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Il ministro della riforma agraria Miguel Rossetto a Roma
- Subject: Il ministro della riforma agraria Miguel Rossetto a Roma
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Sun, 30 Mar 2003 18:34:05 +0200
- Organization: Comitato di appoggio MST
25 marzo 2003 - Il Ministro della riforma agraria Miguel Rossetto parla con rappresentanti di associazioni ed ONGs nell'Ambasciata brasiliana di Piazza Navona a Roma Il Ministro comincia descrivendo il Brasile come segnato da una forte concentrazione di potere economico, di conoscenze, di terra, di proprietà. La grande sfida del nostro paese - dice Rossetto- è superare questo modello per andare verso una distribuzione di reddito. Questo è per noi un periodo di conoscenza, di adeguamento del nostro programma alla situazione del paese. Il mio ministero si occuperà di agricoltura familiare per rafforzarla. L'agricoltura familiare è estremamente importante e occuparsene vuol dire anche creare una relazione con siringueiros, pescatori, indigeni, negri provenienti dai quilombos. L'altra grande responsabilità del ministero è la riforma agraria, cioè assicurare il diritto di accesso alla terra a milioni di persone. Non c'è stata in Brasile una soluzione democratica a questo problema, al contrario molte persone hanno abbandonato le campagne. La nostra sfida è lavorare per una strategia di sviluppo che democratizzi l'accesso alla terra e crei condizioni di reddito e lavoro per milioni di uomini e donne a partire da un progetto chiaro di sviluppo sostenibile. Noi ancora conviviamo con un livello di violenza nelle campagne molto grave, drammatico. Abbiamo strutture fondiarie concentratrici, grilagem, non rispetto dell'ambiente, non rispetto dei diritti degli indigeni, lavoro schiavo; tutti problemi che creano una tensione enorme. Pensiamo che siano necessarie varie riforme agrarie, una cosa è un progetto di insediamento capace di generare reddito nella foresta amazzonica o nel semiarido del nordest, o nel serrado, o nel sud... la strategia va costruita con un forte dialogo, positivo con i lavoratori. Fino ad ora le lotte per la terra sono state criminalizzate. Ci sono state 500.000 famiglie insediate in quasi 5000 progetti di insediamento tra il 1985 e il 2001, ma il 90% degli insediamenti non hanno energia elettrica, non hanno strade, non hanno acqua, non dispongono di un livello adeguato di assistenza tecnica, di abitazioni...... L'impegno strategico per la riforma agraria non può convivere con questo livello di non assistenza che è purtroppo la realtà dei nostri insediamenti Per quanto riguarda l'agricoltura familiare, ci sono 4 milioni e 300.000 aziende o famiglie che hanno piccole proprietà; si tratta di una base sociale importante e produce circa il 40% della produzione agricola. Ci sono situazioni molto diversificate nelle varie parti del paese. Al sud e sudest, c'è un livello di reddito e di assistenza tecnica ragionevole, una organizzazione cooperativa, una organizzazione dei produttori. Sono stati comunque molto penalizzati dal modello economico. I grandi complessi agroindustriali hanno teso a concentrare molto il reddito agricolo. Ma la situazione più drammatica è quella del nordest semiarido, una grande regione all'interno del nordest. 10 milioni di persone che vivono nella povertà. Il 50% della povertà rurale è nella zona del semiarido la cui situazione è resa più drammatica dalle siccità periodiche. Questa è la sfida e su questo stiamo lavorando, sulle questioni del credito, dell'assistenza, della commercializzazione ....l'integrazione delle comunità, la garanzia del reddito.... il governo deve impegnarsi per generare lavoro, reddito e fare questo in un ambito condizionato dalle questioni internazionali e interne ... E' nostra responsabilità realizzare un processo di deconcentrazione del reddito crediamo che questa strategia, che l'andare avanti verso una vera riforma agraria, verso la qualificazione della nostra agricoltura familiare, rappresenti un enorme contributo all'offerta di lavoro, di reddito.... Stiamo lavorando per questo. Domanda (assessore municipale di Roma III): Come si può in Brasile intaccare la grande proprietà terriera, restando in un ambito di legalità? Oppure si devono rompere i meccanismi legalitari? Rossetto: La Costituzione brasiliana autorizza lo Stato a espropriare terra per la riforma agraria, a espropriare le grandi proprietà e dice che la proprietà improduttiva è passibile di esproprio per fare la riforma agraria. Questa legislazione di base, secondo la nostra valutazione, ci permette di acquisire una quantità di terre molto importanti. Abbiamo altri strumenti importanti. Il Brasile dispone ancora di un volume di terre pubbliche significativo. C'è poi la questione del "grilagem", non so se voi conoscete questa espressione. Che cos'è il grilagem? Quando un proprietario dispone legalmente di 1000 ettari, ma concretamente il suo recinto ne racchiude 10.000. Due anni fa in Amazzonia, c'è stata una commissione parlamentare di inchiesta che ha recuperato allo stato 100 milioni di ettari di terra. Questo vi dà un'idea del gigantismo delle proprietà terriere. Noi abbiamo un'urgenza quella di rendere più facile l'accesso alla terra, è una grande urgenza sociale. Ci sono oggi 60/100.000 famiglie accampate che lottano per la terra, e quello su cui stiamo lavorando è trovare la terra per queste famiglie. Naturalmente i grandi proprietari dispongono di vari strumenti giuridici per opporsi. La nostra grande sfida è la qualità degli insediamenti, le infrastrutture, la loro capacità di produzione ...di produrre reddito.... Domanda (Serena Romagnoli, Comitato appoggio MST) : Vogliamo esprime la preoccupazione per la situazione degli accampati, di cui lei ha parlato; che tempi prevede per la soluzione del problema? Il governo pensa di fare gesti simbolici, espropriando alcuni importanti latifondi, per dare un segnale dell'intenzione di realizzare una vera riforma agraria? Che cosa pensa di fare il governo Lula perché le vittime di Eldorado ottengano finalmente giustizia? Rossetto C'è una grande urgenza, in un mese e mezzo abbiamo già espropriato 200.000 ettari per la riforma agraria in 17 stati Daremo priorità all'insediamento di queste famiglie accampate. Perché queste famiglie possano avere terra, avere casa, produrre, questo fa parte della nostra strategia che è permanente verso l'acquisizione di terre. Quello che stiamo discutendo oggi è proprio la strategia di acquisizione delle terre, partendo dalla riflessione su quello che è stato fatto, che non ha portato ad una diminuzione della concentrazione. Sono stati fatti insediamenti nella regione nord del paese negli stati di Para, Maranhao, nel semiarido, perché là le terre erano meno care, generalmente degradate e con bassa produttività. Vogliamo fare insediamenti in terre migliori con infrastrutture e possibilità di accedere ai mercati, ai consumatori. Il concetto è quello di collegare la distribuzione della terra con la possibilità di produrre. C'è un dibattito importante sulle aree di riforma agraria. L'idea è di superare la polverizzazione eccessiva degli insediamenti che non permette dinamismo economico... 20 famiglie insediate, dopo duecento chilometri altre 30 etc. una polverizzazione enorme, grandi costi per portare energia elettrica, per portare acqua ..... Una cosa importante nella quale noi crediamo è che è un diritto dei lavoratori disporre di terre nelle loro comunità, nei loro stati. E' un diritto per un cittadino lavorare nel suo ambiente sociale. E' chiaro che questo pone ulteriori vincoli all'acquisizione di terra perché se un lavoratore di Santa Caterina, del Rio Grande del Sud, di San Paolo deve lavorare nel suo stato ci sono naturalmente più difficoltà nel trovare le terre. C'è urgenza di realizzare insediamenti, ma c'è anche urgenza di garantire condizioni di reddito per i lavoratori insediati. Mettere a punto una strategia per il futuro che non riproduca lo stesso modello del passato. Domanda (Luca Colombo, Greenpeace Italia). Può essere importante la collaborazione Brasile/Europa sulla questione OGM; da una parte il Brasile garantisce le forniture non OGM e ci aiuta a dare risposta alle esigenze che esprimono i consumatori, dall'altra, con il nostro lavoro di pressione, in qualche modo garantiamo uno spazio per le commodities che possono venire oggi in modo particolare dal Brasile. Penso che i dati sulle esportazioni di soia dimostrino gli spazi che ci sono per il Brasile. Alla Fao, la settimana scorsa si è parlato di un mercato OGM e di un mercato non OGM. Il ruolo del Brasile è fondamentale per il successo della nostra campagna. Siamo stati molto contenti (essendo noi tra gli organizzatori del vertice parallelo all'incontro FAO del giugno 2002) nel vedere che la priorità del governo Lula è la lotta alla fame. E siamo lieti di vedere che questa lotta si unisce in particolar modo al sostegno all'agricoltura familiare che per noi è l'obiettivo politico principale. Rossetto Sono d'accordo con quello che ha detto. Il Brasile è un paese con grandi contraddizioni. E' un grande esportatore di commodities agricole con tanta gente che ha fame. Qual è la sfida del programma "Fame zero"? è creare una dinamica sociale tale che le persone possano conquistare un insieme di diritti che li sottraggano alla situazione di esclusione e di indigenza Al di là di garantire l'accesso all'alimentazione, che è fondamentale, attraverso vari strumenti, dobbiamo riuscire a costruire una mobilitazione, una partecipazione, in modo che il programma non si limiti a questo, ma si possa garantire il diritto all'alfabetizzazione, alla formazione professionale, condizioni fondamentali per l'accesso al reddito. Il nostro obiettivo, relativamente alla riforma agraria, è che non sia solo uno spazio di lavoro e stabilità e inclusione sociale, ma gran parte degli alimenti per il programma "Fame Zero" siano alimenti prodotti dagli insediamenti della riforma agraria, dall'agricoltura familiare. Ci sarebbero varie soluzioni, si potrebbero importare alimenti per un determinato periodo in una situazione di emergenza, ma noi vogliamo evitare questo. Procedendo in questo programma di stimolo alla produzione, vogliamo garantire con questa politica reddito per i nostri insediamenti, reddito per l'agricoltura familiare e in questo modo diminuire la povertà. Si tratta di una sfida strategica più che di un programma che garantisca l'accesso al cibo per chi ha fame, che possa indurre un insieme di trasformazioni importanti. Sulla questione dei transgenici, rapidamente, noi abbiamo oggi una commissione interministeriale che sta discutendo su questo, la legislazione di biosicurezza. Tutti voi sapete che l'Argentina produce soia transgenica e che il Brasile ha una frontiera con l'Argentina. C'è un processo molto significativo di migrazione dei semi dall'Argentina. Questo crea una forte tensione, perché questa produzione transgenica viene venduta a un prezzo inferiore rispetto a quella convenzionale. Un lavoratore impoverito vede la prospettiva di avere un maggiore margine nel corto periodo. Stiamo vivendo un momento importante in Brasile e non credo che il Brasile muti la sua posizione complessiva nei confronti del transgenico che è basato sul principio di precauzione. C'è un forte dibattito sul tema dei semi come patrimonio dell'umanità, come valore fondamentale per garantire la qualità di vita. Noi dobbiamo mantenere questa forte limitazione sul tema dei transgenici e continuare il dibattito. E' un dibattito che si fa anche qui in Europa e su questo ci può essere una convergenza. Io penso che il risultato della commissione (tra 15 giorni) sarà una risultato nel senso della precauzione. Domanda su possibili forme di cooperazione Rossetto ha detto, tra l'altro: - Abbiamo possibilità di espansione della nostra capacità di produzione, la riforma agraria è uno strumento in questo senso. Abbiamo capacità di qualificare questa produzione. Il Brasile negli ultimi anni ha destrutturato la sua struttura produttiva, ha distrutto le istituzioni che dovevano garantire l'assistenza tecnica, per esempio ha eliminato la politica del prezzo minimo, ha prodotto la riduzione del livello di consumo nelle città, a causa della disoccupazione ..... La sicurezza alimentare non esiste nel paese. Il nostro è un paese che è carente di mais ma che esporta mais. I prezzi internazionali comandano sui prezzi interni... Non esiste una strategia per lo sviluppo della nostra produzione. Cerchiamo relazioni di cooperazione (per questo siamo qui) vogliamo ridar vita all'esperienza del cooperativismo, un'esperienza importante che voi in Italia conoscete. Ridare vigore all'assistenza tecnica, avanzare nello spazio di commercializzazione all'interno del cosiddetto commercio etico, scambiare le esperienze sulla produzione biologica, creare tutto lo spazio di cooperazione possibile. E' chiaro che il riferimento principale per noi deve essere il mercato regionale, ma abbiamo necessità di altre relazioni che sono spazi importanti per noi (...) Ci vogliono nuove relazione internazionali, è un tema che è stato molto dibattuto anche al Forum sociale di Porto Alegre. I paesi devono essere in grado di garantire l'alimentazione ai loro popoli, prima di tutto. Un altro grave problema è quello delle regole commerciali mondiali, il bilancio degli ultimi anni è disastroso per i nostri paesi di fronte a questa destrutturazione brutale del commercio agricolo. Il ministro ha quindi affermato che l'agricoltura dovrebbe uscire dall'ambito dell'OMC. Domanda (Antonio Onorati, Crocevia) Quale compito di solidarietà e cooperazione può essere svolto dall'Italia, per esempio in relazione agli OGM, e alla possibilità di importare dal Brasile sementi non transgeniche (in Italia anche la principale organizzazione contadina è contro i transgenici). In Italia l'85% dell'agricoltura è familiare è c'è una forte sensibilità sui temi della piccola agricoltura e dell'organizzazione mondiale del commercio. Noi diciamo fuori il WTO (OMC) dall'agricoltura. Noi, che abbiamo lavorato nell'organizzazione del vertice parallelo al vertice Fao, e abbiamo molto discusso all'interno della FAO abbiamo bisogno di indicazioni dal governo brasiliano perché possiamo far avanzare una battaglia dentro la Fao per trovare un'altra sede alla discussione sul mercato mondiale della produzione agricola. Rispetto al progetto "Fame Zero" chiediamo alla FAO un atteggiamento rispettoso. Vogliamo sapere quali sono le vostre aspettative nei confronti della Fao in relazione a questo progetto. Vorremmo che la proposta di Lula diventasse un esempio istituzionale dentro la FAO e quindi abbiamo bisogno di capire dal governo brasiliano qual è la linea strategica. Rossetto Stiamo discutendo una strategia a livello internazionale. Siamo entrati in carica da poco. Qual è la nostra capacità di collaborazione? Qual è l'agenda di solidarietà possibile? Noi riteniamo che siano importanti il rafforzamento degli organismi multilaterali, (l'ONU, la FAO, il FIDA), il rafforzamento delle strutture cooperative di produzione agricola, la politica di assistenza tecnica per la produzione e la ricerca, i consigli strategici, che ci potete offrire, data la vostra esperienza, in relazione alla integrazione economica territoriale. Sono temi che vogliamo approfondire. (...) Oggi il dibattito sul diritto all'alimentazione, è il dibattito sull'autonomia di scelta delle produzioni, della conservazione della cultura, del reddito interno, una dimensione del dibattito internazionale, sul tema dell'ALCA per esempio; il presidente Lula a Davos ha fatto un discorso forte su questo. Il campo della solidarietà tra noi. Prima cosa la conquista del governo non altera l'agenda sulla quale ciascuno stava lavorando. La conquista del governo è frutto di una accumulazione importante di forze della società. Le agende restano le stesse e vengono potenzializzate dalla conquista del governo e dalle nuove possibilità di lavoro in collaborazione. L'esperienza del commercio giusto, etico e solidale è, per esempio, una esperienza importante; è ancora una esperienza piccola, ma noi possiamo con il vostro aiuto, la vostra esperienza e le potenzialità del governo, far crescere questa esperienza. Il nostro governo può organizzarla in modo più solido. Noi vogliamo andare avanti rispetto alla questione della solidarietà sul tema della riforma agraria che riguarda vari paesi, vari movimenti; è importante conservare queste relazioni dei movimenti sociali. Non dobbiamo rendere più fragili le relazioni dei movimenti sociali, al contrario riteniamo molto importante rafforzare queste relazioni. E' molto importante conservare queste relazioni di dialogo, di agende di cooperazione. Facciamo parte di uno stesso progetto di società, con responsabilità diverse, dobbiamo qualificare le agende Quello del commercio equo è solo un esempio Domanda (Marcelo Cafaldo Comitato di appoggio MST) domanda di chiarimento sulla statalizzazione delle terre: Rossetto Noi stiamo riflettendo su vari temi in relazione alle migliori condizioni di utilizzazione degli spazi pubblici per la produzione. Stiamo discutendo quindi della possibilità di conservare la natura pubblica di queste aree messe a disposizione del popolo per la produzione. Stiamo facendo questo attraverso il dialogo con i movimenti, con gli insediati. Altri problemi in discussione sono quelli relativi al credito, ai moduli di terra che non necessariamente devono avere la stessa estensione nei vari stati, e che possono mutare a seconda del tipo di produzione a cui sono destinate quelle terre (il testo è tratto da una registrazione non molto chiara; alcune parti sono state quindi omesse, perché non comprensibili e non è stato rivisto dal ministro Rossetto)
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