BOLIVIA: OPPOSIZIONE ACCUSA TELEVISIONE PUBBLICA DI CENSURA



fonte www.misna.org
Una polemica sorta attorno alle accuse di censura da parte della televisione
di Stato ha relegato in questi giorni in secondo piano il dibattito sulle
riforme costituzionali avviato per volere della maggioranza in seno al
Congresso di La Paz. Un gruppo di deputati del Movimento al socialismo
(Mas) - schieramento che fa capo all'ex candidato presidenziale e leader dei
'cocaleros' (produttori di coca) del Chapare, Evo Morales Ayma - ha accusato
l'esecutivo di aver silenziato il partito nel corso di una trasmissione
dedicata al dibattito sulla revisione della Carta nazionale. Il governo ha
replicato attraverso il capo di gabinetto, Carlos Sanchez, il quale ha
negato ogni responsabilità, sostenendo che "probabilmente si è trattato di
un errore". Sanchez ha peraltro annunciato sanzioni contro i responsabili,
nel caso in cui venga provata l'effettiva discriminazione di un
parlamentare. Ma le scuse non sono bastate al Mas che, assieme al Movimento
indigeno Pachacuti e a Nuova forza repubblicana, ha sollecitato per la
settimana prossima un pronunciamento della Camera dei deputati in merito. L'
incidente, come è stato definito dalla stampa locale, ha tra l'altro messo
in evidenza le difficoltà del governo a riunire i due terzi dei voti del
Congresso necessari a condurre in porto le riforme costituzionali. Se per l'
esecutivo del presidente Gonzalo Sanchez de Lozada si tratta di modifiche
che apriranno le porte ad una maggiore partecipazione degli elettori alla
vita politica boliviana, l'opposizione sostiene invece che è solo una
manovra volta a consolidare il modello economico neoliberale che vige nel
Paese andino ormai da 17 anni.

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