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Venezuela: colonnello protesta, la tv fa il resto
- Subject: Venezuela: colonnello protesta, la tv fa il resto
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Fri, 15 Feb 2002 01:40:37 +0100
dal giornale italovenzuelano Pagina Un colonnello dell'aviazione chiede pubblicamente le dimissioni di Chavez. Pressioni sul Bolivar: tra giovedì e venerdì la banca centrale brucia a sostegno della moneta, 250 milioni di dollari in riserve. Il colonnello della aviazione venezuelana Pedro Soto (foto) è stato protagonista giovedì scorso a Caracas di una eclatante azione di protesta contro il Governo del Presidente Hugo Chavez, del quale, a sorpresa, ha richiesto pubblicamente le dimissioni . Il colonnello Soto, fino ad oggi sconosciuto ai più, è noto invece negli ambienti militari e politici per alcune oscure vicende delle quali sarebbe stato protagonista nel periodo della presidenza Perez e della successiva reggenza Velasquez. Sarebbe stato proprio il colonnello a passare all'inconsapevole presidente Velasquez l'atto di amnistia grazie al quale nel 1993 fu scarcerato e posto in libertà un pericoloso narcotrafficante di origine colombiana, caso che fu ripreso ampiamente dalla stampa locale ed internazionale e causò scandalo nell'opinione pubblica venezuelana. Soto inoltre secondo i suoi detrattori, sarebbe stato spinto ad uscire allo scoperto dalla forte insoddisfazione personale causatagli dalla mancata promozione al grado di Generale. L'azione di protesta di Soto non ha ricevuto al momento alcun appoggio da parte delle Forze armate, se si eccettua la manifestazione di solidarietà anch'essa isolata di un Capitano dell'esercito. I due militari nella stessa serata di giovedì hanno raggiunto una delle piazze più note di Caracas dove hanno improvvisato un meeting al quale hanno partecipato alcune centinaia di oppositori del presidente Chavez. Di qui in corteo alcune decine di manifestanti si sono recati alla residenza presidenziale della Casona dove hanno inscenato una protesta a base di casseruole. La grandissima eco che questi eventi hanno avuto sulla stampa e soprattutto sulle televisioni nazionali, protagoniste negli ultimi mesi di un confronto - scontro assai aspro con il presidente Chavez, ha fatto si che prendesse piede tra la popolazione un senso di forte preoccupazione ed incertezza, che tuttavia non ha trovato riscontro e giustificazione nelle reale portata di quanto stava accadendo a Caracas. Le conferenze stampa immediatamente indette dai Ministri della difesa e degli interni, e l'informazioni diffuse dalla televisione pubblica, hanno potuto contrastare solo parzialmente l'allarme diffuso dai mezzi di comunicazione di massa di più ampio ascolto. Solo nelle due giornate di Giovedì e venerdì a seguito dei rumori susseguitisi alle dichiarazioni di Soto, la Banca centrale del Venezuela è dovuta ricorrere alla vendita di almeno 250 milioni di dollari delle proprie riserve per contrarrestare le pressioni sul Bolivar scatenate da una pressante richiesta di valuta nordamericana. Sul piano politico vi è da segnalare come le principali reti televisive nazionali sempre di più stiano assumendo nel paese il ruolo che dovrebbe appartenere alla opposizione parlamentare, ai partiti politici, alle organizzazioni sociali. Oggi in Venezuela radio, tv e stampa convocano manifestazioni, scelgono e fanno sorgere nuovi lider politici, danno vita a campagne in favore o contro determinati personaggi della vita pubblica locale. Ciò tuttavia non basta a spiegare lo stato di scontro costante e continuato che si respira nel paese, non tanto e non solo nelle strade di Caracas. Qui grandi manifestazioni si sono avute di recente sia a favore che contro il Governo, ma solo come riflesso dell'acuirsi dello scontro tra presidente della Repubblica e poteri forti, rappresentati dai mass media appunto, dai grandi proprietari, dalle grandi corporazioni monopoliste, da settori della chiesa, forse in parte anche dall'esercito, dalla vecchia classe politica, e da una parte della burocrazia dello stato, colpite duramente da una serie di leggi, anche di recente approvazione, che ne minano gli interessi costituiti (si tratta del pacchetto legislativo scaturito dalla cosiddetta ley habilitante che attribuisce al governo la facoltà di introdurre disegni di legge e decreti su determinate e limitate questioni). A questi soggetti si somma certo malcontento da parte di alcuni settori della popolazione che non approvano la gradualità delle riforme Chaviste, la cui portata ed efficacia, a fronte della grave situazione socio economica incontrata da questo Governo nel 1999, non possono che avere orizzonti pluriennali. E tuttavia non si può dire che nel frattempo importanti indicatori economici e sociali non siano migliorati consistentemente: alte riserve valutarie, prezzo del petrolio sostenuto (grazie anche ad una politica mirata di consolidamento, portata avanti non solo in sede Opec), inflazione al punto più basso da molti anni, moneta stabile (almeno fino a Soto) aumento consistente della scolarizzazione e dell'investimento in tecnologie informatiche per la scuola, miglioramento degli indici di criminalità, rinnovamento del parco automotore nazionale, ripresa del settore della costruzione e delle grandi opere infrastrutturali, soprattutto con il piano di trasporti su ferro inaugurato due anni fa, ecc.. Ma miglioramenti sostanziali si sono avuti anche sul piano del rispetto dei diritti umani fondamentali e delle libertà della persona, fatto questo riconosciuto anche dalle principali organizzazioni internazionali . Oggi pochi credono seriamente che Soto sia in grado di agglomerare intorno a se un movimento oppositore coerente e propositivo. Di fatto al momento proposte alternative a quella Chavista non se ne vedono, mentre di pari passo si inasprisce la polemica distruttiva che ha creato guasti e ferite non facilmente rimarginabili. Aldilà di certi atteggiamenti discutibili, soprattutto legati alla vernice ideologica della quale ama rivestire i suoi programmi, Chavez è e rimane in sostanza un lider nazionalista, inattaccabile sotto il profilo morale e della onestà personale, ma anche un ex militare di grande arguzia tattica. Il suo lungo silenzio dopo la vicenda Soto, non ancora rotto, fa pensare che si stia preparando a spiazzare i suoi avversari con qualche movimento a sorpresa. D'altra parte Chavez non era intervenuto nemmeno la settimana scorsa dopo l'intervento del sottosegretario di Stato statunitense Powell di fronte alla commissione esteri del congresso nordamericano, nel quale aveva criticato l'atteggiamento, ritenuto ambiguo, del Governo venezuelano nei confronti della guerriglia colombiana. Certamente la frizione tra poteri ed interessi forti e governo non potrà continuare a lungo, ma non sappiamo se e come Chavez potrà o vorrà trovare una via di conciliazione. In verità il tempo a disposizione non sembra molto e gli spazi di manovra vanno di giorno in giorno riducendosi. benché manchino ancora almeno sei anni alla scadenza naturale del mandato presidenziale ed il consenso al governo, benchè corroso, rimanga consistente. Nello change the world before the world changes you www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm
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