[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Intervista a Rossetto della Direzione del Movimento Senza Terra
- Subject: Intervista a Rossetto della Direzione del Movimento Senza Terra
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Sat, 23 Nov 2002 00:25:07 +0100
- Organization: Comitato di appoggio MST www.citinv.it/associazioni/MST/
L'intervista è stata realizzata il 15 novembre nella sede di Adista a Roma LA SFIDA È ADESSO. INTERVISTA A NEURI ROSSETTO DOPO LA VITTORIA DI LULA ROMA-ADISTA. Il popolo brasiliano "ha votato in massa per il cambiamento e ha eletto come presidente Lula. È una vittoria del popolo. È una sconfitta delle élite e del loro progetto". In un documento rivolto "Al popolo brasiliano e al presidente Lula", il Movimento dei Senza Terra esprime la propria esultanza e le proprie speranze per la storica affermazione del leader del Partito dei Lavoratori alle elezioni del 27 ottobre scorso (v. Adista n. 79/02). Ma, per il Movimento, la cautela è d’obbligo. In un altro documento, infatti, scritto da alcuni esponenti del Mst di São Paulo proprio all’indomani del trionfo di Lula, allo scopo di fornire elementi di riflessione sulla congiuntura politica nazionale, i toni sono infatti molto prudenti: "c’è stata - si legge - una vittoria politico-elettorale delle forze popolari", ma questa vittoria "non è stata il frutto di una ripresa del movimento di massa", bensì "il risultato del fallimento del modello economico seguito dalle élite". E per il governo non sarà una vita facile: "il grande capitale continuerà a premere affinché non ci siano cambiamenti strutturali e significativi", le componenti di destra che hanno sostenuto Lula spingeranno perché venga allontanata l’ala radicale del Pt e il governo dovrà "negoziare tutto il tempo". In questo quadro, sottolinea il documento, il compito delle forze sociali deve essere quello di costruire "un’unità popolare", partendo dai comitati popolari contro l’Alca (l’Area di libero commercio delle Americhe), "per evitare il settarismo e l’isolamento". Sulle sfide che attendono il governo Lula e le prospettive del movimento sociale e in particolare dei Senza Terra, abbiamo chiesto il parere di un dirigente del Movimento, Neuri Rossetto, di passaggio a Roma dopo aver partecipato a Firenze alla riunione del Consiglio internazionale del Forum Sociale Mondiale. Di seguito l’intervista. La vittoria di Lula è stata accolta con molto entusiasmo dal mondo di sinistra di tutta l’America Latina e non solo. Il Mst, invece, è stato più cauto. Per quali ragioni? Il movimento considera la vittoria di Lula un fatto politico e storico di grande importanza, una svolta rispetto alle questioni poste dai movimenti popolari e sociali del Paese. Un sociologo brasiliano dell’Università di São Paulo ha detto che la vittoria di Lula significa la rifondazione del Brasile. Vi sono stati altri momenti storici di cambiamento del Paese, ma le élite sono riuscite sempre a prendere il sopravvento. Il primo momento è stato quello della fine della schiavitù: gli schiavi sono stati liberati, ma non è stata data loro la terra. Il secondo momento è stato quello della proclamazione della Repubblica: l'impero è stato abbattuto, ma le oligarchie hanno continuato a dominare il Paese. Il terzo momento è stato quello della rivoluzione del 1930, con la sconfitta delle oligarchie del caffè e la loro sostituzione con le élite industriali. La vittoria di Lula rappresenta una rottura con questi altri tre momenti. Il Mst ha lavorato per questo risultato, si è impegnato perché Lula vincesse. Ma abbiamo rivolto critiche ai modi in cui è stata condotta la campagna elettorale. Il processo elettorale avrebbe dovuto essere l’occasione per discutere dei problemi strutturali del Paese e presentare idee per risolverli. Ma di questo non si è parlato. I problemi della nostra dipendenza dall'estero, del debito, della concentrazione della ricchezza e della terra non sono stati praticamente affrontati. Lula, con la sua storia, avrebbe potuto farlo, e invece ha seguito un altro percorso, quello che è stato definito "Lula pace e amore". Si è persa un'opportunità. Lula ha vinto le elezioni, ma spetta ora ai movimenti sociali fare pressioni su di lui. Perché anche l'altra parte lo farà. Gli stanno già chiedendo di prendere le distanze dall’ala radicale del Pt e dei movimenti sociali. Qual è il nostro compito? Lula è il nostro presidente: dobbiamo condurre in avanti le lotte sociali per contrapporci alle pressioni che gli arriveranno dall'altro lato. Resta da vedere se avremo la forza di tirarlo dalla nostra parte o saremo assorbiti dalla struttura e come si comporterà lui di fronte a queste pressioni contrapposte. João Pedro Stedile ha detto che la vittoria di Lula avrebbe comportato una grande ripresa delle mobilitazioni sociali. Non c'è, però, il pericolo che i movimenti sociali lascino tutta la responsabilità dei cambiamenti al governo, ora che c’è un governo di sinistra? Esiste questo rischio, come esiste quello che i movimenti sociali vengano cooptati dalla macchina amministrativa, attraverso l’offerta di incarichi. Il modo per realizzare un governo progressista che entri nella storia per aver effettivamente rotto con il neoliberismo, con la proposta delle élite dominanti, è quello della pressione dei movimenti sociali. Questo provocherà conflitto, ma non vuol dire che saremo contro il governo. Molti dicono che il peso degli organismi internazionali sarà tale che Lula avrà pochi margini per agire e governare liberamente. D’altro canto, però, in America Latina qualcosa sembra essere cambiato in questo periodo, con la crescita della sinistra in diversi Paesi e le ottime affermazioni elettorali di Gutiérrez in Ecuador, e di Morales in Bolivia. Che prospettive ci sono? Penso che qualcosa stia cambiando, ma che ci sarà bisogno di tempo per verificarlo. C'è un clima di cambiamento in America Latina, tanto per la vittoria di Lula quanto per le reali possibilità che Gutiérrez vinca in Ecuador. E dall'altro lato c’è la crisi dell'Argentina, la situazione critica dell’Uruguay... È un periodo di crisi, ma anche di forti aspettative. La vittoria di Lula ha influito positivamente in tutti questi Paesi, creando speranza in ogni settore sociale, creandola in misura addirittura maggiore che in Brasile. E questo è un fatto positivo, perché giunge dopo un decennio in cui si è detto che non c’erano alternative al neoliberismo. Ora quel modello è entrato in crisi. La vittoria di Lula è stata indubbiamente una sconfitta del modello neoliberista. I mezzi di comunicazione in Brasile hanno tentato di risparmiare Fernando Henrique Cardoso, cercando di far passare l’idea che il suo governo non ha avuto niente a che vedere con la vittoria di Lula. In realtà, chi è uscito sconfitto è stato proprio il modello da lui seguito. Il problema, però, è che il governo Cardoso, oltre ad essere responsabile delle privatizzazioni, della crescita della povertà e della disoccupazione, dell’aumento della concentrazione di ricchezza, ci ha anche lasciato un debito enorme, un debito passato addirittura dal 25% al 105% del Prodotto interno lordo. Questo fa sì che la nostra economia sia più dipendente dal capitale estero di qualsiasi altra, che basti un sospiro in Indonesia per far crollare la borsa in Brasile. E a causa di questa vulnerabilità il Fondo Monetario Internazionale ha buon gioco a imporre al governo regole draconiane, lasciando a Lula un margine molto ristretto di azione, con il conseguente pericolo di ingenerare delusione e crisi. E rispetto all’Alca, esiste la possibilità di impedire l’entrata in vigore dell’accordo? Noi speriamo di sì. In Brasile abbiamo realizzato il plebiscito sull’Alca e dieci milioni di persone hanno votato contro l’accordo. E in Ecuador, in occasione della riunione dei ministri del commercio di tutti i Paesi latinoamericani, si è svolta una grande manifestazione dei movimenti sociali del continente. Durante la campagna del plebiscito, il Partito dei Lavoratori ha dichiarato che l'accordo sull’Alca, così come era stato proposto, era inaccettabile. Questa non è una posizione molto chiara perché lascia spazio a diverse interpretazioni, come se una versione diversa dell’accordo possa risultare invece accettabile. Mentre noi pensiamo che non ci sia versione accettabile, perché in un processo di integrazione economica a livello continentale gli Stati Uniti vorranno comunque esercitare il loro dominio. Il primo viaggio che farà Lula sarà in Argentina: penso che sia un segnale della volontà di rafforzare il Mercosur. La questione dell'Alca è una delle bandiere dei movimenti sociali, e noi continueremo a far pressioni su Lula perché assuma una posizione contraria. Ma occorre che sia esercitata una pressione a livello latinoamericano. A gennaio si svolgerà la terza edizione del Forum Sociale Mondiale a Porto Alegre. Quali sono le aspettative del Mst in relazione a questo evento? Quali risultati è possibile attendersi? Il Forum Sociale Mondiale sta seguendo una traiettoria che valutiamo positivamente. Il primo Forum è stato caratterizzato dal no al neoliberismo, con lo slogan "Un altro mondo è possibile". Ed è stato il primo grande evento mondiale in cui si è detto che il neoliberismo non è l’unica strada. Il secondo Forum ha rappresentato il momento della presentazione delle proposte. C’è stato un salto di qualità. Il terzo Forum si propone invece di parlare, oltre che del mondo che vogliamo, anche di come lo costruiremo. È il momento di stabilire le strategie. Per noi è molto importante che il Forum stia andando avanti. Io credo che sarà difficile costruire un'organizzazione più organica e strutturata, e non so nemmeno se sia necessaria. Comunque, almeno in queste tre tappe si sono fatti passi avanti. Nel terzo forum è giusto che ci sia anche il momento per esprimere una certa solidarietà al governo Lula rispetto alle difficili sfide che lo attendono. E infatti il comitato internazionale ha deciso proprio ora di invitarlo. Hai partecipato in questi giorni a una riunione del consiglio internazionale del Forum. Che decisioni sono state prese? Faccio parte del comitato organizzatore brasiliano, come rappresentante del Mst. Anche a livello organizzativo si sono registrati passi avanti. Negli altri due forum, praticamente è stato il comitato brasiliano che ha organizzato e proposto conferenze e seminari. Ora si segue un’altra metodologia. È il comitato internazionale che sta organizzando il Forum Sociale. È chiaro che ci sono tensioni e discussioni, per esempio sui contenuti delle conferenze. Ma è importante che sia il comitato internazionale e non più solo il gruppo brasiliano a decidere. È un passo avanti. Un altro passo avanti riguarda il tipo di attività che si svolgeranno al Forum. Una novità, per esempio, è rappresentata dai tavoli di dialogo e discussione, uno ogni mattina per quattro giorni. Un tema che si affronterà sarà quello relativo alle relazioni tra partiti politici e movimenti sociali, con la presenza di rappresentanti degli uni e degli altri. C’è poi l’idea di tenere delle conferenze su grandi temi come la guerra in spazi aperti a tutti, fuori dalla struttura della Puc (la Pontificia Università Cattolica) aperta solo ai delegati, nella ricerca di una maggiore interazione con la società. Questa riunione è servita anche per dare un po’ più di corpo, un po’ più di organicità, al comitato internazionale, secondo la proposta, già avanzata lo scorso anno a Porto Alegre, di mondializzare il Forum Sociale. Infine, è stata espressa grande soddisfazione per i risultati del Forum Europeo, in particolare per la grandiosa manifestazione finale di un milione di persone. Proprio da questa è venuta la spinta per una maggiore presenza della questione della guerra nel Forum di Porto Alegre. Quali sono le strategie del Movimento dei Senza Terra nel prossimo futuro? Rispetto alla questione specifica della lotta per la terra, noi continueremo a lottare nella speranza che Lula faccia veramente qualcosa per cambiare il modello agricolo. Perché non basta insediare le famiglie: occorre intervenire proprio sul modello. Per esempio, se Cardoso ha distrutto il sistema della ricerca agro-tecnica, Lula può riattivarlo. Così come può aumentare il credito per le case e per le aree di insediamento. Si può andare avanti rapidamente nella trasformazione delle condizioni rurali. Vi sono centinaia di famiglie accampate a cui dare la terra, c’è da riattivare i servizi di assistenza tecnica, riaprire il credito. Noi spingeremo in questa direzione. Sono previste occupazioni di terra nei prossimi mesi? Alcuni hanno detto che il Movimento concederà una tregua per l’insediamento di Lula. Ma non accettiamo questo discorso. La lotta sociale non ha tregue. E non si tratta di una decisione dei dirigenti. È la situazione del popolo che obbliga alla lotta. Non si può dire che, dal momento che ora c’è Lula, staremo sei mesi senza fare occupazioni. Se fosse una cosa decisa a tavolino sarebbe facile. Noi sappiamo che nei primi mesi del governo Lula tutta la stampa e le élite ci staranno addosso per vedere cosa facciamo. Ma non ci faremo influenzare da queste pressioni. Spesso i giornalisti si richiamano ad un’affermazione di Stedile prima delle elezioni del ’98, quando disse che, se Lula fosse stato eletto, egli non sarebbe andato il primo gennaio al suo insediamento, ma avrebbe partecipato ad occupazioni di terra. Ma quel che Stedile intendeva dire era che il compito del Mst non è quello di andare a Brasilia ma di essere presente nei campi. Ora ci chiedono se il primo gennaio cominceremo ad occupare. Noi abbiamo il nostro calendario di occupazioni, e a gennaio, fino a carnevale, noi solitamente non realizziamo occupazioni: queste avvengono nei mesi successivi e soprattutto in aprile. Le lotte sociali continueranno normalmente e noi pensiamo che Lula abbia l'abilità sufficiente a gestire questa situazione. Claudia Fanti ================================================================== ADISTA - Notizie, documenti, rassegne, dossier su mondo cattolico e realtà religiose via Acciaioli, 7 - 00186 Roma - tel. 06.6868692 - 06.68801924 - fax 06.6865898 e-mail claudia at adista.it - sito Internet www.adista.it
- Prev by Date: Ecuador: Se impone el silencio a 48 horas de elecciones ecuatorianas
- Next by Date: ECUADOR:Lucio Gutiérrez a un paso de la presidencia
- Previous by thread: Ecuador: Se impone el silencio a 48 horas de elecciones ecuatorianas
- Next by thread: ECUADOR:Lucio Gutiérrez a un paso de la presidencia
- Indice: