repressione in ECUADOR. Fate circolare!



Comunicato stampa, 31 maggio 2002


ECUADOR: FUOCO SUI LAVORATORI IN SCIOPERO

400 uomini mascherati hanno sparato sugli scioperanti di alcune piantagioni
della Noboa, quarta multinazionale al mondo
del settore bananiero. Lo sciopero era iniziato a febbraio per chiedere
maggiori diritti e il riconoscimento del sindacato


Il 16 maggio 400 uomini mascherati e armati hanno assalito i lavoratori in
sciopero nelle piantagioni di Los Alamos, in Ecuador, dove si producono
banane per la multinazionale Noboa. Gli assalitori -alcuni arrivati a bordo
di veicoli della Noboa Company- hanno sparato su lavoratori, ferendone
alcuni. A uno dei più gravi è già stata amputata una gamba.

Lo sciopero, in realtà, è iniziato a febbraio coinvolgendo 1.400 persone di
sette aziende della zona di Los Alamos. Le richieste dei lavoratori:
straordinari pagati, centri medici all'interno della piantagione, salari
dignitosi, la possibilità di organizzarsi in sindacati. È proprio questo il
fronte più caldo: un gruppo di lavoratori ha costituito un sindacato e ne ha
richiesto la registrazione al ministero del Lavoro.
Come risposta alle agitazioni, 124 lavoratori tra i più attivi sono stati
licenziati e centinaia di lavoratori con contratti a termine - come
sottolinea lo Iuf, organizzazione sindacale internazionale (www.iuf.org) -
"non sono stati richiamati".
Lo sciopero di Los Alamos ha "contagiato" i lavoratori di un'altra
piantagione Noboa, la Hacienda Julia, dove sono stati 1.500 a incrociare le
braccia.

La tensione è salita con le settimane, fino agli episodi violenti dello
scorso 16 maggio. Per questo, diverse organizzazioni internazionali, come la
statunitense US-Leap, BananaLink (Gran Bretagna) e in Italia il Centro Nuovo
Modello di Sviluppo stanno organizzando una campagna su Noboa con invio di
lettere di pressione e solidarietà ai lavoratori e tentativi di
sensiblizzare il Congresso americano e l'Unione europea.
Anche l'organizzazione americana Human Rights Watch ha denunciato "i
licenziamenti illegali, le violenze e le intimidazioni" dei giorni scorsi
contro i lavoratori delle piantagioni ecuadoriane. E proprio Human Rights
Watch il 25 aprile aveva pubblicato Tainted Harvest: Child Labor and
Obstacles to Organizing on Ecuador's Banana Plantations, un rapporto di 114
pagine sulle precari e condizioni di vita e di lavoro dei braccianti delle
bananeras ecuadoriane.

Noboa è la più grande multinazionale bananiera ecuadoriana, e la quarta al
mondo. Il proprietario, Alvaro Noboa, fu sconfitto per un soffio alle
presidenziali del 1998 e non è da escludersi che si ripresenti per la
tornata elettorale di ottobre. Con un patrimonio di oltre un miliardo di
dollari è considerato l'uomo più ricco e più influente dell'Ecuador.
Le banane di Noboa sono vendute anche in Italia, con il marchio Bonita,
tramite due aziende, la Pacific Fruit e la Ecuadorian Line, con sede a Roma.

Per informazioni: Centro Nuovo Modello di Sviluppo, tel. 050-82.63.54,
e-mail coord at cnms.it