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Cile ed Unione Europea verso un'area di libero scambio
- Subject: Cile ed Unione Europea verso un'area di libero scambio
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Tue, 30 Apr 2002 12:37:00 +0200
Sottoscritto a Bruxelles un accordo di associazione economica. Settore ittico e denominazioni per gli alcolici i punti più controversi (News ITALIA PRESS) Santiago- Undici giorni di trattative: tanto è stato il tempo necessario perché l'Unione Europea ed il Cile potessero siglare un "Accordo di associazione economica, dialogo politico e cooperazione", atto formale definito dal Commissario europeo al commercio, Pascal Lamy, come un risultato "quasi senza precedenti per l'Unione". Sicuramente il pilastro intorno al quale ruota questo accordo, è quello del commercio: all'interno delle prime imprese sottoscritte si prevede fra l'altro la nascita di una zona di libero scambio fra l'Unione ed il Paese sud-americano. Di fatto, l'Unione ed il Cile liberalizzeranno in modo graduale (in via provvisoria è stato fissato un arco temporale di cinque anni) circa il 90% del proprio scambio commerciale, in aree fra l'altro particolarmente delicate quali ad esempio i servizi finanziari e gli investimenti. Dal Cile Giancarlo Lamio, Direttore dell'Ufficio ICE (Istituto per il Commercio Estero) spiega più nello specifico i contenuti principali dell' accordo: "Si tratta, e su questo penso che Lamy abbia perfettamente ragione, di un accordo assolutamente importante, che apre ottime prospettive tanto per il Cile quanto soprattutto per l'Unione Europea: in virtù del risultato delle trattative svolte a Bruxelles le imprese cilene potranno avere accesso al più grande mercato del mondo, quello europeo, che conta attualmente quasi 370 milioni di consumatori. Le cifre dell'interscambio commerciale sono poi testimoni del fatto che questo accordo arriva in un momento nel quale i rapporti commerciali fra i due Paesi hanno raggiunto uno stato di salute ottimo: le importazioni europee dal Cile si aggirano oggi su una cifra complessiva che supera i 5 miliardi di dollari, mentre l'Unione Europee esporta in Cile beni primari e di consumo per una cifra che si attesta sui 3 miliardi di dollari annui". L'accordo contiene però anche una serie di punti piuttosto controversi, due i principali: il primo è quello che riguarda l'impiego da parte delle imprese cilene di assumere come proprie le tradizionali denominazioni d'origine di vini e liquori europei, il secondo è quello che impone al Cile una maggior apertura del proprio comparto ittico, per permettere agli imprenditori europei, grazie alla creazione di joint-ventures, di investire in questo settore, uno dei più importanti dell'economia del paese sudamericano. "Sicuramente -prosegue il Direttore ICE di Santiago- il punto che riguarda la pesca e l'industria ittica più in generale, è quello maggiormente sensibile. Credo che l'accoglimento da parte del negoziatore cileno anche di questa richiesta dell'UE, sia stato valutato fattibile, giudicata sicuramente più importante la possibilità di accesso al mercato europeo per le merci cilene con dazi molto vicini a livello zero". Nello change the world before the world changes you because another world is possible www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm
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