uruguay: il poeta juan gelman ritrova la nipote



La neonata, sottratta
alla madre dall'ex regime di Buenos Aires, era stata data
in adozione a una coppia in Uruguay
Il poeta argentino
ritrova la nipote rapita
Juan Gelman l'aveva
cercata per 23 anni: Maria Claudia ha saputo solo ora di
essere figlia di desaparecidos
RIO DE JANEIRO - Di lui, o di lei, non sapeva nulla. Se
fosse vivo o morto, ricco o povero, felice o disperato.
Sapeva solo che era venuto al mondo nell'ottobre del 1976 e
strappato alle braccia dei suoi genitori, prima che fossero
massacrati dai militari argentini. A lui, o lei, aveva
dedicato parole dolcissime, poesie che lo avrebbero reso
celebre, una struggente "Lettera aperta a mio o mia
nipote E naturalmente tempo e denaro per risolvere il
mistero e mobilitare l'opinione pubblica sul caso.La
vicenda si è conclusa venerdì pomeriggio nel palazzo
presidenziale di Montevideo. Il famoso poeta argentino Juan
Gelman, in lacrime, ha incontrato per la prima volta la
nipote, che si chiama Maria Claudia, è nata e vissuta in
Uruguay e ha 23 anni. La ragazza lei stessa non sapeva
nulla fino a pochi giorni fa era diventata il simbolo
della pagina più orrenda della dittatura militare che ha
governato l'Argentina negli anni Settanta, quella dei figli
dei desaparecidos strappati ai genitori poco dopo la
nascita e consegnati ad altre famiglie. Buona parte di
questi ignari neonati, si è scoperto dopo, vennero
assegnati a famiglie legate al regime militare che non
potevano aver figli. Maria Claudia, nella sventura, è stata
fortunata. "La persona che ho cercato per vent'anni ha
dichiarato ieri Gelman è vissuta bene con i suoi genitori
adottivi, li ha amati molto ed è stata da loro ricambiata
La coppia uruguaiana, a quanto pare, non ha nulla a che
vedere con la repressione e la dittatura. Il padre, un
poliziotto in pensione, è morto da qualche anno.Era il
24 agosto del 1976. Una squadra della polizia segreta dei
militari argentini, non riuscendo a trovare Juan Gelman,
militante di sinistra e già fuggito in Italia da un anno,
rapì suo figlio Marcelo di 20 anni, con la moglie Claudia,
19 anni e al settimo mese di gravidanza. I due sparirono
nel nulla, come migliaia di oppositori in quel tempo.
Tredici anni dopo, il poeta riuscì a trovare i resti del
figlio, ucciso con un colpo di pistola alla tempia e
sepolto in un bidone pieno di cemento e sabbia. Della
ragazza, separata dal marito poco dopo il rapimento, non
seppe mai nulla, tranne una informativa filtrata dal Nunzio
apostolico di Buenos Aires, secondo cui "a child was born",
in un inglese che non era in grado di specificare il sesso
del neonato. Gelman scoprì che Claudia era finita nel
famigerato "Automotores Orletti", un centro di raccolta dei
desaparecidos gestito da militari di vari Paesi
latinoamericani nel quadro dell'operazione Condor, l'azione
congiunta di repressione che l'Argentina aveva messo in
piedi con Uruguay, Paraguay e il Cile di Augusto Pinochet.
La ragazza non venne maltrattata o torturata. Dopo qualche
settimana fu portata nel vicino Uruguay e assistita fino al
parto nell'ospedale militare di Montevideo. Giusto in tempo
per sottrarle la bambina, assegnare quest'ultima a una
coppia in fila per una adozione e farla sparire per
sempre.In questi anni Gelman, che vive in Messico, si è
mosso con caparbietà sul fronte legale e giuridico ma anche
con la necessaria delicatezza per salvaguardare i diritti
della ragazza. "Ti cerco, nipote, per riconoscere in te mio
figlio aveva scritto il poeta nel 1995 nella lettera
apertaMa anche perchè tu riconosca in me quello che
porto addosso di tuo padre. Entrambi siamo orfani della
stessa persona "Deciderà autonomamente la sua vita ù
aveva poi dichiarato in varie occasioni GelmanSpero
solo che stia bene e le sia toccata in sorte una buona
famiglia e una buona educazione Allo stesso tempo,
scoperta la pista che portava in Uruguay, il poeta ne aveva
fatto un caso politico, mobilitando amici e intellettuali
come i premi Nobel Josè Saramago e G nter Grass.Il
rapimento dei neonati dei desaparecidos è l'unico reato
degli anni della dittatura che non è stato prescritto per
effetto delle leggi di amnistia e pacificazione in
Argentina e che ancora vede coinvolti in processi i capi
sopravvissuti di quel regime sanguinario. Si ritiene che
siano 300 i bambini argentini sottratti alle famiglie: 66
sono stati ritrovati. Gelman, nel 1997, aveva consegnato al
giudice spagnolo Baltasar Garzòn, lo stesso del caso
Pinochet, una informativa di 250 pagine sul caso del figlio
e della nuora. Ma allo stesso tempo aveva trovato porte
sbarrate in Uruguay e un no a qualsiasi aiuto da parte del
presidente Julio Maria Sanguinetti, che ha governato fino a
pochi mesi fa. Sanguinetti, ricorda Gelman, ha sempre
negato l'esistenza nel suo Paese di bambini rapiti ai
detenuti politici e più volte dichiarato di non voler
riaprire le ferite di quegli anni. Con il cambio di
presidenza e la vittoria di Jorge Batlle, la posizione
dell'Uruguay è radicalmente cambiata, anche perchè il caso
Gelman era stato un tema di forti contrasti durante la
campagna elettorale. In meno di un mese Batlle si è
insediato il primo marzo i servizi dell'intelligence
hanno rintracciato la famiglia e la ragazza, che si è detta
subito disposta a sottoporsi al test del Dna, per sollevare
gli ultimi dubbi.
Rocco Cotroneo      
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I FIGLI SCOMPARSI
ADOZIONI FORZATETra il 1976 e il 1983, durante il
regime militare di Jorge Videla, sparirono in Argentina
oltre 30 mila civili. Tra questi molte donne incinte: 300
neonati vennero sottratti alle loro madri, per essere
affidati agli aguzzini LA PROTESTA DELLE NONNEDa
oltre vent'anni le cosiddette Nonne di Plaza de Mayo
portano avanti una battaglia legale per localizzare i
nipoti scomparsi e sottrarli ai finti genitoriLE
INCHIESTEI magistrati argentini hanno messo agli
arresti numerosi generali e ammiragli in pensione con
l'accusa di aver sottratto bambini. Anche Videla Š in
carcere dal 1998
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FONTE: CORRIERE DELLA SERA - DOM. 2/4/2000

PIER LUIGI GIACOMONI
rhenus at libero.it

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