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Il volto paramilitare della Coca Cola
- Subject: Il volto paramilitare della Coca Cola
- From: Daniele Barbieri - Carta <pkdick at fastmail.it>
- Date: Wed, 17 Jul 2002 09:51:12 +0200
Il volto paramilitare della Coca Cola da "il manifesto" 15/07/02 I sindacalisti colombiani a Roma per la campagna di denuncia e boicottaggio contro la multinazionale Usa di MARINA ZENOBIO A un anno dal rinvio a giudizio della Coca Cola emesso dalla Corte suprema di Miami - con l''accusa di attività antisindacali in Colombia - il Sinaltrainal (l''organizzazione dei lavoratori dell''industria alimentare fondata nell''82) rilancia: boicottaggio contro la multinazionale e un processo pubblico popolare a livello internazionale. Anche se in un contesto di conflitto militare così violento come quello che caratterizza da decenni la Colombia, con l''arrivo alla presidenza della Repubblica del rappresentante dell''ultradestra Alvaro Uribe Vélez, la cui famiglia avrebbe avuto solidi rapporti col narcotraffico, è difficile pensare allo sviluppo di lotte sindacali. Ma il Sinaltrainal continua per la sua strada e ieri è arrivato in Italia uno dei suoi dirigenti, Edgar Paez, per presentare la campagna internazionale contro la Coca Cola: una serie di eventi-denuncia che si svolgeranno tra Belfast, Londra, Berlino, Madrid, Bruxelles, Amsterdam, Parigi, Zurigo e Berna (tutte le informazioni su: tmcrew.org\killamulti\cocacola). Prima ancora che sindacale, quella del Sinaltrainal e degli operai che in Colombia imbottigliano la bibita più bevuta del mondo è una lotta per la democrazia e ha significato denunciare lo stato quale ispiratore di una politica criminale che ha portato alla distruzione non solo del movimento sindacale ma dell''intero movimento sociale colombiano. Le loro sedi sono blindate, i leader sindacali devono girare armati o con le scorte dell''organizzazione; ma neppure questo è sufficiente a garantir loro la vita. La chiusura del processo di pace sancito dall''ex presidente Pastrana - con la rioccupazione manu militari della zona di distensione concessa alla guerriglia - è stato un pugno in faccia alla ricerca di una soluzione politica del conflitto. Per il Sinaltrainal, però, la cosa più grave è il cambiamento delle condizioni politiche, anche se non ritengono che ciò alteri radicalmente il processo di guerra in atto nel paese; il sindacato, infatti, ha da sempre dovuto lottare in una situazione di guerra e di forte persecuzione. Solo nell''ultimo decennio sono stati assassinati 4.000 lavoratori, molti dei quali militanti e dirigenti sindacali, 193 l''anno scorso, 65 in questo primo semestre, oltre ai 70 che risultano scomparsi. Il nemico principale restano i gruppi paramilitari, definiti dall''Human Rights Watch la «VI divisione dell''esercito regolare colombiano», ufficialmente composto da cinque divisioni, tante quante le regioni che occupa in termini geografici. Il patrocinio dei gruppi paramilitari non è stata però una prerogativa del solo governo; anche proprietari di aziende e di grandi gruppi economici nazionali li usano regolarmente per minacciare o attentare alla vita dei sindacalisti, o per distruggere le strutture dell''opposizione. E lo fanno, infine, le trasnazionali. Quella che, secondo il Sinaltrainal, più di altre ha minacciato permanentemente l''esistenza del sindacato in Colombia è stata proprio la Coca Coca. La denuncia per violazioni dei diritti umani parte da testimonianze raccolte nella fabbrica di imbottigliamento nella regione di Urabà. Qui venne assassinato Isidro Seguno, il primo a denunciare la presenza paramilitare all''interno della fabbrica, una presenza constante e minatoria che nei primi anni `90 costrinse gli operai a firmare lettere-moduli di rinuncia alla rappresentanza sindacale. Tutte le testimonianze e le prove giudiziarie sull''assassinio di Isidro e sulla condotta paramilitare adottata dall''impresa sono state presentate prima alla Procura colombiana - che ha fatto decadere le istruttorie per decorrenza di termini - e poi, l''estate scorsa, alla Corte suprema della Florida, che ha invece rinviato a giudizio la Coca Cola. Il Sinaltrainal però, pur soddisfatto di questo risultato unico nella storia della lotta sindacale colombiana, non lo ritiene sufficiente per arrivare a una condanna della trasnazionale nordamericana. I suoi leader hanno pensato così di lanciare una campagna di boicottaggio e di organizzare, a livello internazionale, un processo pubblico itinerante che toccherà il prossimo 22 luglio Atlanta (sede della casa madre della multinazionale). A Roma si manifesterà davanti l''ambasciata colombiana, il 10 ottobre a Bruxelles e il 5 dicembre, infine, a Bogotà. Nel corso degli incontri, cui sono invitati associazioni, ong, sindacati e partiti, verranno rese pubbliche le prove contro la Coca Cola, così che chiunque possa rendersi conto della rapporto tra la sua politica economico-amministrativa e la pratica di violazione dei diritti umani. La sfida è arrivare ad una condanna sociale dell''impresa multinazionale, prima ancora che in un procedimento giuridico vero e proprio.
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