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documento su Alca
- Subject: documento su Alca
- From: "Giuseppe De Marzo" <giuseppedemarzo at libero.it>
- Date: Tue, 22 Oct 2002 17:13:23 +0200
care/i, vi invio il documento che abbiamo realizzato sull'Alca (accordo di libero scambio delle Americhe). Dal 27 ottobre inizieranno le mobilitazioni ed i seminari contro il trattato. saremo presenti a Quito per partecipare ai seminari ed alle mobilitazioni. Successivamente continueremo a seguire la campagna contro l'OCP insieme ai contadini, agli indigeni ed alle associazioni ecologiste ecuadoriane. abrazos Giuseppe De Marzo Roma, 21 ottobre 2002 Dal gdl "Osservatorio Verde sulla globalizzazione" Dall'Ufficio sull'America Latina dei verdi ALCA - AREA DE LIBRE COMERCIO DE LAS AMERICAS (Area di libero commercio delle Americhe) L'Alca è un trattato commerciale tra i 34 paesi delle tre Americhe (con quelli dei Caraibi riuniti nel Caricom, ma a esclusione di Cuba) con un bacino di utenti di oltre 800 milioni di persone: alla sua approvazione le merci prodotte nei paesi che ne faranno parte potranno essere liberamente vendute e comprate in qualsiasi altro paese membro senza subire ostacoli né tassazioni doganali. Oltre a questo è anche un trattato economico: gli investimenti e i capitali potranno circolare liberamente nell'intera area senza incontrare restrizioni. L'entrata in vigore del trattato è prevista per il gennaio 2005; gli Stati Uniti d'America hanno esercitato pressioni per anticipare la data (prima proposta gennaio 2003). ALCA : LA LEGGE DEL PIU FORTE Il trattato è stato formulato ed implementato dagli USA. Esistono 9 gruppi di negoziazione che si occupano di altrettanti temi. Non esistono gruppi su diritti umani, condizione femminile, ambiente, lavoro o su materie umanistiche, culturali, spirituali, etiche, che sono fondamentali per la integrazione dei popoli. Il lavoro frenetico dei 9 gruppi e i negoziati tra i ministri per il commercio con l'estero dei paesi coinvolti, si svolgono praticamente a porte chiuse. E' fondamentale rendersi conto che i negoziati per dare forma alle regole dell'Alca sono pesantemente condizionati dalla fragilità e dipendenza dei paesi dei Caraibi e dell'America centrale e dal disfacimento e dalla debolezza delle economie di tanti stati nell'America del sud. Con queste premesse è facile immaginare che nei singoli gruppi di negoziazione le proposte degli Usa - dove peraltro sono stati creati apposite commissioni imprenditoriali che consigliano i propri negoziatori nazionali e dove cinquecento rappresentanti delle imprese hanno accesso libero ai documenti del negoziato - abbiano un peso maggiore. Ne consegue che i governi sono impegnati in trattative per un progetto di integrazione che consoliderà l'egemonia degli Usa attraverso il dominio politico, economico e militare. I problemi nascono della grande asimmetria che esiste tra i paesi membri con differenti livelli industriali e tecnologici e la mancanza di risorse e politiche per superare le enormi disuguaglianze socio-economiche. Usa e Canada rappresentano l'80% del Pil sul continente e gli altri 32 paesi appena il 20%. Rallentando lo sviluppo autonomo dei singoli paesi, aumenta, per l'economia più forte e avanzata, la possibilità di offerta delle proprie imprese. L'attuale proposta non significa "integrazione" ma "annessione" delle economie latinoamericane all'economia statunitense. In questo contesto, l'Alca provocherà ancora più esclusione sociale, più disoccupazione, più povertà, più indebitamento. La necessita di ridurre i costi di produzione per aumentare la competitività delle imprese significa la perdita delle conquiste sociali per i lavoratori e la precarizzazione del lavoro. In queste condizioni Il lavoro non viene più considerato un valore o un diritto, ma una merce qualsiasi come le altre. I NOVE GRUPPI DI NEGOZIAZIONE 1. Libero accesso dei prodotti importati Si agirà per la progressiva riduzione e infine abolizione delle barriere tariffarie e non tariffarie o altri mezzi restrittivi come le clausole ambientali o sanitarie per il commercio. Il libero accesso agli investitori stranieri nasconde l'intenzione di restringere la sovranità dei governi nazionali obbligandoli a non fare differenze nel trattamento tra le imprese straniere e i loro investimenti e prodotti e quelle nazionali. In questo caso non si potranno più adottare eventuali meccanismi regolatori e di riequilibrio a favore dei settori più deboli, per adeguare le esportazioni alle necessità interne, per amministrare le risorse strategiche o per salvaguardare gli interessi e la salute pubblica. D'altra parte, la recente autorizzazione della promozione commerciale, il cosiddetto "Fast Track", che stabilisce delle barriere tariffarie e non-tariffarie per oltre 293 prodotti, conferma l'intenzione degli Usa di una integrazione a senso unico. 2. Agricoltura Basandosi sugli accordi del Wto (organizzazione mondiale del commercio), l'Alca prevede di limitare al massimo l'appoggio dei governi locali agli agricoltori di piccola e media dimensione per rafforzare ancora di più il potere agroindustriale ed esportatore, settore già ricco che produce poco per i popoli locali. Si prevede che le nuove norme causeranno il fallimento di milioni di coltivatori latinoamericani distruggendo l'agricoltura familiare ed indigena che sarà sostituita da imprese agroindustriali e insieme aumenteranno la dipendenza dai prodotti agricoli statunitensi. Anche la produzione e la commercializzazione dei prodotti cambierà. L'aumento della concentrazione delle terre, la dislocazione di produzioni sporche ed inquinanti, l'instaurazione di un nuovo modello di produzione industrializzata e standardizzata ad alto rendimento e basata sulla biotecnologia e sulla manipolazione genetica, e infine la "denazionalizzazione" dell'agricoltura saranno conseguenze naturali. Le multinazionali del settore premono attraverso il gruppo di negoziazione per una totale liberalizzazione della coltivazione, del commercio e del consumo di semi e prodotti transgenici. La brevettibilità di tutti gli esseri viventi, inoltre, apre la strada alla monopolizzazione e quindi al controllo del mercato e dei prezzi. Tutto questo significa la perdita sia della sovranità alimentare che della sicurezza alimentare. Per quanto riguarda "l'asimmetria" nell'integrazione dei paesi e le misure protezionistiche, nel maggio scorso il governo statunitense ha approvato la cosiddetta "Farm Bill" che prevede l'innalzamento dei sussidi agricoli a quasi 180 miliardi di dollari per i prossimi dieci anni per un settore che già conta su aiuti statali oltre che su una base tecnologica più avanzata e su importanti infrastrutture per il trasporto e l'immagazzinamento. Per fare un paragone, oggi, dopo 9 anni di Nafta, l'agricoltura del Messico è totalmente assoggettata alla dittatura dell'agro-business degli Usa. 3. Investimenti La questione degli investimenti è una delle priorità nelle trattative. Questo capitolo è identico al capitolo 11 del Nafta che, a sua volta, assomiglia molto all'Accordo Multilaterale di Investimenti (MAI), ampiamente rifiutato nel 1998. Intanto, il gruppo di negoziazione ha inserito nel proprio testo gli obiettivi del MAI tra cui il potere alle compagnie transnazionali di processare i governi per "potenziali profitti non ottenuti". La libertà di investimenti che guardano al massimo profitto, impedisce uno sviluppo con fini di diversità, multiculturalità, equità e giustizia sociale. Genera la concentrazione delle ricchezze in mano di poche grandi imprese e parallelamente l'aumento della povertà all'interno di fasce sempre più larghe delle popolazioni. 4. Servizi Il cosiddetto "commercio dei servizi" corrisponde a circa il 20% dei flussi globali di commercio e cresce a ritmi più elevati del commercio dei beni. Sia i processi di privatizzazione dei servizi pubblici (telefonici, o riguardanti elettricità, acqua, scuola, salute, ecc.), sia la definizione stessa dei servizi lasciano ampio spazio ai profitti, ragione per cui questo punto si trova in cima agli interessi nelle trattative nell'ambito Alca e Wto. Il Gats (General Agreement on Trade in Services) è uno degli accordi sul commercio dei servizi già esistenti all'interno del Wto. Attualmente si lavora alla riforma del Gats per apportare delle modifiche a vantaggio degli Usa, dell'Unione Europea, di Canada e Giappone. Una volta firmati, gli accordi hanno validità a tutti i livelli - statale, regionale, comunale - promovendo la massima liberalizzazione e deregolamentazione. La definizione dei servizi è cosÏ ampia che si può dire che comprende "tutto ciò che esiste tra la terra e il cielo". Una lista interminabile che include settori essenziali e pubblici, toccando in modo diretto anche i diritti sociali acquisiti: educazione, fornitura e distribuzione di acqua ed energia, salute, posta, telecomunicazioni, trasporti, logistica, turismo, sport, ambiente, costruzioni, architettura, computer, audiovisivi, pubblicità, amministrazione, assicurazioni, sicurezza, ecc. Le multinazionali hanno in questi settori ampio dominio di mercato. I paesi si dovranno aprire incondizionatamente al capitale straniero. In questo modo i "servizi" diventeranno "merci" regolate dalle leggi del mercato. Per capire l'immenso volume degli affari nel settore dei servizi basta ricordare che la spesa mondiale per l'educazione supera i 2 trilioni di dollari (la totale privatizzazione del settore è prevista entro i prossimi 10 anni) e quella per la sanità ammonta a circa 3,5 trilioni di dollari. Gli accordi del Wto sono irreversibili e valgono per tutti i membri e per tutti i servizi "in blocco", cioè invece del sistema a "liste positive" che contengono i settori che i governi locali intendono liberalizzare, si segue il modello del Nafta a "liste negative" dove tutti i settori sono liberalizzati a eccezione di quelli indicati. Il Wto ha il potere di infliggere sanzioni a paesi che non adempiono agli accordi. Tutti gli accordi del Wto hanno automaticamente validità per l'Alca. Tutte le direttive e i principi discussi nelle trattative del Gats valgono per le trattative sui servizi nell'Alca che, a sua volta, dovrebbe addirittura ampliare le garanzie alle multinazionali che operano in questo ambito. Per questa ragione, l'Alca viene chiamato anche "Wto-plus"; o "Nafta-plus" visto che in futuro dovrà sostituirsi anche al Nafta. Per quanto riguarda l'energia è già in vigore un "accordo anticipato" che disegna una politica energetica continentale liberalizzata che non tiene conto di criteri di protezione o conservazione dell'ambiente. Le privatizzazioni hanno già portato a situazioni di "black-out" di energia elettrica che si sono verificate più volte negli ultimi anni. Questa politica non prevede restrizioni alle esplorazioni e allo sfruttamento incontrollati. Il Governo statunitense sta portando avanti una strategia in tutto il continente allo scopo di creare un cartello energetico petrolifero intorno all'Alca, che include il Plan Colombia ed il Plan Puebla Panamà. L'iniziativa "petro-americana", mira alla creazione di una grande transnazionale nata dalla fusione fra la Pimex (messicana), PetroVas (Brasile), Petroleos de Venzuela S.A., Ecopetrol (peruviana) e IPF-Repsol (la controllata spagnola in Argentina). E' prevista anche l'istituzione di un mercato continentale dell'acqua. 5. Acquisizioni governative o acquisti nel settore pubblico I governi sono importanti compratori e le grande imprese sono interessate ad averli come clienti. Il compito di questo gruppo di negoziazione è di incrementare le opportunità per gli investitori stranieri di concorrere agli appalti pubblici. Dovendo rispondere alle regole del libero mercato, le amministrazioni non potranno più usare gli acquisti e gli appalti come strumento per perseguire fini sociali o ambientali o di sviluppo locale. 6. Diritti di proprietà intellettuale La "proprietà intellettuale" include i brevetti, il copyright e marchi registrati che dovranno essere adeguatamente ed efficacemente protetti. Tra le altre misure, questo gruppo pretende la brevettabilità di tutti gli esseri viventi, comprese le piante utilizzate dalle comunità locali, con l'obiettivo di ricavare profitti dalla commercializzazione di queste coltivazioni. Inoltre, nei confronti dei diritti delle comunità locali, del loro patrimonio genetico e delle conoscenze in materia di salute, dà la priorità agli interessi privati delle imprese. 7. Sussidi, antidumping e obbligazioni compensatorie Questo gruppo ha il compito di "migliorare" le regole e i procedimenti relativi all'operazione e l'applicazione della legislazione che riguardano il dumping, le sovvenzioni e le obbligazioni compensatorie, al fine di non creare ostacoli ingiustificati al commercio in tutto l'emisfero. 8. Politiche di concorrenza E' previsto Lo sviluppo di meccanismi che garantiscono l'applicazione delle norme dell'Alca, vale a dire il principio della libera concorrenza, nell'emisfero e impediscono le pratiche di protezione e anticoncorrenziali delle imprese nazionali (oligopoli) e pubbliche (monopoli). Prendono di mira soprattutto le imprese statali e parastatali che sono viste come ostacolo al libero mercato e che devono limitarsi a perseguire dei fini commerciali. Al contrario, gli Usa mantengono il loro diritto di salvaguardia unilaterale che permette sanzioni e indennizzi di imprese e stati che violano le regole interne sulla proprietà intellettuale, che generano squilibri economici e perdite di fatturazione a imprese statunitensi. 9. Soluzione di controversie Le legislazioni dei paesi membri non possono limitare le disposizioni previste dall'Alca. Il capitolo 11 del Nafta, previsto in forma identica per l'Alca e che regola il meccanismo di relazione tra gli stati e gli investitori, concede particolari diritti alle multinazionali nell'utilizzo delle istanze supernazionali di arbitrio che operano indipendentemente e segretamente per dirimere eventuali conflitti con gli stati. Contempla controversie solo in ambito strettamente commerciale e conferisce solo ai governi e, in caso di controversie su capitali utilizzati, agli investitori stranieri il diritto di chiedere un processo. Così, il potere economico, che si dichiara totalmente slegato da impegni di interesse pubblico o ambientali, sfugge al controllo dei cittadini e delle autorità dei governi democraticamente eletti che non possono più bloccare produzioni o merci che violino le leggi locali o pregiudichino la salute pubblica o l'ambiente. "L'AMERICA AGLI AMERICANI" L'America Latina convive già da oltre un decennio con i programmi di aggiustamento strutturale imposti dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale: bilanci in ordine (o pareggio di bilancio) attraverso privatizzazione delle imprese pubbliche, abbandono dei programmi sociali per ridurre il debito estero, smantellamento del sistema protezionistico per le imprese nazionali, adeguamento al ruolo di produttori di materie prime a basso costo. L'Alca è l'estensione più profonda ed aggressiva del NAFTA, l'accordo di libero commercio stipulato tra Canada, USA e Messico ed entrato in vigore nel gennaio 1994. Il bilancio di 8 anni di NAFTA può essere valutato da diverse angolature: Mentre Henry Kissinger è dell'opinione che le relazioni tra Messico e USA dovrebbero servire da modello per i negoziati con gli altri paesi latinoamericani, auspicando quindi una "messicanizzazione" dell'America Latina, i vescovi cattolici del Canada, con il supporto dei loro colleghi statunitensi, nel proprio documento dal titolo esplicito "Vendendo il futuro" si sono pronunciati in favore della difesa degli interessi pubblici e dell'ambiente e contro un trattato "di libero commercio" che vuole soprattutto proteggere gli investimenti in modo che il capitale speculativo possa andare liberamente a cercare ovunque i maggiori profitti, scavalcando o abolendo "legalmente" la sovranità dei singoli stati. Nel aprile 2001, il segretario di stato USA Colin Powell ha spiegato nel Terzo Vertice delle Americhe a Quebec quali siano le aspirazioni del suo paese, e cioè garantire per le imprese nordamericane il controllo di un territorio che va dal polo nord fino all'Antartide e il libero accesso, senza alcun ostacolo o difficoltà per i loro prodotti, servizi, tecnologie e capitali in tutto l'emisfero. L'Alca significa un cambiamento qualitativo nel modo di integrazione della periferia. Per poter riorganizzare i fattori economici e le risorse naturali dell'emisfero secondo le proprie necessità, le multinazionali hanno bisogno della garanzia di piena libertà degli investimenti e di un nuovo ordine privato non ostacolato da criteri politici o pubblici o da Governi di paesi democraticamente eletti. Le strutture decisionali locali e nazionali perderanno la loro autorità sul territorio. I meccanismi di creazione di lavoro, profitto e servizi saranno immuni a influenze estranee al mercato. La spoliazione metodica e centralizzata è parte integrante di questo neocolonialismo di precisione che richiede un ambiente economico stabile e prevedibile. Il diritto di difendere i loro interessi, nell'interpretazione statunitense si traduce in una maggiore militarizzazione per garantirsi il controllo politico, economico e soprattutto delle risorse naturali del continente. L'imposizione del "Plan Colombia", dell' "Iniziativa Regionale Andina" e del "Plan Puebla Panama·", motivati per ragioni di "sicurezza nazionale", implicano investimenti sempre maggiori nelle forze armate, a vantaggio dell'industria bellica che affiancherà le imprese nella loro espansione sul continente dove gli Usa stanno già installando delle basi militari e impiegando i servizi segreti di informazione per poter neutralizzare i fuochi di resistenza e contrastare ogni traccia di autonomia. Nella decade degli anni '90, le politiche neoliberiste con gli aggiustamenti strutturali, le privatizzazioni, la restrizione dei diritti dei lavoratori e delle misure di compensazione hanno già causato una migrazione di enormi dimensioni. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) parla di oltre 120 milioni di migranti, di cui la maggior parte è sprovvista di documenti, e quindi si tratta di persone "irregolari" o di "clandestini". E' prevedibile che l'Alca aggraverà i problemi sociali perché nega il diritto a lavoro, al cibo, alla terra, alla casa, all'educazione ed alla informazione; alla libertà di circolazione di merci e di capitali, non corrisponderà la possibilità di spostamento del capitale umano (le persone). La gente potrà acquistare con maggiore facilità le merci delle multinazionali, più o meno allo stesso prezzo, ma non potrà lavorare nelle zone in cui i salari si differenziano in una proporzione spesse volte maggiore di 10 volte. L'accordo non prevede un adeguamento dei salari. Più in generale bisogna ricordare che: da un lato cresce il numero dei poveri e dall'altro si concentrano sempre più le ricchezze in poche mani. Si stima il PIL mondiale in 25 trilioni di dollari di cui circa 18 trilioni appartengono ai sette paesi più ricchi. Gli altri 7 trilioni corrispondono al PIL degli oltre 180 paesi nel resto del mondo. L'85% delle 500 maggiori imprese del mondo che possiedono il 73% del PIL mondiale sono statunitensi. Gli Usa con appena il 4% della popolazione mondiale controllano il 22% delle ricchezze del pianeta. Nei paesi dell'America Latina e dei Caraibi sono attualmente 224 milioni gli abitanti in condizioni di povertà ( meno di 2 dollari al giorno) di cui 90 milioni vivono con meno di 30 dollari al mese ( povertà estrema). La causa profonda della migrazione è il tipo di globalizzazione economica che non distribuisce ricchezza, che non è solidale e che non garantisce i diritti essenziali. UN ALTRO PROGETTO DI INTEGRAZIONE CONTINENTALE Analisti come il brasiliano Marcos Arruda e la statunitense Sarah Anderson avvertono che l'approvazione del trattato dell'Alca sarà "la perpetuazione della condizione di periferia del sistema emisferico e di totale subordinazione dei paesi e dei popoli agli interessi della potenza statunitense. Gli strumenti per fare questo includono l'annessione commerciale e produttiva, la dipendenza dai capitali stranieri attraverso l'indebitamento e la sottomissione militare". Se l'Alca è un pre-requisito indispensabile per la realizzazione del progetto unipolare del grande capitale nordamericano, il suo fallimento dovrà essere seguito dall'elaborazione di un altro progetto di integrazione che privilegi rapporti di parità e non di subordinazione. Il "No" all'Alca deve essere un "Si" per un area libera e a servizio della grande maggioranza con democrazia partecipativa, giustizia e uguaglianza sociale. Alla distruzione sistematica di memorie, classi, bio-regioni, nazioni e stati bisogna reagire con un costante ed ininterrotto lavoro di ricostruzione; attraverso un movimento emancipatorio che sappia rivendicare le proprie speranze e proporre un modello organizzativo della società e dell'economia volto a sradicare le cause della fame e della povertà, della disuguaglianza e dell'oppressione e a costruire un mondo in cui domineranno i valori come il rispetto dei diritti, giustizia, solidarietà, fratellanza e pace: non una riforma dell'Alca, ma "un altro trattato" tra paesi fratelli. SE I GRANDI HANNO PERSO LA PROPRIA VERGOGNA, I PICCOLI NON VOGLIONO PERDERE LA LORO DIGNITA ! La mobilitazione in Brasile promossa da forze sindacali, organizzazioni popolari e settori della chiesa - CNBB (conferenza nazionale dei vescovi brasiliani), MST (movimento dei lavoratori rurali senza terra), CUT (centrale unitaria dei lavoratori), CONTAG, PCdB (partito comunista del Brasile), UNE, Andes, Ubes, Cimi e CPT (commissione pastorale per la terra) - ha portato al plebiscito sull'Alca che si è svolto nella Settimana della Patria, dal primo al 7 settembre. I risultati parziali del plebiscito sono i seguenti: 10.149.542 schede votate, di cui 9.979.964 (93,33%) per il NO alla firma del trattato, 9.737.190 (95,94%) per il NO al proseguimento nelle trattative del Brasile, 10.006.740 (98,59%) per il NO della cessione della base militare di Alcantara agli Usa. Gdl Osservatorio Verde sulla Globalizzazione Fonti e Link: http://www.citizen.org/trade/nafta/index.cfm http://www.citizen.org/trade/ftaa/index.cfm http://www.hrw.org/reports/2001/nafta/ http://www.citizen.org/trade/fasttrack/index.cfm http://movimientos.org/noalca/index.html.es http://www.accionecologica.org/textos/alertas/alca/ALCAPONES.pdf
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