cile: della memoria



quante vie o piazze in Italia sono dedicate ad Allende? e quanto e' ricordato
il defunto presidente in Cile? e' il soggetto di un articoletto apparso sul
coriere di oggi 21/3 che metto a disposizione di tutti.
BUONA LETURA

--------------------------------------------------------------------------------
Quel vecchio
generale tornato come clandestino
Parleremo ancora tanto di Pinochet: del processo
impossibile e quella gag all'aeroporto quando resuscita
appena la banda suona Lili Marleen. Anche Allende è tornato
in Cile, senza fanfare: clandestino come il curdo che
sbarca nelle notti pugliesi. Sbarca il suo monumento sotto
falso nome per evitare imbarazzi ai politici e inquietudini
ai militari. La liturgia della memoria divide Santiago
dall'Europa. Quante scuole italiane sono dedicate a
Salvador Allende? E strade e piazze. Il dolore degli anni
70 per la morte del presidente che Pinochet aveva
bombardato mescola alle nostre abitudini il coraggio del
piccolo presidente. I professori spiegavano perchè è morto
il signore scolpito nel bronzo che ogni mattina i ragazzi
sfiorano con i libri in mano. Non so se lo spiegano ancora.
Dubbio di un giornalista che ha aspettato il ritorno del
dittatore cercando i segni del passato nero. Cerco nella
mappa di Santiago: piazze e strade che ricordino il
sacrificio di Allende. Niente. Finalmente via Allende,
quartiere marginale, municipio di San Joaquin. Il sindaco
ha sfidato le regole non scritte che invitano a lasciar
perdere i martiri della democrazia. Martiri è parola
solenne, ma come usarne altre soprattutto per i tre
sacerdoti sfiniti dalla tortura e buttati via come sacchi
vuoti dai militari. Quando il Vaticano invocava la fine
dell'odissea di Pinochet, sfumava quella dei preti. Chissà
perchè. Per caso trovo il monumento clandestino. Piazza di
Palmilla, villaggio fra le viti del vino bianco cileno. Il
sindaco ha un nome famoso: Miguel Littin, regista di tanti
film. "Terra del fuoco", ispirato ai racconti di Coloane,
sarà presentato al festival di Cannes. Sotto la dittatura
il Littin condannato a morte scappa. Ma torna con maschera
messicana e il permesso di filmare il palazzo della Moneda:
perfino Pinochet. Nella troupe dei provocatori c'è Grazia
Francescato, oggi guida dei Verdi. Nessuno scopre la beffa.
Un libriccino di Garcia Màrquez spiega come Miguel sia
riuscito a prendere in giro i gorilla del regime. Con la
democrazia, il regista-scrittore diventa sindaco e sogna la
statua di Allende. Non dicono di no, ma ad ogni passo
difficoltà scoraggianti. Permessi; sopraintendenze
dubbiose. Allora fa scolpire un busto a Barcellona. Lo
importa con altro nome e lo insedia sulla loggia che domina
la piazza. E' bravo in questi giochi. Grande festa;
Isabelle, la figlia, migliaia di persone. Ma la paura non
cambia: tutte le Tv e tutti i giornali non trovano due
righe di spazio. Ancora silenzio. Lagos, socialista alla
Moneda, restituir… la forza del ricordare?
                                          FONTE: CORRIERE DELLA SERA - MAR.
21/3/2000
-------------------------------------------------------------------------------



PIER LUIGI GIACOMONI
rhenus at libero.it

Net-Tamer V 1.11.2 - In Prova

------030210200021055019NTI--