ARGENTINA SOSPESA FRA TENSIONE SOCIALE E PRESSIONE INTERNAZIONALE



Dimessosi Lenicov, Duhalde teme per la pace sociale e cerca aiuti in Europa
con Lavagna

(News ITALIA PRESS) Buenos Aires - La crisi in Argentina vive un momento
delicato. Il rifiuto del Parlamento di approvare il plan bonex proposto dal
governo ha provocato le dimissioni del Ministro dell'economia Jorge Remes
Lenicov e messo in seria difficoltà il presidente Eduardo Duhalde impegnato
in una difficile opera di mediazione fra la situazione internazionale e la
crescente tensione sociale.
Enzo Rapisarda, membro della consulta regionale dell'emigrazione della
Calabria in Argentina, spiega: "La misura del Plan Bonex era l'ancora di
salvataggio per il governo perché avrebbe permesso di limitare la mancanza
di denaro in cambio di buoni emessi dallo stato. Il vero problema è che non
ci sono soldi nelle casse dello stato e adesso Duhalde ha detto di temere
che la pace sociale sia a rischio. Per questo, dopo le dimissioni di
Lenicov, sta rivedendo l'intera strategia del governo e cercando di capire
su quali forze può contare".
Rafael Repetto, italo argentino tornato da poco in Piemonte, aggiunge che:
"In questo momento Duhalde sta cercando di trovare un accordo con i tre
governatori delle province più grosse del paese (Buenos Aires, Cordoba e
Santa Fe) per rimanere in carica fino a settembre del 2003 quando scadrà il
mandato e si potrà andare alle elezioni. Fra questi tre l'appoggio più
importante dovrebbe venirgli da Carlos Reutemann, governatore di Santa Fè,
fautore di una politica moderata e, per questo, suo successore ideale se si
voterà fra un anno. A Cordoba invece comanda un peronista, Juan Josè De
laSota, che pur essendo dello stesso partito del presidente vorrebbe andare
alle elezioni subito, mentre invece il peso del governatore di Buenos Aires
è minimo".
Non si sa ancora chi succederà a Lenicov, ma fra i tre possibili sostituti
che le voci di palazzo accreditano c'è anche l'ambasciatore italoargentino
presso l'Unione Europea, Roberto Lavagna. "Quello che sta succedendo ora in
Argentina - spiega Lavagna da Bruxelles - è la conseguenza diretta della
chiusura delle banche. La discussione in corso nel governo riguarda la
riapertura del mercato finanziario e la ripresa delle attività produttive,
ma la grande sfida è di come equilibrare la tensione sociale con la
situazione internazionale. La mia nomina? Deciderà Duhalde, in ogni caso è
auspicabile una presenza tecnica per risolvere questa situazione". La nomina
di Lavagna al Ministero avrebbe il preciso scopo di garantire gli
investitori stranieri rappresentati dal Fondo Monetario Internazionale e
dall'UE. Rapisarda infatti sottolinea ancora come: "In questo momento l'
Argentina si senta davvero orfana dell'Europa, perché i paesi che hanno
molti dei loro cittadini in Argentina, non sono nemmeno nostri
interlocutori, tacciono". Una situazione, questa che viene confermata anche
da Giovanni Luigi Lo Surdo analista politico italiano residente da tempo in
Argentina: "Per uscire dalla crisi economica si sta studiando la possibilità
di ricorrere alla "dollarizzazione" del sistema economico, ovvero la
sostituzione del pesos con il dollaro come moneta nazionale. A sostenerla in
particolare è l'ex-presidente Menem per poterne assumere la paternità. Ma la
dollarizzazione introdurrebbe anche un nuovo sistema di parificazione fra
dollaro e pesos che però non risolverebbe il problema di fondo che è ancora
più grave: da anni infatti non esiste più il sistema economico argentino. La
situazione non riguarda soltanto il vuoto lasciato dalle dimissioni del
ministro dell'economia, ma la legittimità stessa del governo che è scarsa
molto scarsa e allora questi politici non vogliono andarsene. Per Duhalde
arrivare fino al 2003 rappresenterebbe una vittoria politica su Menem, anche
se questo esiste solo come personaggio per l'estero, perché i giornali
italiani gli danno spazio. In Argentina nessuno lo voterebbe più. E'
arrivato stamane un comunicato di Dhualde in cui si può leggere uno stato di
pre-allerta della pace sociale e per questo il presidente ha deciso di
rimettere in discussione la strategia governativa. Tuttavia la guerra civile
adesso non ci può essere perché non ci sono due opponenti che litigano per
un territorio, ma la proposta americana di avere la Patagonia in cambio dell
'azzeramento del debito rischia di essere semplicistica e fuorviante. Gli
Americani non vogliono la Patagonia fisicamente, loro vorrebbero mettere lì
una base militare che già c'è, ma che dovrebbe diventare anche di
"osservazione". Non è un problema di occupazione del territorio. La
questione argentina è complessa perché uno è l'aspetto politico, storico e
culturale, poi c'è la questione economica e infine c'è il ruolo dell'Europa
per noi. Il problema non è chi sarà il nuovo ministro dell'economia, ma è
che deve andarsene via il governo e quelli che lo compongono non ne vogliono
sapere, non se ne vogliono andare. Se cambi il ministro dell'economia per
adottare una misura diversa non risolvi niente, il problema politico è più
profondo e questa classe politica vuole rimanere ancora al governo mentre la
gente ogni giorno che passa ha la volontà di farli fuori. Il problema è lì e
scoppierà senz'altro e cambierà questo paese, ma non si può vederla come
guerra civile, si può vederla come uno stato di anarchia che è ancora
peggiore. In ogni caso qui è tutto una grande confusione, non so nemmeno se
riesco ad entrare alla Camera, perché qui picchiano". La drammatica
situazione viene confermata anche da Gaetano Cario editore italo argentino e
membro Cgie: "E' tutta la settimana che le banche sono chiuse. Attualmente
il governo vuole impedire che i cittadini riescano ad ottenere dalla
magistratura la restituzione dei depositi presenti nelle banche e questo ai
cittadini non piace. Per tutta la notte si sono svolte davanti al congresso
manifestazioni di protesta e a polizia ha circondato il palazzo bloccando al
suo interno anche i parlamentari. A questa situazione, al momento, non c'è
reazione perché il presidente è impegnato con i governatori a cercare il
sostituto di Lenicov. Per il resto le pensioni non si pagano, non c'è l'
assistenza ai pensionati, oggi il dollaro ha subito una svalutazione del
350% e non si sa cosa succederà domani".

/News ITALIA PRESS

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