Da PORTAL TERRA – Intervista con Joao Pedro Stedile,



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Da PORTAL TERRA – Intervista con Joao Pedro Stedile, alla vigilia del 
III Foro Sociale Mondiale di Porto Alegre:  23-27 gennaio 2003.

Intervista realizzata da Larissa Magrisso, (Porto Alegre-RS, 15 gennaio 2003)

1. Il Forum Social Mundial deve servire da strumento per portare
l'esperienza del MST e degli altri movimenti simili nel mondo? E' la
globalizzazione della lotta per la terra? 

Il Forum è uno spazio di dibattito e scambio, permette di scambiare idee
e sogni. E' un Porto ogni volta più allegro e internazionale, nel quale
si ancorano, per una settimana, persone provenienti dal mondo intero.
In relazione ai movimenti contadini, noi abbiamo un'organizzazione
internazionale che è Via Campesina, e approfittiamo sempre
dell'occasione offerta dal Forum, per riunirci, scambiare idee, prima di
tutto, tra noi dei movimenti contadini, e poi anche con gli altri
movimenti sociali, nelle assemblee mondiali che abbiamo realizzato. Ma
anche con altri settori . In certo modo, lei ha ragione, stiamo creando
una globalizzazione della lotta per la terra. Perché negli ultimi venti
anni il capitale finanziario internazionale e le sue multinazionali
stanno impadronendosi dell'agricoltura, delle agroindustrie, del
commercio agricolo, in tutto il mondo. 
Quindi il capitale ha globalizzato le forme di sfruttamento  e ha
portato come contraddizione che i movimenti contadini, prima molto
corporativi, localistici, oggi si internazionalizzano, si conoscono, si
globalizzano. Ora, all'interno di Via Campesina, abbiamo scoperto che i
principali sfruttatori degli agricoltori del Brasile sono gli stessi che
stanno in India, nelle Filippine, in Africa del Sud, in Messico, in
Europa, ossia, la Monsanto, la Nestlé, ecc.


 2. Che tipo di relazioni ha il MST con gli altri movimenti di lotta per
la terra? E l'esperienza con la causa palestinese, quando nel 2002, un
rappresentante del MST, è stato fotografato al fianco di Arafat, con la
bandiera del movimento, ha portato a qualche risultato positivo? 

Dalla nascita del MST abbiamo sempre avuto una visione
latino-americanista, sempre ci siamo incontrati con altri movimenti
contadini. Sia perché eravamo vicini a loro geograficamente, sia perché
i Movimenti contadini del Messico, dell'America Centrale, dell'America
Andina, avevano un'esperienza storica maggiore della nostra. Attraverso
questo processo, abbiamo costruito un'organizzazione latino-americana,
che scambia esperienze e si riunisce in congressi e conferenze. Dopo, a
partire dal 1995, abbiamo costruito Via Campesina, che è internazionale
e riunisce più di 90 organizzazioni di tutto il mondo, di tutti i
continenti. 
In relazione alla Palestina la nostra posizione è di solidarietà con la
lotta del popolo palestinese, così come con quelle di qualsiasi popolo
del mondo che lotti per i propri diritti. Quando Mario Lill è stato a
Ramallah, stava partecipando ad una iniziativa di Via Campesina
internazionale. L'episodio ha avuto una grande ripercussione perché,
mentre la delegazione era a Ramallah, c'è stato l'attacco al quartier
generale di  Arafat, che è stato circondato. Il risultato di
quell'episodio è che la solidarietà internazionale ha impedito che
l'esercito di Israele bombardasse l'edificio e arrivasse ad uccidere il
Presidente Arafat. 
Ma questo episodio non è isolato. Abbiamo partecipato a molte altre
attività di solidarietà, anche con il popolo di Israele. Abbiamo scambi
con kibbutz, li conosciamo, abbiamo imparato dai loro errori e successi.
Anche io ho partecipato ad una missione nel 1999 che ha visitato uno
scienziato israeliano,  Modechai Vanunu, che è in prigione da più di 15
anni, perché ha denunciato che Israele può produrre la bomba atomica.
Siamo stati a trovarlo con una delegazione di vincitori del Premio Nobel
alternativo. Purtroppo la cosa non avuto ripercussioni in Occidente e
Vanunu continua a stare in carcere. 
 Vorrei approfittare di questo argomento per denunciare che il governo
di Israele del Signor Sharon, ha proibito di uscire dal paese a un
invitato speciale del Forum Social Mundial. Si tratta di monsignor 
Atalla Hanna, vescovo della chiesa ortodossa di Betlemme, che ha più di
70 anni. Le autorità gli hanno sequestrato il passaporto poiché è
cittadino di Israele e non potrà stare con noi a Porto Alegre. 


3. In che modo il MST e   Via Campesina possono contribuire ad abbattere
le barriere commerciali nei confronti dei prodotti agricoli brasiliani
in Europa e negli USA? 

 Il MST e Via Campesina stanno discutendo da molto tempo su come le
imprese multinazionali manipolino alcuni governi, manipolino la
Organizzazione Mondiale del Commercio e impongano le proprie condizioni
per ottenere più vantaggi e più profitto. Noi sosteniamo l'idea che il
commercio internazionale dei prodotti agricoli e degli alimenti non può
essere governato dalle regole della OMC. Il commercio internazionale
deve essere subordinato alla sovranità alimentare. Ossia, ogni paese ha
il diritto e il dovere di produrre gli alimenti necessari per il proprio
popolo. E vendere soltanto l'eccedente e comprare l'indispensabile,
quello che non si riesce a produrre. 
 Siamo contro la standardizzazione degli alimenti, che è un pericolo e
un crimine contro la diversità culturale all'interno della nostra
civiltà, che le mulinazionali vogliono imporre. Oggi, il grano, la soia,
il miglio, il riso, rappresentano più dell'85% dei cereali consumati nel
pianeta. Questo genera una dipendenza molto grande della popolazione. Le
politiche di sussidio  e di protezionismo praticate negli USA e in
Europa non favoriscono i loro piccoli agricoltori, favoriscono solo le
grandi multinazionali, che ottengono lì, vantaggi comparativi per
competere con i paesi del Terzo Mondo e, vendendo in forma sussidiata,
ci rendono dipendenti. 
Abbiamo sempre discusso delle forme possibili per mobilitarsi e lottare
contro questa politica agricola internazionale. E stiamo pianificando
grandi mobilitazioni in tutto il mondo, per il prossimo mese di
settembre, durante la riunione dell'OMC a Cancun, in Messico. La OMC non
ha diritti né legittimità, non appartiene al sistema dell'ONU e non può
pretendere  di creare regole per l'umanità. 
Il mondo ha bisogno di riorganizzare tutto il suo sistema di organismi
internazionali. Cominciando dall'ONU, che obbedisce solo agli ordini
degli USA e non riesce a fare in modo che Israele rispetti le sue
deliberazioni. Che valgono solo quando sono contro i paesi poveri. Gli
USA sono i primi a non rispettare le regole internazionali, basta vedere
l'accordo di Kyoto (...).


4 Le azioni del movimento sociale devono cambiare con l'arrivo al potere
di un gruppo che simpatizza con le sue idee? E' intenzione del MST
mantenere la tregua di fronte al governo Lula, o questo atteggiamento
può rappresentare un ritardo per le conquiste del movimento? Le
occupazioni ci saranno ancora? 

I movimenti sociali di tutto il mondo e qui in Brasile devono mantenere
una totale autonomia dai governi, dallo stato, dai partiti e dalle
chiese. E da questo che proviene la loro legittimità e la loro forza
nell'organizzare il popolo in modo indipendente. Ogni volta che un
movimento sociale è divenuto dipendente da un partito, dallo stato o dal
governo, è finito. Può anche continuare a esistere sulla carta,
attraverso il proprio simbolo, ma finisce la sua forza. Ciò che è
cambiato qui in Brasile, con l'elezione e la vittoria di Lula, è la
correlazione di forze, non la forma di agire dei movimenti sociali. Con
la vittoria elettorale di Lula, il popolo ha detto chiaramente che vuole
cambiare. E ha dato questa forza a Lula. 
Quindi, ora, in relazione alla riforma agraria, è chiaro che il
latifondo ha perso forza e che il governo Lula ci aiuterà a combattere
il latifondo. E' lo stesso vale per le forme di lotta. Le forme di lotta
non sono risultato della volontà dei dirigenti o di accordi. Sono
espressione soltanto del livello di contraddizione sociale che si crea
nella società, a causa delle sue disuguaglianze e ingiustizie. Può
scrivere in grassetto, fino a che in Brasile ci sarà il latifondo da un
lato  e i senza terra dall'altro, ci saranno sempre occupazioni di
terre.  Così come fino a quando ci sarà speculazione immobiliare in
città e molta persone saranno senza casa, ci saranno occupazioni di
terreno urbani.  


5. E' sempre più forte la pressione perché i paesi poveri adottino
alimenti transgenici come alternativa per combattere la fame. Secondo il
MST, la resistenza a questi alimenti, sarà realizzabile nel prossimo
futuro? 

 Il problema della fame del mondo non è mancanza di alimenti, non è
mancanza di produzione di alimenti. E' mancanza di distribuzione di
cibo. Avanza cibo nella maggior parte dei paesi. Il problema è che il
popolo non ha soldi, reddito per poter comprare. 
Ora, le pressioni che esistono per adottare sementi transgeniche,
provengono dalle multinazionali, non più di dieci, che vogliono
controllare i semi in tutto il mondo. E poiché controllano la tecnologia
dei transgenici, della biotecnologia, vogliono imporla. 
Il MST e Via Campesina, continuano a sostenere con tutte le forze, (e
aumenta sempre di più l'appoggio della società in tutto il mondo) la
loro contrarietà nei confronti degli alimenti transgenici. Ed è sempre
più chiaro che i semi transgenici non sono più produttivi, non sono più
redditizi, e continuano a produrre danni all'ambiente. Tutti i giorni
escono notizie sui giornali su questa manipolazione. 
Abbiamo invitato a testimoniare al FSM, una agricoltore canadese, il
signor   Percy Shemeister, che ha condotto una lotta storica contro la
Monsanto, che usa in Canada metodi perversi per impedire che gli
agricoltori conservino i loro stessi semi. Quello che è in gioco, nella
lotta contro i transgenici, è il controllo delle multinazionali sugli
alimenti e sull'agricoltura. E' in gioco la sopravvivenza dei piccoli
agricoltori, è in gioco la sovranità alimentare dei popoli. E noi
lotteremo fino alla fine e siamo certi di vincere. 
 L'umanità si è sviluppata fino ad oggi, perché la produzione di semi
era democratizzata; Qualsiasi contadino poteva produrre i propri semi.
Oggi, le multinazionali, vogliono il monopolio. Non lo permetteremo.
Anche per questo lanceremo nel FSM, il giorno 24, nel pomeriggio, allo
stadio Gigantinho, una campagna internazionale che ha come slogan  "I
semi sono patrimonio dell'umanità". E questa campagna sarà portata in
tutto il mondo perché gli agricoltori producano i propri semi. Poi
faremo una iniziativa nell'insediamento di   Charqueadas per lanciare la
campagna qui in Brasile, nella nostra base, con la presenza di diverse
personalità come   Noam Chomski, Peter Rosset, Pat Money, Silvia
Ribeiro, Jean Zigler.

(la domanda 6 relativa  a polemiche interne al Rio Grande del Sud è
stata tagliata) 


7. E' il terzo anno che lei partecipa al Fórum Social Mundial. Che
valutazione dà del contributo di questo evento alle cause sociali? 

 Come ho detto all'inizio il FSM è un porto. Non è un'organizzazione, la
sua funzione non è organizzare, compilare documenti o linee politiche.
Ma è stato uno spazio importante per discutere idee. E questo è stato
fondamentale in questa congiuntura internazionale e nazionale di
egemonia del neoliberismo e di ampliamento del monopolio delle comunicazioni.
 Grazie al FSM, i temi sociali, le cause del popolo, sono tornati ad
avere spazio ed è stato possibile dire che non è vero che il
neoliberismo è la fine della storia. Il FSM ha spezzato l'egemonia del
'pensiero unico' che esisteva nei mezzi di comunicazione, nelle
università, negli ambienti politici. Quindi, il maggior contributo del
FSM è stato stimolare il dibattito. E spero che con il nuovo governo
Lula, si apra un periodo di dibattito in tutta la società brasiliana.
Tutti sappiamo i limiti che ci sono alla realizzazione dei mutamenti che
il nuovo governo affronterà. Ma la via d'uscita è nella discussione, nel
formare grandi correnti di opinione pubblica, è l'organizzazione delle
persone, è la partecipazione popolare. E' la mobilitazione della
società.