzione e la ricerca, i consigli strategici, che ci
potete offrire, data la vostra esperienza,  in relazione alla
integrazione economica territoriale. Sono temi che vogliamo
approfondire.  (...)
     Oggi il dibattito sul diritto all'alimentazione, è il dibattito
sull'autonomia di scelta delle produzioni, della conservazione della
cultura, del reddito interno, una dimensione del dibattito
internazionale, sul tema dell'ALCA per esempio; il presidente Lula a
Davos ha fatto un discorso forte su questo.
      Il campo della solidarietà tra noi. Prima cosa la conquista del
governo non altera l'agenda sulla quale ciascuno  stava lavorando. La
conquista del governo è frutto di una accumulazione importante  di
forze  della società.  Le agende restano le stesse e vengono
potenzializzate  dalla conquista del governo e dalle nuove possibilità
di lavoro in collaborazione.  L'esperienza del commercio giusto, etico e
solidale è, per esempio, una esperienza importante; è ancora una
esperienza piccola, ma noi possiamo con il vostro aiuto, la vostra
esperienza e le potenzialità del governo, far crescere questa
esperienza.  Il nostro governo può organizzarla  in modo più solido.
     Noi vogliamo andare avanti rispetto alla questione della
solidarietà sul tema della riforma agraria che riguarda vari paesi, vari
movimenti; è importante conservare queste relazioni dei movimenti
sociali. Non dobbiamo rendere più fragili le relazioni dei movimenti
sociali, al contrario riteniamo molto importante rafforzare queste
relazioni.  E' molto importante conservare queste relazioni di dialogo,
di agende di cooperazione.
Facciamo parte di uno stesso progetto di società, con responsabilità
diverse, dobbiamo  qualificare le agende Quello del commercio equo è
solo un esempio
Domanda (Marcelo Cafaldo Comitato di appoggio MST)   domanda di
chiarimento sulla statalizzazione delle terre:
Rossetto
Noi stiamo riflettendo su vari temi in relazione alle migliori
condizioni di utilizzazione degli spazi pubblici per la produzione.
Stiamo discutendo quindi della possibilità di conservare la natura
pubblica di queste aree  messe a disposizione del popolo per la
produzione. Stiamo facendo questo attraverso il dialogo con i movimenti,
con gli insediati. Altri problemi in discussione sono quelli relativi al
credito, ai moduli di terra che non necessariamente devono avere la
stessa estensione nei vari stati, e che possono mutare a seconda del
tipo di produzione a cui sono destinate quelle terre





(il testo è tratto da una registrazione non molto chiara; alcune parti
sono state quindi omesse, perché non comprensibili e non è stato rivisto
dal ministro Rossetto)