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R: Lettera appello dal Chiapas
- Subject: R: Lettera appello dal Chiapas
- From: "Laici Comboniani Palermo" <alcpalermo at inwind.it>
- Date: Fri, 15 Nov 2002 00:07:12 +0100
I Laici Comboniani di Palermo avendo visto di persona la situazione in Chiapas, aderiscono pienamente all'appello di Raimundo del Centro Don Bosco di San Cristóbal de Las Casas ----- Original Message ----- From: <annamaria.pontoglio at it.abb.com> To: <latina at peacelink.it> Sent: Tuesday, November 12, 2002 5:37 PM Subject: Lettera appello dal Chiapas > Riceviamo da Raimundo del Centro Don Bosco di San Cristóbal de Las Casas, > un appello accorato all'indirizzo del nuovo vescovo di San Cristóbal > affinché ritiri il suo avvallo allo sgombero del Centro Don Bosco, appello > al quale si chiede l'adesione a livello nazionale ed internazionale. > > Stiamo raccogliendo le adesioni che chiediamo di inviare ad uno dei > seguenti indirizzi e-mail: > maribel at uninetcom.it > maribel at lombardiacom.it > annamaria.pontoglio at it.abb.com > > Grazie. > Cordialmente. > Annamaria Pontoglio > Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo > -------------------------------------------------------- > > MONS. FELIPE ARIZMENDI ESQUIVEL > Vescovo della Diocesi di San Cristóbal de Las Casas > > Egregio Sr. Vescovo. > > Noi, persone e organizzazioni civili firmatarie, ci rivolgiamo a Lei per > manifestarLe la nostra preoccupazione di fronte al rischio che il progetto > del Centro Indigeno per la Formazione Integrale "Fray Bartolomé de Las > Casas" A.C. (CIDECI - LAS CASAS) sparisca e quando questo succederà, si > sommerà all'interminabile catena di ingiustizie commesse contro i popoli > indigeni, ai quali questa istituzione si è dedicata. > > Siamo a conoscenza degli accordi sulla fiducia sottoscritti da parte del > CIDECI con i proprietari del terreno. Ciò che ci sorprende più di tutto, è > che si passi sopra a tutto ciò che è stato il CIDECI, che con l'appoggio di > molteplici organizzazioni solidali nazionali e internazionali, con le quali > ha costruito e sostenuto la infrastruttura necessaria per offrire ai > giovani indigeni ed ai settori emarginati la possibilità di una formazione > tecnica e umanistica per poter affrontare degnamente il loro futuro e > quello delle loro comunità. Adesso i proprietari del terreno sollecitano ai > responsabili del CIDECI lo sgombero e l'abbando di quanto hanno edificato, > senza tener cono dell'accordo stipulato sulla fiducia e quindi senza alcun > rimborso che permetta al progetto di continuare la sua missione e i suoi > propositi che, senza alcun dubbio, sono profondamente evangelici. > > Ci provoca sconforto l'eventualità che questa richiesta dei proprietari del > terreno, in fondo, stia favorendo la comparsa di un progetto che ha reso > possibile una vita più giusta per i popoli indigeni, di un progetto che è > stato una opzione concreta per la quale i membri del CIDECI sono stati > perseguitati e minacciati da elementi dichiarati e non dello Stato che non > sono d'accordo nel riconoscere dignità e diritti ai popoli indigeni. > > Si tratta di uno sgombero senza alcuna contropartita che dia la possibilità > al CIDECI di continuare a portare avanti i compiti che si è prefissato con > lo spirito che sempre lo ha animato. Ovviamente questo sgombero non si può > risolvere con la donazione di un altro terreno perché l' enorme sforzo che > è costato costruire questo Centro innovatore ha un valore ben superiore. > > Ci provoca, inoltre, una gran tristezza sapere che questa iniziativa è > stata avallata da Lei. Questo ci ha fatto venire in mente le Sue parole > quando è stato nominato a capo di questa Diocesi. Lei ci ha fatto la > generosa promessa di dedicare i suoi sforzi a favore del miglioramento e > della continuità dei compiti diocesani. Lei ha detto: "Non sono venuto a > distruggere nulla". > > Per questo, per valutare ciò che non si deve perdere, è giusto ricordare > che, in 12 anni, questo Centro Indigeno che adesso si vuole smantellare per > trasformarlo in un collegio, ha preparato 4.635 donne e 9.081 uomini, in > totale sono stati 13.716 i fratelli e le sorelle indigeni preparati in 12 > anni. In media 1.143 all'anno. > > Oggi, grazie a questo degno Centro Indigeno e grazie alla preparazione di > questi 13.716 fratelli e sorelle indigeni, sono stati 774 i progetti > comunitari realizzati nello stato del Chiapas: 262 progetti agropecuari, > 367 progetti di attività produttive non agricole, 145 progetti di > infrastruttura (relativi all'acqua, sistemi di irrigazione, sale multiuso, > aule, ecc.), come si può rilevare dal curriculum generale e dai rapporti > pubblicati dal Cideci. > > Ma c'è anche qualcosa d'altro di molto importante. Attualmente, questo > Centro Indigeno continua a funzionare preparando centinaia di sorelle e > fratelli indigeni. A tutt'oggi come pure nel passato, questi uomini, donne > e giovani hanno costruito qualcosa di più che gli edifici del Cideci, hanno > costruito dei percorsi verso la giustizia e la pace. Lungo questi anni, > questo Centro Indigeno è stato qualcosa di più che un centro di > preparazione, è stato un impegno verso la giustizia e la pace. Non la pace > intesa come tempo senza guerra e carico di miseria, ma una vera pace, > quella che si costruisce con giustizia e senza esclusioni, con amore verso > i più deboli e bisognosi, con rispetto, fraternità e genuina solidarietà. > > Questo Centro Indigeno ha contribuito in modo fondamentale ai dialoghi di > San Andrés. Con tutta umiltà facciamo presente che questo Centro Indigeno > si è incaricato della logistica affinché i due protagonisti del conflitto > potessero sedersi al tavolo del dialogo con le adeguate condizioni di > sicurezza. Grazie a questo Centro Indigeno, un'istanza di mediazione e una > di coadiuvanza si sono trovate nelle condizioni di poter sviluppare il loro > importante lavoro durante i dialoghi di San Andrés. Grazie al silenzioso ed > efficace coordinamento di questo Centro Indigeno, migliaia di persone, > indigeni e non, hanno potuto effettuare cordoni di pace permanenti nei > giorni e nelle fredde notti durante il processo del dialogo. Si è reso > responsabile pure dell'alimentazione di migliaia e migliaia di sorelle e > fratelli indigeni durante i dialoghi di San Andrés. > > Noi abbiamo seguito da vicino il lavoro e la generosità del CIDECI e con > molte altre persone e organizzazioni che in Messico e in altri paesi lo > hanno conosciuto, apprezzato ed appoggiato, non possiamo accettare questa > richiesta di sgombero come legittima, ma ci sentiamo obbligati a > denunciarlo come un atto ingiusto, motivato da interessi privati che, > ancora una volta, come tante altre, colpirà i più poveri togliendo loro ciò > che laboriosamente hanno costruito: la speranza di un sano benessere, uno > spirito di rispetto, un percorso di pace e di lavoro. > > Come sarà interpretata questa azione? Che penseranno le centinaia di > comunità indigene, in cui vivono le migliaia di sorelle e fratelli che sono > passati dal CIDECI e nel quale si sono formati? Che penseranno i fratelli e > le sorelle indigeni che attualmente si stanno preparando con la speranza di > camminare lungo sentieri di vita? > > Signor Vescovo, ciò che questo Centro Indigeno è e ciò che simbolizza, non > è esclusivo di nessuno, non appartiene a noi e nemmeno alla Diocesi che Lei > presiede, di fatto non è nemmeno di proprietà dello stesso Cideci. Questo > Centro Indigeno appartiene a tutti noi: a Lei, alla Diocesi, alla società > civile, indigena e non indigena, insomma a tutti noi che lavoriamo per la > giustizia, a tutti noi che costruiamo cammini di pace. > > Signor Vescovo, non stiamo chiedendo che si rispetti un contratto; stiamo > chiedendo che si dia seguito ad un precetto a cui Lei stesso si richiama e > continua a richiamarsi: la giustizia. > > Il progetto di sgombero del CIDECI, rappresenta un oltraggio etico e > morale. Rappresenta una lampante ingiustizia. > > È giustizia ciò che chiediamo. Semplicemente in tutta la sua complessità. > Rispettosamente Le chiediamo di intervenire per impedire che questa > inaccettabile ingiustizia diventi realtà. > > Distintamente. > ........................ > >
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