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I: Giudizio a Pinochet
- Subject: I: Giudizio a Pinochet
- From: "Tullio Berlenghi" <berlenghi_t at camera.it>
- Date: Tue, 1 Feb 2000 19:23:32 +0100
Vi giro questo appello su Pinochet. ----- Original Message ----- From: Miguel Rodriguez Sent: Monday, January 31, 2000 9:21 PM Subject: Giudizio a Pinochet C'è tempo solo fino a Martedi 1 Febbraio 2000, per far sentire la nostra voce: ora che il tiranno sta nella gogna di Londra, non permettiamogli di farsi beffa per l'ultima volta delle leggi, per non far prevalere le ragioni di stato Britanniche sulla giustizia, sulla verità, per non passare sui cadaveri di migliaia di persone uccise, di migliaia di "desaparecidos", di torturati, di annientati dal dolore e dalla paura di ciò che hanno vissuto. Sembra inverosimile pensare che tante cose sentite sulle dittature Latino-americane corrispondano alla realtà, ma ogni volta che trattiamo questo argomento con il freddo distacco di chi non sa cosa dire, di chi non vuole ascoltare il dolore, la paura o l'orrore disumano che è stato causato a delle persone, "Loro" hanno vinto, insinuando nei nostri animi la paura camuffata da indifferenza. E' difficile spiegare cosa significhi una dittatura militare a coloro che non l'hanno vissuta e quali siano le sue ripercussioni sul fisico e sulla psiche delle persone , ma penso che lo scopo ultimo di una dittatura sia impiantare il seme della paura indelebilmente nella carne e nel cervello della gente. Ricordo spesso in queste situazioni il racconto di un amico più grande di me, morto qualche anno fa, con una salute minata dalle torture subite nei campi di concentramento. Lo presero in casa nel cuore della notte, come tanti, lo portarono incappucciato fuori città e lo sbatterono in cella, poi lo picchiarono a sangue fin che svenne, senza dirgliene il motivo, forse perché motivi non ne avevano.Lui non si interessava di politica, nessuno lo interrogò, lo lasciarono lì per giorni e giorni; perse il conto delle ore e dei giorni, semi nudo e senza poter vedere la luce. Lo portavano alla sala delle torture ad intervalli irregolari; durante alcuni periodi la sua cella era inondata dall'acqua putrida di un torrente che scorreva lì vicino e che con maestria idraulica era stato convogliato nei sotterranei della tortura : capì allora che quella era la notte. La sala delle torture era una stanza senza finestre dove degli uomini incappucciati lo appendevano per i piedi al soffitto, gli lanciavano alcune secchiate d'acqua gelida, perché trasmettesse meglio l'elettricità e gli conficcavano dei flessibili elettrodi, uno nell'ano ed l' altro nei genitali. Quasi non sentiva nulla all'inizio, erano mani esperte a farlo, questo si sentiva, giacchè si fermavano sempre un attimo prima che lui svenisse, erano dei veri esperti, sapevano quanta corrente applicare in base al peso e alla taglia dell' individuo. Tentò un giorno di dire che lui si interessava solo di calcio e fu allora che un boia gli disse che lo sapevano, e gli fecero vedere una vecchia foto che lo ritraeva con altri studenti universitari prima di una partita: in quella foto riconobbe alcune persone che facevano parte dei collettivi politici dell' università; inutile fu tentare di dire che lui li conosceva solo di vista. Un giorno sentì qualcuno che chiamava, era della cella vicino alla sua. Quella voce durante le notti fu la sua ancora, lui gli chiese come si chiamava, ma la voce gli insegnò a non chiedere, gli disse di togliersi i pochi stracci asciutti che aveva addosso prima che arrivasse l'acqua per poi rimetterseli quando quando questa scendeva: così sopravvisse alle polmoniti. Quando il panico lo attanagliava, l'amico gli faceva domande, lo obbligava a pensare ad altro, gli teneva la mente occupata, e così ripassarono assieme tutti gli episodi del Don Chisciotte di Miguel de Cervantes imparato a scuola, gli episodi salienti della guerra di liberazione contro la Spagna e tante canzoni popolari, fin quando una sera non sentì più la sua voce; allora il mio amico sentì di morire, forse era già morto; non seppe dove si trovava e dopo un pò nemmeno chi fosse: ciò fu scambiato per un gesto di ribellione dai carnefici o forse pensarono che era diventato scemo, come tanti. Lo sbatterono allora in una cella ancora piu angus ta e lì lo lasciarono in isolamento a marcire; passarono i giorni e le settimane e forse anche i mesi. Non vide mai nessuno, gli lanciavano da mangiare da un buco;morì tante volte, fin quando uno strano giorno, dopo mesi di isolamento si ricordarono di lui e aprirono la sua cella: allora lui vide il suo carnefice, il suo boia, il suo torturatore e disse.......finalmente un "essere umano". Questa è solo un' aspetto di una dittatura militare! Miguel Angel Rodriguez. COPIATE LA LETTERA e INDIRIZZATELA A: The Rt. Hon. Jack Straw, MP Secretary of State for Home Affairs Home Office 50 Queen Anne's Gate London SW1H 9AT FIRMATELA CON NOME, COGNOME E INDIRIZZO ED INVIATELA A gen.ho at gtnet.gov.uk <mailto:gen.ho at gtnet.gov.uk> POI RILANCIATE QUESTO TESTO A TUTTI GLI INDIRIZZI e.mail DELLA VOSTRA RUBRICA Dear Secretary of State, We know how delicate your position is and what pressures are exerted on you from all sides. Yet we cannot accept that you consider releasing Sr Pinochet on grounds of his poor health. What precedence is there for a war criminal to be released because he may not stand the strain of a trial? Sr Pinochet would be released on compassionate grounds, thus depriving his victims and theirs relatives and friends, or citizens of the world, of ever seeing justice done, while those he had tortured and assassinated never had the benefit of either compassion or a fair trial. Besides, we are convinced that the "humanitarian" question raised about Sr Pinochet has already been answered in so far as Spanish Penal Law has established sufficiently comfortable forms of emprisonment for people over 70 and we consequently consider that no additional measure is called for on the part of British authorities to meet this demand for compassion. So far we had admired your unwavering support to the cause of justice. Yet, as you now win Mrs Thatcher's approval, you may be condemning Pinochet's victims and the relatives and friends of those he had killed to renewed moral torture, in a most literal sense (cf. European Court for Human Rights, case of "Kurt vs. Turkey" - 25 May 1998), a torture that has already lasted for 25 years and in some cases has gravely impaired the survivors' health. It still seems to us that the only possibility for Justice to be done is for the former dictator to be tried in Spain. We would have preferred a trial in Chile, but whatever the current government now claims, it seems impossible under the present circunstances (cf. the report produced by the International Federation of the Leagues of Human Rights - March 1999). Any suggestion that he should be tried either b y the International Penal Tribunal or in Chile is a dilatory move that would result in removing him from the hold of European Justice. Besides, we cannot quite understand why he should be too frail to stand a trial in Spain, but not to face a transtlantic flight and a trial in Chile. We therefore trust that you will resume your former position and support the demand for Sr Pinochet to be tried. Human Rights are not patient of a third way. They demand Truth and Justice. Yours sincerely (NOME Cognome) (Indirizzo) (CITTA- Paese) (Mail)
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