La speranza del microcredito in Argentina



(www.unimondo.it)
 Si chiamerà Fima, Fondo italiano per la microfinanza in Argentina, l'ente
finanziario di diritto argentino che andrà ad investire sulle microimprese,
sui più poveri e sulle comunità locali del paese sudamericano colpito dal
crollo economico. Promosso da Microfinanza srl, all'interno dell'appello con
Sdebitarsi, il progetto ha trovato sostegno nel mondo del commercio equo e
solidale e della finanza etica ma anche tra le Associazioni degli emigrati
italiani - "Trentini nel mondo". L'Argentina ha vissuto negli ultimi anni
una privatizzazione selvaggia e la parificazione della moneta locale al
dollaro introdotte da economisti come Domingo Cavallo, legati alla passata
dittatura militare, ha messo in ginocchio il paese. Tutto veniva importato e
le esportazioni di carne, grano e altri prodotti agricoli erano ridotte ai
minimi storici. La disoccupazione è passata nell'ultimo anno dal 4% all'26%,
e con un altro 20% di precariato strutturale. In un sistema bancario
largamente dominato da gruppi esteri, l'istituto con la maggiore quota di
crediti problematici è la Banca Nazionale del Lavoro, controllata locale
della Bnl italiana. A novembre il volume di impieghi di Bnl era pari a 2,2
miliardi di pesos, che diventano 2,9 miliardi con i crediti di firma, cioè
le garanzie concesse. La Fiat, peraltro, con la sua società finanziaria
argentina, vede 260 milioni di pesos investiti, con ben il 58,7% dei
prestiti a rischio e il 37,7% già considerato irrecuperabile. Oggi, 28
febbraio si terrà un incontro pubblico a Bologna con un rappresentante del
movimento argentino dei Cacerolazos




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