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Una storia di vita
- Subject: Una storia di vita
- From: Cristiano Morsolin <morsolin at yahoo.it>
- Date: Thu, 4 Oct 2001 23:05:11 +0200 (CEST)
INTRODUZIONE Prima di partire per il Peru’ dove condividero’ tre mesi con i ragazzi lavoratori nats di Manthoc, Movimento di bambini e adolescenti figli di operai cristiani che stanno festeggiando 25 anni di storia, del loro protagonismo nell’ottica della valorizzazione critica del lavoro minorile, vi invio questa storia di vita e l’archivio di tutto il materiale che ho messo in rete grazie a Peacelink. Oggi e’ la festa di Francesco D’Assisi e per me ha un valore particolare anche perche il 4 ottobre 1986 ho iniziato la mia militanza sociale con Arena 1 dei “Beati i costruttori di pace” con P. Alex Zanotelli e Don Tonino Bello. Saluti latinoamericani Morsolin Cristiano, e-mail: utopiamo at yahoo.it IN PERU’ MANTHOC Jr. Manuel Medrano n. 126 zona A Ciudad de Dios Lima 29 – Peru’ – Telefax (0051-1) 276-1202 / 276-8150 Pagina web: www.MANTHOC.50megs.com IN ECUADOR Fundacion “CRISTO DE LA CALLE”, Calle Maldonado 14-119 y Guillermina Garcia Ibarra - Ecuador Telefono (00593) 6.641056 ( 7 ore di differenza dall’Italia) Directora Claudia Ibadango, e-mail: cristodelacalle at yahoo.com Telefono : (00593) 6.953955 IN ITALIA Famiglia Morsolin Via Eritrea, 20 – 36078 Valdagno (VI) – Tel. 0039.0445.403615 STRADA FACENDO S’APRE IL CAMMINO: GLOBALIZZIAMO LA SPERANZA Intervista biografica a Cristiano Morsolin promossa da Floriana Donati, giornalista del “Giornale di Vicenza”. Domanda: Ci parli del tuo passaggio dall'Universita' accademica all'Universita' della Strada? E’ una scelta “esistenziale” che ho maturato cammin facendo e che sintetizza le tappe di una presa di coscienza, di una crescita che tuttora continua e mi rimanda alle radici profonde di una scelta che va rinnovata ogni giorno. Nell’ottobre ’91 avevo iniziato à frequentare la facolta di Scienze politiche à Padova con il sogno di entrare nell’equipe del prof. Antonio Papisca, preside della Scuola di Specializzazione dei Diritti Umani. Venivo dall’esperienza di volontariato maturata nell’Operazione Mato Grosso (OMG), nel movimento “Beati i costruttori di pace”, nei gruppi giovanili dell’Oratorio: l’idealita’ adolescenziale mi animava nel desiderio di cambiare un mondo ingiusto che opprime 2/3 dell’umanita’. Il campo-scuola in Brasile nell’agosto del ’90 (sulle spiaggie di Recife ho festeggiato il mio 18´compleanno) mi ha aperto gli occhi su di una realta’ di poverta' e sfruttamento che chiama sul banco degli imputati il Primo Mondo, ricco e epulone. Ritenevo importante entrare nella “stanza dei bottoni”, nelle istituzioni internazionali come l’Onu per rivoluzionare un sistema che produce strutturalmente esclusione, guerra e fame. Ricordo gli entusiasmi nel dibattere di cancellazione del debito estero, di diritti dei popoli , di distribuzione delle risorse nelle Arene gremite di decine di migliaia di giovani contro il Sudafrica dell’apartheid, contro la distruzione dell’Amazonia, contro la repressione del governo cinese nei confronti delle richieste di democrazia degli studenti di piazza Tiennammen, contro la Guerra del Golfo. L’abbandono dell’Universita’ accademica rappresenta una scelta di rottura anche con un pacifismo perbenista incapace di sporcarsi le mani, che si limita alle denunce, alle dichiarazioni di principio. Si corre il rischio di voler cambiare il mondo senza la coerenza di cambiare il proprio stile di vita personale e comunitario. E’ stato difficile cadere dal trono del prilegio dello studente universitario, sperimentando sulla propria pelle l’alienazione della catena di montaggio (ho lavorato per 4 mesi in una fabbrica, lavorando anche nei turni della notte). Mi sono confrontanto direttamente con quei meccanismi di efficenza-competitivita-stakkanovismo, di idolatria del lavoro su cui si fonda il miracolo economico del nordest. E’ stato difficile prendere coscienza che l’opzione preferenziale dei poveri come nuovo volto della Chiesa di base, scoperto in Brasile (proprio durante il periodo di maggior conflitto tra il Vaticano e la Teologia della Liberazione ), mi interpellava nel profondo, spaziando oltre i boicottaggi, le raccolte firme, oltre il commercio equo e solidale, ecc, interrogandomi radicalmente sulla ricerca di senso che sprigiorna la condivisione, la gratuita’, l’accoglienza della diversita’. E’ stato difficile superare le barriere e gli stereotipi del buonismo, che crea dipendenza e assistenzialismo e non libera, del voler salvare il mondo, ma sopratutto capire la radicalita’ dell’UNIVERSITA' della STRADA, come scuola di vita. Ho iniziato à frequentare questa universita’ controcorrente durante l’anno di Obiezione di coscienza al servizio militare che ho svolto nella comunita’ d’accoglienza “Il Glicine” di Schio per giovani con disagio psichiatrico. L’immersione in questo mondo di solitudine, esclusione, abbandono familiare mi ha fatto conoscere l’altro faccia della medaglia, i piedi d’argilla del “miracolo” economico del nordest. Allo stesso tempo ho sperimentato la ricchezza di questo “laboratorio alternativo” che costruisce solidarieta’, cooperazione e imprenditoria sociale, accoglienza, una nuova normalita’ includente nel territorio. Sono orgoglioso di aver servito la Patria attraverso la condivisione con gli amici matti !!! Ma il trampolino di lancio che ha consolidato la mia vocazione di cittadinanza attiva e di militanza sociale e’ stato sicuramente l’animazione di strada con i “picciriddi scanazzati” del Borgo Vecchio, quartiere “ad alto rischio” di Palermo. Nella lotta contro l’opressione mafiosa emerge il valore, le potenzialita’, la passione, la dignita’, la tenacia, la ricchezza culturale del nostro Sud. Nel microcosmo della strada la questione dell’infanzia negata non si limita alla dispersione scolastica, lavoro minorile, delinquenza, baby killer, legge del branco, ecc. ma assume una connotazione particolarmente colorata in termini di protagonismo, di riscatto, di liberazione, di convivenza civile, di riconoscimento delle diversita’, di non violenza, di educazione alla legalita’ che rielabora il linguaggio della violenza, del ghetto-clan. La complessita’ di questo universo richiede una formazione personale e professionale per imparare à leggere la storia con gli occhietti dei Piccoli della Terra e per dare risposte globali che migliorino la qualita’ della vita, che rivendichino i diritti calpestati, che ridisegnino l’orizzonte della normalita’ includente, che ridiano voce, spazio e valore ai piccoli costruttori di pace. Per questi motivi partecipo ad un corso di formazione pilota gestito dalla Scuola Universitaria Europea per Operatore di Condivisione, SUEOC, di Gubbio (PG) : per un anno e mezzo vivo insieme ad altri 20 giovani provenienti da tutt’Italia un’esperienza di autogestione e di formazione come educatore professionale, condividendo il cammino con disabili della Comunita’ “S. Girolamo” che, tra mille contraddizioni, mi hanno insegnato à “fare strada ai poveri senza farsi strada” (d. Lorenzo Milani). Nel febbraio ’99 approdo à Roma, su invito di don Franco Monterubbianesi , fondatore 30 anni fa delle Comunita' CAPODARCO, per lavorare al suo fianco nell’ufficio internazionale dell’Associazione “Noi Ragazzi del Mondo”, che rappresenta il settore dell’educazione allo sviluppo e alla mondialita’ dell’ong “Comunita’ Internazionale di Capodarco” (CICA). Approfondisco la dimensione della cittadinanza planetaria, accompagnando percorsi di liberazione di ex-ragazzi/e di strada, oggi animatori moltiplicatori di una coscienza nuova, in Brasile, in Ecuador, in Guatemala e in Peru. L’orizzonte della mondialita’ proietta l’universo dell’infanzia negata in una prospettiva di globalizzazione della speranza contro il neoliberalismo imperante. Tanti piccoli costruttori di pace mi insegnano quanto sia urgente ed indispensabile organizzare la speranza per valorizzare l’unicita’ di ogni persona affinche’ la relazione con l’Altro si trasformi in paradigma di cambiamento nel proprio ambiente familiare, di lavoro, nelle reti amicali e comunitarie del proprio territorio. Questo nuovo stile di vita fondato sull’accoglienza, sulla sobrieta’, sulla reciprocita rappresenta l’humus per costruire un mondo piu’ giusto e fraterno, segno di un Regno di amore e di pace, presente qui sulla terra senza aspettare di arrivare in Cielo…Questa globalita’ sintetizza il percorso che va letto con il linguaggio della condivisione: pensare mondiale, giudicare nazionale per agire nel locale. À 29 anni, sperduto tra le Ande dell’Abya Yala (come gli indios chiamano il continente latinoamericano) continuo à frequentare l’Universita’ della STRADA… DOMANDA: Quali motivazioni ti spingono à impegnarti nel sociale? E’ un cammino di ricerca che e’ nato come scelta di volontariato e da qualche anno sta crescendo nell’ottica della cittadinanza attiva e della militanza sociale. Strada facendo sto apprendendo il vocabolario della PACE che assume i colori dell'Arcobaleno della giustizia, della condivisione, dell'accoglienza, della progettualita'. In Italia la parola solidarieta' e' abusata e snaturata nel suo significato profondo: preferisco parlare di "convivialita' delle differenze" (don Tonino Bello) come sorgente di una mistica che riconosce l'Altro nella sua unicita' e condivide la ricchezza dello scambio, del dono per costruire un Noi abitabile. Nella quotidianita' la vita ti svela questo MISTERO d'AMORE a volte incomprensibile, che ti rialza quando cadi, che ti fa ricominciare da capo quando sei troppo sicuro di te stesso… E' il desiderio di una felicita ' comunitaria che ti fa sentire l'appartenenza al villagio globale, la responsablita' dell'interdipendenza dei popoli non ridotti a merce. E ' un percorso di indignazione di fronte alle ingiustizie, di denuncia dei diritti negati che ricerca un'alternativa praticabile come prassi di liberazione. E' la danza della diversita' che ti fa sentire il bisogno di relazione con l'Altro, il bisogno di intrecciare la propria vita con quella dei compagni/e di viagggio. E' il gioco dellla rete che costruisce ponti, condivide risorse e capacita', fa emergere le potenzialita' del cambiamento. A volte le intuizioni dei PROFETI ti proiettano avanti, ti illuminano il cammino. Ho conosciuto don Luigi Ciotti, l'Abbe' Pierre, d.Tonino Bello, Dom Helder Camara, Mons. Samuel Ruiz e tanti altri profeti che mi hanno aiutato a aver fiducia, a credere nella CHIESA dei POVERI, volto popolare del Padre e della Madre della VITA. In particolare ho vissuto insieme a don Paolo Turturro a Palermo e a d. Franco Monterubbianesi a Roma: anche i profeti sono uomini con le loro contraddizioni e per questo non vanno mitizzati o idealizzati pero' hanno aperto nuove piste, hanno tracciato nuovi sentieri, hanno anticipato i tempi. Un esempio particolarmente significativo e' don Franco Monterubbianesi, fondatore 30 anni fa delle comunita' d'accoglienza CAPODARCO, oggi sparse in 15 regioni d'Italia. Allora gli esclusi erano i disabili e con loro ha celebrato i primi matrimoni come progetti di liberazione e di maternita' allargata, attraverso la condivisione della vita a tempo pieno in comunita' insieme ai primi obiettori di coscienza in convenzione nella storia italiana. Oggi le testimonianze della Comunita' "Gruppo 78" di Volano (Trento), fondata da Miriam e Santino Boglioni, e della Comunita' "Progetto Sud" di Lamezia Terme, fondata da d.Giacomo Panizza e Angela Regio, sono esempi di cooperazione e imprenditorialita' sociale riconosciuti a livello nazionale. D. Vinicio Albanesi, "figlio" spirituale di don Franco, ha cercato di traghettare la radicalita' di Capodarco nel CNCA - Coordinamento Nazionale delle Comunita' d'Accoglienza, fondato da d. Luigi Ciotti del Gruppo Abele di Torino nel '82. Don Franco a 70 anni ci ha colpito con la sua vocazione di ragazzo del mondo, lanciando nel '96 l'associazione internazionale "Noi Ragazzi del Mondo" come sogno-progetto di cittadinanza planetaria a partire dal protagonismo delle nuove generazioni. Questi SEGNI DEI TEMPI allargano gli orizzonti della normalita' che trasforma la trincea dell'esclusione in uno spazio di inclusione dove la strategia dell'attenzione, della progettualita' incarnata nel territorio, puo' abbattere le barriere del razzismo, della discriminazione e della poverta’. DOMANDA: Perche’ ti occupi dell’infanzia negata? Inizialmente ho scelto di occuparmi dell’infanzia negata nel mondo perche’ rappresenta una questione cruciale per l’umanita’, il punto nevralgico che raccoglie un insieme di provocazióni-sfide per la societa’ che necesita urgentemente di capire fino in fondo cosa significa costruire un mondo a misura di bambino e di bambina, dove venga rispettato il diritto al gioco, ad opinare, alla famiglia, all’educazione, alla salute, all’organizzazione autogestita, a vivere in condizioni dignitose nel lavoro, nella citta’, nella campagna, ecc. Nell’era della globalizzazione la questione (drammática e allo stesso tempo ricca di potenzialita’ e risorse) dell’infanzia negata costituisce un trait d’union con tutte quelle problematiche che rischiano di ipotecare il futuro dela Terra a livello di qualita’ della vita, di rapporto tra le generazioni, di convivenza sociale, di sviluppo sostenibile, ecc. Cammin facendo ho preso coscienza che questo processo e’ una chiave d’accesso per riscoprire le mie radici, la mia infanzia nella prospettiva di approfondire la mia identita’, il mio essere bambino. Penso per esempio all’importanza di cresceré in liberta’: ricordo la mia infanzia a giocare per strada, nei prati, a pescare nel Rio, ad assaltare l’albero di “brombe” nel gran prato di fronte a casa mia, a rubare le caramelle nel negozio di Evelino...Fino a 6 anni ero un vero monello ( se fossi nato a Napoli forse sarei diventato un sciuscia’, se fossi nato a Rio de Janeiro avrei potuto intraprendere la carriera del pixote, del menino de rua, del pirañito che ti assalta in gruppo...). Sulla mia pelle ho sperimentato come il mio essere ribelle veniva represso dalla disciplina, dall’ordine, dalla violenza della mia maestra delle elementari che non mi vergogno a definire fascista. Sono cresciuto un po’ con la rabbia di indignarmi, di non accettare le ingiustizie che vedevo quotidianamente in classe quando la maestra picchiva, tirava i capelli, puniva tutti i compagni/e fuorche’ il sottoscritto, Marta e Tommaso, intoccabili solo perche’ appartenenti ad una classe sociale differente dalla plebe (avra’ pensato la maestra fascista), figli di dirigenti laureati... Sono profondamente riconoscente alla mia famiglia, al papa’ Florindo e alla mamma Marisa, per avermi cresciuto in un ambiente aperto che ha fatto maturare il mio spirito ribelle in senso positivo perche’ stimolato dall’amicizia e dalla condivisione di persone, famiglie, comunita’ controcorrente. Penso agli incontri dei GRUPPI FAMIGLIA (dove si giocava, si viveva insieme e si intrecciava la vita con la fede nella lettura della Parola sulla stile delle comunita’ ecclesiali di base latinoamericane), alle domeniche al Mucchione, alla settimana con i piccoli fratelli di Spello sulle ginocchia di Fratel Carlo Carretto. Penso alle feste di quartiere, alle sgambelate organízate da Espressione Popolare, che fin dagli anni ’80 lottava contro il regime democristiano e il clericalismo della balena bianca...Penso all’importanza di essere cresciuto in una Chiesa di base come comunita’ di famiglie aperte al mondo, che vive la scelta dei poveri non solo nel legame fraterno con missionari come d. Egidio in Brasile, diacono Beppino in Guatemala, d. Giannantonio e d. Bruno in Cameroun, amici cari che hanno accompagnato la Parrocchia, l’Oratorio. Cosi’ Carla e Gianpietro fondano la bottega del commercio equo e solidale “Canalete” (sulle orme di d. Luigi e d. Piero in Colombia), Daniela e Paolo iniziano una delle prime cooperative sociali per disabili del Veneto nei primi anni ’80, Lucia e Bruno adottano due fratellini peruviani, Lucia e Gianni condividono l’esperienza dei focolarini, Wilma e Andrea accompagnano i gruppi per fidanzati che si preparano al matrimonio, Wilma lavora in Brasile nell’ambito del volontariato internazionale con il MLAL (Movimento Laici per l’America Latina), Marisa porta l’esperienza di fermento del “cattocomunismo” del Pci di Berlinguer e degli indipendenti di sinistra come Reniero la Valle. Daniela e Beppe e Sandro lanciano la commissione “Giustizia e Pace”. Don Pino e’ il prete “rosso” (che in seguito diventera’ coordinatore internazionale del “Prado” portando l’esperienza dei preti operai nelle parrocchie) che infiamma centinaia di giovani dell’Oratorio d. Bosco. Con la stessa etichetta che ti affibiano quando ricerchi le cause delle ingiustizie e dello sfruttamento, il testimone passa a don Gianantonio, tra i fondatori dei “Beati i costruttori di pace”, e successivamente a don Bruno (che ha lasciato un segno indelebile con la sua spiritualita’ e umanita’) nella Sacrestia d’Italia (cosi’ si chiamava Vicenza prima del crollo della DC nell’93) accompagnano i vari gruppi educando all’impegno socio-politico, mettendo in guardia le coscienze sulla perversita’di un sistema che idolatra il profitto a qualsiasi costo e che ha abortito degenerazioni strutturali come il caso Maso, il rampantismo alla De Michelis o alla Zoso, il secessionismo della Lega Nord... Ma questo ambiente innovativo non e’ un nido chiuso... Penso alla ribellione adolescenziale condivisa con due personaggi d’eccezione che mi hanno aperto gli occhi su cosa significa emarginazione, razzismo , discriminazione ma anche desiderio di una normalita’ DIVERSA: Antonio, ragazzo eritreo e di colore (negli anni ’80 una rarita’!!!) e Massimo, un montanaro spilungone che veniva da una contrada sperduta di Castelvecchio (ricordo che quando facevamo educazione fisica sotto la tuta portava un vecchio pigiama alla cowboy perche’ lavorando tra la neve, spaccando legna, ecc, era molto freddo...). Grazie a loro mi sento a mio agio se faccio animazione in una classe di Tor Bella Monaca (Roma) con ragazzi/e provenienti da Africa, Asia, America Latina o con una banda di meninos de rua di Rio de Janeiro... DOMANDA: Non hai mai pensato di mollare? Naturalmente non sono ne’ un eroe ne’ un extraterrestre: le difficolta’ e le fatiche di un percorso controcorrente sono infinite e si mettono nel conto le numerose contraddizioni con la coscienza che “l’amore crea visceralmente tensione” (Moltman). La fiducia in me stesso, con le mie debolezze e i miei limiti ma anche con le mie doti e capacita', mi stimola ad affrontare i conflitti con una buona dose di relativita’, sia perche non posseggo in tasca la verita, sia perche’ strada facendo s’apre il cammino. Istintivamente scatto all’attacco ma le varie esperienze mi hanno insegnato a muovermi piano per ascoltare meglio, per rispettare i tempi e i ritmi dell’Altro, per trovare punti di acordó. E’ una consapevolezza intima che mi incoraggia ad affrontare le prove con serenita’ perche dopo l’ uragano nasce l’arcobaleno. E’ una rinascita continua che mi lascia sempre meravigliato e stupito perche non segue calcoli macchiavellici o giochi di potere.. Il nostro eurocentrismo colonizzatore à volte rappresenta una rigidita’ invalicabile che non ci permette di “perdere tempo” per un sorriso, una carezza, per ammirare un tramonto, ecc. Questo allenamento alle piccole attenzioni quotidiane mi e’ testimoniato dall’esempio di compagne/i di viaggio, amiche tanto care con cui sono cresciuto, ho lottato, ho riso e ho pianto. Sono legami profondi à cui ti senti unito come una cordata che sale la montagna; quando ti disperi sono l’appiglio per non chiudere la porta del cuore, per continuare ad osare, a sperare, malgrado tutto... Penso alle giovani animatrici di Palermo, alle famiglie scouts di Ostiglia (MN), al grupo GIOC (Gioventu’ Operaia Cristiana) di Rossano Calabro, alle amiche dell’associazione “Nats” di Bologna, alle operatrici della comunita’ “Il Glicine”, alle amiche umbre della Sueoc, alle compagne dell’OMG in Peru’, alle sorelle di Roma... DOMANDA: Come sei approdato in Ecuador ? Dal febbraio '99 lavoro nella cooperazione internazionale nell’ambito dell’educazione alla mondialita’ per costruire ponti di scambio e di solidarieta tra ragazzi/e del Nord e del Sud del Mondo. Ho avuto l’opportunita’ di tessere relazioni significative d’amicizia con adolescenti e giovani dell’America Latina, grazie ad esperienze di condivisione in Ecuador, Brasile e Peru’. Penso a persone care che hanno scelto la militanza sociale come una vocazione che li vede schierati in trincea. Penso a Rene’, 36 anni, ex rifugiato politico che dopo aver partecipato direttamente agli accordi di pace in Guatemala nella commissione internazionale della guerriglia accompagna minori “a rischio” del quartiere marginale “EL Limon” di Citta’ del Guatemala, nell’educazione popolare e nella gestione del conflitto in un Paese ferito da oltre 30 anni di guerra civile foraggiata dagli Stati Uniti d’America. Penso a Alzeni,30 anni, che lotta a fianco dei sem terra brasiliani nell’ambito della Pastorale della Terra del nordeste, CPT. Penso ad Anita , 17 anni, che 6 anni fa viveva in strada in Ibarra e ora e’ una delle migliori animatrici dell’Ecuador. Penso a p. Alfredo che accompagna i movimenti afro-discendenti e il popolo della strada di Salvador do Bahia (Brasil). Penso a Claudia, 30 anni, sociologa e ballerina che usa lo strumento della danza come educazione popolare nelle favelas di Rio de Janeiro. Potrei citare tanti altri esempi di compagne/i di viaggio: sono legami che trasmettono dignita’, coraggio, sono storie di cambiamento dal basso che palpitano di speranza e passione per la vita. Per questo l’elaborazione di progetti di sviluppo sostenibile, di educazione popolare, non si rivolgono ad un’utenza qualsiasi ma sono reti per sostenere il protagonismo di piccoli cittadini che stanno sperimentando sulla loro pelle un’utopia possibile. A volte nel chiuso di un’ufficio si perde quest’orizzonte vitale e si degenera nell’opportunismo, nel burocratismo, nel rampantismo, nel parassitismo… una mentalita’ che non mi appartiene ma che devi sempre rinfrescare con una tenace opposizione per rimanere fedele a valori e utopie che non si possono tradire con giochi di potere o ipocrisie politiche. Ripartire per l’America Latina per me ha significato riscoprire l’opzione per la periferia invece che per il centro, ha significato approfondire la funzione del facilitatore che stimola e accompagna invece di manipolare e accentrare, ha significato scegliere il “lato debole” della tenerezza, della reciprocita’, della trasparenza, invece che il “lato forte” del potere, dell’imposizione a senso unico, dell’onnipotenza. Ha significato scegliere la precarieta’, la poverta’, la semplicita’ come stile di vita per impare a dare valore alle piccole cose. E’ un’opzione per il Sud, per la strada scomoda della frontiera, per il cammino controcorrente che rimette in discussione le tue certezze se accetti di toglierti la maschera eurocentrica, del sentirsi buono, bravo, ecc. Significa ostinarsi a credere che la “pietra scartata” puo’ ridisegnare le fondamenta della comunita’, che il colore e il calore dell’esclusione puo’ rivoluzionare la normalita’ quotidiana per tutti. DOMANDA: Come’ la tua giornata tipo? Consiglio di leggere i miei diari per avere una visione globale del lavoro educativo che sto svolgendo. Alle 6.30 Alejo da’ la sveglia a tutta la casa-famiglia. Alle 7.30 accompagno Alejo,4 anni, e Ciarrito,7 anni all’asilo. Dalle 8.00 alle 9.00 posso lavorare con internet per mantenere aperto il ponte con l’Italia e l’America Latina anche in qualita’ di redattore sociale e di corrispondente dell’agenzia di stampa missionaria MISNA e della rete telematica PEACELINK. Durante il mattino i ragazzi sono a scuola e cosi’ siamo piu’ liberi di lavorare in ufficio tenendo i contatti con il Tribunale dei minori, per le visite alle famiglie originarie (si cerca di incidere sulle condizioni di prevenzione di abusi, maltrattamenti, violenze, ecc), per il confronto con la psicologa e le differenti figure professionali che fermano l’equipe della comunita’ “Cristo de la calle”. Pranzo a turno nelle 6 case-famiglie che ospitano 40 bambini/e e adolescenti. Trascorriamo il pomeriggio tra giochi e compiti di scuola. La comunita’ organizza corsi di educazione sessuale, di autostima, di artigianato con materiale di riciclaggio,ecc. Il venerdi sera i piu’ grandi si radunano per verificare la settimana di lavoro al Parco di Yuyucocha che il Municipio ha loro affidato per stimolare l’autogestione e la piccola imprenditorialita’. Insieme a Claudia, la “pasionaria” direttrice di Cristo de la calle (che ha la mia stessa eta’, 29 anni), coordiniamo il gruppo “Jovenes luchadores para una niñez justa” che affronta tematiche legate alla cittadinanza giovanile, la formazione degli animatori, il consolidamento del gruppo formato in maggioranza da adolescenti che provengono dalla strada o lavorano in strada vendendo frutta, caramelle, giornali,ecc e vanno alla scuola serale. La sera la trascorro con Anita, Xiomaira, Fernando, Viviana, Alejo y Charrito nella “nostra” casa che cerca di riprodurre un ambiente familiare sano e accogliente. Mi viene difficile pensare ad una giornata tipo perche ogni giorno e’ una nuova avventura!!! Un messaggio conclusivo ... Forse avete visto qualche puntata della telenovela “Terra Nostra” che racconta la storia dell’emigrazione italiana in Brasile negli inizi del novecento. Molte famiglie venete hanno ramificazioni in Argentina come in Svizzera, in Germania come negli Usa, in Australia come in Francia. Oggi non vogliamo ricordare questa pagina sofferta che ha plasmato il miracolo economico del nord-est, una delle zone attualmente piu’ produttiva del mondo. Ora l’orgoglio veneto e’ conosciuto in tutto il mondo per l’intraprendenza, lo spirito di sacrificio, la cultura del lavoro e sta sradicando la mentalita’ che l’Italia significa solo mafia, spaghetti e pizza. Facciamo memoria della realta’ vissuta dai nostri nonni nell’era patriarcale, del contributo delle bambine all’economia domestica, delle responsabilita’ dei ragazzi nei pascoli, nel duro lavoro in campagna. Ricordiamoci dell’accoglienza, della solidarieta’ esistente tra le famiglie delle contrade delle zone periferiche e rurali.. Oggi milioni di emigranti dal Terzo Mondo vengono a bussare al Castello del benessere che abbiamo costruito depauperando le risorse del Sud, exportando la nostra tangentopoli nella corruzione locale, concentrando la ricchezza nelle mani di pochi privilegiati a discapito della maggioranza povera: corriamo il rischio di offrire loro solo razzismo e rifiuto.... Sto ritornando da Lima dove il Manthoc, Movimento di adolescenti e bambini lavoratori figli di operai cristiani, con 25 anni di storia di organizzazione dei NATs (niños adolescentes trabajadores) a livello latinomericano sta testimoniando l’importanza della valorizzazione critica del lavoro minorile quando si garantiscono le condizioni di dignita’, di protagonismo dei Nats. I movimenti Nats sono delle organizzazioni gestite principalmenteda bambini e adolescenti lavoratori presenti in America Latina, Africa e Asia. I Nats si riuniscono e si organizzano per andare contro ogni forma di sfruttamento economico dei minori, ritenendo il lavoro, quando svolto mediante opportune modalita’, un mezzo di sviluppo e crescita del soggetto, anche quando si tratta di un bambino. I Movimenti promuovono il protagonismo dei Nats come risorsa fondamentale delle politiche sociali. Rivendicano un lavoro degno, che dia il giusto spazio ad educazione e gioco. Chiedono che sia fatta una netta distinzione tra il lavoro e le altre attivita’ illegali come prostituzione, schiavitu’ e delinquenza, che sono reati e vanno combattuti, sia nei confronti dei minori che degli adulti. Sembra che la storia si ripeta; in realta’ i contesti sono completamente diversi pero’ legati da una matrice, da un destino comune: i movimenti dei Nats a livello mondiale sono parte del “popolo, dei popoli di Seattle”, la loro resistenza e’ segno di una rivoluzione gia’ in atto che puo fermentare un cambiamento dal basso. Globalizzare la speranza a partire dal protagonismo dei Nats e’ un’investimento per il futuro di tutta l’umanita’. Sono molte le strade della solidarieta’ e della condivisione ma anch’io ti voglio fare delle proposte: sentiamoci uniti nella consapevolezza che UN ALTRO MONDO E’ POSSIBILE! Rimaniamo in contatto, scrivimi all’indirizzo e-mail di posta elettronica: utopiamo at yahoo.it Cristiano Morsolin, Ibarra (Ecuador), sabato 25 agosto 2001 ARCHIVIO dall’ECUADOR Diario n. 1, maggio 2001 : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01164.html Le prime impressioni all’arrivo nel paese andino Diario n.2 , 8 giugno 2001 : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01196.html Visita alle comunita’ indigene vicino a Lauci e Riobamba e giornata mondiale dell’infanzia Aggiornamento n.3, 11 giugno : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01212.html Proposta per l’Ass. “Noi Ragazzi del Mondo”-Ecuador e articolo di ALAI Aggiornamento n.4, 23 giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01247.html Intervista al sindaco indio Tauki Tituaña, al Presidente di Pachacutik Miguel Lluco sullo stato del dialogo con il governó dopo il leviantamento di febbraio e intervento del Parlamentare indigeno Luis Gilberto Talahua Paucar dal titolo: “construir sin discriminación ni racismo”. Aggiornamento n.5, 24 giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01249.html Speciale Diritti Umani dopo la relazione annuale di Amnesty Internacional con intervista a Alexis Ponce dell’Assemblea Permanente dei Diritti Umani. Diario n.6 , 28 giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01263.html La passione per la vita della comunita’ per ragazzi/e di strada “Cristo de la calle” Usa triplicano truppe in Ecuador, 2 luglio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01277.html Traduzione di un articolo del Financial Times, diffuso da Equipo Nizkar della Spagna. Plan Colombia e impatto nell’Amazzonia, 3 luglio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01281.html Articolo di Hugo Cabieses dell’agenzia alternativa ALAI. Aggiornamento n.7 , 4 luglio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01284.html Valutazione globale del Plan Colombia nella regione andina e in Ecuador di Heinz Dieterich, professore mexicano autore del libro “La cuarta via al poder, el 21 de Enero desde una perspectiva latinoamericana” con interviste a Fidel Castro, Hugo Chavez e Noam Chomsky. Plan Colombia in Ecuador, 8 luglio : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01298.html Documenti della CONAIE e della “Comisión de Solidaridad y Derechos Humanos de Imbabura” di Ibarra elaborati da Edison Jativa e Samir Salgado, in merito al Plan Colombia che sta regionalizando il conflitto in Ecuador e nell’area Andina. Plan Colombia en Ecuador, 11 luglio : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01312.html Stessi documenti in lingua spagnola Articolo Adista sull’Ecuador, 17 luglio : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01347.html La giornalista Claudia Fanti traduce una selezione di questi miei materiali per il numero di Adista di questa settimana. Aggiornamento n. 8, 18 luglio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01348.html Articoli del giornalista Kintto Lucas sulla realta’ dei popoli indigeni nell’Amazzonia ecuatoriana e sui problemi che la fumigazione anticoca sta causando ai campesinos e la denuncia del partito Verde nei confronti della multinazionale REPSOL che sta distruggendo il bosco tropicale in Ecuador. Al G8 non dimentichiamoci del Plan Colombia, 18 luglio www.peacelink.it/webgate/latina/msg01349.html Norma Bertullacelli della Rete contro G8 cita il mio documento sul Plan Colombia in Ecuador. Diario n. 9 , 20 luglio : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01360.html Aggiornamento dei vari progetti per minori a Quito Globalización Colonizadora, 20 luglio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01362.html Intervento di Mons. Luna Tobar, exponente della Teologia della Liberazione, su G8 a Genova. Aggiornamento n.10 , 26 luglio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01368.html Congresso straordinario della CONAIE – Confederazione nazionalita’ indigene e messaggio al Paese Aggiornamento n.11, 28 luglio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01408.html Minacce ad attivista dei diritti umani Alexis Ponce – Assemblea Permanente dei Diritti Umani Aggiornamento n.12, 15 settembre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01544.html Nuovo dossier su intimidazioni ad attivisti dei diritti umani in Ecuador Plan Colombia n.13, 29 settembre : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01631.html Interventi sul Plan Colobia di Alexis Ponce, Assemblea Permanente dei Diritti Umani Aggiornamento n.14, 29 settembre : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01643.html Intervento del senatore verde Francesco Martone in Ecuador Intervista a Miguel Lluco, leader indigeno, n.15, 30 settembre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01653.html Debito estero in Ecuador, n.16 , 1 ottobre : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01661.html In ricordo del profeta della liberazione Leonidas Proaño, n.17 , 3 ottobre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01671.html Ricordo di Mons. Proaño, SECONDA PARTE, n.18, 3 ottobre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01673.html Grido degli esclusi in Brasile, n.19 , 3 ottobre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01674.html Grido degli esclusi, SECONDA PARTE, n.20 , 4 ottobre : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01679.html Informazione alternativa in America Latina, n.21 , 4 ottobre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01680.html NEWS DAL GUATEMALA Commenti di E. Galeano e Rigoberta Menchu’ dopo il martirio della missionaria usa Barbara Ann Ford, collaboratrice di Mons.Juan Gerardi e Mons. Julio Cabrera nel Quiche’, 11 maggio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01108.html Prime notizie dopo la condanna dei tre militari accusati di aver ucciso Mons. Juan Gerardi, martire della pace e della giustizia, 10 giugno : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01197.html L’ex dittatore Rios Montt viene denunciato per genocidio, 11 giugno : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01198.html Rene’ Muñoz (rifugiato político negli anni ottanta, dopo aver contribuito agli accordi di pace lavora nel coordinamento di ong e cooperative CONGCOOP) inquadra la realta’ del paese centroamericano, 14 giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01213.html Vari commenti dopo la storica sentenza del processo per il martirio di Mons. Gerardi: 14 giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01214.html Testimonianza di Ana Lucrecia Molina Theissen diffusa dalla Fondazione “Rigoberta Menchu” in merito alla recente incriminazione del dittatore Rioss Montt, attuale presidente del Parlamento, 19 giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01235.html Aggiornamento dal Guatemala, 25 luglio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01387.html Articolo di Rene’ Muñoz, educatore popolare di Citta’ del Guatemala Documento dal Guatemala, 30 settembre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01647.html Documento delle organización indigene per la Cumbre mondiale contro il razzismo di Durban NEWS DAL PERU’ Documento rivolto al futuro presidente, elaborato dal Movimento Nazionale Bambini e Ragazzi lavoratori organizzati del Peru’ (MNNATSOP), 7 aprile: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01053.html Commento alle elezioni presidenziali vinte dall’indio Toledo, che a otto anni laborava a Lima come lustrascarpe, di Jose’ Pinto: reconstuir la esperanca desde abajo, 15 giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01218.html Plan Colombia e impatto nell’Amazzonia, 3 luglio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01281.html Diario n.1 dal Peru: presentazione Manthoc, 25 agosto: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01450.html Diario n.2 dal Peru’: relazione di Alfredo Quispe, 16anni, ex-delegato Manthoc, su Protagonismo infantile e nueve sfide del lavoro minorile in Peru’, 26 agosto: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01452.html Diario n.3 dal Peru’ : pronunciamento del Monvimento nazionale dei nats organizzati del Peru sulla Cumbre mondiale dell’Onu per l’Infanzia in programa a settembre a New York, 28 agosto: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01461.html Diario n.4 dal Peru’, 9 settembre : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01491.html Commento ai miei diari di Marina Beccuti, rete latina, 11 settembre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01502.html NEWS DAL BRASILE Il documento conclusivo del primo Congresso Regionale della Pastorale della Terra del nordest brasiliano, 5 maggio : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01215.html Congresso nazionale della Pastorale della Terra CPT del Brasile, in Bahia, 21 giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01242.html Intervista al coordinatore nazionale della CPT Ignacio Revers, 30 giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01271.html Terrorismo e Nuovo ordine mondiale, dom Tomas Balduino, 28 settembre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01616.html Intervento di Frei Alamiro Andreade da Silva, 3 ottobre: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01667.html NEWS DALL’ITALIA Riflessione a margine di Civitas, sul cammino in Italia per dare voce al protagonismo dei ragazzi lavoratori nel microcosmo della strada, attraverso la proposta NATS, 8 maggio : www.nonluoghi.it/bimbisud.html Articolo di Frei Betto da Genova, 20 luglio : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01361.html Ancora Frei Betto da Genova , 22 luglio: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01370.html La tierra de Colon a Latinoamerica PER APPROFONDIMENTI: Associazione Internazionale “Noi ragazzi del Mondo” : www.ainram.cjb.net ITALIANATS: www.equomercato.it/nats.html www.italianats.org Amici scout di NAMASTE (Ostiglia – MN ): www.namaste-ostiglia.it ______________________________________________________________________ Do You Yahoo!? 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