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cile: della memoria
- Subject: cile: della memoria
- From: PIER LUIGI GIACOMONI <rhenus at libero.it>
- Date: Wed, 22 Mar 2000 07:17:06 -100
quante vie o piazze in Italia sono dedicate ad Allende? e quanto e' ricordato il defunto presidente in Cile? e' il soggetto di un articoletto apparso sul coriere di oggi 21/3 che metto a disposizione di tutti. BUONA LETURA -------------------------------------------------------------------------------- Quel vecchio generale tornato come clandestino Parleremo ancora tanto di Pinochet: del processo impossibile e quella gag all'aeroporto quando resuscita appena la banda suona Lili Marleen. Anche Allende è tornato in Cile, senza fanfare: clandestino come il curdo che sbarca nelle notti pugliesi. Sbarca il suo monumento sotto falso nome per evitare imbarazzi ai politici e inquietudini ai militari. La liturgia della memoria divide Santiago dall'Europa. Quante scuole italiane sono dedicate a Salvador Allende? E strade e piazze. Il dolore degli anni 70 per la morte del presidente che Pinochet aveva bombardato mescola alle nostre abitudini il coraggio del piccolo presidente. I professori spiegavano perchè è morto il signore scolpito nel bronzo che ogni mattina i ragazzi sfiorano con i libri in mano. Non so se lo spiegano ancora. Dubbio di un giornalista che ha aspettato il ritorno del dittatore cercando i segni del passato nero. Cerco nella mappa di Santiago: piazze e strade che ricordino il sacrificio di Allende. Niente. Finalmente via Allende, quartiere marginale, municipio di San Joaquin. Il sindaco ha sfidato le regole non scritte che invitano a lasciar perdere i martiri della democrazia. Martiri è parola solenne, ma come usarne altre soprattutto per i tre sacerdoti sfiniti dalla tortura e buttati via come sacchi vuoti dai militari. Quando il Vaticano invocava la fine dell'odissea di Pinochet, sfumava quella dei preti. Chissà perchè. Per caso trovo il monumento clandestino. Piazza di Palmilla, villaggio fra le viti del vino bianco cileno. Il sindaco ha un nome famoso: Miguel Littin, regista di tanti film. "Terra del fuoco", ispirato ai racconti di Coloane, sarà presentato al festival di Cannes. Sotto la dittatura il Littin condannato a morte scappa. Ma torna con maschera messicana e il permesso di filmare il palazzo della Moneda: perfino Pinochet. Nella troupe dei provocatori c'è Grazia Francescato, oggi guida dei Verdi. Nessuno scopre la beffa. Un libriccino di Garcia Màrquez spiega come Miguel sia riuscito a prendere in giro i gorilla del regime. Con la democrazia, il regista-scrittore diventa sindaco e sogna la statua di Allende. Non dicono di no, ma ad ogni passo difficoltà scoraggianti. Permessi; sopraintendenze dubbiose. Allora fa scolpire un busto a Barcellona. Lo importa con altro nome e lo insedia sulla loggia che domina la piazza. E' bravo in questi giochi. Grande festa; Isabelle, la figlia, migliaia di persone. Ma la paura non cambia: tutte le Tv e tutti i giornali non trovano due righe di spazio. Ancora silenzio. Lagos, socialista alla Moneda, restituir… la forza del ricordare? FONTE: CORRIERE DELLA SERA - MAR. 21/3/2000 ------------------------------------------------------------------------------- PIER LUIGI GIACOMONI rhenus at libero.it Net-Tamer V 1.11.2 - In Prova ------030210200021055019NTI--
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