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Re: TuttoscuolaNEWS n. 94 - Speciale riforma



non vorrei piu ricevere vs notizie grazie
s
aleselli
----- Original Message -----
From: "Tuttoscuola" <mailing@tuttoscuola.com>
To: <educazione@peacelink.it>
Sent: Saturday, March 15, 2003 2:37 AM
Subject: TuttoscuolaNEWS n. 94 - Speciale riforma


> Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
> La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per
> insegnanti, genitori e studenti.
>
> http://www.tuttoscuola.com
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>
> N. 94, 14 marzo 2003
>
> Speciale Riforma Moratti
>
>
> SOMMARIO
>
> 1. Riforma: il cammino a ostacoli che attende il ministro Moratti
> 2. L'agenda della riforma/1: un piano finanziario entro 90 giorni
> 3. L'agenda della riforma/2: le norme attuative da mettere in fila
> 4. La prima tappa a settembre per un milione di alunni
> 5. Prima di tutto gli anticipi/1: nella primaria per 89 mila bambini
> 6. Prima di tutto gli anticipi/2: nella scuola  dell'infanzia  per  91
> mila bambini
> 7. Obbligo scolastico: s'accorcia o si allunga?
> 8. Istruzione e formazione professionale: un matrimonio difficile
>
>
>
> 1. Riforma: il cammino a ostacoli che attende il ministro Moratti
>
> Ora c'e' la legge. Manca la riforma. La concessione  della  delega  al
> ministro da parte del Parlamento e' solo l'inizio di un  percorso  che
> durera' alcuni anni, e che  rischia  di  incontrare  ostacoli  a  ogni
> curva. Capito' anche all'Ulivo che, dopo un lungo e  travagliato  iter
> parlamentare, varo' la riforma dei cicli, ma non riusci', in un anno e
> mezzo, a farla decollare.
> Per il ministro Moratti questo e' forse  il  momento  piu'  difficile:
> tradurre   in  norme  di  attuazione  la  riforma  e  farla  camminare
> effettivamente non e' cosa di poco conto. Ma il conto alla rovescia e'
> cominciato: si dovrebbe partire gia' dal  prossimo  settembre  con  la
> scuola dell'infanzia e i primi due anni dell'elementare. Tra  meno  di
> 180 giorni quindi la nuova scuola dovrebbe essere realta' per oltre un
> milione di alunni, 100 mila docenti, in circa 8 mila scuole.
> Quali le tappe per arrivare all'operativita' della legge?
> Sono almeno due i percorsi da battere: il piano finanziario  (con  ben
> 11 aree di intervento) e  le  norme  attuative  (decreti  legislativi,
> regolamenti di attuazione e decreti ministeriali). Il  perfezionamento
> delle norme richiede autorizzazioni e pareri da ottenere da  parte  di
> vari   soggetti  istituzionali  (Conferenza  unificata  Stato-Regioni,
> Consiglio dei Ministri, Consiglio nazionale della pubblica istruzione,
> Commissioni parlamentari, Consiglio di Stato, Corte dei Conti, etc).
> Vediamo in dettaglio l'agenda della riforma e le possibili insidie che
> il ministero  dovra'  fronteggiare.  Tenendo  presente  che  la  legge
> approvata e' di principio e le norme  attuative  della  delega  devono
> costruire    l'îarchitetturaî   del  nuovo  sistema  di  istruzione  e
> formazione.    La  parte  tecnica  relativa  ai  contenuti,  ai  nuovi
> curricoli, ai nuovi orari di lezione,  al  portfolio,  ai  laboratori,
> etc, rappresentera' invece un  ulteriore  fronte  di  intervento,  sul
> quale il ministero dell'istruzione ha gia' diffuso dei  documenti  (le
> ìindicazioni  nazionaliî  per  la  scuola  dell'infanzia,  primaria  e
> secondaria di I grado). La partita insomma e' solo alle prime battute,
> e molti sono i nodi ancora da sciogliere.
>
>
> 2. L'agenda della riforma/1: un piano finanziario entro 90 giorni
>
> Il piano programmatico finanziario  va  predisposto  entro  90  giorni
> dall'entrata in vigore della legge, e, dopo  aver  acquisito  l'intesa
> con la Conferenza unificata Stato-Regioni (e non  sara'  un  passaggio
> facile), deve essere approvato in Consiglio dei Ministri (anche questo
> un    passaggio   per  nulla  formale,  si  ricordi  quanto  accaduto
> quest'estate per la  sperimentazione  nella  scuola  dell'infanzia  ed
> elementare).  Agli  oneri  quantificati  nel  piano  programmatico  si
> provvedera'  ìcompatibilmente  con  i  vincoli  di  finanza  pubblica,
> mediante    finanziamenti   da   iscrivere  annualmente  nella  legge
> finanziariaî (art. 7 c. 6). Occorreranno parecchi milioni di euro,  da
> impegnare in un arco almeno quinquennale, per dare attuazione ad  ogni
> aspetto della riforma attraverso successive  leggi  di  finanziamento.
> Poiche' la manovra  2003  non  contiene  alcun  stanziamento,  non  e'
> difficile prevedere che aspetti significativi potranno essere  attuati
> solo dall'anno scolastico 2004-2005.
> Ma quante sono le aree  di  intervento  per  nuovi  finanziamenti  che
> derivano dalla legge? Almeno 11. Eccole:
>
> Piano programmatico di interventi finanziari per
> - la riforma degli ordinamenti e degli interventi connessi con la loro
> attuazione
> - lo sviluppo e la  valorizzazione  dell'autonomia  delle  istituzioni
> scolastiche
> - l'istituzione del Servizio  nazionale  di  valutazione  del  sistema
> scolastico
> - lo sviluppo delle tecnologie multimediali e  della  alfabetizzazione
> nelle tecnologie informatiche
> -    lo    sviluppo   dell'attivita'   motoria  e  delle  competenze
> ludico-sportive degli studenti
> - la valorizzazione professionale del personale docente;
> - le iniziative di formazione iniziale e continua del personale;
> - il concorso al rimborso delle spese di  autoaggiornamento  sostenute
> dai docenti
> - la valorizzazione professionale del personale ATA)
> - gli interventi di orientamento contro la dispersione scolastica
> - gli interventi per lo sviluppo dell'istruzione e formazione  tecnica
> superiore
> - gli interventi per l'educazione degli adulti
> -    gli   interventi  di  adeguamento  delle  strutture  di  edilizia
> scolastica.
>
>
> 3. L'agenda della riforma/2: le norme attuative da mettere in fila
>
> Contemporaneamente al piano finanziario  dovranno  essere  predisposti
> anche i decreti legislativi per far partire  la  riforma  a  settembre
> (prime   due  classi  della  primaria).  Dovranno  essere  sentiti  il
> Consiglio nazionale della pubblica istruzione, la Conferenza unificata
> Stato-Regioni e, infine, le Commissioni parlamentari.
> Se si corre,  i  decreti  potrebbero  essere  varati  anch'essi  prima
> dell'estate.
> Poi,    nei  mesi  successivi,  sara'  la  volta  dei  Regolamenti  di
> attuazione, dai contenuti piu' concreti e operativi,  da  far  passare
> anch'essi al vaglio consultivo degli organismi sopra  richiamati,  con
> l'aggiunta di un passaggio al Consiglio di  Stato  e  all'approvazione
> finale della Corte dei Conti.
> A seguire, infine, i decreti ministeriali  di  applicazione.  Un  iter
> articolato e complesso, e con tempi difficilmente comprimibili.
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> 4. La prima tappa a settembre per un milione di alunni
>
> Piu' di un milione di scolari delle  prime  due  classi  della  scuola
> primaria a settembre daranno  il  via,  con  ogni  probabilita',  alla
> riforma varata definitivamente  dal  Senato.  Questo  se  il  ministro
> Moratti riuscira' nell'intento di far approvare i provvedimenti minimi
> necessari per questa partenza parziale della riforma.
> Tanti sono infatti gli alunni previsti (e attesi con gli anticipi)  in
> prima e seconda classe della  nuova  scuola  primaria  (ex-elementare)
> statale: 550 mila in prima (di cui 60-70 mila in anticipo),  500  mila
> in seconda. A questi vanno aggiunti altri 60 mila di scuola paritaria.
> Saranno coinvolte piu' di 53 mila classi di scuola primaria e quasi  2
> mila    di  scuole  paritarie,  distribuite  in  circa  16.250  plessi
> scolastici    statali    e    1.330    paritari    (
> http://www.tuttoscuola.com/ts_news_94-1.doc ).
> Dirigenti scolastici e  collegi  dei  docenti  saranno  coinvolti  nel
> processo    graduale    di    riforma    che,   per   gli   aspetti
> organizzativo-gestionali e di programmazione, riguardera' poco meno di
> 6 mila istituzioni scolastiche statali (circoli didattici  e  istituti
> comprensivi) e meno di 2 mila paritarie. Oltre 100 mila i docenti  che
> si troveranno per primi ad applicare la riforma sin dal prossimo  anno
> scolastico.
> Con la riforma c'e' anche il problema dei libri di testo da  cambiare,
> ma per settembre non vi sara' ancora alcun cambiamento editoriale. Gli
> insegnanti nei prossimi mesi  sceglieranno  solamente  per  la  classe
> prima, in quanto il testo per la seconda classe restera'  quello  gia'
> adottato lo scorso anno.
> Dal 2004 le adozioni riguarderanno invece libri  di  nuova  produzione
> editoriale che saranno adottati per la prima classe  (che  fa  vita  a
> se', come primo anno della primaria) e per la seconda e  terza  classe
> (che formano il primo periodo biennale della scuola primaria).
>
>
> 5. Prima di tutto gli anticipi/1: nella primaria per 89 mila bambini
>
> Nella legge di  riforma  l'unica  norma  immediatamente  operativa  e'
> quella degli  anticipi  di  iscrizione,  mentre  per  tutto  il  resto
> occorrera' attendere i decreti legislativi delegati.
> Come annunciato dal ministro, verranno riaperte le iscrizioni con  una
> nuova circolare che, con tutta probabilita', verra' emanata non appena
> la legge di riforma sara' pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
> Per circa 180 mila famiglie italiane che hanno  figli  che  compiranno
> l'eta' di tre o sei anni entro il 28 febbraio 2004 si apre un dilemma:
> approfittare della possibilita' offerta dalla legge oppure  continuare
> a seguire i tempi d'iscrizione canonici (a tre anni nella materna e  a
> sei nella primaria)?
> Degli 89 mila potenziali anticipatari  per  la  scuola  primaria,  una
> quota di circa 6 mila bambini scegliera' la  scuola  paritaria  e  gli
> altri 83 mila la statale. Di questi ultimi un certa  quota,  difficile
> da quantificare (10 mila? 13 mila?), e' gia' stata iscritta  in  barba
> alle disposizioni, confidando nell'approvazione della legge.  Per  gli
> altri 70-73 mila che restano e' l'ora della scelta.
> Data l'assoluta novita' di questo istituto normativo dell'anticipo, e'
> difficile    prevedere   il   livello  di  adesione  delle  famiglie.
> Probabilmente per questo primo anno  potra'  esserci  un'adesione  del
> 60-70%    (risorse   finanziarie   permettendo),  mentre  negli  anni
> successivi, superata la condizione di straordinarieta',  la  decisione
> potrebbe gradualmente rientrare nelle scelte ordinarie della  famiglia
> italiana.
> Cio'   potrebbe  significare  che  ìl'onda  anomalaî  degli  anticipi,
> anziche' essere frantumata in due anni, potrebbe protrarsi  per  altri
> due o tre anni  con  effetti  meno  dirompenti  sugli  organici  delle
> classi.
> In Europa ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_94-2.doc ) l'Italia non
> e' sola nell'anticipo,  perche'  l'obbligo  comincia  a  quattro  anni
> nell'Irlanda del Nord, nei Paesi Bassi e in Lussemburgo, a  cinque  in
> Inghilterra e in Scozia, a cinque anni e mezzo in Grecia.  Di  diversa
> idea i paesi scandinavi, nei quali l'obbligo inizia tra i sei  anni  e
> mezzo e i sette.
>
>
> 6. Prima di tutto gli anticipi/2: nella scuola  dell'infanzia  per  91
> mila bambini
>
> Nove bambini su cento trovano attualmente posto  all'asilo  nido.  Gli
> altri 91 stanno a casa, seguiti, se i genitori sono al  lavoro,  dalla
> baby sitter, dalla nonna, da altri familiari.
> Gli asili nido in Italia, pubblici e privati, secondo  un'indagine  di
> tre anni fa, erano poco piu' di 3 mila con una potenzialita' ricettiva
> di circa 130 mila posti (i bambini in eta' zero-due anni sono piu'  di
> un milione e mezzo). Ma sembra che l'attenzione verso questa fascia di
> eta'    stia   crescendo:  la  legge  finanziaria  2003  ha  previsto
> finanziamenti per gli asili nido, la Finanziaria 2002  un  sostegno  a
> favore dei mini-nido in azienda, la riforma Moratti apre  con  cautela
> le scuole dell'infanzia ai piccoli di eta' inferiore ai tre anni.
> Sono circa 91 mila i  bambini  che  compiono  tre  anni  entro  il  28
> febbraio 2004 e che potrebbero sfruttare la possibilita' offerta dalla
> legge di entrare anzitempo nella  scuola  dell'infanzia.  Ma  e'  bene
> ricordare che,  a  differenza  dell'anticipo  nella  scuola  primaria,
> questo della scuola dell'infanzia e' sperimentale e  non  garantito  a
> tutti. Occorre, comunque,  il  preventivo  benestare  dei  Comuni  che
> debbono fare i conti con i limiti  posti  alla  finanza  comunale  dal
> patto di stabilita'.
> Se questo primo esperimento  di  anticipo  funzionera',  nel  2004  la
> possibilita'   di  anticipare  l'ingresso  alla  scuola  dell'infanzia
> potrebbe essere estesa ai nati a tutto il 30 aprile  (circa  182  mila
> bambini).
> Se cio' non si verifichera', potrebbero esserci contraccolpi  negativi
> sugli organici  della  scuola  dell'infanzia,  in  quanto  il  ridotto
> ingresso non  compenserebbe  la  consistente  uscita  di  bambini  che
> entreranno in anticipo nella scuola primaria.
>
> ____________________________________________________________
>
>
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>
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>
> ____________________________________________________________
>
>
> 7. Obbligo scolastico: s'accorcia o si allunga?
>
> L'ultimo comma della legge di riforma prevede che la legge  n.  9  del
> 1999, che aveva innalzato in via transitoria l'obbligo  scolastico  di
> un anno (da otto a nove anni) e - a  seguito  dell'entrata  in  vigore
> della legge di riforma n. 30/2000, anch'essa cancellata -  fino  a  10
> anni, e' abrogata. Da qui l'accusa  di  parte  dell'opposizione  e  di
> alcuni sindacati che la riforma ha fatto un passo indietro, abbassando
> l'obbligo scolastico di un anno.
> Ma cosa dice il testo  di  legge?  Dispone  che  l'obbligo  scolastico
> previsto dalla Costituzione venga ridefinito e ampliato (art. 2, comma
> 1, lettera c) e che il diritto-dovere all'istruzione e alla formazione
> abbia una durata di almeno dodici anni (art. 2, comma 1,  lettera  c).
> Nel medesimo testo si prevede che tale  dovere  venga  sanzionato  per
> legge in caso di inadempimento.
> Cambia    dunque    la   terminologia:   l'îobbligoî  viene  definito
> ìdiritto-dovereî. Cambia  anche  la  durata:  gli  attuali  nove  anni
> diventeranno gradualmente dodici.
> Il nuovo itinerario scolastico e formativo  si  snodera'  inizialmente
> nel sistema d'istruzione (primo ciclo, fino alla terza media),  e  poi
> nel secondo ciclo con la scelta di proseguire nel sistema d'istruzione
> di uno degli otto licei previsti oppure nell'istruzione  e  formazione
> professionale regionale. Totale almeno dodici  anni,  con  uscita  dal
> diritto-dovere a 18 anni o  con  il  conseguimento  di  una  qualifica
> professionale.
> E' fondata pero' la preoccupazione che, se i decreti  legislativi  non
> dovessero sanare subito il vuoto delle  leggi  abrogate,  si  potrebbe
> determinare un ritorno all'obbligo scolastico di soli 8 anni,  per  lo
> meno nel prossimo anno scolastico.
>
>
> 8. Istruzione e formazione professionale: un matrimonio difficile
>
> Uno degli aspetti dirompenti della riforma e'  certamente  quello  del
> nuovo sistema di istruzione e formazione professionale, seconda  gamba
> del ciclo superiore del sistema educativo nazionale.
> Il drastico  cambiamento,  prima  ancora  che  effetto  della  riforma
> Moratti, e' conseguenza della modifica  costituzionale  dell'art.  117
> votata dal precedente Parlamento e confermata dal referendum  popolare
> dell'ottobre 2001.
> Gli attuali istituti  professionali  statali  dovrebbero  passare  nel
> nuovo sistema di istruzione e formazione professionale  di  competenza
> regionale.
> Attualmente    i  professionali  statali  accolgono  quasi  un  quarto
> dell'intera    popolazione   studentesca  delle  superiori:  560  mila
> studenti, distribuiti in 480  istituti,  differenziati  in  almeno  14
> indirizzi.
> Vi insegnano 54.772 docenti statali che, in mancanza di garanzie sulla
> conservazione delle attuali condizioni di stato  giuridico,  avrebbero
> gia' la valigia pronta per passare sul treno nazionale dei licei e non
> passare alle dipendenze delle Regioni.
> Nelle grandi manovre in corso  per  definire  il  sistema  dei  licei,
> sembra esserci la voglia di recuperare  nel  liceo  tecnologico  e  in
> quello economico molto ìpatrimonio  di  famigliaî  (cioe'  gran  parte
> dell'istruzione professionale e di quella tecnica).
> Nel nuovo sistema  regionale  dovrebbe  entrare  anche  la  formazione
> professionale, gia' di livello regionale e a  gestione  mista  (se  ne
> occupano piu' di 14 tipologie di enti) che accoglie  annualmente,  per
> la formazione professionale di base, circa 108 mila ragazzi che escono
> dalla scuola dell'obbligo.
> Portare a sistema la nuova istruzione e formazione professionale sara'
> difficile e complesso, a cominciare dalla necessaria trattativa che lo
> Stato  dovra'  avviare  con  le  Regioni,  alcune  delle  quali  (come
> l'Emilia-Romagna) hanno gia' alzato il tiro in materia, ad esempio, di
> diritto-dovere    dei  ragazzi  (l'ex-obbligo)  che  dovrebbe  trovare
> adempimento in questo secondo canale.
> Si tratta di una questione cruciale, perche' l'ipotizzata possibilita'
> di cambiare indirizzo e di consentire i passaggi dal sistema dei licei
> al    sistema  dell'istruzione  e  della  formazione  professionale  e
> viceversa potra' essere rispettata solo se i due sistemi  avranno  una
> pari dignita' di contenuto.
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