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Uruguay: crisi finanziaria ed instabilità politica
- Subject: Uruguay: crisi finanziaria ed instabilità politica
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Sun, 12 Jan 2003 11:14:51 +0100
Anche l'Uruguay, come la maggior parte dei paesi dell'America Latina, non è riuscito a rendersi immune dalle pericolose ripercussioni della crisi argentina. A differenza dei cugini di Buenos Aires e dintorni, tuttavia, la coalizione governativa al potere ha dimostrato di poter contare su un alto livello di coesione interna, grazie alla quale ha fatto si che una situazione finanziaria già drammaticamente compromessa non si trasformasse in una tragedia di ben più ampie proporzioni. (Andrea Carli) Equilibri.net La crisi economica La crisi economica, che ha avuto inizio all'indomani di quella argentina, viene considerata dalla maggior parte degli economisti come sua diretta emanazione. Ciò che ha accomunato i due paesi per diverso tempo è stata la mancanza di capitali liquidi, con un calo che ha raggiunto il 40% nei depositi presso gli istituti di credito in un periodo tra maggio e giugno del 2002. Il diffondersi della recessione, accompagnata da un pericoloso incremento del tasso di disoccupazione e da una netta svalutazione della moneta locale nei confronti del dollaro, con conseguente perdita di potere d 'acquisto da parte della stessa, hanno contribuito ad aggravare la situazione. Il debito dell'Uruguay, se non sarà l'oggetto di ulteriori negoziazioni con gli organismi finanziari internazionali, rischia di raggiungere livelli altissimi. Inoltre, lo stretto legame che da sempre esiste tra i sistemi economici dell'Argentina e dell'Uruguay potrebbe accelerare il passo della crisi. La risposta politica Le misure adottate dal governo di Montevideo, in quanto profondamente diverse da quelle promosse dal presidente argentino Eduardo Duhalde nel suo paese, alla prova dei fatti sono state in grado di allontanare lo spettro del collasso economico. Con il palese obiettivo di ricevere un cospicuo prestito dal Dipartimento del Tesoro statunitense, il quale andrebbe a sommarsi ad ulteriori sovvenzioni concesse dal Fondo Monetario Internazionale e da altre organizzazioni multilaterali, il Parlamento ha approvato in tempi record una legge per rafforzare il sistema finanziario nazionale contro eventuali ondate speculative. Tutte le forze politiche, da quelle che fanno parte della coalizione di governo al Nuovo Spazio Indipendente - una piccola formazione di centro sinistra - si sono adoperate affinché il disegno di legge in esame venisse rapidamente approvato dall'assemblea plenaria. In questo paese dell'America Latina - al contrario di quanto accade in altre zone della medesima area geografica - le istituzioni politiche e quelle giurisdizionali hanno il consenso, la fiducia e la piena legittimazione della popolazione locale. È indubbio che la crisi economica argentina abbia fortemente debilitato il sistema finanziario dell'Uruguay, ma l'apparato politico è rimasto intatto. Se il governo di Eduardo Duhalde in Argentina è chiamato a fare i conti con una crisi di legittimazione che investe la sua stessa leadership, la coalizione di governo uruguagia, sebbene conosca un preoccupante calo di popolarità presso il suo stesso elettorato, può tuttora contare sul sostegno della cittadinanza. In Argentina l'attività finanziaria è attualmente paralizzata, avendo subito gli effetti del drastico calo di fiducia che ha interessato il sistema bancario; in Uruguay, al contrario, fatta eccezione per quattro istituti di credito che sono obiettivamente in difficoltà, il sistema finanziario funziona ancora normalmente. Le dimostrazioni popolari contro le banche sono assai poco frequenti e per la maggior parte contenute. Le misure fortemente restrittive prese da Duhalde per arginare la crisi finanziaria hanno determinato una risposta aggressiva e violenta da parte dei risparmiatori, i quali, nel migliore dei casi, sono ricorsi alle vie legali, nel peggiore alle manifestazioni di piazza e agli assalti alle banche. A Montevideo, invece, si è provveduto a sospendere le operazioni finanziarie solo nei confronti degli istituti di credito in crisi. Così facendo, le autorità locali hanno inteso evitare un collasso finanziario totale. Perché la manovra dell'esecutivo potesse determinare gli effetti sperati, gli stessi risparmiatori hanno provveduto ad intavolare negoziati diretti con il governo, al fine di trovare una comune soluzione alla crisi. Nel corso di questi incontri è emersa la disponibilità delle associazioni dei risparmiatori a perdere parte dei loro depositi purché le banche in crisi potessero sopravvivere. I Uruguay si ritiene che uno stato economicamente debole, per poter sopravvivere, debba poter contare su istituzioni politiche ben solide e su un basso livello di conflittualità sociale. È tuttavia innegabile che la predisposizione degli abitanti di queste zone verso la cooperazione ed il dialogo non sarà in grado, da sola, di allontanare definitivamente la crisi. La questione del pagamento dei debiti arretrati e quella non meno difficile della riduzione delle riserve estere presso gli istituti di credito nazionali, costituiscono le sfide principali con le quali l'Uruguay sarà ben presto costretto a misurarsi. La stabilità della compagine governativa ha contribuito a rafforzare l' immagine di un esecutivo efficiente presso il corpo elettorale: a tal proposito, il partito nazionale ha proclamato l'inizio di una fase di pacificazione politica, in corrispondenza della quale qualsiasi dissidio con il Partito del Colorado avrebbe dovuto essere messo da parte. Così facendo, il governo si è assicurato la maggioranza parlamentare per almeno i dodici mesi successivi. Fin quando i partiti daranno prova di prediligere il dialogo tra le parti sociali, il rischio che si scateni un'impasse politica in Uruguay sembra remoto. È pur vero che la tendenza dei leaders politici ad evitare il confronto rischia alla lunga di posticipare decisioni che per la loro importanza dovrebbero essere prese a breve scadenza. Prima di comunicare alle Camere il progetto di legge che avrebbe dovuto far fronte alla crisi finanziaria dei principali istituti di credito del paese, il Presidente Jorge Batlle ha ritenuto opportuno mettere al corrente della decisione che avrebbe di lì a poco preso Julio Maria Sanguinetti, Luis Alberto Lacalle e Tabare Vazquez, ossia i rappresentanti delle tre principali forze politiche del paese (Partito del Colorado, Partito Nazionale e Partito Comunista). Dall'incontro è emersa la comune volontà delle parti di promuovere una soluzione della crisi che fosse in linea con il normale funzionamento delle istituzioni. Se è vero che queste hanno risposto in maniera efficace alla crisi economica, è altrettanto innegabile che la popolarità del presidente Balle ha di recente conosciuto un pericoloso declino, e la crisi ha investito proprio lui, forse l'unico che aveva avuto il coraggio di fare chiarezza sul fenomeno della gente scomparsa negli anni di quel regime militare conclusosi nel 1984. Le questioni ancora aperte Nonostante gli interventi promossi dall'attuale amministrazione e le sovvenzioni provenienti dall'esterno, il sistema bancario è tuttora pericolosamente debole: a partire da giugno, la valuta nazionale ha subito un deprezzamento di circa la metà del suo valore e l'intero sistema economico ha rischiato di imbattersi in forti perdite. Come se ciò non bastasse, il Fondo Monetario Internazionale si è dichiarato disposto a far slittare le scadenze dei pagamenti più urgenti a condizione che l'esecutivo si facesse promotore di riforme strutturali. Di recente, tuttavia, la collaborazione tra il partito del Colorado e quello Nazionale è stata sul punto di allentarsi definitivamente. Il 28 ottobre del 2002, infatti, autorevoli esponenti del Partito Nazionale hanno deciso di ritirare ben cinque ministri dal governo per "insanabili divergenze nella conduzione della politica economica del paese". In realtà, questa decisione era dettata dalla necessità di prendere al più presto le distanze da una amministrazione che risultava sempre più compromessa agli occhi dell' opinione pubblica. Più che di un distacco dalle posizioni del partito del Presidente, si è dunque trattato di una mossa meramente tattica, messa in atto con l'intento di ottenere un maggior peso nell'ambito della definizione degli obiettivi di politica economica e di esercitare un controllo crescente sulle proposte normative avanzate dal governo. Questa inversione di tendenza nella politica dei "Blancos" avrebbe poi ottenuto l'appoggio della maggioranza del congresso appositamente convocato. Quantunque l'immagine del governo non sia uscita nel migliore dei modi da questo increscioso episodio, è pur vero che i ministri che hanno rassegnato le dimissioni rappresentano una percentuale minima - circa il 10% - dei "Blancos" che attualmente occupano posizioni di primo piano in seno alla compagine governativa e alle imprese di proprietà dello stato. Il partito nazionale attualmente controlla posizioni di primo piano all'interno dell' esecutivo, quali il ministero dell'industria e dell'energia, quello dello sport e del lavoro. Il restante 90%, dunque, è rimasto al suo posto. A parere di Luis Alberto La Calle, leader del Partito Nazionale, la fine della coalizione con il Partito del Colorado non deve essere intesa come una vera e propria rottura, ma come una "riaffermazione" del legame che unisce le due forze politiche. Egli ha tenuto poi a sottolineare la ferma volontà del suo partito a sostenere le iniziative del governo di fronte al parlamento. Possibile scenario futuro La collaborazione tra i due partiti è destinata a continuare, almeno nel breve termine. Attualmente, nessuna delle due parti ha interesse ad intraprendere strade diverse: lo stato è appena uscito da una recessione che è durata quattro interminabili anni, il sistema finanziario ha accusato il colpo della crisi della vicina Argentina, il collasso economico non è ancora del tutto scongiurato. A ciò si aggiunga il fatto che la concessione di finanziamenti da parte del Fondo Monetario Internazionale dipenderà in parte dal grado di coesione che la coalizione di governo riuscirà a mettere in campo. L'aggravarsi del fenomeno della disoccupazione, con circa il 16% della forza lavoro del paese non occupata, rischia di fomentare lo scontento popolare nei confronti del governo. Una rottura formale potrebbe in verità verificarsi verso la metà del 2003, quando è plausibile che il Partito Nazionale, alla vigilia delle elezioni presidenziali e legislative del 2004, cerchi di prendere le distanze da alleati il cui calo di popolarità potrebbe rilevarsi foriero di una sconfitta. Quella collaborazione tra Partito del Colorado e Partito Nazionale che ha scongiurato la vittoria alle elezioni del 1999 dell'EP - FA (Encuentro Progresista - Frente Amplio), formazione di sinistra diretta da Tabare Vazquez, potrebbe venire meno nel 2004. Vazquez, che in quell'occasione perse al secondo turno per una manciata di voti, avrebbe in questo modo l'occasione di prendersi una rivincita. La recessione, la crisi del sistema creditizio e l'inflazione galoppante potrebbero contribuire alla conquista del potere da parte della sinistra. Gli ultimi sondaggi danno più della metà dei voti a favore dell'attuale opposizione e Vazquez come favorito nella corsa alla presidenza. La possibilità che il Presidente Jorge Batlle venga riconfermato sono dunque minime. Per arginare la crisi economica, il leader del Partido Colorado è dovuto ricorrere a misure di politica economica fortemente restrittive, ma così facendo si è alienato non soltanto il favore di ampi strati dell' elettorato, ma anche l'appoggio dei suoi stessi alleati. Questo errore potrebbe alla fine rivelarsi determinante. Lo scenario politico dell'Uruguay sta diventando molto simile a quello della vicina Argentina, dove una crisi economica e finanziaria di ingenti proporzioni ha spinto le forze politiche tradizionali nel più completo scompiglio. Il fatto di non godere di quella credibilità necessaria ad un uomo politico per affermare la sua leadership rende Batlle molto simile all'argentino Duhalde: entrambi, nel tentativo di guadagnarsi una risicata maggioranza in parlamento, saranno costretti a moderare la portata delle loro proposte e a cercare un dialogo costruttivo con l'opposizione. Il Partito Nazionale, esercitando una pressione moderatrice sulle proposte del Partito del Colorado che esso considera troppo austere, avrà l'opportunità di accrescere il favore di ampi strati dell'opinione pubblica nei suoi confronti. Le elezioni del 2004 appaiono pertanto aperte a qualsiasi risultato. Equilibri.net ************************************************** Nello change the world before the world changes you because another world is possible
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