Gli U'wa, le FARC e i Verdi



Il Campo Antimperialista prende atto dello scioglimento, di fatto, del
<<Coordinamento di Solidarietà ed Appoggio al popolo indigeno U'WA>>.
Subito dopo la sua formazione il Coordinamento ha inviato una Commissione
(precisamente la terza, dopo due inviate dai Verdi), di cui era parte una
compagna del Campo, con i seguenti compiti:  monitorare le condizioni del
millenario popolo U'wa, la cui sopravvivenza e' gravemente minacciata dalle
attivita' della multinazionale petrolifera OXY nel suo territorio
ancestrale;  esercitare pressioni sul Governo colombiano e sulla
multinazionale affinché ponessero fine all'esplorazione nel suddetto
territorio; contestare ufficialmente la legittimità del <Plan Colombia>, in
quanto vero e proprio piano di guerra finanziato dagli Stati Uniti
finalizzato alla distruzione del territorio colombiano e alla repressione
delle guerriglie.
Al suo rientro la Commissione ha consegnato al Coordinamento, riunitosi
anche per preparare la partenza della quarta Commissione, la sua relazione
sul lavoro svolto, peraltro egregiamente, nei 20 giorni di permanenza in
Colombia.
Dopo questa riunione vuoto totale!! Per avere il rapporto della Quarta
Commissione e' stata necessaria una richiesta; sulla preparazione di future
Commissioni il nulla. Gli unici contatti sono stati intrattenuti con i
responsabili per l'America Latina e per la campagna pro U'wa della
Federazione Naz. Dei Verdi, allo scopo di organizzare un giro in Italia di
due rappresentanti del popolo U'wa nel cui ambito il Campo ha organizzato
un incontro a Perugia. Anche in questa occasione si è dovuta constatare la
totale inesistenza politica del Coordinamento: tutto il tour è stato
gestito politicamente dai suddetti responsabili. Non solo non si è potuto
discutere del contenuto del Manifesto Nazionale, ma perfino a livello
locale le singole realtà coinvolte, degradate da membri di un Coordinamento
a collaboratori occasionali, hanno dovuto seguire un volantino base con
elementi cosiddetti irrinunciabili e con ben pochi margini per
caratterizzare l'incontro come momento di denuncia del capitalismo e
dell'imperialismo. Non solo: il volantino locale poi, prima della
diffusione, è stato visionato dai Verdi. Si tratta, con ogni evidenza, di
metodi burocratici e commissariali lesivi della dignita' di chi, con tutta
onesta', vuole difendere i diritti del popolo U'wa senza venir meno alle
proprie idee.
Il risultato di questa metodologia autoreferenziale è stata la pochezza
politica con cui la problematica U'WA è stata, da parte di chi dirige il
Coordinamento, decontestualizzata dalla situazione di oppressione e di
guerra civile in cui, da ormai più di 30 anni, si trova tutta la
popolazione colombiana. L'osservatore internazionale dei Verdi e i due
rappresentanti indigeni hanno dato l'immagine di un <popolo eletto>, per
cui tutti gli altri sono <fratelli  minori>, che affronta i propri
problemi, causati dall'oppressione capitalista ed imperialista, dividendo
tutte le altre forze che lottano in buone e cattive, a secondo che lo
facciano senza armi o con le armi. Questi ultimi, i guerriglieri,
 dovrebbero tenersi fuori dal suo territorio. I due rappresentanti U'wa che
sono stati portati in Italia sono giunti  addirittura ad equiparare le
organizzazioni guerrigliere, soprattutto le FARC, al governo, alla polizia,
all'esercito e ai paramilitari, cioè agli oppressori.

Invece non è così: il popolo U'WA, nonostante le sofferenze che la
colonizzazione ha provocato a tutti gli indigeni, comprende che i suoi
patimenti sono un aspetto di quelli che affliggono tutta la popolazione
colombiana ed è ben disposto verso le altre culture presenti sul suo
territorio. Solo ultimamente alcune sue autorità tradizionali (religiose e
politiche) e suoi rappresentanti hanno manifestato segnali di insofferenza
a questa apertura, concentrandosi sul riacquisto delle terre dei campesinos
residenti nel territorio legalmente riconosciuto agli U'WA a scapito della
campagna contro la OXY e restringendo la possibilità di matrimoni misti. E'
comprensibile che sotto la minaccia ravvicinata della OXI sia riaffiorata
la paura verso <l'uomo bianco> e la sua cultura di oppressione e di morte,
ma non tutti i bianchi hanno un'identica cultura: l'isolamento in cui
questo popolo e' trascinato da alcuni suoi rappresentanti, indirizzati in
questo senso da forze politiche ecologiste straniere quali i Verdi
italiani, gli alienerà la solidarieta' e l'appoggio di molte altre forze
politiche, colombiane e non, sinceramente anticapitaliste ed
antimperialiste.
E' inoltre lampante la totale infondatezza, sia sul piano storico che su
quello politico, dell'equiparazione fra organizzazioni guerrigliere,
soprattutto delle FARC (nate più di 30 anni fa per combattere, pur con
inevitabili contraddizioni, l'ingiustizia, la miseria e la morte, e ben
radicate nel popolo colombiano), e l'oligarchia capitalista con i suoi
strumenti di repressione e di brutale sfruttamento.

Il Campo continuera' ad appoggiare la lotta del popolo U'WA, ma come un
elemento particolare inserito nel contesto della lotta tra rivoluzione e
reazione, come appoggia tutte le lotte popolari di liberazione
dall'oppressione imperialista, ma non puo' farlo insieme a soggetti che
ritengono che le loro analisi, ancorche' palesemente mistificanti, e le
conseguenti forme di lotta siano verità assoluta, intangibili ed
indimostrabili.  
Ci vediamo dunque obbligati ad uscire dal Coordinamento in difesa del
popolo U'wa in quanto esso e' stato trasformato in un pericoloso
amplificatore delle calunnie contro le guerriglie colombiane, in
particfolare delle FARC, verso cui noi esprimiamo la nostra piena
solidarieta'.

Il Campo Antimperialista
24 aprile 2001