Intervista al Coordinatore Nazionale CPT Brasil, da parte di Cristiano Morsolin



Cara Peacelink,
Vi spedisco questa intervista a Ignacio Revers, coordinatore nazionale della Pastorale della Terra in Brasile, Cpt,raccolta da Francesca di Misna, che rappresenta un aggiornamento del Congresso Nazionale svoltosi a fine maggio in Bahia.
Salutoni latinoamericani
Cristiano Morsolin dall'Ecuador, e-mail:utopiamo at yahoo.it

INTERVISTA A IGNACIO REVERS, COORDINATORE NAZIONALE DELLA CPT/PARTE1 (STANDARD, CHURCH/RELIGIOUS AFFAIRS)  
  
La riforma agraria rappresenta una delle frontiere dove la Chiesa brasiliana è militante da ormai diversi anni. È quanto emerge da un’intervista rilasciata alla MISNA da Isidoro Revers, coordinatore nazionale della Cpt (Commissione pastorale della Terra), in visita in questi giorni in Italia. “La Cpt è nata nel 1975 – ha iniziato Revers - in pieno regime militare, durante la repressione su scala nazionale dei lavoratori rurali. Era un’epoca in cui l’espansione del capitale verso l’Amazzonia si compiva sulla pelle dei contadini e degli indios. Nella completa assenza di garanzie legali per l’intero settore agricolo, la dittatura spingeva i grandi latifondisti ad occupare terre, calpestando i diritti dei contadini, relegati in condizioni di emarginazione e povertà. La Chiesa ha voluto allora interrogarsi su come costituire un organismo di appoggio ai campesinos e, in piena autonomia ecumenica, ha raccolto l’adesione di vescovi, laici, sacerdoti, religiosi, luterani, presbiteriani e metodisti”. In questo contesto, si inserisce, tra l’altro, la lettera pastorale di monsignor Pedro Casaldaliga, vescovo di São Fèlix do Araguaia, intitolata “Una chiesa dell’Amazzonia in conflitto con il latifondo e l’emarginazione sociale”, destinata a dare una svolta alla storia politica e sociale del Paese. “L’obiettivo – riprende Revers - era tutelare i lavoratori agricoli, iniziando col denunciare davanti all’opinione pubblica tutti i problemi relativi al conflitto terriero. Il lavoro è partito con un’opera di sensibilizzazione degli stessi contadini ad organizzarsi per creare nuovi sindacati e ripristinare quelli soppressi. Si pensava di riunire sotto la Centrale unitaria dei lavoratori (Cut) i movimenti popolari e quelli sindacali, ma gli operai non accettarono. Si è trattato di un errore politico da parte della Cut che si occupava, in pratica, di difendere chi già aveva un lavoro, disinteressandosi dei disoccupati e, 
soprattutto, della riforma agraria". (Continua) (FB) 


BRAZIL, 27 GIU 2001 (1:24)

------------------------------------------------------------
INTERVISTA A IGNACIO REVERS, COORDINATORE NAZIONALE DELLA CPT/PARTE2 (STANDARD, CHURCH/RELIGIOUS AFFAIRS)  
  
“Movimenti come il Mst (Movimento dei lavoratori Senza Terra) – riprende Revers - il Mpa (Movimento piccoli agricoltori), Amntr (Movimento delle donne rurali), Mab (Movimento dei colpiti dalla ripresa) uniti a diverse Pastorali diedero allora vita alla ‘Via Campesina’, riunendo lavoratori agricoli, piccoli e medi produttori, indios. Al momento la ‘Via Campesina’ e il Forum nazionale per la riforma agraria radunano 32 organismi di sostegno ai lavoratori agricoli e hanno come scopo principale la contestazione della cosiddetta ‘riforma agraria di mercato’. Ciò che bisogna ricordare infatti è che attualmente l’80 per cento dell’agricoltura nazionale non ha praticamente alcun reddito. Non ci sono più crediti, sussidi ai contadini e ai piccoli produttori, ma solo prestiti regolati dal mercato finanziario. Il lavoratore rurale ha così soldi per coltivare la terra ma poi non ha il denaro per saldare i debiti. Come se non bastasse il governo ha adottato recentemente un decreto che proibisce di manifestare per la riforma agraria, chi verrà colto in una dimostrazione pubblica ne verrà automaticamente escluso. La globalizzazione attinge l’agricoltura aprendo il campo solo alle grandi industrie, mentre i piccoli produttori restano isolati. Per questo, fin dall’inizio la Cpt ha lavorato al fianco delle realtà locali, per promuovere l’industria locale e far sì che i piccoli produttori non dipendano dai grandi, a cominciare dal reperimento delle sementa che hanno costi elevatissimi. Diversificando l'azione in base alle differenti realtà, si è agito a vari livelli ad esempio nel nordovest attraverso la formazione di leader sociali locali, o in Amazzonia promuovendo coltivazioni che rispettino l’ambiente. Riguardo all’angoscioso problema della schiavitù, la Cpt ha ottenuto l’istituzione del 'gruppo mobile' del ministero del lavoro che tuttavia rischia di perdere lo spazio conquistato per le pressioni dei grandi latifondisti e dei &#821
6;posseiros’, coloro che possiedono illegalmente le terre. La strada per una reale riforma agraria a beneficio di coloro che finora sono stati esclusi è ancora lunga. Per questo continuiamo a necessitare del sostegno nazionale ed internazionale”. (FB)