Vista da vicino, la berluschina brasiliana è di plastica



Da Godofredo Viana (stato del Maranhão, Nord-est del Brasile) Gennaro
Carotenuto.

E´ giovane e sarebbe la prima donna presidente del più importante stato
latinoamericano. E´ telegenica ed ha l´esperienza di sei anni come
governatrice del Maranhão. Si considera la Margaret Thatcher brasiliana ed
ha alle spalle uno dei gruppi televisivi più forti al mondo, Globo, della
famiglia Marinho, che già creò dal nulla la presidenza di Fernando Collor de
Mello, poi affondata nella corruzione. E´ Roseana Sarney, ed a undici mesi
dalle elezioni presidenziali, è la candidata conservatrice meglio piazzata
tra quanti si contendono la nomina per sfidare Luiz Inácio Lula da Silva,
praticamente sicuro candidato del PT, il partito dei lavoratori, in testa a
tutti i sondaggi. La candidatura sembra costruita ad arte. 48 anni, figlia
dell´ex presidente José Sarney, colluso con la dittatura e da sempre padrone
del Maranhão, è membro del Partito del Fronte Liberale, che governa il
Brasile in coalizione con il Partito Socialdemocratico dell´attuale
presidente, Fernando Henrique Cardoso. Nel corso del 2000 viene definita da
Rede Globo, senza fornire motivo apparente, come la miglior governatrice
dell´intera federazione. Fino al novembre scorso staziona intorno al 7%
nelle inchieste. Ma basta una miliardaria campagna pubblicitaria
dell´onnipresente Rede Globo perché Roseana si trasformi in un fenomeno di
massa. In dicembre è già al 19% e supera tutti i candidati delle destre.
Adesso é al 24% ed anche se dimostra qualche segno di stanchezza, secondo
DataFolha, è l´unica in grado di battere in un ballottaggio Lula. Ma nelle
strade del feudo della famiglia Sarney, governato da sei anni da Roseana in
prima persona, le cose appaiono ben diverse. Un dato è inequivocabile e
condanna l´attuale governatrice. Il Maranhão è al primo posto per malaria,
lebbra ed analfabetismo ed ha la maggior percentuale di popolazione rurale
del paese. Negli ultimi sei anni lo stato è passato dal terzo al primo posto
come indice di povertà nel paese intero, sorpassato anche dal Piauí e
dall´Acre, tradizionalmente ultimi in tutte le graduatorie. Il 62,37% della
popolazione vive al di sotto della linea di povertà. Ed è una linea di
povertà bassissima, posta ad appena 80 Reais, meno di 35 dollari al mese.
Grande come l´Italia, ma con poco piú di cinque milioni di abitanti,
continua a vivere di una economia di sussistenza poverissima.
Territorialmente parte del nord-est, ma con una struttura piú simile alla
confinante regione amazzonica, vede le sue tradizionali fonti di reddito in
crisi. Il garimpo, la corsa all´oro, è praticamente finito. L´agricoltura
non si evolve dalla forma tradizionale indigena, la "queimada", di bruciare
porzioni di boscaglia e lí coltivare per quell´anno e poi continuare a
spostarsi con processi arcaici sani per la vita comunitaria di tribù ma oggi
dal bassissimo e decrescente rendimento. Restano gli allevamenti bovini dei
latifondisti e la pesca, ma nei luoghi piú isolati ancora non arriva il
ghiaccio, che aprirebbe la via al commercio. Le pensioni minime degli
anziani - 180 Reais, circa 75 dollari - sono spesso l´unico circolante a
disposizione di famiglie che si dedicano a caccia e pesca per puro
autoconsumo. Se non si contano morti per fame, è per la naturale ricchezza
del territorio posto a un grado dall´equatore e a ridosso della foce del Río
delle Amazzoni e con l´aria dei Caraibi che già comincia a respirarsi. In
questo contesto, la candidatura Sarney, trova opposizione critica proprio in
casa. Il legame a filo doppio con il gruppo Marinho, ha prodotto un progetto
di tele-educazione che sta sostituendo rapidamente il sistema secondario
pubblico con un sistema di educazione a distanza, che privatizza di fatto il
sistema scolastico e che finora ha dato risultati pauperrimi, salvo che per
i miliardari contratti dei quali beneficia il gruppo Globo. La
privatizzazione elettrica ha fatto schizzare le bollette delle famiglie da 2
a 30 Reais; per la maggior parte l´unica soluzione è un allaccio illegale.
Ma Roseana si dà da fare per mostrare risultati concreti alla sua gente. Da
agosto ad oggi, dopo 10 anni di silenzio e appalti non compiuti,
letteralmente migliaia di chilometri di strade asfaltatate sono state
realizzate, tra la meraviglia della popolazione, abituata ad um isolamento
secolare. Tanto improvviso sgomitare da parte della candidata del PFL, non è
passato inosservato. Un documento della Conferenza Episcopale del Maranhão -
in una chiesa brasiliana da sempre marcata dal progressismo spesso radicale
in contrasto con il conservatorismo aspro di alcune componenti - ha fatto
scoppiare una polemica di portata nazionale che potrebbe rappresentare
l´inizio della fine per la candidatura Sarney. Senza nominarla, in un
documento diffuso lo scorso 5 febbraio, i vescovi del Maranhão, puntano il
dito sui mali maggiori dello stato: citano i dati sulla povertà in aumento,
sulla corruzione, l´impunitá e denunciano "l´inaccettabile livello di
protezione al latifondo e alle grandi imprese agricole". Ma i vescovi non si
fermano qui. Di fronte alla campagna elettorale giá in corso, invitano gli
elettori a "non lasciarsi ingannare dalla propaganda elettorale manipolata
dai grandi media". Concludono: "Fa parte della nostra missione lavorare
all´educazione sociale e politica del popolo, perchè sappia scegliere, nelle
prossime elezioni, candidati preoccupati del bene comune, nella prospettiva
di una benefica alternanza democratica al potere". Secondo Roseana Sarney, i
vescovi non parlano né di lei, né di Globo, né del suo partito, né del
governo Cardoso.
Nello

change the world before the world changes you

www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm