News n.6 dall'Ecuador di Cristiano Morsolin



DIARIO N.6 – ECUADOR NEWS

Dal vostro corrispondente in Ecuador, ecco il sesto diario di viaggio.

Trascorro tutta una settimana senza educatrice nella casa famiglia di Anita, Xiomaira, Fernando, Viviana, Rosario e Alejandro, dove sono ospite.
Soila era solo un tappabuchi: se n’e andata di propria iniciativa, capendo i suoi limiti. E’ da tempo che si sta cercando una sostituta   con professionalita’  e capacita’ di adattamento che desidera investire anche su Alejandro, che qualche sociólogo o  pedagogo “illuminato” potrebbe considerare una scimmietta di due anni (anagraficamente ha 4 anni), ritardato, denutrito e pieno di vermi... 
Alejo da’ la sveglia a tutta la famiglia alle 6,30 quando il sole si fa sentire (in Ecuador non esistono persiane...sic...): parla per monosillabi ma si fa capire...Alle 7,30 passa il pulmino che lo accompagna alla scuola “especial”, insieme alla sorellina Charrito, 9 anni, tutta sdentata...
Fernando 12 anni, si sente il capo-famiglia, vuole mostrarsi piu’ grande, sta entrando nell’adolescenza e per questo e’ conflittivo con tutti. Una volta e’ scappato con la sorellina Viviana, che adora le coccole. Recentemente ha litigato con la prof di inglese e l’indomani si e’ nascosto nella veranda per non andare a scuola.
Anita e Xiomaira, 18 e 16 anni, sono le ragazzine piu’ grandi, gia’ cresciute come animatrici responsabili e mature, si preoccupano dei fratellini piu’ piccoli. Insieme a Claudia e Licia nell’ottobre ’93 iniziano il cammino di “Cristo de la Calle” : allora vivevano in strada come piccole venditrici e Claudia e Licia le incontrarono mentre dormivano avvolte tra giornali in un marciapiede vicino al convento dove studiavano per diventare religiose. Furono folgorate sulla via di Damasco: volevano servire il Signore dell’Amore e della Giustizia fuori dalle mura del privilegio e dell’egoismo. Abbandonarono le loro sicurezze per iniziare quest’avventura di condivisione che resiste, malgrado tutto...
 Xiomaira ha intervistato Claudia spiegando obiettivi e progetti (vedi alla fine).
Anita sogna di laurearsi in psicologia, Xiomaira e’ una fans di Richi Martín. Sono profondamente legate a Claudia che le adora con la chiara consapevolezza di non essere la loro mamma. La madre naturale e’ in cinta del nono figlio (a 38 anni) e vive con il patrasto in situazione di maltrattamento: mantengono i contatti anche se capiscono che la realta’ di poverta’ culturale, materiale,ecc diventa una schiavitu’ rispetto all’emancipazione di cui sono protagoniste.
Come tutte le famiglie normali, sabato siamo usciti tutti a passeggio, con Claudia che ci ha accompagnato al mercato indigeno di Otavalo en el parco di Peguche, tra ruscelli, boschi e una bellísima cascata con tanto di ponte alla Indiana Jones...
Ogni giorno pranzo nelle differenti case-famiglie (ben sei) e mi colpisce molto la dignita’ di queste famiglie alternative e sopratutto la luce che brilla negli occhietti di quest’infanzia negata dalla poverta, dalla violenza della strada, dalla mancanza di affetti, che lentamente sta risorgendo con l’amore.
Immergendomi nel quotidiano comprendo la fatica di questo lavoro educativo che cerca di offrire una risposta di qualita’ pur nella precarieta’ economica; si avverte pero’ anche la PÀSSIONE PER LA VITA che anima questa avventura, una carica valoriale profonda che traina, motiva e aiuta ad affrontare le numerose sfide di ogni giorno. Cosi’ abbiamo avuto la visita di una funzionaria del Ministero per la protezione infantile, venuta appositamente dall’Ufficio Centrale di Quito: e’ stata apprezzata la trasparenza e la sincerita’ anche se i 12 dollari mensili per ragazzo che lo Stato garantisce per l’educazione (un libro costa 18 dollari, per esempio) sono davvero una miseria... 
Un esempio di radicalita’ e’ sicuramente Claudia Ibadango, 29 anni, la “pasionaria” directora alla Rosy Bindi; il suo impegno e’ riconosciuto anche da Confie (Coordinamento di ong che lavorano per i diritti dei minori) che l’ha nominata nell’esecutivo nazionale. Corre tutto il giorno tra le necessita’ dei ragazzi, le visite ai prof., al tribunale dei minori, gli incontri con i genitori, con l’equipe delle educatrici... Ha studiato tre anni giurisprudenza all’Universita’ col sogno di difendere i diritti dei minori anche in veste di avvocato, ma non ha i mezzi finanziari per continuare. Claudia ha sempre lottato da sola anche contro quel muro di ipocrisia che l’ha “condannata” per aver concepito due figli con il prete progresista della citta’. Purtroppo anche la Comunita’ Internazionale di Capodarco non sempre l’appoggia, ma chi ha lavorato insieme a Claudia e alle bambine ha capito il valore, la “ricchezza” di Cristo de la Calle, come per esempio Elena Matiz di Udine che ha costruito un ponte di scambio con i luppetti-scout della sua parrocchia di Moggio.
Oltre ai 40 ragazzi/e ospitati nelle case-famiglia, appoggia altri 35 minori per offrire le condizioni affinche’ rimangano nelle loro famiglie naturali. E’ un lavoro di squadra in equipe portato avanti sopratutto con l’impegno  di Margot (vice di Claudia), Morayma (psicóloga specializzata in adolescenza, insegna anche all’Universita’), AnnaMaria (assistente sociale che viene mandata a tutti i corsi organizzati da Confie) e Elena, che tiene la contabilita’.

Abbiamo trascorso una settimana intera senza un dollaro, hanno tagliato il telefono per 4 giorni: eppure si continua a lottare con coraggio e determinazione. 

Questa poverta’- sobrieta’ mi stimola a capire fino in fondo lo spirito di speranza, la ricerca di senso che accende il sorriso, che ti fa aprire la porta per ascoltare chi ha un mare di problemi da sfogare anche se nell’inmediato hai ben poco da offrire. E’ uno stile di vita che pone al centro l’attenzione, la relazione con l’Altro e mi purifica da tanti schematismi da europeo, da gringo. Per esempio nella nostra casa-famiglia non abbiamo la televisione ma ci inventiamo mille giochi la sera: ora ci divertiamo con una piccola registratora.

Venerdi 15 giugno presso l’Universita’ Salesiana,  Asa – Asociación Solidariedad y Accion ha festeggiato 7 anni di cammino. P.Giorgio de Checchi, il presidente, ha aperto la tavola rotonda su “Partecipazione e cittadinanza” partendo dalla misión di Asa: “Siamo un’associazione di ispirazione cristiana che assume la sfida della poverta’ in tutte le sue connotazioni per offrire risposte alternative per la persona, la familia e la comunita’, promuovere lo sviluppo integrale con uno spirito solidale, partecipativo e di cittadinanza.”
Ha poi sottolineato che “persona, comunita e cittadinanza evidenziano l’importanza della dignita’ di ogni persona, l’ottica dello sviluppo comunitario, il nostro horizonte di lavoro per costruire una societa piu’ giusta e solidale dove ogni persona possa accedere a una vita dignitosa e partecipare alla definizione del presente e del futuro di questo nostro paese.
Cerchiamo di riflettere sui nostri errori per migliorarci, pero ci preocupa sopratutto que la nostra “presenza” non replichi un lavoro paternalista ma risolva puntualmente i problemi facendo crecere la gente nelle sue responsabilita, rispondendo alle varie necessita’ riconoscendo la dignita di ogni persona, le potenzialita’ per il cambiamento profondo e autentico della realta’.
Una mente aperta, un cuore che si commuove, una vita solidale, un lavoro competente e impegnato, la disponibilita’ al dialogo e la ricerca delle soluzioni piu’ opportune... sono alcuni dei molti requisiti di cui abbiamo bisogno per cambiare il mondo; questi impegni gli vogliamo assumere ogni giorno nella nostra vita, affinche’ la nostra Associazione sia presenza di speranza per il nostro tempo”.
Prima di partire per Riobamba dove m’aspetta Amelia, incontro P.Giorgio de Checchi di Asa e Gianni Tarquini di Cica per riflettere insieme sul cammino Ainram in Ecuador. Dopo la confusione e le contraddizioni dell’incontro a Rio de Janeiro si decide di aspettare ad incontrarsi in attesa di input dall’italia in materia di progetto-prassi educativa, strumenti di formazione, ecc.

Partecipo alla S. Messa domenicale nella Cattedrale di RIobamba, presieduta dal Vescovo Corral Victor, successore di Taita Proaño. All’ingresso il murales preparato dal premio Nobel per la pace Perez Esquivel ricorda la Chiesa PROFETICA E POPOLARE di Dom Helder Camara, di Oscar Romero, di Ernesto Cardenal. Ai piedi della Croce le Madri di Plaza de Mayo chiedono dove sono i figli desaparecidos. Dopo 20 anni continua la persecuzione per chi chiede giustizia, per chi lotta per i diritti umani: a fine maggio si e’ verificata l’ennesima aggressione alla presidentessa Hebe de Bonafini che era in Brasile, hanno torturato la figlia Maria Alejandra. Per maggiori información: www.madres.org
Amelia mi accompagna nella collina di S. Cruz, nella casa di formazione della Diocesi dove nell’agosto ’76 i militari della giunta dittatoriale accerchiarono e sequestrarono in assetto di guerra il gruppo di vescovi, laici e teologi latinoamericani che stava riflettendo a livello pastorale sulle implicazioni della Chiesa dei Poveri, dal volto indio, aperta alla teologia della liberazione. Oggi come allora il Vangelo continua ad essere “sovversivo” malgrado il vento conservatore che soffia verso la normalizzazione

Venerdi 22 giugno ci incontriamo con Olivier Dinabudeurt, rappresentante aggiunto per tutta l’America Latina dell’Acnur, l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, venuto a Ibarra per conoscere la realta’ dei rifugiati colombiani (siamo a sole due ore e mezza dalla frontiera). Si ipotizza la possibilita’ di preparare un progetto globale con altre ong per la prima accoglienza. Ci ritroveremo il sabato 7 luglio per una giornata di formazione congiunta con personale dell’Acnur. Cosi’ devo aggiornarmi sul Plan Colombia.
Saluti latinoamericani
Cristiano Morsolin, e-mail: utopiamo at yahoo.it


ARCHIVIO
Diario n. 1,    maggio 2001 : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01164.html
Le prime impressioni all’arrivo nel paese andino

Diario n.2 , 8 giugno 2001 : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01196.html
Visita alle comunita’ indigene vicino a Lauci e Riobamba e giornata mondiale dell’infanzia

Aggiornamento n.3,  11 giugno : www.peacelink.it/webgate/latina/msg01212.html
Programma di lavoro dell’Ass. “Noi Ragazzi del Mondo”-Ecuador e articolo di ALAI

Aggiornamento n.4, 23 giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01247.html
Intervista al sindaco indio Tauki Tituaña, al Presidente di Pachacutik Miguel Lluco sullo stato del dialogo con il governó dopo il leviantamento di febbraio e intervento del Parlamentare indigeno Luis Gilberto Talahua Paucar dal titolo: “construir sin discriminación ni racismo”. 

Aggiornamento n.5,  24  giugno: www.peacelink.it/webgate/latina/msg01249.html
Speciale Diritti Umani dopo la relazione annuale di Amnesty Internacional con intervista a Alexis Ponce dell’Assemblea Permanente dei Diritti Umani.

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Morsolin Cristiano, e-mail: utopiamo at yahoo.it
Fundacion “CRISTO DE LA CALLE”, 
Calle Maldonado 14-119 y Guillermina Garcia 
Ibarra - Ecuador
Telefono (00593) 6.641056	 ( 7 ore di differenza dall’Italia)
Directora Claudia Ibadango, e-mail: cristodelacalle at yahoo.com 
Telefono : (00593) 6.953955



INTERVISTA

Vamos a entrevistar a la señora Directora de la “Fundación Cristo de la Calle”, Claudia Ibadango.

¿Cuál es su nombre?
Antes que nada buenas tardes, mi nombre es Claudia Ibadango 

¿Qué edad tiene?
Mi edad es de 29 años

¿Me puede explicar como nace la Fundación Cristo de la Calle?
La “Fundación Cristo de la Calle” nace el 12 de Octubre de 1993, Iniciado por tres chicas jóvenes; la una de 21 años, la otra chica de 22 años y la tercera de 23 años. Las cuales al ver niños que se drogaban en las calles que pasaban las noches durmiendo en parques, avenidas, en el mercado Amazonas, en el Ferrocarril que saciaban su hambre y su soledad con una simple funda de cemento de contacto, fue la inspiración de estas tres chicas.

¿Quiénes fueron los fundadores de esta obra?
Los fundadores de esta obra fuimos las tres chicas más dos sacerdotes

¿Qué le motivo a realizar este trabajo?
Me motivo a realizar este trabajo como lo dije anteriormente en ver tanto niño abandonado, el ver tanto niño que pedía en las calles, que deambulaba con una pequeña caja de limpiar zapatos, pidiendo en los salones, refugiados en los nintendos, robando en los colectivos muchas veces arranchando a los niños colegiales otros niños sin comer sin nada vendiendo chicles, vendiendo caramelos, también muchos de los niños al que tener a sus padres alcohólicos se encontraban juntos a ellos dormidos en grandes programas como eran en la Plazoleta Calderón, en el Obelisco, estos niños se quedaban junto a sus padres las noches y amanecían igual que sus padres alcoholizados.

¿Cuáles son los objetivos que persigue la Fundación?
Los Objetivos que persigue la Fundación a más de respetar y hacer cumplir los derechos de nuestros niños, tratamos de hacer cumplir unos de sus principales derechos que es el de vivir en su propia familia, la familia biológica. Que para nosotros llegar a este objetivo hemos tratado ahora de trabajar constantemente con el problema que no es el niño es la familia, el problema se enraíza en la familia por muchos motivos como puede ser la drogadicción, los bajos recursos económicos, situación económica es por esta razón que la Fundación persigue el reinsertar al niño a su familia biológica y al niño que no tiene su familia tratar de darle un ambiente familiar como es el proyecto de las casas familias ó más adelante familias que acojan a estos niños, familias que sean parte de la sociedad y le integren a este niño a ser parte de su hogar.

 ¿Qué problemática atiende actualmente la Fundación?
La fundación atiende actualmente a niños en situación físico psicológico a niños de madres privadas de su libertad , a niños que son maltratados y que se encuentran  en las calles . 

¿Cuántos son los beneficiarios?
Los beneficiarios son actualmente son 75 niños pero este nùmero es fluctuante a veces llegamos a atender a 80 y muchas veces mas.

 ¿En todo este tiempo de trabajo hay frutos 
Claro que si los frutos no son uno ni dos son varios jóvenes que algun rato fueron chicos que se fundiaban , que robaban que estaban en las calles sin saber que rumbo tomar ahora  son jóvenes estudiantes que  de cuartos , quintos cursos que trabajan y a la ves estudian por  salir adelante a los cuales se les prepara para ser educadores de los niños que ahora estan pasando por la realidad que ellos tuvieron algun tiempo. 

¿Que dificultades tiene la fundación 
los problemas que acarrea la fundación son los bajos recursos economicos , el no tener recursos para cubrir las necesidades de los chicos y como uno de los principales problemas que la sociedad no hace el problema suyo sino deja este problema solo que se quede  en manos de las  instituciones el cual como instituciones  pequeñas que somos no avanzamos a salir ni a cubrir  los problemas de los chicos lo cual no se pude dar una atención de calidad ..

¿Qué compromisos usted pedirìa a la sociedad  en relación al trabajo de la fundación
El compromiso que yo pediria a la sociedad es que uniendo esfuerzos el trabajo que uno se quiere hacer para estos niños o para todas las personas que necesitan seria optimo solo uniendo esfuerzos se puede lograr lo nos proponemos .

¿Qué mensaje nos dajarìa usted 
Que nos unimos hoy luchando para un buen presente en los niños  lograremos en futuro una sociedad mas digna y respetuosa  y con mucho amor.

Xiomaira Gualoto , Ibarra, 19/6/2001