[ilva] Al processo di Giacomo Campo, giovane lavoratore morto stritolato nell'Ilva



Inizia l'udienza odierna del processo per la morte di Giacomo Campo: un dovere di memoria e giustizia

Oggi si apre il processo per la morte di Giacomo Campo, un giovane operaio dell'indotto Ilva, che ha perso la vita mentre svolgeva il suo lavoro. Sono qui, nell'aula F al primo piano del tribunale, insieme a Cosimo Semeraro, presidente del Comitato 12 Giugno. Questo comitato, da anni, segue con dedizione i casi delle vittime del lavoro, coinvolgendo anche le nuove generazioni, in particolare gli studenti, per mantenere viva la memoria di chi, come Giacomo, non c'è più.

Giacomo Campo aveva solo 25 anni quando, nel settembre 2016, è deceduto schiacciato dai rulli dei nastri trasportatori che alimentano l'Ilva, durante un'operazione di manutenzione presso lo stabilimento siderurgico di Taranto. È morto triturato. La sua tragica fine rappresenta una tragedia, una delle troppe tragedie sul lavoro in Italia, un fenomeno inaccettabile e purtroppo ricorrente. 

I giovani operai caduti sul lavoro, come Giacomo Campo, sono un terribile monito per tutti.

Il Comitato 12 Giugno è impegnato da tempo a ricordare queste vittime, affinché la loro morte non sia vana. In segno di memoria e rispetto, ha fatto erigere 13 monumenti dedicati alle vittime del lavoro a Taranto e in provincia, ma l’impegno del comitato va oltre la semplice commemorazione. Il loro obiettivo è portare l'attenzione su un problema strutturale, sensibilizzando le istituzioni e la cittadinanza affinché simili tragedie non si ripetano.

Essere presenti oggi in aula non è solo un atto di solidarietà, ma un segnale forte: chiediamo giustizia per Giacomo Campo e per tutti i lavoratori che hanno perso la vita in circostanze simili. La sicurezza sul lavoro non può essere un optional, né un tema da affrontare solo quando le tragedie colpiscono. È un diritto fondamentale che deve essere garantito e rispettato ogni giorno.

Ricordare Giacomo Campo oggi significa onorare la sua memoria e impegnarsi concretamente perché tragedie simili non si ripetano mai più. Mai più. 

Alessandro Marescotti 
Presidente PeaceLink