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AMERICA LATINA: La Sinistra di fronte al nuovo secolo
- Subject: AMERICA LATINA: La Sinistra di fronte al nuovo secolo
- From: "Comit. Intern.sta Arco Iris" <ale.ramon at numerica.it>
- Date: Tue, 29 Feb 2000 17:23:59 +0100
La Sinistra di fronte al nuovo Secolo * << estratti della risoluzione del IX Foro di São Paulo >> Agli albori del XXI secolo e del terzo millennio, ad un decennio dalla fondazione del Foro di São Paulo, il continuo aggravarsi della crisi politica, economica, sociale e culturale, che allora motivò la convocazione (nel luglio del 1990 in Brasile) dell'Incontro dei Partiti e delle Organizzazioni della Sinistra Latinoamericana e Caraibica, ha posto fine ad ogni possibile dubbio. Il nucleo fondatore di quello che oggi è il nostro Foro, assistette a quell'incontro a São Paulo per realizzare uno scambio di punti di vista sull'impatto che la fine del bipolarismo del secondo dopoguerra avrebbe avuto nella lotta dei partiti e dei movimenti della sinistra in America Latina e nei Caraibi. L'incontro di São Paulo ebbe il merito di ottenere (per la prima volta nella storia latinomericana) la convergenza dei partiti e dei movimenti politici di tutto lo spettro della sinistra, dei protagonisti delle più diverse forme di lotta, nella costatazione che i drammatici problemi che colpivano allora i popoli del mondo, in particolare quelli dell'America Latina e dell'area caraibica, non sarebbero scomparsi con la fine della guerra fredda, ma che solo sarebbero scomparsi ponendo fine all'oppressione, alla dominazione, allo sfruttamento ed al razzismo. All'interno della pluralità e diversità, i partiti ed i movimenti politici membri del Foro di São Paulo coincisero nell'affermare la necessità della lotta contro l'imperialismo, che negli ultimi vent'anni del XX secolo è andato adottando la forma del capitalismo neoliberista. I dieci anni trascorsi dalla creazione del nostro Foro non hanno fatto altro che confermare la validità delle nostre idee iniziali. Così come nel luglio del 1990, noi, partiti e movimenti politici del Foro di São Paulo, abbiamo rifiutato decisamente che il neoliberismo possa costituire un progetto di sviluppo che, dopo un periodo definito "di aggiustamento", "distribuirebbe" ricchezza a tutti gli abitanti della terra. Abbiamo inoltre negato che la dottrina neoliberista possa rispondere a supposte leggi inesorabili dello sviluppo economico, tecnico e scientifico. In particolare la realtà degli ultimi dieci anni ha dimostrato i limiti del modello neoliberista e la sua incapacità di risolvere i problemi dell'umanità. Il fallimento della riunione di Seattle, nel dicembre del 1999, è l'espressione simbolica della forza della resistenza internazionale antineoliberista e del fallimento di questo modello. In realtà, la dottrina neoliberista è sostenuta dagli interessi economici e politici di coloro che sono disposti a sacrificare e sterminare la maggioranza dell'umanità per mantenere una diabolica e vertiginosa corsa nell'accumulazione della ricchezza, in dimensioni quasi inimmaginabili. L'economia mondiale è entrata in una fase di depredazione. Le parole chiavi per scoprire il mondo contemporaneo sono concentrazione, polarizzazione e dominazione neocoloniale: concentrazione della ricchezza, della proprietà e della produzione, polarizzazione politica, economica e sociale, con il suo seguito di miseria, esclusione ed emarginazione. Questa polarizzazione e questa disuguaglianza si esprimono in ambito mondiale nella proporzione, ridotta, della popolazione planetaria che consuma la maggiorparte dei prodotti e fa uso dei servizi disponibili, nella ricchezza concentrata in non più di trecento familie e nei milioni di esseri umani senza accesso al lavoro, alla salute, alla alimentazione, ad una abitazione degna, all'educazione, ai diritti fondamentali della sopravvivenza, della riproduzione e dello sviluppo, conquistati dalla specie umana di generazione in generazione. A ciò si aggiungono gli effetti della aggressiva unipolarità militare degli Stati Uniti e la loro criminale determinazione nel violentare l'ordine legale internazionale del dopoguerra, chiaramente evidenziato con il genocidio del Popolo della Jugoslavia, sotto le effigie dell'ONU e dalla NATO (riformata per tali propositi). E' chiaro che l'unico modo per salvare l'umanità da una sicura autodistruzione è collocare la soddisfazione dei bisogni umani e non il guadagno ed il lucro individuali, come priorità fondamentale della futura società. E' chiaro anche che la soluzione dei problemi del mondo passa attraverso lo sradicamento (con la lotta) delle contraddizioni fondamentali di classe che si trovano strettamente relazionate con le più diverse forme di oppressione, discriminazione e sfruttamento e, tra queste, quelle di genere, quelle etniche, quelle raziali, quelle culturali, quelle religiose, quelle relative all'età, ecc . . . Così, anche i popoli del mondo non potranno aspirare a consolidare la loro libertà, non potranno conquistare la loro autodeterminazione e la loro sovranità integrale fino a che non si sia cancellata ogni traccia di colonialismo e neocolonialismo, come è quello che opprime i popoli di Puerto Rico, della Martinica, della Guyana francese, delle Antille olandesi e per casi specifici come è quello delle Isole Malvinas. La sinistra nel XXI secolo poggia però sulla esperienza di elaborazione di proposte, di conquiste di spazi e di poteri, di costruzione di modelli alternativi che nascono dalla ubicazione e dalla conoscenza della realtà concreta (che vogliamo trasformare), e dalla necessità di affrontare profondi cambiamenti strutturali che portino a invertire il processo di distruzione dei nostri impianti produttivi, che combattano la speculazione finanziaria internazionale, che redistribuiscano la ricchezza, democratizzino e socializzino l'elaborazione del bilancio preventivo all'interno dei confini nazionali, promuovano la partecipazione sociale e il decentramento politico ed economico, diretto a trasformare lo Stato, ponendolo al servizio dello sviluppo e dell'approfondimento di una nuova democrazia integrale: sociale, politica, culturale e di genere. Alcune di queste forme costituiscono un esempio ... gli Accordi di Pace in Guatemala, ancora incompiuti in parti fondamentali, stabiliscono rotte diverse e rappresentano ostacoli decisivi alle politiche neoliberiste che si pretendono imporre. Questi accordi hanno permesso che emergessero nuovi soggetti sociali importanti, così come lo sviluppo di forze politiche della sinistra rappresentate dalla URNG e dall'Alleanza Nuova Nazione, con crescenti possibilità di arrivare a governare nel prossimo futuro. Oltre a questo esistono altri importanti processi come quelli sviluppatisi in Ecuador, Venezuela, Panamá, Salvador e Colombia. Allo stesso modo, la presenza dei popoli indios che resistono alle ondate del neoliberismo e delle multinazionali con ribellioni e mobilitazioni, ha contribuito ad evidenziare la necessità di profonde trasformazioni all'interno dei nostri stati nazionali per garantire la preservazione della biodiversità, dell'ecosistema, così come la pluralità etnica, il riconoscimento della loro identità, dei loro diritti e la libera autodeterminazione di questi popoli. E' innegabile che le sfide sono enormi per la sinistra latinoamericana e noi solamente potremo vincere nella misura in cui faremo della unità d'azione e dei propositi, lo strumento più importante delle nostre lotte, comprendendo che la pluralità e la diversità della sinistra è un capitale democratico che dobbiamo preservare. In queste, e nella tolleranza delle differenze, si trova la base dell'unità delle forze del cambiamento e della loro capacità trasformatrice. Questa unità deve forgiarsi in ogni paese, ed anche al di là delle frontiere, per rendere percorribile il progetto e perché questo abbia carattere includente e solidario. A dieci anni dalla fondazione del Foro di São Paulo, la sinistra latinoamericana riafferma queste tradizioni democratiche e di resistenza che sono state d'esempio per i nostri popoli . . e per dare continuità agli incontri come questo che stà terminando qui a Masaya, (Niquinohomo, Nicaragua) il Foro ha deciso che il successivo incontro sarà in territorio guatemalteco, nel mese di aprile dell'anno 2001. ============================= * Dichiarazione di Niquinohomo, prodotta dal IX Foro di São Paulo che ha avuto luogo a Masaya, nel municipio di Niquinohomo (Nicaragua), dal 19 al 21 febbraio del 2000. L'articolo è apparso sui numeri 8 e 9 di "Reporte Díario", a cura dell'Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali del Guatemala, "ipes at intelnet.net.gt" ============================== Per chi non volesse continuare a ricevere nostre notizie, è semplicemente necessario scrivere allo stesso indirizzo, specificando "unsubscribe" nel titolo (subject) del messaggio e l'indirizzo che deve essere eliminato dalla lista di distribuzione. ------------------------------ Comitato Internazionalista Arco Iris Via don Minzoni 33 - 25082 Botticino Sera (BS) Tel/Fax: 030 - 2190006 E-mail:"ale.ramon at numerica.it" http://www.presos.org/italia
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