porto alegre prime impressioni per Peacelink. (fwd)



dal nostro corrispondente da Porto Alegre: Gennaro Carotenuto

 Porto Alegre accoglie le delegazioni, circa 20.000 le persone ufficialmente
 registrate, con il suo caldo umido e questa mattina perfino piovoso. Ma é
 almeno piú vitale di Montevideo dove oramai l´unico segnale di vita sono le
 notte delle "murgas" del carnevale incipiente.

 Ma non é piú viva di Buenos Aires, ed anzi resto con il dubbio se le cose
 piú interessanti accadano qui in terra riograndense o se non fosse stato
meglio restare a Buenos Aires a misurare l´esplosione del fondamentalismo
 neoliberale e capire in che direzione possano andare le scheggie impazzite
 che ho avuto modo di vedere durante la decina di giorni di permanenza, i
 "cacerolazos" e le assemblee popolari assolutamente impolitiche ma piene di
 rabbia collettiva, inconsulta ed impolitica, ma vivaddio, simbolo di
 risveglio. Ci sarebbe molto da dire...

 A Porto Alegre si materializzano miti dell´infanzia e dell´etá adulta. Ho
 viaggiato in aereo con Daniel Viglietti che staserá terrá il concerto di
 inaugurazione del Foro. E´ la storia del canto popolare di questo
continente
 che viaggia nella sua chitarra. E´ Santiago al tempo dell´Unidad Popular, é
 Managua al tempo della liberazione, é la Montevideo tupamara che lottava
 contro il terrore imposto dal nemico statunitense.

 Per la comune militanza di penna per Brecha, il settimanale di Montevideo
 per il quale lavoro da anni, umile penna vicino a quelle enormi di Mario
 Benedetti, Eduardo Galeano, e tante altre di quest´America, abbiamo
 chiacchierato sul Foro e sulla Crisi e ci siamo lasciati nella speranza che
 anche qui a Porto Alegre si possa "desalambrar" qualcosa, dal titolo di una
 delle sue canzoni piú famose e nota a tutti i movimenti di liberazione.

 Arrivo in Hotel attraverso la bella metropolitana e nella proverbiale
 puntualitá gaúcha (occhio all´accento, i gaúchos sono i brasiliani del sud,
 mentre i gauchos sono argentini e uruguayani) e mi trovo di fronte ad un
 altro mito: nientemeno che Marta Harnecker. Senza commento, soprattutto
 quando scopro che da 12 anni, dopo avere spesso una vita nell´iniziare alla
 coscienza politica (sovversione) generazioni di latinoamericani, si occupa
 di memoria.

 L´hotel é praticamente occupato dai francesi di Attac, prolissi, verbosi,
 organizzatissimi e che stanno mettendo i piedi nel piatto in tutto cercando
 di controllare il movimento in tutte le sue forme. Ho sempre avuto forti
 dubbi sulla Tobin Tax che adesso si consolidano in un giudizio nettamente
 negativo: chiedendo il pagamento di una tassa forniamo legittimazione alla
 speculazione piú turpe. Ci sono mille altri modi per generale soldi per
 progetti per il terzo mondo. Cominciamo invece ad esigere un generalizzato
 disarmo per esempio, piuttosto che legittimare la speculazione. Andró
 sicuramente alla contromanifestazione organizzata da Hebe de Bonafini, la
 madre per eccellenza. Ero in piazza l´altro giorno a Buenos Aires e fremeva
 anche lei tra l´incertezza se restare o partire. Ma la questione di Attac é
 troppo importante: prendere posizione in un anno elettorale in Brasile in
 favore di Cardoso é di una gravitá inaudita. Sono piccoli colpi di stato
 volti a condurre il movimento verso l´inazione ed a danneggiare il PT che
 con la candidatura fortissima di Lula rappresenta un momento di svolta per
 questo continente. E il PT e Lula e l´MST sono parti costituenti e
 irrinunciabili del movimento che parte dal terzo mondo e non saranno un
 gruppetto di borghesi francesi a venire qui in Brasile a dire cosa fare ai
 brasiliani. E´ grave.

 Cosí come é gravissimo che venga impedito di prendere la parola alla
 delegazione colombiana presente qui a Porto Alegre.

 Dall´Europa forse non riescono a capire la posizione ancillare che dobbiamo
 avere noi abitanti del primo mondo rispetto alle esigenze ed ai movimenti
 del terzo. Siamo congenitamente abituati a dettare legge ed a girare per
 salotti buoni. Le FARC, come i Sem Terra, come la vittoria del PT con Lula,
 sono molto piú importanti per il movimento mondiale che non due editoriali
 su Le Monde di Bernard Cassens.

 Mi fermo qui. C´é molto lavoro e molte scelte ingrate rispetto alla
 ricchezza del programma. Ho giá rinunciato alla riunione della delegazione
 italiana. Preferisco nell´ordine andare alle conferenze stampa di Lula e
 Chomsky ed alla riunione della delegazione argentina. Ma stasera la voce di
 Daniel Viglietti non la perdo.

 un abbraccio da Porto Alegre
Gennaro Carotenuto