Fw: Commercio equo e Turismo Responsabile - dall'ECUADOR, proposte per un viaggio



Il Circolo "Baracca&Burattini"

in collaborazione con

Bandera Florida
Cooperativa ACLI San Gaetano
  per un commercio equo e solidale
Via Mariutto 24 Mirano (VE) email: bandera_florida at iol.it


propone:

Commercio equo e Turismo Responsabile
dall'ECUADOR, proposte per un viaggio

Interverrà CECILIA MENA (MCCH- Ecuador),
Venerdì 26 Ottobre 2001-Ore 21.00
presso il Circolo "Baracca e Burattini",
Via Mantegna 24 - Spinea (Graspo d'Uva)



Maquita Cushunchic Comercializamos como Hermanos (MCCH) (Dandoci una mano
commercializziamo come fratelli)
Dalle campagne alla città
Mcch è un'organizzazione nata nel 1985 da un'esperienza di
commercializzazione alternativa nei quartieri a sud di Quito, con
l'obiettivo principale di migliorare i rapporti di scambio e di
commercializzazione dei prodotti nella città e nella campagna,
notoriamente nelle mani di pochi grandi monopoli. Attualmente Mcch riunisce
circa 400 organizzazioni rurali e urbane, organizzandone la produzione e
aiutandole a commercializzare i propri prodotti.
Le attività di Mcch si concretizzano in cinque settori di intervento:
- coordinamento commerciale: Mcch acquista prodotti alimentari all'ingrosso
dalle fabbriche e li rivende a prezzi vantaggiosi alla propria rete di 17
spacci popolari;
- trasformazione dei prodotti: Mcch provvede alla macinazione di diversi
tipi di cereali con 11 mulini; il settore verrà ampliato alla torrefazione
del caffè e alla lavorazione del cacao;
- turismo popolare: è un'iniziativa che intende favorire un turismo
consapevole, attraverso la conoscenza della vita dei contadini ecuadoriani.
Il primo viaggio è stato effettuato nel 1992;
- fondo comunitario: una sorta di banca alternativa, costituita nel 1989, in
cui è possibile depositare i propri risparmi a tassi vantaggiosi;
- coordinamento femminile: coordina la produzione dell'artigianato e le
attività collaterali, quali la consulenza alla produzione stessa e la
commercializzazione. Il coordinamento delle donne offre anche corsi di
formazione nei campi dell'educazione e della sanità.

Attualmente Mcch impiega 85 persone, che formano il personale tecnico, più
il personale amministrativo. Mcch fa parte a sua volta del Fepp (Fondo
Ecuadoriano Populorum Progressio), un'organizzazione di coordinamento che
comprende diverse cooperative di produzione e organizzazioni di secondo
livello come Mcch.
Allo scopo di favorire un ampliamento a livello internazionale del commercio
equo, Mcch ha promosso, all'inizio del 1991, un incontro continentale a
Quito di organizzazioni di commercio comunitario, lanciando la proposta di
creare la Rete Latinoamericana di Commercializzazione Comunitaria (Relacc)
allo scopo di poter trattare direttamente con i coordinamenti di
organizzazioni di commercio equo del Nord (come l'Efta in Europa) evitando
la duplicazione di sforzi e iniziative, e facendo del movimento per il
commercio equo e solidale una realtà a carattere mondiale.


Oltre la tradizionale lana
L'organizzazione Mcch (Maquita Cushunchic Comercializamos como Hermanos)
dispone di una vasta gamma di prodotti artigianali, oltre cento articoli, e
recentemente ha dato inizio alla commercializzazione di funghi secchi,
marmellate e torrone.
Per riuscire a dare un'idea complessiva, ma non superficiale, della
produzione di Mcch, è opportuno suddividere i prodotti a seconda della
materia prima: oggetti in fibra vegetale (come cestini di varie forme e
misure, cappelli); in cuoio (cinture, borse, zainetti, spesso con parti in
stoffa colorata); in cotone (set da cucina, tovaglie, sacchetti per pane,
camicie, gilet, pantaloni); in legno (strumenti musicali in legno duro,
pappagalli ed altri animali decorati in balsa); in lana (soprattutto
maglioni, tappeti ed arazzi). I prodotti vengono acquistati da numerosi
gruppi di donne che lavorano autonomamente, spesso a domicilio, quando il
processo produttivo non necessita di particolari utensili o macchinari.
Parte della materia prima (come ad esempio la lana) proviene dalle fabbriche
di Quito. Un tentativo di acquistare il filato da altre cooperative è
fallito, a causa del basso livello di qualità del prodotto. Un altro
problema è dato dalla difficoltà di acquistare lana in piccoli quantitativi,
e dunque gli artigiani devono ancora rivolgersi agli intermediari, che
praticano prezzi notevolmente più alti. A questo proposito, la Ctm intende
intervenire con il prefinanziamento dell'acquisto della lana, per abbattere
i costi di produzione degli artigiani. I colori utilizzati attualmente sono
chimici, ma i produttori stanno sperimentando l'uso di colori naturali, che
comporta però maggiore lavoro e costi più alti.
I maglioni
La produzione di maglioni, effettuata in diverse zone dell'Ecuador, ha una
storia particolare: da circa venti anni le donne tessono maglioni a
domicilio con la lana fornita loro dagli intermediari che poi acquistano il
prodotto finito, controllando che il peso del maglione corrispondesse a
quello della lana consegnata. Per ogni maglione (che significa un lavoro di
20/25 ore) la donna riceve attualmente l'equivalente di circa 3.000 lire.
Gli intermediari acquistano in questo modo fino a 100.000 maglioni al mese,
e le donne, di fronte a questo monopolio della fornitura della materia prima
e dell'acquisto, non hanno altra scelta che lavorare per questo prezzo.
Nonostante questa situazione, le donne hanno ripetutamente cercato di unirsi
in gruppi e cooperative, spesso osteggiate dalla polizia, ed ora esistono in
Ecuador quasi 100 gruppi che raccolgono 800 donne, con una capacità
produttiva di 80.000 maglioni l'anno. Il problema maggiore, una volta
superata l'ostilità degli intermediari, è quello dell'approvvigionamento
della materia prima: data la situazione dei trasporti e la mancanza di
capitali, i gruppi possono solo acquistare piccoli quantitativi di lana, a
prezzi che superano dell'80% quelli normali. Un altro grande problema è
quello del trasporto del prodotto finito, che si aggiunge ai costi di
produzione.
Nonostante tutte queste difficoltà, il guadagno attuale delle donne è pur
sempre di molto superiore rispetto a quello che ricavavano dalla vendita
agli intermediari. Purtroppo la capacità di assorbimento di Mcch e di Tienda
Camari (di cui si parla nelle pagine precedenti) è dell'ordine di 3.000
maglioni l'anno: aumentarne la vendita in Europa rappresenterebbe un grosso
contributo alla situazione economica delle donne produttrici.

Pappagalli e funghi
L' artigianato in balsa, caratteristico dell'Ecuador, utilizza un albero a
crescita rapida (15 metri in due-tre anni) che si trova in molte zone della
foresta amazzonica. La produzione risale agli inizi degli anni '80, con
pappagalli di diverse misure e colori; data la forte richiesta, questo tipo
di artigianato si diffuse in brevissimo tempo sia fra gli indigeni che fra i
meticci ed oggi, solo a Puyo, capoluogo della zona di produzione, esistono
più di 350 laboratori di produzione da cui escono non solo pappagalli, ma
anche altri animali, di misure variabili fra un centimetro e un metro e
mezzo. Il prodotto finito viene acquistato dagli intermediari provenienti
dalle città.
Il materiale di partenza è costituito da piccoli pezzi di balsa di lunghezza
variabile fra i dieci centimetri e il metro e la lavorazione consta di
diverse fasi: la prima sgrossatura viene effettuata con il machete, e, dopo
la levigatura con carta vetrata, le incisioni vengono fatte con un chiodo
rovente. Successivamente viene passato il fondo per la pittura, e poi i
pappagalli vengono colorati e infine laccati. I colori vengono in genere
forniti dagli stessi intermediari che poi acquistano il prodotto finito. Il
maggiore problema dell'artigianato in balsa è che il legno deve essere
lavorato entro dieci giorni dal momento del taglio, altrimenti si secca e
diventa impossibile da lavorare. Di conseguenza si possono comprare solo i
quantitativi di materia prima che si è in grado di lavorare, il che
naturalmente fa aumentare i prezzi; inoltre può accadere che il legno,
asciugandosi, si crepi, rendendo l'oggetto invendibile.
Tra i prodotti alimentari invece vanno ricordati, oltre al cacao che fa
parte degli ingredienti della cioccolata Mascao, i funghi ("boletus luteus
ixogomus", o "porcino pinerolo"), altro prodotto di Mcch molto apprezzato
dagli italiani, che vengono raccolti nelle pinete intorno a Salinas. Dopo il
raccolto, che viene effettuato in inverno, i funghi vengono lavati e
selezionati, per poi essere trasportati all'essiccatoio, che funziona con
aria calda prodotta da un fuoco. Dopo l'essiccatura, i funghi vengono
nuovamente selezionati, e poi confezionati in un sacchetto in plastica
sigillato. La produzione attuale di funghi è di circa 50 Kg al giorno.

Le marmellate
Parte del Coordinamento Donne Mcch è la Cooperativa di lavoratori agricoli
"Facundo Vela" costituita all'inizio degli anni '80 presso la parrocchia
omonima nella provincia di Bolívar.
L'obiettivo di fondo è quello di aiutare i piccoli produttori innanzitutto
pagando un prezzo giusto per i loro prodotti (in questo caso la frutta): in
tal modo vengono evitate le speculazioni degli intermediari e, grazie
all'installazione di una microimpresa rurale, si generano anche ulteriori
posti di lavoro. Sono in genere le donne che hanno più difficilmente accesso
al mercato del lavoro e sono perciò spesso costrette ad emigrare verso le
grandi città dove possono trovare impiego come domestiche, ma vengono
sottopagate e sfruttate.

La cooperativa conta circa 60 soci, donne e uomini in parte pressoché
uguale, e promuove diverse attività: uno spaccio comunitario di prodotti
alimentari, un fondo prestiti, un panificio, un laboratorio di calzoleria e
la produzione di marmellate.
Sono proprio queste ultime che interessano più da vicino il consumatore
equosolidale, visto che dal 1994 vengono importate in Italia dalla Ctm.
Inizialmente erano stati fatti dei tentativi di commercializzazione
all'interno del paese, ma la cosa non ha avuto successo in quanto gli
sbocchi sono molto limitati e addirittura in alcuni casi si preferisce
importare le marmellate dagli Stati Uniti e dalla Colombia.
A questo settore lavorano sette donne impiegate a tempo pieno. Il valore
aggiunto così prodotto si traduce in un guadagno mensile di 300.000 sucres
(pari a circa 100 dollari) per le lavoratrici, le quali, oltre a partecipare
alla gestione diretta dell'attività, ricevono formazione tecnica, contabile
e organizzativa.
Le marmellate disponibili per la vendita vengono elaborate con frutta
fresca, selezionata e di qualità e, a seconda della stagione, sono di
chamburo (un tipo di papaya), guayaba, mora, ananas, mela e arancia.

Tutto il procedimento di lavorazione è di tipo artigianale e le marmellate
non contengono conservanti, coloranti o aromi artificiali.
I contadini consegnano settimanalmente al laboratorio la loro frutta a
seconda del calendario stabilito, e vengono pagati immediatamente.La frutta
viene quindi lavata in acqua potabile, ripulita da corpi estranei e
selezionata. Si procede poi a pelarla, a togliere gli eventuali noccioli e a
tagliarla in cubetti.
Certi tipi di frutta, come ad esempio la guayaba, devono essere sottoposti
ad una precottura che serve per ricavarne la polpa la quale a sua volta
viene filtrata con colini.
A questo punto i vari ingredienti, polpa, zucchero, acido citrico, vengono
pesati e dosati; lo zucchero verrà aggiunto a più riprese durante il
processo di cottura vero e proprio e ad ogni fase si misurerà, con l'ausilio
di un apparecchio apposito, la concentrazione di parte zuccherina che non
deve superare i 67-68 gradi Brix.
La marmellata viene quindi versata calda in vasetti di vetro precedentemente
lavati e sterilizzati e il tutto è passato a bagnomaria in pentola a
pressione per 10minuti così da assicurare una lunga conservazione del
prodotto. I vasetti vengono fatti raffreddare trasferendoli prima in acqua a
40°C e poi a 20°C. Il prodotto così ottenuto è pronto per essere
etichettato, imballato ed immagazzinato in attesa della vendita.
I profitti vengono reinvestiti per la crescita della cooperativa: sono stati
ad esempio acquistati una centrifuga (necessaria per separare la polpa dai
semi) e un generatore di corrente che permette di ovviare al grosso
inconveniente delle frequenti interruzioni nell'erogazione dell'energia
elettrica, che causava il blocco del lavoro anche per una settimana con il
rischio di deperimento della frutta. Anche grazie a queste migliorie, nel
giro di tre anni è raddoppiato il numero dei contadini fornitori di frutta
con benefici per tutta la comunità.