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Fw: Sgombero del Municipio Autonomo con cui la Provincia di Lucca ha un patto di solidarietà
- Subject: Fw: Sgombero del Municipio Autonomo con cui la Provincia di Lucca ha un patto di solidarietà
- From: "FabBia" <fabio.bia at tin.it>
- Date: Mon, 16 Dec 2002 23:46:06 +0100
----- Original Message ----- From: <mailto:aldzanch at tin.it>Aldo Zanchetta - Libreria Karma Sent: Monday, December 16, 2002 8:39 AM Subject: Sgombero del Municipio Autonomo con cui la Provincia di Lucca ha un patto di solidarietà Oggi inizia lo sgombero della popolazione di alcuni municipi della zona dei Montes Azules con pretesti ecologici Fra questi sembra esserci il municipio di Lucio Cabanas legato da un patto di solidarietà con la Provincia di Lucca Abbiamo chiesto e attendiamo maggiori informazioni per iniziare una eventuale azione telematica (e non solo) di solidarietà Aldo Zanchetta Subject: ez: Allarme rosso nella Selva Lacandona Chiapas da: Indymedia by RF & MFN - 15 dicembre Allarme rosso nella Selva Lacandona Chiapas imminente sgombero violento di nove comunita' indigene nella selva lacandona chiapas Previsti imminenti sgomberi violenti di comunitá indigene Come annunciato da una feroce campagna stampa contro gli indigeni istallatisi all'interno della Reserva Integral de la Biosfera de Montes Azules (RIBMA), sembra che l'operativo di sgombero di numerosi "asientamentos" di indigeni sia ormai imminente. L'operativo dovrebbe interessare nove comunitá nel sudovest della RIBMA considerati invasori, in pratica indesiderati dalle autoritá governative. La denuncia fatta da Maderas del Pueblo del Sureste ha trovato conferma nelle parole del governatore dello Stato del Chiapas Pablo Salazar Mendiguchía che in una intervista non ha negato la prossima azione contro le popolazioni indigene considerate "invasori" della Riserva; Pablo Salazar Mendiguchía ha voluto sottolineare che non si tratta di un operativo contro l'EZLN. I dati al momento conosciuti sembrano indicare il contrario. L'area interessata risulta a forte presenza zapatista e rientra tra quelle zone del Chiapas dove si concentrano grandi risorse strategiche come giacimenti di petrolio, biodiversitá, oltre ad essere interessata da uno dei progetti per la costruzione di grandi centrali di energia idroelettrica. In merito a quest'ultimo progetto, che rientra nel Plan Puebla Panama, la denuncia arriva dagli abitanti Lacandoni da anni in conflitto, a fianco del governo, con le comunitá in resistenza: la grande diga determinerebbe l'inondazione di una vasta area della RIBMA totalmente compresa nel territorio che nel 1972 per decreto presidenziale venne donato alla Comunitá Lacandona. La zona é da anni meta di popolazioni in fuga da aree di grande pressione demografica e scarsezza di terra, come Comitan e Los Altos in Chiapas, aggravata dalla continua crescita dei contingenti militari. Nello stesso 1972 il governo messicano si impegnó a donare parte della terra agli indigeni non lacandoni pur di non toccare le ampie proprietá di cachiques (proprietari terrieri) e ganaderi (latifondisti allevatori). La soluzione del problema é stata continuamente rimandata fino alla creazione, negli ultimi anni di un Tavolo di trattativa (Mesa Agraria Ambiental) al quale peró non sono state invitate le realtá indigene attive sul territorio. Vi sono rappresentate viceversa le organizzazioni e imprese che hanno interessi concreti sulla Selva Lacandona; tra questi la ONG Conservacion Internacional (CI), finanziata da una cordata di multinazionali, dalla Banca Mondiale e da Savia, giá Pulsar Internazional, azienda attiva da anni nella bioprospezione, nella biopirateria e nell'ingegneria genetica. Proprio da CI e dal Consejo Estatal por los Incendios Forestales e da SEMARNAT (Secretaria de Medio Ambiente y Recursos Naturales) sono state realizzate le indagini in campo e i voli aerei che hanno portato alla denuncia di comunitá "irregolari" all'interno della selva (Informe Semarnat del Gennaio-Giugno 2001). Per alcuni di questi pare che i giorni siano contati. CI denuncia gli indigeni come colpevoli della apertura di radure per la coltivazione nella selva. Pur mancando studi puntuali, la crescente militarizzazione della regione e le sue infrastrutture, lo sfruttamento dei suoi giacimenti petroliferi, la costruzione di infrastrutture turistiche hanno senz'altro avuto un impatto altrettanto rilevante sull'ambiente. Giova ricordare, inoltre, che in un secolo tra il 1860 e il 1960 la selva mesoamericana messicana é stata dimezzata da aziende statunitensi e messicane di legname; negli anni successivi la situazione si é addirittura aggravata per lo sviluppo dell'allevamento di bestiame. La questione della terra ha visto da sempre emarginati gli indigeni, suoi originari abitanti. Adesso con l'importanza assunta dalle risorse biologiche, la necessité di disporre liberamente dei giacimenti petroliferi presenti, l'interesse internazionale per l'ecoturismo, le richieste di terra da parte degli indigeni vengono addirittura criminalizzate a vantaggio esclusivo delle aziende coivolte nella privatizzazione giá avviata di risorse e territorio.
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