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Argentina, notte di proteste contro il neo-presidente
- Subject: Argentina, notte di proteste contro il neo-presidente
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Sat, 26 Jan 2002 11:26:35 +0100
All'alba a Buenos Aires la polizia ha sparato gas lacrimogeni e proiettili di gomma BUENOS AIRES - "Que se vayan todos" (se ne vadano tutti), i politici naturalmente e i giudici corrotti. Uniti da questo grido e sotto una pioggia battente, migliaia di argentini sono tornati a manifestare a Buenos Aires e nelle piazza dell'intero Paese. A Cordoba, come a Mendoza, Rosario, La Pampa, La Plata. Sono tornati a denunciare la politica economica del neo-presidente Eduardo Duhalde, il quinto dalla fine del 2001. Con pentole e coperchi sbattuti l'uno contro l'altro, hanno dato vita a un nuovo "cacerolazo", la protesta pacifica divenuta ormai il simbolo della crisi che attanaglia il paese sud-americano, mentre alcuni disperati si sono presentati davanti ai supermercati dei sobborghi chiedendo cibo. Una protesta pacifica che solo verso l'alba, nonostante le imponenti misure di sicurezza, è degenerata. Nella capitale sono tornati in scena i facinorosi. Centinaia di giovani, sparpagliati in piccoli gruppi, si sono scontrati con agenti in assetto anti-sommossa, che li hanno caricati a bordo delle loro moto. Per disperderli hanno fatto ricorso a gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Anche a Rosario i disordini sono degenerati in vandalismi e accenni di saccheggio: alcuni manifestanti hanno assaltato e danneggiato l'ingresso di tre banche. Nulla però di paragonabile alle battaglie urbane di dicembre, che costarono la vita a 28 persone. Nella capitale undici dimostranti e cinque poliziotti sono stati feriti lievemente e decine di persone sono state gli arrestate. I commercianti del centro di Buenos Aires hanno posto protezioni supplementari ai negozi, per timore di disordini e così hanno fatto le filiali delle banche che si affacciano sulla Plaza de Mayo di Buenos Aires. Ma è stato il palazzo della Presidenza, fatto sgomberare con largo anticipo, l'epicentro delle proteste. "Che piova, che piova, il popolo non si muove", gridavano i manifestanti. Il presidente Duhalde non si è fatto vedere né sentire. Dovrebbe però rimediare oggi, inaugurando quella che nelle sue intenzioni dovrebbe diventare una consuetudine: un intervento alla radio nazionale per lanciare i propri messaggi al popolo tre volte la settimana. Dovrà spiegare come mai proprio lui, peronista di ferro, non si sia accontentato di abbandonare la "convertibilidad", la parità assoluta tra dollaro Usa e peso, svalutando quest'ultimo di oltre il 30 per cento. Così come dovrà spiegare agli argentini perché ha deciso di inasprire il congelamento dei conti correnti bancari privati, varato dal predecessore radicale Fernando de la Rua e dall'ex ministro dell'Economia, l'odiatissimo ultra-liberista Domingo Cavallo. Nello change the world before the world changes you www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm
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