[ilva] Scade l'Autorizzazione Integrata Ambientale dell'ILVA di Taranto. Gli impianti che producono con il carbone non vanno più autorizzati altrimenti la decarbonizzazione è un inganno



Cosa vogliono fare Comune, Provincia e Regione?

AIA ILVA: non facciamoci fregare

Oggi, 23 agosto 2023, per lo stabilimento siderurgico ILVA arriva a scadenza l'AIA, ossia l'Autorizzazione Integrata Ambientale. E i sostenitori della "decarbonizzazione" adesso accetteranno altri 12 anni di carbone autorizzato dal ministro nella cokeria che lancia benzene sul quartiere Tamburi?


L'AIA è l'Autorizzazione Integrata Ambientale.

La durata dell'AIA è di dieci anni, tranne che per i siti registrati EMAS (sedici anni) e per quelli certificati ISO 14001 (dodici anni). Ilva ha certificazione ISO 14001. E quindi l'AIA ILVA vale per 12 anni.

Pertanto se l'AIA viene rinnovata, lo stabilimento ha il permesso di produrre fino al 2035 con questo impatto ambientale e sanitario.

Quali sono state le reazioni alla scadenza dell'AIA?
Nessuna. Il sindaco di Taranto ha scritto il 13 luglio scorso al ministro dell'Ambiente elencando una serie di considerazioni condivisibili concludendosi con la richiesta di un accordo di programma. Ma la richiesta di un accordo di programma non vale nulla se non viene cambiata l'AIA. E' solo attraverso l'AIA che si può autorizzare o vietare. L'accordo di programma serve a ricollocare i lavoratori in sovrannumero una volta fermati gli impianti posti sotto sequestro dalla magistratura, esattamente come accadde a Genova.
Pertanto attendiamo ancora di leggere le proposte di prescrizione all'AIA che il Sindaco di Taranto intende portare nella conferenza dei servizi, ossia la conferenza che servirà a discutere il documento finale, ossia il testo contenente tutte le prescrizioni dell'autorizzazione a produrre. Il testo del documento finale viene scritto dal Ministero dell'Ambiente ma se non si svolge un'azione efficace e bene argomentata di controbilanciamento, con il sostegno della popolazione e degli organi tecnico-scientifici, si lascia campo libero al laissez-faire. Per quanto riguarda il Presidente della Regione, occorre ricordare che non ha ancora aggiornato lo studio epidemiologico Forastiere, come pure aveva promesso. I dati del precedente aggiornamento furono presentati nel 2016. Dall'aggiornamento dello studio epidemiologico potremmo sapere quanti danni alla salute hanno causato i decreti salva ILVA e le continue proroghe all'AIA. E avremmo altro materiale per valutare l'impatto sanitario delle emissioni dell'ILVA nel tempo. 

La domanda che poniamo è: ma abbiamo veramente voglia di andare fino in fondo alle cose? Vogliamo veramente rendere giustizia a tutte le vittime dell'inquinamento? Vogliamo evitarne di nuove?
 
Se c'è un momento per rialzare la testa, il momento è questo. Domani sarà troppo tardi. Domani ci sveglieremo intontiti e increduli con tutti gli impianti autorizzati per altri 12 anni a riversare sostanze cancerogene, genotossiche e neurotossiche in atmosfera e di conseguenza sulla città. 

Il livello di consapevolezza che i cittadini avevano in passato rischia di evaporare. Questo anche a causa del labirinto normativo e procedurale che è stato costruito ad hoc per non applicare la legge nazionale. Pochi sanno che questa AIA ha valenza non solo di rinnovo ma anche di riesame e che il riesame può prevedere norme più restrittive (a tutela della salute) ma anche norme più permissive (Acciaierie d'Italia ha chiesto di poter produrre di più e di incrementare gli sfornamenti di carbon coke, il che conferma che non è prevista alcuna decarbonizzazione). 

Ora ci dobbiamo rendere conto fino in fondo che si stanno concludendo i giochi. E che il tempo delle parole è finito. Perché non avrà più senso parlare di decarbonizzazione quando si proroga per altri 12 anni la produzione a carbone. 

Caro Melucci, caro Emiliano, non facciamoci fregare.

Gli impianti che producono con il carbone non vanno più autorizzati dall'AIA. 

Altrimenti la decarbonizzazione è un inganno.

Gli impianti alimentati a carbone sono sotto sequestro e continuano ad avere un impatto sanitario non accettabile, confermato da tutti gli studi di valutazione del danno sanitario. Pertanto non possono rientrare fra gli impianti autorizzabili dall'AIA.

Alessandro Marescotti

Presidente di PeaceLink



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