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l'articolo del Manifesto su Kissinger
- Subject: l'articolo del Manifesto su Kissinger
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Mon, 11 Jun 2001 13:09:17 +0200
Diritti umani: rivolgersi al dott. Kissinger CRIMINALI Il ruolo dell'ex segretario di stato Usa a sostegno di Pinochet, Suharto e altri macellai. Un libro e una campagna per togliergli (almeno) il Nobel per la pace EMANUELE GIORDANA * Chissà se Le Crimes de Monsieur Kissinger di Christopher Hitchens, opinionista di The Nation, sarà tradotto anche in italiano. Per adesso c'è, da pochi giorni, la versione francese di un libro che getta luce sugli anni in cui, nel mondo, avvenivano non poche nefandezze. Anni che corrispondono al periodo in cui un professore di Harvard di origini bavaresi, era diventato consigliere per la sicurezza alla Casa bianca e poi segretario di Stato. Hitchens ha ricostruito il periodo 1969-1977 che corrisponde agli anni in cui Henry Kissinger, molto in voga in Italia in questi giorni, dirigeva la politica estera americana. Il libro di Hitchens è caduto, come si dice, a fagiolo, proprio mentre il "caro Henry" veniva chiamato in causa dalla magistratura francese la scorsa settimana e rispondeva garbatamente che non intendeva recarsi dai magistrati che indagano sulla sparizione di alcuni cittadini francesi durante la dittatura cilena. E poi pochi giorni fa il giudice cileno Gzman ha espresso formalmente la richiesta di poter interrogare anche lui Kissinger per la vicenda del giornalista americano Charles Norman. E ancora: l'organizzazione pacifista Peacelink, (www.peacelink.org) ha lanciato una campagna che chiede la revoca del Nobel per la pace attribuito a Kissinger nel '73. In effetti, a mettere assieme le cose, la figura di Kissinger ne esce a pezzi. Hitchens parla ad esempio della sua responsabilità nel golpe cileno. Il libro si basa su documenti desecretati recentemente ricostruendo le liaison tra Washington e Santiago, in occasione dell'arresto di Pinochet a Londra. Hitchens cita tra l'altro i documenti declassificati "sul progetto Fubelt, nome in codice attraverso il quale la Cia, in contatto frequente con Kissinger e il Comitato 40, si occupava delle operazioni segrete contro il governo cileno". E aggiunge: "Il rovesciamento del governo di Allende col golpe avveniva l'11 settembre 1973, quando Kissinger veniva interrogato dal Senato prima di essere nominato segretario di Stato. Egli mentì, affermando...che gli Usa non avevano in alcuna maniera partecipato all'operazione". Poi c'è il capitolo asiatico. Kissinger ottenne il Nobel assieme al vietnamita Le Duc Tho che però lo rifiutò. Le Duc Tho sapeva che, nonostante il negoziato con Kissinger, le bombe non avevano smesso di cadere tra il '73 e il '75. Ma il capitolo che riguarda i bombardamenti "segreti" in Cambogia merita ancora più attenzione. Qui ci aiuta invece Edward Herman, dell'Università della Pennsylvania. Herman è uno dei sostenitori delle cosiddette due fasi del genocidio cambogiano: in sostanza, afferma che la cifra di due milioni di morti attribuita a Pol Pot è scorretta e che, una buona parte, andrebbero messa in conto alla fase uno: i bombardamenti che, secondo un rapporto del governo finlandese, uccisero - tra il '69 e il '75 - almeno 600 mila persone, producendo un esodo di due milioni di profughi. Nel '73, i B-52 bombardarono la Cambogia per 160 giorni consecutivi, utilizzando l'equivalente di oltre il 50% dell'esplosivo convenzionale usato contro il Giappone nella seconda guerra. Secondo fonti indipendenti, Pol Pot si rese responsabile di un milione di morti, ma poi fu segretamente sostenuto e finanziato dall'America una volta che il Vietnam lo scalzò dal potere nel '79 (una fonte parla di oltre 80 milioni di dollari). Brzezinski che era il National Security Advisor di Carter, disse che gli Usa "incoraggiarono i cinesi a sostenere Pol Pot... Noi certo non potevamo farlo. La Cina sì". Infine il capitolo "Indonesia". Nel '65-'66 (golpe e stragi di Suharto) Kissinger era solo consulente al dipartimento di Stato, ma nel '75, quando Giacarta invase Timor Est, era il ministro degli esteri di Gerald Ford, che aveva da poco sostituito Nixon. Il sostegno a Suharto continuò negli anni sino alla primavera del '98, quando Clinton decise che ormai il vecchio dittatore andava abbandonato. Kissinger però, diventato ormai un ascoltato consulente, non aveva dimenticato le vecchie abitudini: nel marzo 2000 un gruppo ambientalista indonesiano ha denunciato i suoi "consigli" all'attuale presidente Wahid. Kissinger, diventato consulente del neo presidente oggi in difficoltà, avrebbe fatto pressioni a favore della Freeport McMoran, una società mineraria (il nome di Kissinger figura nel suo director's board) accusata di violazioni dei diritti umani e di nefandezze ambientali in Irian Jaya, la Nuova Guinea indonesiana, occupata militarmente da Giacarta negli anni '60. *Lettera 22 Nello www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm
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