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ARGENTINA SOSPESA FRA TENSIONE SOCIALE E PRESSIONE INTERNAZIONALE
- Subject: ARGENTINA SOSPESA FRA TENSIONE SOCIALE E PRESSIONE INTERNAZIONALE
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Thu, 25 Apr 2002 18:19:22 +0200
Dimessosi Lenicov, Duhalde teme per la pace sociale e cerca aiuti in Europa con Lavagna (News ITALIA PRESS) Buenos Aires - La crisi in Argentina vive un momento delicato. Il rifiuto del Parlamento di approvare il plan bonex proposto dal governo ha provocato le dimissioni del Ministro dell'economia Jorge Remes Lenicov e messo in seria difficoltà il presidente Eduardo Duhalde impegnato in una difficile opera di mediazione fra la situazione internazionale e la crescente tensione sociale. Enzo Rapisarda, membro della consulta regionale dell'emigrazione della Calabria in Argentina, spiega: "La misura del Plan Bonex era l'ancora di salvataggio per il governo perché avrebbe permesso di limitare la mancanza di denaro in cambio di buoni emessi dallo stato. Il vero problema è che non ci sono soldi nelle casse dello stato e adesso Duhalde ha detto di temere che la pace sociale sia a rischio. Per questo, dopo le dimissioni di Lenicov, sta rivedendo l'intera strategia del governo e cercando di capire su quali forze può contare". Rafael Repetto, italo argentino tornato da poco in Piemonte, aggiunge che: "In questo momento Duhalde sta cercando di trovare un accordo con i tre governatori delle province più grosse del paese (Buenos Aires, Cordoba e Santa Fe) per rimanere in carica fino a settembre del 2003 quando scadrà il mandato e si potrà andare alle elezioni. Fra questi tre l'appoggio più importante dovrebbe venirgli da Carlos Reutemann, governatore di Santa Fè, fautore di una politica moderata e, per questo, suo successore ideale se si voterà fra un anno. A Cordoba invece comanda un peronista, Juan Josè De laSota, che pur essendo dello stesso partito del presidente vorrebbe andare alle elezioni subito, mentre invece il peso del governatore di Buenos Aires è minimo". Non si sa ancora chi succederà a Lenicov, ma fra i tre possibili sostituti che le voci di palazzo accreditano c'è anche l'ambasciatore italoargentino presso l'Unione Europea, Roberto Lavagna. "Quello che sta succedendo ora in Argentina - spiega Lavagna da Bruxelles - è la conseguenza diretta della chiusura delle banche. La discussione in corso nel governo riguarda la riapertura del mercato finanziario e la ripresa delle attività produttive, ma la grande sfida è di come equilibrare la tensione sociale con la situazione internazionale. La mia nomina? Deciderà Duhalde, in ogni caso è auspicabile una presenza tecnica per risolvere questa situazione". La nomina di Lavagna al Ministero avrebbe il preciso scopo di garantire gli investitori stranieri rappresentati dal Fondo Monetario Internazionale e dall'UE. Rapisarda infatti sottolinea ancora come: "In questo momento l' Argentina si senta davvero orfana dell'Europa, perché i paesi che hanno molti dei loro cittadini in Argentina, non sono nemmeno nostri interlocutori, tacciono". Una situazione, questa che viene confermata anche da Giovanni Luigi Lo Surdo analista politico italiano residente da tempo in Argentina: "Per uscire dalla crisi economica si sta studiando la possibilità di ricorrere alla "dollarizzazione" del sistema economico, ovvero la sostituzione del pesos con il dollaro come moneta nazionale. A sostenerla in particolare è l'ex-presidente Menem per poterne assumere la paternità. Ma la dollarizzazione introdurrebbe anche un nuovo sistema di parificazione fra dollaro e pesos che però non risolverebbe il problema di fondo che è ancora più grave: da anni infatti non esiste più il sistema economico argentino. La situazione non riguarda soltanto il vuoto lasciato dalle dimissioni del ministro dell'economia, ma la legittimità stessa del governo che è scarsa molto scarsa e allora questi politici non vogliono andarsene. Per Duhalde arrivare fino al 2003 rappresenterebbe una vittoria politica su Menem, anche se questo esiste solo come personaggio per l'estero, perché i giornali italiani gli danno spazio. In Argentina nessuno lo voterebbe più. E' arrivato stamane un comunicato di Dhualde in cui si può leggere uno stato di pre-allerta della pace sociale e per questo il presidente ha deciso di rimettere in discussione la strategia governativa. Tuttavia la guerra civile adesso non ci può essere perché non ci sono due opponenti che litigano per un territorio, ma la proposta americana di avere la Patagonia in cambio dell 'azzeramento del debito rischia di essere semplicistica e fuorviante. Gli Americani non vogliono la Patagonia fisicamente, loro vorrebbero mettere lì una base militare che già c'è, ma che dovrebbe diventare anche di "osservazione". Non è un problema di occupazione del territorio. La questione argentina è complessa perché uno è l'aspetto politico, storico e culturale, poi c'è la questione economica e infine c'è il ruolo dell'Europa per noi. Il problema non è chi sarà il nuovo ministro dell'economia, ma è che deve andarsene via il governo e quelli che lo compongono non ne vogliono sapere, non se ne vogliono andare. Se cambi il ministro dell'economia per adottare una misura diversa non risolvi niente, il problema politico è più profondo e questa classe politica vuole rimanere ancora al governo mentre la gente ogni giorno che passa ha la volontà di farli fuori. Il problema è lì e scoppierà senz'altro e cambierà questo paese, ma non si può vederla come guerra civile, si può vederla come uno stato di anarchia che è ancora peggiore. In ogni caso qui è tutto una grande confusione, non so nemmeno se riesco ad entrare alla Camera, perché qui picchiano". La drammatica situazione viene confermata anche da Gaetano Cario editore italo argentino e membro Cgie: "E' tutta la settimana che le banche sono chiuse. Attualmente il governo vuole impedire che i cittadini riescano ad ottenere dalla magistratura la restituzione dei depositi presenti nelle banche e questo ai cittadini non piace. Per tutta la notte si sono svolte davanti al congresso manifestazioni di protesta e a polizia ha circondato il palazzo bloccando al suo interno anche i parlamentari. A questa situazione, al momento, non c'è reazione perché il presidente è impegnato con i governatori a cercare il sostituto di Lenicov. Per il resto le pensioni non si pagano, non c'è l' assistenza ai pensionati, oggi il dollaro ha subito una svalutazione del 350% e non si sa cosa succederà domani". /News ITALIA PRESS Nello change the world before the world changes you because another world is possible www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm
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