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TuttoscuolaNEWS n. 71



Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La  newsletter  settimanale  di  Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

                 http://www.tuttoscuola.com

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N. 71, 14 ottobre 2002


SOMMARIO

1. Sciopero del 18 ottobre: ammenda si', ammenda no
2. Personale Ata: una maggiore  spesa  di  720  milioni  di  euro  per
l'intera anzianita'
3. La Finanziaria dimentica le  risorse  per  l'autoaggiornamento  dei
docenti
4. Attacco alla sperimentazione: ritorno al passato e collegi pentiti?
5. Il recupero delle ore brevi  non  e'  dovuto,  ma  l'Avvocatura  si
appella
6. Prove di autunno caldo
7. Aumentano gli alunni stranieri
8. Tuttoscuola si rinnova per crescere ancora



1. Sciopero del 18 ottobre: ammenda si', ammenda no

I lavoratori della scuola che aderiranno allo sciopero del 18  ottobre
rischiano   di  pagare  di  tasca  propria  un'ammenda?  Alla  vigilia
dell'agitazione indetta dalla Cgil-scuola, dai Cobas  della  scuola  e
dalla Cub Scuola in adesione allo sciopero generale  proclamato  dalla
Cgil, sulla questione c'e' poca chiarezza: vale  la  pena  di  fornire
qualche chiarimento su un'eventualita' che appare,  diciamolo  subito,
piu' ipotetica che reale.
Primo. L'accordo sui servizi minimi sottoscritto dai sindacati (ultimo
valido quello del CCNL 25.9.1999) vieta scioperi a distanza di meno di
dieci giorni l'uno dall'altro: quello del 18 si colloca quattro giorni
dopo lo sciopero del 14 proclamato per prima  dalla  Gilda  e  poi  da
Cisl, Uil, Snals.
Secondo. La Commissione di  vigilanza  sull'applicazione  della  legge
146/90 ha contestato formalmente (con nota del 26  settembre)  la  non
regolarita' dello sciopero del 18, perche' troppo ravvicinato a quello
del 14. Cgil-scuola e Cobas hanno tuttavia confermato  lo  sciopero  e
invitato la commissione a ìriesaminareî la propria  indicazione.  Muro
contro muro.
Terzo. Quali sono ora gli scenari possibili? Allo  stato  attuale  non
risulta inviata alcuna nuova comunicazione da parte della  Commissione
di garanzia.  Se  cio'  non  avvenisse,  lo  sciopero  si  svolgerebbe
regolarmente; se invece la Commissione conferma con un nuovo  atto  il
proprio orientamento e il sindacato  sciopera  lo  stesso,  potrebbero
scattare delle conseguenze.
Vediamo cosa prevede la normativa in proposito. L'art. 8  della  legge
146/90,    modificata    dalla    legge    83/90    (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_71-1.doc    )    prevede   che  la
Commissione,  se  ritiene  irregolare  la  posizione  sindacale,  puo'
informare la Presidenza  del  Consiglio,  che  a  sua  volta  potrebbe
emettere un'ordinanza che vieta o differisce lo sciopero.  L'ordinanza
puo'    essere   emessa   ìnon  meno  di  48  ore  prima  dell'inizio
dell'astensioneî, cioe' in questo caso entro mezzanotte di martedi' 15
ottobre (eventualita' molto remota). Pertanto, se entro  tale  termine
l'ordinanza non viene emessa (allo stato attuale e'  ormai  quasi  una
certezza), lo sciopero e' automaticamente autorizzato.
Quarto. Se l'ordinanza venisse emessa, la sua  eventuale  inosservanza
(cioe' lo sciopero) comporterebbe ammenda (art. 9) -  con  particolare
procedura di attuazione e con possibilita' di impugnativa  davanti  al
giudice  del  lavoro  -  sia  per  il  sindacato  che  per  i  singoli
lavoratori. Per quest'ultimi l'ammenda e' prevista da un minimo di 500
mila vecchie lire ad  un  massimo  di  un  milione  di  lire;  per  il
sindacato l'ammenda puo' andare da un minimo di 5 ad un massimo di  50
milioni di lire.


2. Personale Ata: una maggiore  spesa  di  720  milioni  di  euro  per
l'intera anzianita'

Nonostante la legge Finanziaria 2003 intenda ridurre  del  6%  in  tre
anni l'organico dei  collaboratori  scolastici  (bidelli),  una  nuova
tegola,    di    circa   720   milioni   di  euro,  sta  per  cadere
sull'amministrazione scolastica alla ricerca di risparmi.
E' infatti in arrivo una sentenza che potrebbe avere un incremento  di
spesa imprevisto (e  un  corrispondente  vantaggio  economico  per  il
personale). Vediamo di capire cosa succede.
Un accordo tra i sindacati della scuola e gli Enti locali prevede  che
il personale Ata ex comunale, passato dagli Enti  locali  allo  Stato,
sia inquadrato nei ruoli statali non secondo l'anzianita' di  carriera
posseduta, ma con il sistema della temporizzazione, cioe' con conferma
della retribuzione percepita  e  collocazione  nella  progressione  di
anzianita' corrispondente.
Il personale, anche se ha dovuto attendere mesi per  percepire  quanto
dovuto (e c'e' chi sta ancora aspettando l'inquadramento), con  questo
sistema non ci perderebbe un euro.
La modalita' di inquadramento non e' tuttavia  piaciuta  ed  e'  stata
impugnata. Risultato: il Tribunale di Roma ha riconosciuto il  diritto
degli ex comunali  di  avere  valutata  tutta  l'anzianita'  giuridica
maturata nella carriera di provenienza. Questo  inquadramento  secondo
anzianita' effettiva collocherebbe gli ex comunali in posizione  molto
piu' vantaggiosa,  visto  il  piu'  favorevole  trattamento  economico
statale.
Facciamo un po' di  conti:  se  si  stima  una  maggiore  retribuzione
pro-capite pari a mille euro per ciascun anno del triennio  2000-2002,
in caso di applicazione  generalizzata,  si  avrebbe,  con  gli  oneri
riflessi, una maggior spesa per l'erario di circa 720 milioni di  euro
(circa 1.400 miliardi di vecchie lire).

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3. La Finanziaria dimentica le  risorse  per  l'autoaggiornamento  dei
docenti

Stop ai fondi per l'autoaggiornamento degli insegnanti? La Finanziaria
2002  aveva  introdotto  lo  scorso  anno,  per  la  prima  volta,  la
possibilita' di finanziare in parte le spese decise  dagli  insegnanti
per la propria formazione  professionale.  Tuttavia,  nel  disegno  di
legge della nuova  Finanziaria  lo  stanziamento  non  e'  stato  piu'
confermato e quindi, salvo integrazioni, non dovrebbe ripetersi per il
2003.
Il comma 4 dell'art. 16 della Finanziaria 2002 stanziava 35 milioni di
euro    (quasi  68  miliardi  delle  vecchie  lire),  rimettendo  alla
contrattazione integrativa di comparto le modalita'  e  i  criteri  di
ripartizione.
Ma precisava anche che quello stanziamento riguardava il 2002.  E  ora
dello stanziamento per il 2003 non c'e' traccia. Si perderebbe  quindi
una bella iniziativa che era stata salutata  con  soddisfazione  dalla
categoria.
Che dire? Visto che lo scorso anno lo stanziamento fu il frutto di  un
emendamento    alla    Finanziaria   presentato  da  esponenti  della
maggioranza,    c'e'   da  augurarsi  di  rivedere  lo  stesso  film,
eventualmente   con  la  sorpresa  del  raddoppio  del  finanziamento.
Diversamente, quella dell'anno scorso dovrebbe essere derubricata come
un'iniziativa    di   corto  respiro,  frutto  forse  di  uno  sterile
protagonismo individuale.
Intanto, per effetto della direttiva n. 70 del 17 giugno 2002, emanata
sulla base della contrattazione integrativa  intervenuta,  sono  stati
individuati, quali beneficiari del finanziamento, i  docenti  a  tempo
indeterminato e quelli con contratto annuale per il 2002/2003 (pari  a
complessive 747.155 unita').
I docenti disporranno di una quota individuale (stimabile in circa  90
mila delle vecchie lire, pari  a  46,80  euro  a  testa)  quale  somma
massima da erogare a compenso dell'autoaggiornamento (da documentare);
le  quote  non  utilizzate,  completamente  o  parzialmente,  verranno
ridistribuite fra chi documenta spese  maggiori.  Potrebbe  essere  la
prima ma anche l'ultima volta.


4. Attacco alla sperimentazione: ritorno al passato e collegi pentiti?

Vorremmo tanto essere smentiti, ma  abbiamo  raccolto  voci  di  nuove
iniziative programmate che tenterebbero di indurre  gli  insegnanti  a
deliberare nuovamente  nel  collegio  dei  docenti  l'annullamento  di
adesione degli istituti alla  sperimentazione  promossa  dal  ministro
Moratti. Avremo dunque i collegi pentiti?
Con questa iniziativa si vorrebbe modificare  la  precedente  delibera
del   collegio.  Quale  l'obiettivo?  Tornare  indietro  azzerando  il
progetto? Assurdo. Fare confusione e basta? Questo non  contribuirebbe
a far lavorare serenamente.
Per    arrivare  alla  convocazione  e  alla  successiva  delibera  di
annullamento, le strade possono essere due: chiedere  la  convocazione
del collegio al dirigente scolastico e la messa all'ordine del  giorno
della proposta di  annullamento  della  delibera  precedente  (ipotesi
molto improbabile), oppure procedere all'autoconvocazione dell'organo,
mediante la richiesta di almeno 1/3 dei  suoi  componenti.  Ad  essere
colpiti da questa marcia indietro sarebbero soprattutto gli insegnanti
e le famiglie direttamente coinvolte. Vedremo  se  si  passera'  dalle
minacce ai fatti. Ripetiamo il nostro appello (cfr. TuttoscuolaNEWS n.
70 del 7 ottobre): lasciamo lavorare in pace il  personale  scolastico
coinvolto nei progetti sperimentali.

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5. Il recupero delle ore brevi  non  e'  dovuto,  ma  l'Avvocatura  si
appella

Nuovo capitolo della dibattuta questione del  recupero  delle  ore  di
insegnamento non svolto: il giudice del lavoro  di  Reggio  Emilia  ha
condannato   un  dirigente  scolastico  di  un  istituto  d'istruzione
secondaria di II  grado  che  aveva  imposto  ai  suoi  insegnanti  il
recupero delle ore di lezione non effettuate a causa  della  riduzione
di orario delle lezioni. L'Amministrazione scolastica e'  stata  anche
condannata a restituire agli insegnanti il compenso delle ore prestate
in piu'. L'Avvocatura dello Stato si e' appellata alla  sentenza  e  a
questo punto attendiamo gli sviluppi della vicenda.
La  questione  della  non  ricuperabilita'  e'  tanto  vecchia  quanto
dibattuta;    la    sua    legittimita'   e'   stata  confermata  da
un'interpretazione autentica da parte dell'Aran  e  dei  sindacati  di
categoria che  non  riguarda  tuttavia  una  norma  contrattuale,  ma,
piuttosto, una circolare ministeriale.
La circolare ìconvalidataî  (n.  243/1979)  prevede  la  facolta'  dei
provveditori agli studi di autorizzare  negli  istituti  superiori  la
riduzione delle ore di lezione (fino ad un massimo di dieci minuti per
ora) per cause di forza maggiore (mancanza di trasporti, mense  ecc.),
e aggiunge che ìnon e' configurabile alcun obbligo per  i  docenti  di
recuperare le frazioni orarie oggetto di riduzioneî.
Un vero e proprio regalo per  gli  insegnanti  (un  regalia  dicono  i
colleghi della secondaria di I grado che invece in casi  simili  hanno
l'obbligo del recupero), che vale tra le due e le tre ore a  settimana
di servizio in meno (un monte ore annuo  di  non  prestazione  da  non
recuperare che  si  aggira  mediamente  sulle  80  ore).  Ore  che  il
dirigente scolastico pretendeva fossero recuperate e che il giudice ha
abbonato, provocando l'intervento dell'Avvocatura dello Stato.


6. Prove di autunno caldo

Sabato 12 ottobre si e' tenuta a Roma,  in  un  teatro  Eliseo  troppo
piccolo per contenere la folla accorsa, una manifestazione promossa da
ìaprileî, l'associazione politico-culturale che fa capo alla  sinistra
ds, durante la quale e'  stato  riproposto  il  ìlibro  biancoî  sulla
scuola (32 pagine con prefazione  di  Sergio  Cofferati),  gia'  fatto
circolare in prima edizione nello scorso mese di  luglio  e  segnalato
dalla    nostra    newsletter   con   il  titolo  ìDelenda  Laetitiaî
(TuttoscuolaNEWS n. 65).
La linea che emergeva nell'opuscolo e' stata pienamente confermata: la
ìmobilitazioneî preannunciata da Cofferati per l'autunno e'  iniziata.
La manifestazione di ìaprileî si e' svolta nello stesso giorno in  cui
gli    studenti   della   ìSinistra  giovanileî  promuovevano  cortei
anti-Moratti in trenta citta', tra le quali  Arezzo,  dove  nel  corso
della  quarta  Conferenza  nazionale  del  volontariato  era  previsto
l'intervento del ministro dell'istruzione. Gli studenti (piu'  qualche
no global) hanno occupato il CSA  (ex  provveditorato),  chiedendo  un
incontro con il ministro.
La ìmobilitazioneî proseguira' in occasione  dello  sciopero  generale
del 18 ottobre, e prendera' altre forme (per esempio la  contestazione
delle sperimentazioni), sostenuta dalla CGIL scuola e da una serie  di
organizzazioni, documenti e proposte di iniziativa  che  circolano  in
Internet   (si  veda,  per  esempio,  la  newsletter  di  Legambiente,
www.legambiente.com).    Intanto    le   posizioni  piu'  moderate  e
propositive, pur presenti a sinistra (come quella espressa da  Claudia
Mancina su ìItalianieuropeiî), vengono duramente criticate. Non e'  un
bel clima quello che si sta creando intorno alla scuola.

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FACCIAMO UN GIORNALE

La prima guida al giornalismo scolastico.
Un manuale per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
Vademecum per scrivere e titolare un articolo, per realizzare
un'inchiesta o un'intervista, etc.: tutto cio' che bisogna sapere
prima di ideare, organizzare o migliorare un giornale a scuola.

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7. Aumentano gli alunni stranieri

La    scuola    italiana   diventa  sempre  piu'  un  laboratorio  di
interculturalita'. Vent'anni fa gli  alunni  stranieri  iscritti  alle
scuole pubbliche e private erano circa 6 mila;  oggi  sono  quasi  182
mila, e negli ultimi tre anni sono cresciuti ad un ritmo di 30-35 mila
all'anno.
Vent'anni    fa   quei   pochi  stranieri  erano  una  rarita';  oggi
rappresentano il 2,3% degli alunni iscritti. A  Prato  sono  piu'  del
6,5% e a Reggio Emilia il 6,1%. Gli alunni stranieri sono piu'  di  19
mila nelle scuole milanesi, quasi 12 mila in quelle romane.
Le scuole con almeno un alunno straniero sono ormai  tante:  il  62,6%
delle scuole medie,  il  56,8%  delle  elementari  e  il  46,4%  delle
superiori.
Secondo   un'ipotesi  attendibile  del  ministero  dell'Istruzione  il
fenomeno e' destinato a crescere ulteriormente, in rapporto  anche  ai
flussi continui di immigrazione che interesseranno il nostro Paese. Si
prevede che gli attuali 182 mila alunni stranieri  saranno  oltre  420
mila    nel   2006  (passando  dal  2,3%  al  5,5%  della  popolazione
scolastica). Saliranno a quasi 600 mila (circa l'8%) nel 2011 e a  710
mila (9,3%) nel 2017.
E che la crescita sia in atto lo  dimostra  anche  la  percentuale  di
stranieri in sistematico aumento nelle classi  inferiori  dei  diversi
ordini di scuola (nell'elementare, ad esempio, sono il 2,8% in 5.a, il
2,9% in 4.a, il 3,2% in 3.a, il 3,4% in 2.a e il 3,7% in 1.a).
Cambia l'Italia e sta cambiando dunque anche la  scuola.  La  civilta'
multietnica diventa una realta', e una nuova sfida.


8. Tuttoscuola si rinnova per crescere ancora

ìSperimentazione.    Siete  pronti?  Tra  improvvisazione,  ritardi  e
polemiche e' partita la prova generale della  nuova  scuola  primaria.
Ecco tutto quello che c'e' da sapereî. E'  il  titolo  principale  del
numero in edicola di ìTuttoscuolaî.
Rinnovato nella grafica, piu' pungente nello stile, sempre documentato
e completo nei  contenuti,  il  mensile  e'  rafforzato  da  un  nuovo
Comitato  scientifico  arricchito  da  esperti  come  Dario  Antiseri,
Silvano Tagliagambe, Gaetano Domenici e altri , coordinato da  Alfonso
Rubinacci.
L'editoriale -  intitolato  ìScuola,  un  costo  da  tagliare?î  -  si
sofferma sulla deludente Finanziaria che  non  investe  nella  scuola;
nella sezione ìNONsoloSTATALEî si discute la proposta della detrazione
d'imposta come  forma  di  sostegno  alla  liberta'  di  scelta  delle
famiglie. E poi: un  saggio  su  un  nuovo  approccio  nella  dinamica
relazionale  docente-alunno:  il  linguaggio  non  verbale;  il  punto
sull'alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche; un ampio speciale
sui viaggi di istruzione. L'approfondimento mensile  che  si  affianca
alla  tempestivita'  della  newsletter  settimanale:  e'  il  cocktail
dell'informazione educativa offerta da Tuttoscuola.
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