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TuttoscuolaNEWS n. 124



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N. 124, 3 novembre 2003


SOMMARIO

1. La mappa della sicurezza degli edifici scolastici: Forli' regina
2. Riforma, l'UDC tra inquietudini e aspettative
3. Brocca, uomo nuovo della riforma?
4. Ma lo schema del primo decreto di riforma dov'e' finito?
5. Crocifisso di Ofena: scuola chiusa, problemi aperti

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le altre notizie di TuttoscuolaFOCUS n. 28/124:

- Bonus paritarie: il modulo lo porta il postino casa
- IBM esclusa dalla gestione del servizio informativo  del  Miur:  ecco
perche'
- ANP-ANQUAP-APEF: bavaglio di lotta e di proposta
- Programma annuale rinviato ma i problemi restano
- Crocifisso di Ofena: come ci vedono gli inglesi


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1. La mappa della sicurezza degli edifici scolastici: Forli' regina

Forli', Udine e Sondrio sono le province con  le  scuole  piu'  sicure,
mentre la maglia  nera  spetta  a  Reggio  Calabria,  Vibo  Valentia  e
Cagliari.
L'anniversario del crollo per terremoto della scuola di San Giuliano  e
il contestuale annuncio del ministero  di  nuovi  stanziamenti  per  la
sicurezza degli edifici scolastici (112,6 milioni di euro per il 2003 e
348,9 milioni per il 2004) non possono non richiamare un  interrogativo
che spesso preoccupa le famiglie: quale livello di sicurezza  hanno  le
scuole italiane?
Con poche parole potremmo rispondere cosi': gradualmente meglio,  anche
se resta molto da fare soprattutto in alcune zone del Paese. Competenti
ad intervenire sugli edifici,  risorse  finanziarie  permettendo,  sono
Comuni e province: i primi  per  scuole  materne,  elementari  e  medie
statali, le seconde per gli istituti superiori statali.
Sui dati acquisiti a tutto febbraio 2003, il Miur  ha  predisposto  una
specie   di  graduatoria  provinciale  della  sicurezza  degli  edifici
scolastici, computando, con pesi diversi,  una  ventina  di  indicatori
quali, ad esempio, lo stato degli impianti igienici,  idrici,  fognari,
elettrici, di riscaldamento,  delle  coperture,  degli  infissi,  delle
pavimentazioni,  degli  intonaci  esterni  e  interni,  delle  barriere
architettoniche (porte, scale e servizi igienici), delle certificazioni
di agibilita' statica, di previdenza antinfortunistica, di  conformita'
dei VV.FF. e igienico-sanitaria.
Ne e' venuta una graduatoria nazionale della  sicurezza,  assegnando  i
punteggi piu' alti laddove vi e' minor  precarieta'  degli  impianti  e
delle strutture, e i punteggi piu' bassi  dove  questa  precarieta'  e'
accentuata. Al primo  posto  per  la  sicurezza  complessiva  si  trova
Forli',    all'ultimo    Reggio    Calabria    (
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La media nazionale si e' attestata sul punteggio di 58,53 su 100.
Sotto questa media sono le scuole della Puglia (50,60 su  100),  quelle
della Sicilia (45,93), del Lazio (43,90), della Campania (43,23), della
Sardegna (33,48) e della Calabria (23,93).
Le scuole piu' sicure dove sono? In  Friuli-Venezia  Giulia  (82,38  su
100), seguite da quelle  delle  Marche  (80,34)  e  dell'Emilia-Romagna
(79,52).

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2. Riforma, l'UDC tra inquietudini e aspettative

L'attesa non e' andata delusa. C'era il ministro Moratti e la dirigenza
del MIUR, sindacalisti, giornalisti ed esperti ad  ascoltare  Beniamino
Brocca lo scorso venerdi' 30 ottobre a palazzo Marini, vicino a Palazzo
Chigi. La Moratti ha intrattenuto la platea, com'e' nel suo  stile,  su
temi generali (gli  investimenti  nel  capitale  umano,  gli  obiettivi
europei di Lisbona, il ritardo dell'Italia nella formazione scientifica
e tecnico-professionale), senza entrare nel merito  delle  questioni  e
dei problemi subito dopo puntigliosamente sviluppati (la conferenza  si
chiamava    proprio    ìpunto   per  puntoî)  dall'ex  parlamentare  e
sottosegretario    UDC,   alla  presenza  dei  ministri  Buttiglione  e
Giovanardi e del segretario del partito Marco Follini.
Non c'e' stata replica del ministro, che pero' ha seguito la  relazione
di Brocca con attenzione, e non ha mancato  di  congratularsi  con  lui
alla fine del suo intervento. Che  e'  stato  complesso  e  articolato,
denso    di   citazioni  e  metafore  dietro  le  quali  stavano  pero'
puntualizzazioni e avvertimenti abbastanza trasparenti, rivolti anche a
settori della stessa maggioranza (per  esempio  sulla  questione  della
pari dignita' del canale  professionale  con  quello  liceale),  e  con
qualche eco perfino all'interno del governo, come sulla questione della
disputa precari-sissini  (notoriamente  difesi,  questi  ultimi,  dalla
sottosegretaria Aprea, anche lei presente al convegno).
ìNoi ci fidiamo del ministro Morattiî e della sua  capacita'  di  farsi
carico delle nostre esigenze e proposte, ha detto Brocca, a conclusione
della sua relazione: ma gli accordi raggiunti in sede  politica  devono
poi essere rispettati, e  non  aggirati  nell'esercizio  delle  deleghe
contenute    nella   legge  n.  53/2003,  o  con  espedienti  di  tipo
amministrativo.


3. Brocca, uomo nuovo della riforma?

Dopo  il  convegno  dell'Udc  di  giovedi'  scorso,  qualcosa  potrebbe
cambiare per quanto riguarda  la  riforma  del  sistema  scolastico  e,
soprattutto, per la sua attuazione.
Il    consenso   del  pubblico  all'intervento  dell'ex-sottosegretario
all'istruzione, Beniamino Brocca, potrebbe costituire una nuova  spinta
capace di dare linee guida e riferimenti all'interno della  maggioranza
che non blocchino l'innovazione, ma la agevolino.
Molti dei presenti - e  tanti  non  erano  certamente  del  partito  di
Follini - hanno forse trovato un lessico familiare, una certa  aria  di
casa, pur nella prospettiva del cambiamento.
Quello di Brocca non e' stato un discorso ìcontroî: non  aveva  ne'  lo
spirito della conservazione ne'  quello  dell'alternativa  al  progetto
Moratti.
Brocca ha rilanciato il metodo del dialogo, della concertazione e della
mediazione politica, difendendo la  centralita'  del  Parlamento  quale
luogo massimo del processo  decisionale  e  legislativo.  Ha,  inoltre,
puntualizzato obiettivi e contenuti di quello che si dovrebbe fare  per
migliorare il livello di qualita'  del  percorso  di  attuazione  della
riforma: non un azzeramento con il passato (come  avvenuto  ad  esempio
con il ricambio dell'alta  dirigenza),  non  un  punto  e  a  capo,  ma
piuttosto un innesto del nuovo sulle radici solide della  tradizione  e
della qualita' della scuola italiana.
Cambiamenti senza traumi, dunque, salvaguardando il meglio del  sistema
scolastico esistente.
E di buono da salvaguardare, secondo il responsabile  scuola  dell'Udc,
c'e'   molto,  a  cominciare,  ad  esempio,  dalla  scuola  elementare,
apprezzata da milioni di famiglie per i contenuti d'insegnamento e  per
i livelli di erogazione del servizio.
Dopo mesi di monopolio sulla riforma da parte del ministro (e  del  suo
sottosegretario e dei suoi esperti), questa voce ìnuovaî (che viene  da
lontano) potrebbe concorrere a trovare le  piu'  alte  mediazioni  oggi
possibili per definire un'intesa di fondo sulla scuola che  vada  oltre
la semplice convenienza  politica,  modificando  i  rapporti  di  forza
all'interno della maggioranza. A cominciare dal decreto legislativo sul
1ƒ ciclo di istruzione che dovra' essere esaminato dal  Parlamento  nei
prossimi mesi.


4. Ma lo schema del primo decreto di riforma dov'e' finito?

Lo schema del decreto legislativo su scuola dell'infanzia e primo ciclo
di istruzione, approvato il  12  settembre  scorso  dal  Consiglio  dei
ministri, non risulta sia ancora arrivato alle Commissioni parlamentari
che devono esprimere entro 60 giorni il prescritto parere, ne' che  sia
calendarizzato dalla Conferenza Unificata Stato, Regioni e Citta'.
Eppure il testo, emendato su  richiesta  del  ministro  Giovanardi,  e'
stato da tempo inviato dal ministero  dell'Istruzione  alla  Presidenza
del Consiglio per il successivo inoltro  alla  Conferenza  unificata  e
alle Commissioni istruzione  di  Camera  e  Senato.  E  allora,  dov'e'
finito?
La risposta piu' plausibile, che e' stata indirettamente  confermata  a
Tuttoscuola, e' che lo schema sia ancora all'esame di uno dei ministeri
con i quali, secondo la  legge  53/2003,  il  Miur  deve  concertare  i
decreti legislativi  di  attuazione  (ìi  decreti  legislativi  Ö  sono
adottati su proposta del Ministro dell'istruzione,  dell'universita'  e
della ricerca, di  concerto  con  il  Ministro  dell'economia  e  delle
finanze, con il Ministro per la funzione pubblica e con il Ministro del
lavoro e delle politiche socialiî.. ñ comma 2, art. 1 legge 53/2003).
E chi potrebbe avere interesse a tenere sotto esame per tanto tempo,  e
quindi puntigliosamente, lo schema  di  decreto,  se  non  il  ministro
Tremonti?    Se,  come  sembra  certo,  lo  stop  momentaneo  e'  stato
determinato dal ministero dell'Economia, vi  potrebbero  essere  alcune
conseguenze, una delle quali certa.
Le  conseguenze  possibili  sono  legate  a  eventuali  interventi  sui
contenuti del decreto (ovviamente da attuare in sede di seconda lettura
in Consiglio dei ministri) in rapporto anche all'andamento della  legge
finanziaria, vanificando cosi' il lavoro degli  organismi  chiamati  ad
esprimersi sui contenuti. Ipotesi comunque da verificare.
Una conseguenza certa e' invece quella dei tempi. Il decreto non potra'
essere approvato prima di gennaio. A quel punto  potrebbe  arrivare  in
piena bagarre della verifica di maggioranza (anche se il Presidente del
Consiglio con le dichiarazioni di ieri chiude la strada al rimpasto  di
governo sollecitato dall'UDC e da An)Ö e i giochi potrebbero riaprirsi.

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5. Crocifisso di Ofena: scuola chiusa, problemi aperti

Puo' darsi che il sindaco di Ofena abbia avuto le sue buone ragioni per
decidere di chiudere per  tre  giorni  la  scuola  elementare  del  suo
piccolo  paese,  vista  la  buriana  politico-mediatica  e  giudiziaria
sollevata dall'ordinanza del giudice Montanaro.  D'altra  parte  l'art.
139 del decreto legislativo n. 112 del 1998 consente ai sindaci  (e  ai
presidenti delle Province per  le  scuole  superiori)  di  disporre  la
sospensione delle lezioni ìin casi gravi e urgentiî. E forse questo  lo
era, o lo e' diventato, a  seguito  della  spropositata  amplificazione
prodotta dai mass media (a proposito, qualcuno si e' accorto  che  gia'
oggi tantissime classi non espongono il crocifisso,  soprattutto  nelle
scuole superiori?).
Cosi' l'avvocatura dello Stato ha avuto il tempo per fare il ricorso, e
il    Tribunale    dell'Aquila   lo  ha  accolto  in  tempi  anch'essi
inusitatamente brevi. Tre giorni sono bastati. Ora per il  giudizio  di
merito  occorrera'  attendere  il  19  novembre,  e  nel  frattempo  il
crocifisso non sara' rimosso dall'aula frequentata dai  figli  di  Adel
Smith. Non dovrebbero quindi verificarsi quelle condizioni di possibile
disordine che hanno giustificato la chiusura della scuola.
Resta la preoccupazione per il modo scomposto e gridato con il quale si
sta affrontando in Italia un problema cosi' delicato. Casi  del  genere
sono da noi destinati a moltiplicarsi, visto il forte trend immigrativo
e l'incidenza della religione islamica tra gli allievi  extracomunitari
(v. i dati riportati da TuttoscuolaFOCUS  n.  25,  26  e  27).  Occorre
trovare per tempo una soluzione equilibrata e lungimirante,  capace  di
colmare il ìvuoto pedagogico intorno alle risposte che  le  popolazioni
del    mondo   danno   alle  grandi  domande  esistenzialiî,  come  ha
efficacemente scritto Barbiellini Amidei sul ìCorriere della  Seraî  di
sabato 1ƒ novembre. Non e' chiudendo le scuole che  si  potra'  colmare
quel vuoto. Le scuole  del  futuro  multietnico  e  multireligioso  del
nostro Paese, e non solo quelle statali, dovranno non chiudersi, ma  al
contrario aprirsi al dialogo, alla tolleranza, alla conoscenza  e  alla
coesistenza dei diversi.  Di  questo  dovranno  farsi  carico  i  nuovi
programmi scolastici di varie  discipline,  e  lo  stesso  insegnamento
della religione cattolica, aggettivo che in senso etimologico significa
ìuniversaleî.


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Ed ecco le altre notizie di TuttoscuolaFOCUS n.28/124:


Bonus paritarie: il modulo lo porta il postino casa

Circa 200 mila euro di spesa per spedire il  modulo  di  richiesta  del
bonus a casa delle 300 mila famiglie con  figli  iscritti  alla  scuole
paritarie. E perche' non prevederne invece il ritiro presso le  scuole,
risparmiando buona parte di quei soldi? (Ö)
http://www.tuttoscuola.com/focus


IBM esclusa dalla gestione del  servizio  informativo  del  Miur:  ecco
perche'

Il Tar del Lazio ha depositato le motivazioni  della  sentenza  con  la
quale ha accolto il ricorso del raggruppamento  dell'EDS.  La  sentenza
motiva l'annullamento (Ö) http://www.tuttoscuola.com/focus


ANP-ANQUAP-APEF: bavaglio di lotta e di proposta

Lunedi' 3 novembre, alle ore 15, davanti alla sede dell'ARAN, dirigenti
scolastici,    docenti   delle  ìalte  professionalita'î  e  direttori
amministrativi danno luogo ad una manifestazione, alla quale  intendono
presentarsi indossando un bavaglio (Ö) http://www.tuttoscuola.com/focus


Programma annuale rinviato ma i problemi restano

Giallo sul  bilancio  delle  scuole.  Come  anticipato  nel  notiziario
quotidiano   di  tuttoscuola.com  (  http://www.tuttoscuola.com  ),  il
termine    per   la  presentazione  del  programma  delle  istituzioni
scolastiche, inizialmente fissato al 31 ottobre,  e'  stato  prorogato,
sembra al (Ö) http://www.tuttoscuola.com/focus


Crocifisso di Ofena: come ci vedono gli inglesi

ìLa vicenda ha aspetti farseschi, ma puo' essere vista come un caso  di
studioî.   Cosi'  descrive  la  vicenda  del  crocifisso  di  Ofena  il
supplemento educativo settimanale del ìTimesî.  A  parte  l'ironia  (Ö)
http://www.tuttoscuola.com/focus


E poi tutte le scadenze del prossimo mese, commentate e spiegate. Ecco
gli argomenti di TuttoscuolaMEMORANDUM di questa settimana:

- Audizione degli studenti disabili al Parlamento europeo
- Settimana Europea della scienza e della tecnologia
- sciopero scuola intera giornata
- contributi per alunni scuole paritarie
- RSU: termine ultimo di presentazione delle liste elettorali
- ENAM: soggiorni invernali 2003
- scadenze amministrative relative al mese di novembre
- permessi per il diritto allo studio
- ammissione dei candidati esterni agli esami di stato



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