Brve Relazione Debito-Barucci



Il giorno 31/03 u.s. si e' svolta la riunione organizzata dai giuristi cattolici
relativa alla remissione del debito pubblico con relatore il prof. Piero
Barucci. Vi riporto alcuni tratti salienti della sua relazione, come
richiestomi da Luigi Anfossi. Non me ne abbiano gli assenti se le notizie
non saranno chiare (con l'italiano ho fatto a cazzotti da bambino) e nemmeno
il professore se qualche mia affermazione andra' contro il suo pensiero.
A parte le presentazioni che tralascio Barucci ha esordito dicendo che non
approvava quello che era successo a S.Remo (Jovanotti e Bono) perche' il
problema e' grandissimo e non va affrontato cosi'. Ha parlato soprattutto
del debito dei paesi piu' poveri del mondo che sono concentrati nella
striscia subsahariana del pianeta. Ha fatto una panoramica sulle cause del
debito, sottolinenando solo l'aspetto dell'aumento del prezzo del petrolio e
del contemporaneo crollo dei prezzi delle materie prime a partire dagli anni
70. Ha evitato o ha superficializzato sul fatto che i paesi creditori non
abbiano vigilato o quasi sull'aumentare del debito, sulla capacita' di
restituirlo e soprattutto sugli impieghi di questi soldi. Ha fatto una
panoramica sulla natura politica, razziale e geografica dei paesi debitori;
ha parlato del loro frazionamento etnico che si aggira mediamente all 66,7%
e che in presenza di regimi antidemocratici provoca arretratezza economica.
In questi paesi, ha poi proseguito, gran parte del PIL va in Capital Fly e
in "corruzione". Quindi ha posto seri problemi sulla remissione del debito
anche se ha detto che in pratica e' gia' stato rimesso (lui parlava di circa
1000 miliardi a favore dei paesi subsahariani e, aggiungo io, inesigibili
gia' da tempo).
Poi ha analizzato la proposta della CEI. Ha detto che, rispetto a tutte le
altre proposte (alcune non si possono nemmeno ritenere tali) e' l'unica
articolata e che abbia senso. Non sto qui a riportare i termini della
campagna. Porto solo i difetti che lui ha sollevato: 1) Difficile trovare un
paese debitore che riesce a trovare in valita locale il valore del debito da
versare in un fondo di contropartita e quindi spossessarsi di questo denaro;
2) Non c'e' chiarezza su chi debba controllare localmente la reale
realizzazione dei progetti a fini sociali visto che in molti di questi paesi
vige un regime dittatoriale; 3) E' molto alto il rischio che una volta
azzerato il debito, questi paesi inizino ad investire in armamenti per
sconfiggere l'etnia "nemica" oppure trasformino il denaro in Capital Fly. Ha
sottolineato che per lui con la remissione del debito iniziano i veri problemi.
Ha concluso dicendo che si devono privilegiare, per chi li puo' fare, aiuti
diretti alle missioni locali che sicuramente sono a favore della povera
gente. Se si passa per aiuti governativi si rischia che facciano la fine di
quelli albanesi o comunque non arrivino alle fasce povere della popolazione.
Spero di essere stato esauriente. 
Alberto