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presentazione Domitila Barrios
- Subject: presentazione Domitila Barrios
- From: "Mercedes Frias" <friasml at supereva.it>
- Date: Tue, 8 Oct 2002 15:54:42 +0200
gente, vi allego una breve presentazione di Domitila Barrios de Chungara, una delle nostre ospiti all'incontro del 24-26/10. come avevo detto, lei si fermerà in Italia per un mese ed è disponibile a portare la sua esperienze, come contributo politico di confronto e analisi. se avete in mente organizzare qualche iniziativa, vi prego di farmelo al più presto, per poter organizzarci. a presto, mercedes Domitila Barrios de Chungara "El enemigo principal, ¿cuál es? ¿La dictadura militar? ¿La burguesía boliviana? ¿El imperialismo? No, compañeros. Yo quiero decirles estito: nuestro enemigo principal es el miedo. Lo tenemos adentro" Domitila nasce il 7 maggio 1937 a Siglo XX, un villaggio di minatori della Bolivia. Anche suo padre è minatore e Domitila è la primogenita di una numerosa famiglia. A 10 anni , dopo la morte della madre per parto, Domitila è costretta ad abbandonare la scuola per assistere le sorelle minori. L'amore e il matrimonio la legano ad un minatore: insieme avranno 11 figli, soltanto 7 dei quali riscono a sopravvivere. Le tremende condizioni di vita e di lavoro della miniera e del villaggio minerario spingono Domitila a fondare nel 1961 il Sindacato delle casalinghe, strumento di presa di coscienza delle donne, di sostegno alle lotte dei loro uomini minatori, di solidarietà collettiva. Nel 1967 la Bolivia è sotto dittatura militare e percorsa dalla guerriglia. L'esercito attacca il villaggio minerario di Siglo XX. Domitila protesta pubblicamente contro la sanguinosa repressione militare, è incarcerata insieme a molti minatori e viene selvaggiamente torturata, nonostante il suo avanzato stato di gravidanza. Nel 1975, soltanto la minaccia di uno sciopero dei minatori costringe il governo a lasciarla partire per Città del Messico, dove si svolge l'Anno Internazionale della Donna, organizzato dalle Nazioni Unite. Domitila sale alla tribuna e si presenta: "Sono la moglie di un minatore bolivianoŠ". Parla della vita reale, delle lotte per la dignità umana pagate sulla propria carne, della vita degli oppressi. Il suo parlare diretto e crudo mette in crisi i "discorsi" delle donne accademiche che sono la maggioranza in questa conferenza. Da questa esperienza nasce il libro-testimonianza "Si me permiten hablarŠ" (Siglo XXI Editores, 1977), tradotto in 15 lingue. In italiano esce nel settembre 1979, nell'Universale Economica Feltrinelli, con il titolo "Chiedo la parola". Nel 1977, contro la repressione del generale Banzer, che condanna al carcere e all'esilio migliaia di donne e uomini boliviani, Domitila e altre quattro donne "mineras", insieme ad i loro bambini, iniziano uno sciopero della fame dentro l'Arcivescovado di La Paz. Un sacerdote le segue e poi in pochissimi giorni l'esempio è seguito in tutta la Bolivia da migliaia e migliaia di altri gruppi. La resistenza non violenta dura 23 giorni e si conclude con l'occupazione di strade, piazze e palazzi da parte del popolo boliviano, che mette così fine alla dittatura militare. Nel 1980, mentre Domitila sta partecipando alla Conferenza Mondiale delle Donne a Copenaghen, in Bolivia tornano il terrore e la dittatura militare. Obbligata all'esilio, Domitila percorre l'Europa e l'America Latina denunciando le condizioni del proprio paese. Durante la sua permanenza in Europa riceve il titolo onorifico di partigiana in Italia. In Olanda viene nominata componente del "Tribunal Permanente Russell". "Tornata in Bolivia nel 1983, Domitila comprende che si vuole cancellare ogni memoria delle lotte popolari e decide che è necessario diffondere la storia di coloro che non sanno scrivere, di coloro la cui storia non è mai stata scritta.. Nasce così la "Escuela Movil de Educacíon Popular", e Domitila percorre con il suo gruppo tutto il paese, dovunque venga chiamata, per creare uno spazio di scambio di esperienze e di informazioni, per "dejar a las futuras generaciones la unica herencia válida: un pais libre, una sociedad justa". Nel 1985 Domitila pubblica "Aqui también Domitila" (Siglo XXI Editores), dove racconta la sua esperienza di esiliata. Negli anni successivi si trasferisce a Cochabamba dove continua a profondere le sue energie per la Escuela Movil. Nel 1997, l'8 di ottobre, si reca a Vallegrande a rendere omaggio al Che: "Lo han matado hace 30 años, pero vive porque hay más pobreza che antes. Mientras haya pobreza y miseria, la utopia del Che seguirá viva".
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