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VERTICE-LAMPO CON I PRESIDENTI DEI PAESI ANDINI
- Subject: VERTICE-LAMPO CON I PRESIDENTI DEI PAESI ANDINI
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Sun, 24 Mar 2002 16:16:30 +0100
GUIDO PICCOLI (Il Mattino) Tra Monterrey a San Salvador, Bush ha scelto di fermarsi solo poche ore a Lima. Quella nella capitale peruviana, in completo stato d'assedio (7.000 poliziotti mobilitati, divieto di sorvolo della capitale, divieto di manifestazione), è certamente la tappa più difficile del suo rapido giro latinoamericano. Non tanto per la tensione generata dal sanguinoso attentato di mercoledì scorso nei pressi dell'ambasciata americana (9 i morti), del quale è ancora sconosciuta la matrice, ma per la grande instabilità della regione andina. Dopo l'11 settembre, la Casa Bianca è costretta a rafforzare il controllo sul continente americano «per non ripetere l'errore di Annibale che lasciò scoperta Cartagine per attaccare Roma», come ha affermato giorni fa il portavoce del Dipartimento di Stato, Phillip Reeker. La zona che va dal canale di Panama fino alla foresta amazzonica è ricca, come poche altre al mondo, di tre risorse strategiche - petrolio, acqua e biodiversità - ma è anche minacciata dal contagio della guerra civile colombiana. A Lima - al «minivertice» andino con i massimi rappresentanti di Perù, Bolivia, Ecuador e Colombia - Bush ha portato l'assicurazione di non avere intenzione di spedire i marines a impantanarsi in quel conflitto, ma ha anche esposto la volontà di costruire altre basi militari, come quelle esistenti a Manta in Ecuador, a mezz'ora di volo dalle zone d'influenza dei guerriglieri delle Farc colombiane e a Iquitos in Perù, sul rio delle Amazzoni. Proprio in questi giorni, il Congresso statunitense ha deciso di autorizzare la Casa Bianca a utilizzare, contro il cosiddetto terrorismo locale, tutti i mezzi e gli uomini finora destinati alla sola lotta al narcotraffico. Pochi si sono opposti a questa svolta storica. Tra questi, il deputato democratico, Ike Skelton, che ha ricordato che «l'aiuto militare fornito fino ad oggi non ha posto fine alla guerra civile colombiana, né ha contribuito alla stabilità della regione e neppure alla riduzione del narcotraffico». La proposta di Bush trova tiepidi i presidenti andini, tranne quello colombiano, Andrés Pastrana, convertitosi, a pochi mesi dalla scadenza del suo mandato, alla linea dura contro la guerriglia. Nonostante le scontate e formali adesioni alla strategia statunitense, i governi locali temono di farsi coinvolgere militarmente nel conflitto colombiano e non sembrano entusiasti di aderire all'Area di Libero Commercio delle Americhe (Alca), prevista per il 2005. Anche dopo il vertice di Lima, ogni paese andino rischia di procedere a velocità diverse sulle strada dell'Alca. La Colombia è alle prese con una guerra civile paralizzante. La Bolivia deve fare i conti con una popolazione indigena mobilitata contro le privatizzazioni e la politica di fumigazioni aeree delle coltivazioni di coca. L'Ecuador e il Perù sono stati costretti a porre in stato d'emergenza le loro regioni settentrionali: per impedire le incursioni dei guerriglieri colombiani, ma anche per proteggere le compagnie petrolifere presenti in zona. Ma il protagonista del vertice di Lima è, paradossalmente, il suo grande assente, e cioè il Venezuela. L'ultima proposta del suo presidente Hugo Chavez, e cioè il tentativo di creare un asse anti-Alca, insieme col Brasile, segue di pochi mesi la firma di un accordo di cooperazione tra le compagnie petrolifere statali dei due Paesi, che ha profondamente irritato la Casa Bianca. Alla vigilia della partenza per Lima, Bush ha fatto di tutto per snobbare Chavez, limitandosi a dire che «quell'uomo è stato eletto dalla gente, noi rispettiamo la democrazia, e speriamo che la rispetti anche lui». Ma è chiaro che le posizioni del presidente venezuelano disturbano i progetti degli Stati Uniti in quello che continuano a considerare il loro «cortile di casa» molto di più dei ribelli nascosti nelle foreste colombiane o di qualunque altro presunto terrorista. Nello change the world before the world changes you because another world is possible www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm
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