Fw: FARC-EP: COMUNICATO PUBBLICO, 1marzo2002



 
FARC-EP: COMUNICATO ALL'OPINIONE PUBBLICA, 1 marzo del 2002

I portavoce delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia-Esercito
del Popolo, FARC-EP, informano che:

1. Il mese di febbraio è finito con la dichiarazione di guerra del
Presidente Pastrana, che ha messo fine ai dialoghi con le FARC-EP
dando inizio ad una nuova fase di violenza statale nella vita
politica nazionale, che nessuno sa dove potrà portare.

2. La decisione presidenziale è stata presa al fine di soddisfare gli
interessi e le esigenze della casta politicante liberal-
conservatrice, delle confederazioni economiche, del paramilitarismo
sotto la direzione di un settore degli alti comandi militari e della
polizia, dei grandi mezzi di comunicazione e dell'ambasciata
nordamericana.

3. Sull'area dei cinque Municipi sono state scaricate centinaia di
bombe, ognuna delle quali con 250 o 500 kg di esplosivo, che hanno
causato incendi forestali, la distruzione di strade, ponti, edifici
comunali e case di contadini, la morte di tre civili, due dei quali
bambini, ed il ferimento di quattro, tra i quali una signora incinta.
Tutto ciò è una chiara espressione del terrorismo di Stato, che si
dirige contro la popolazione e le infrastrutture al servizio delle
comunità salvo poi criticare l'insorgenza per le sue azioni come
risposta alla violenza statale.

4. Data la rottura unilaterale del processo da parte del Presidente
Pastrana, le FARC-EP non riconoscono nessuna autorità che rappresenti
lo Stato nei suddetti cinque Municipi, e in tutto il territorio
nazionale.

5. Abbiamo ascoltato le dichiarazioni dei candidati alla presidenza
Serpa Uribe, Juan Camilo Restrepo, Uribe Vélez e Noemí Sanín quali
predicatori della guerra camuffati con un discorso di pace, mentre
salutavano, togliendosi il cappello, la decisione presidenziale di
porre fine al processo, e parlavano di imporre condizioni
all'insorgenza per ricominciare le conversazioni con il prossimo
governo.

6. Le proposte, fatte dai candidati, di porre condizioni
all'insorgenza esigendo da questa gesti unilaterali, ripropongono la
formula che ha portato il Presidente Pastrana a rompere i dialoghi,
senza menzionare assolutamente la necessità di cambiamenti che
beneficino il popolo sul piano economico, politico, sociale e della
difesa della sovranità nazionale.
I candidati del bipartitismo liberal-conservatore non sono
l'alternativa, poiché offrono la stessa cosa di sempre. Questo è il
motivo per cui chiamiamo a non votare per loro, né per alcuno degli
aspiranti alla Camera dei Rappresentanti e al Senato della Repubblica
in tutto il Paese, in quanto nessuno di loro legislerebbe in favore
degli interessi del popolo, e se qualcuno pretendesse di farlo
sarebbe assassinato, come dimostra la storia recente dell'Unione
Patriottica.

7. I politicanti di sempre, capeggiati dal Presidente, hanno visitato
con fini elettorali San Vicente del Caguán tre giorni dopo la
rottura, offrendo di risolvere problemi e di costruire opere
pubbliche che non hanno saputo realizzare in tre anni e mezzo di
governo.

8. Oltre alla comitiva presidenziale, si è aggiunta nel Caguán la
presenza di militari statunitensi, in modo tale che non ci fossero
dubbi su chi da gli ordini che Pastrana esegue in modo sottomesso
nell'attuazione dell'antipatriottico Plan Colombia.

9. Ad otto giorni dalla rottura del processo, è chiaro che il popolo
colombiano non vuole la guerra. La guerra è sempre stata imposta
dall'alto dall'oligarchia liberal-conservatrice, come forma di
perpetuare i suoi privilegi di classe, assicurare le misure
economiche che favoriscono i ricchi ed accrescere i profitti del
complesso industriale militare, mentre sommergono nella miseria 33
milioni di compatriotti.

10. Chiamiamo il popolo colombiano a continuare la lotta in modo
organizzato per conquistare la pace con giustizia sociale e la piena
sovranità, cosa che proponiamo nella Piattaforma per un Governo di
Ricostruzione e Riconciliazione Nazionale.



Montagne della Colombia, 1 marzo del 2002

Raúl Reyes
Joaquín Gómez
Carlos Antonio Lozada
Simón Trinidad
Andrés París