Nicaragua: effetti socioambientali delle politiche neoliberiste del FMI



Nel 1994, per far fronte alla crescente disoccupazione, all'economia in
declino e all'enorme debito, il Nicaragua ha ricevuto dal Fondo Monetario
Internazionale (FMI) un prestito. Lo scopo del prestito era aumentare la
produzione e le esportazioni di risorse ittiche, agricole e forestali. Il
Nicaragua doveva anche ridurre il deficit nel settore pubblico, licenziare i
dipendenti statali, e ridurre l'inflazione tagliando i crediti. Come
conseguenza del programma neoliberista del FMI, il settore forestale, che
nel '94 contribuiva all'1.5% del Pil, nel '97 e' arrivato al 3.2% del Pil; e
nonostante gli sforzi per ridurre la deforestazione, il Nicaragua perde
150,000 ettari di foreste all'anno. Cotinuando a tale ritmo, le foreste
produttive scompariranno nel giro di 10-15 anni. Nel 1997 il FMI ha chiesto
che i fondi destinati al Ministero dell'ambiente venissero tagliati del 26%.
Le foreste furono messe ulteriormente a rischio quando, come richiesto dal
programma di Aggiustamento Strutturale (SAP) del FMI, il governo taglio' del
62% i crediti nel settore agricolo: cio' spinse i piccoli e medi agricoltori
a tagliare foreste per dar spazio ai raccolti di sussistenza. Nel 1998, i
danni causati dall'uragano Mitch furono peggiorati dalla deforestazione che
aveva lasciato il territorio vulnerabile all'erosione: i risultati furono
inondazioni disastrose che causarono danni di milioni dollari e 6,000
vittime, oltre alla distruzione del 68% delle strade. Di fronte alla
pressione internazionale, il FMI promise tagli del debito estero, in cambio
il governo del Nicaragua doveva accettare la continuazione del programma di
aggiustamento (SAP), che consisteva nell'ulteriore licenziamento dei
dipendenti statali e la riduzione della spesa pubblica. Nel 1999 la Banca
Mondiale approvo' il finanziamento parziale di un programma che prevedeva la
riforestazione delle aree colpite da Mitch, e lo sfruttamento sostenibile
delle foreste. Ma la mancanza di personale statale e di istituzioni in grado
di occuparsi dell'attuazione del piano rendono dubbio il successo del
progetto. Attualmente il governo non ha neanche le risorse necessarie per
attuare il divieto sulle esportazioni di mogano. Tutto cio' dimostra che le
politiche di breve termine del FMI rendono impossibile la stabilita' di
lungo termine per raggiungere lo sviluppo sostenibile.
Fonte: FoE Int.;





Nello

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