Il Manifesto 3.1.2003 pag.5: Chavez e America Latina



Ma sul Venezuela la Cgil non ha niente da dire?
La Icftu, a cui aderiscono Cgil-Cisl-Uil, appoggia lo sciopero «cileno» di
Ctv e Fedecamaras (Confindustria)
MARINELLA CORREGGIA
Ada, venezuelana che lavora in Italia e attivista dei circoli bolivariani, è
molto dispiaciuta: il «suo» sindacato, la Cgil, avalla il totale appoggio
che la Ctv venezuelana - sindacato golpista, simbiotico con l'oligarchia,
retto da una cupola autoinsediatasi - riceve dalla Confederazione
internazionale dei sindacati liberi (Icftu) a cui aderiscono per l'Italia
Cgil-Cisl-Uil e per il Venezuela la sola Ctv, che riunisce meno del 7% della
popolazione attiva, da cui la classe operaia sembra aliena e che ha molto in
comune con i famosi sindacati amarillos («gialli») messi su dagli
imprenditori e dalle muyltinazioni in diversi paesi latinoamericani.
L'appoggio del potente conglomerato sindacal-internazionale - la Icftu ha
sindacati aderenti in 150 paesi con 158 milioni di iscritti- certamente
avvantaggia l'asse Ctv-Fedecamaras. Un piccolo «dissenso» da parte Cgil
potrebbe spostare un po' le cose. Diversi sindacati, come i petroliferi
della Colombia, altri in Argentina ed Ecuador, alcune Comisiones obreras in
Spagna e il Movimento Sem Terra del Brasile hanno condannato il cosiddetto
«sciopero» - più che altro una serrata padronal-dirigenziale, con i
protestatari a gridare «se ne vada, questo presidente contadino». Quanto
alla Cgil, spiega Nana Corosax, dell'ufficio internazionale, «è vero, non ci
siamo espressi sulla complessa vicenda venezuelana. Siamo in un organismo
sovranazionale come l'Icftu, ci rifacciamo alle loro posizioni...Speriamo in
una soluzione pacifica, vediamo gli sviluppi...». Nessuna riserva sulla Ctv,
in odore di mafia e in certezza di golpe? «Non abbiamo rapporti stretti con
la Ctv. Peraltro, Chavez ha violato la convenzione 187 Oil sulla libertà
sindacale. Comunque siamo contro ogni tipo di golpe».

Purtroppo l'11 aprile, poche ore prima del golpe, l'Icftu a cui la Cgil «si
rifà» riesprimeva ufficialmente «pieno appoggio alla Ctv» e deplorava
«l'atteggiamento del governo». Dopo un penoso silenzio sul putsch, il 16
aprile l'Icftu lanciava ancora una «chiamata alla solidarietà» urbi et orbi
in favore del brother Carlos Ortega, segretario generale Ctv, «fatto oggetto
di minacce e accuse per il suo presunto coinvolgimento negli spiacevoli
avvenimenti». Bisogna aspettare giugno perché la sola Orit, braccio
regionale interamericano dell'Icftu, condanni il golpe, strattonata dalla
richiesta della Cte, un sindacato venezuelano della scuola. Tuttavia la Orit
precisa che «sì è vero, la richiesta di dimissioni a Chavez da parte anche
della Ctv ha portato al golpe, ma poi il sindacato ne ha preso le distanze»
(?). E poi la Orit coglie l'occasione per chiedere alla povera Cte di unirsi
al sindacato latinoamericano e internazionale nella «denuncia internazionale
contro Chavez». In questo dicembre, il segretario della Orit più volte
«condanna gli attacchi governativi al sindacato e le violazioni della
Costituzione», e reitera «appoggio fraterno» al cosiddetto paro civico con
un bel «sigan adelante!».

Tornando alla Icftu, negli ultimi mesi più volte si è schierata con la Ctv.
E durante il XV incontro regionale dell'Oil (Organizzazione internazionale
del lavoro) a Lima, dal 10 al 13 dicembre, Icftu e la Confindustria mondiale
(Ioe) hanno emesso un comunicato congiunto in cui auspicano una soluzione
pacifica alla crisi e chiedono al governo di rispettare i diritti dei
«lavoratori» - ovvero di Ctv e Fedecamaras, i loro omologhi locali - e
rigettando la candidatura di una sindacalista venezuelana bolivarista come
delegata dei lavoratori in seno all'Oil, lamentando l'esclusione della Ctv,
come se fosse l'unico sindacato del paese.

L'unico raggruppamento sindacale internazionale a condannare «vehemently» il
golpe di aprile 2002 è stata la branca latinoamericana della Federazione
internazionale lavoratori chimici, energia e miniere (Icem) che il 12 aprile
chiedeva all'Onu di non riconoscere il governo golpista.

Conclude Ada: «Forse il mio sindacato, la Cgil, non si rende conto di quel
che è la Ctv, né della partita che si gioca in Venezuela: non una
opposizione democratica contro Chavez, ma i ricchi del paese, i
latifondisti, i petrolieri, i privilegiati, per non dire degli interessi
degli Stati Uniti, contro il popolo, che per la prima volta in 500 anni ha
scritto da sé la Costituzione e adesso la vuole difendere».