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TuttoscuolaNEWS n. 65
Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.
http://www.tuttoscuola.com
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N. 65, 2 settembre 2002
SOMMARIO
1. Successo della ìGuida alla sperimentazioneî
2. FAQ: a domanda risponde ñ Un servizio sulla sperimentazione
3. Sperimentazione/1: l'îincognita docentiî
4. Sperimentazione/2: soldi in piu' per il personale coinvolto?
5. Sperimentazione/3: chiamiamola ìricerca-azioneî
6. Sperimentazione/4: ci vuole un mese prima di cominciare
7. Braccio di ferro con la lady di ferro
8. La lista nera: duemila scuole da tagliare o...
9. Contratto: se dovessi avere centomila al mese
10. ìIstruzione senza animaî: il Corsera attacca i nuovi programmi
1. Successo della ìGuida alla sperimentazioneî
A una settimana dal lancio, la nostra ìGuida alla sperimentazioneî (
http://www.tuttoscuola.com ) nella scuola elementare fa registrare un
successo lusinghiero e continuo. Ne hanno richiesto l'accesso on line
soprattutto scuole (statali e private) evidentemente interessate a
capire in profondita' le caratteristiche, oltre che della
sperimentazione vera e propria, della nuova scuola primaria delineata
dai documenti ministeriali. Ma hanno dimostrato un notevole interesse
anche genitori e docenti (che possono avvalersi su richiesta del
rimborso per spese di autoaggiornamento).
Risultano molto apprezzati, oltre alla forma chiara, diretta e non
specialistica, l'intento divulgativo e i contenuti delle discipline
d'insegnamento riorganizzate organicamente, ognuna dalla prima alla
quinta classe.
Il testo sara' costantemente aggiornato. Il primo aggiornamento e' on
line da oggi e riguarda le voci ìmodelli orariî per la scuola a tempo
pieno e ìlaboratoriî.
2. FAQ: a domanda risponde ñ Un servizio sulla sperimentazione
Da oggi sul sito della nostra rivista ( http://www.tuttoscuola.com )
e' attivo un servizio di FAQ, cioe' di risposta alle domande piu'
frequenti su tutti gli aspetti della sperimentazione 2002.
Il servizio integra in tempo reale la ìGuida alla sperimentazioneî. E'
riservato agli utenti della Guida, ma alcune risposte di carattere
generale sono consultabili liberamente da chiunque acceda al sito.
Ogni quesito puo' trattare un solo argomento per volta. Si prega di
contenere le domande in quattro righe di testo al massimo.
L'aggiornamento delle FAQ avviene quotidianamente.
3. Sperimentazione/1: l'îincognita docentiî
Sembra sempre piu' probabile che il parere del CNPI sulla bozza del
progetto di sperimentazione della Moratti non sara' a sostegno
dell'iniziativa. Si profila insomma l'ennesima bocciatura da parte del
ìparlamentinoî della scuola, dopo quelle riservate prima a De Mauro
(avvio della scuola di base) e poi alla stessa Moratti (prima stesura
del progetto di riforma).
Sul territorio intanto piu' di 800 scuole hanno fatto sapere, lo ha
reso noto lo stesso ministro Moratti, di essere disponibili a
partecipare alla sperimentazione. Ma per manifestare la volonta' di
aderire da parte delle istituzioni scolastiche non basta l'opinione
del dirigente scolastico: ha un ruolo decisivo il parere del collegio
dei docenti. Ed e' proprio questo l'elemento di incertezza che grava
oggi sull'iniziativa. Vediamo perche' esiste un'îincognita docentiî.
Gli insegnanti tornano ora dalle vacanze, hanno appreso
dell'iniziativa sperimentale (che sconvolgera' non poco il loro modo
di lavorare) solo dalla stampa, e non si puo' sapere come i collegi
risponderanno alle sollecitazioni dei dirigenti scolastici.
Su questa scelta dei docenti non giocano a favore alcuni elementi:
prima di tutto, la non sufficiente conoscenza delle reali
caratteristiche e degli aspetti piu' innovativi oggetto della
sperimentazione; negativa anche la mancata formazione a sostegno
dell'iniziativa. E poi un peso lo avra' certamente la mancanza di
condivisione da parte delle organizzazioni rappresentative dei
docenti.
A tutto questo si aggiunge un ulteriore elemento di incertezza:
secondo quanto risulta a Tuttoscuola, i documenti ministeriali che
illustrano la sperimentazione ñ diffusi a tutt'oggi sul sito del Miur
come bozze datate 24 luglio 2002 ñ potrebbero essere gia' in parte
superati. Sembra infatti che gli esperti del ministero stiano
ritoccando e in certi casi modificando sostanzialmente alcuni
capitoli, recependo anche alcune osservazioni ricevute da osservatori
esterni sulla bozza frutto del lavoro di vari mesi, ma che fu chiusa
in tutta fretta a fine luglio, quando il ministro decise di lanciare
da subito la sperimentazione.
Insomma, al di la' del numero di scuole che informalmente avrebbero
dichiarato una disponibilita', rimane sulla sperimentazione
l'incognita su come reagiranno il corpo docente e le altre componenti
del mondo della scuola. Fermo restando che il traguardo di 200
istituzioni scolastiche non e' comunque a rischio.
4. Sperimentazione/2: soldi in piu' per il personale coinvolto?
Riorganizzazione del lavoro. Introduzione di nuovi strumenti e criteri
metodologici (il portfolio, il piano di studio personalizzato, etc.).
Nuove incombenze (il coordinamento di altri colleghi, il tutoring nei
riguardi delle famiglie). Sono solo alcuni dei cambiamenti che
investiranno i docenti che prenderanno parte al progetto sperimentale.
E per i quali si dovranno attrezzare in tutta fretta, senza
addestramento, senza aver preparato nulla.
La domanda e' d'obbligo: tutto cio' comportera' dei riconoscimenti
retributivi? Sembrerebbe una domanda scontata, se non ci trovassimo in
Italia. Le disposizioni ministeriali sulla sperimentazione non
prevedono specifici riconoscimenti giuridici ed economici nei
confronti del personale impegnato nei progetti (ne' avrebbero potuto
prevederlo, in quanto la materia e' oggetto di contrattazione).
Per saperne di piu' occorrera' attendere quindi il rinnovo del
contratto di comparto ñ il cui avvio di negoziazione viene dato per
imminente.
Tuttavia qualcosa sara' possibile ottenere anche alle condizioni
attuali, almeno per l'aspetto economico. Cosa e attraverso quali
modalita' e' spiegato nella guida di Tuttoscuola sulla sperimentazione
(consultabile su http://www.tuttoscuola.com ).
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5. Sperimentazione/3: chiamiamola ìricerca-azioneî
ìSperimentazioneî e' ìoutî, ìricerca-azioneî e' il termine giusto per
definire l'iniziativa sulla scuola dell'infanzia ed elementare
lanciata in piena estate dal ministro Moratti. Lo ha spiegato il
dirigente generale regionale del Lazio Francesco De Sanctis in un
incontro con i dirigenti delle scuole laziali disposte a sperimentare.
Per i non addetti ai lavori, precisiamo che ìricerca-azioneî e' un
termine piuttosto utilizzato in questi ultimi anni nel gergo
pedagogico per intendere progetti di ricerca-laboratorio a libera
conduzione con obiettivi definiti, in cui coesistono gli aspetti di
studio con quelli di realizzazione pratica.
De Sanctis, reduce dall'incontro preparatorio che il capo dipartimento
del MIUR Pasquale Capo ha organizzato con tutti i direttori regionali,
ha precisato perche' e' meglio parlare di ricerca-azione: non viene
offerto un servizio alle famiglie ma piuttosto si mette in atto, come
fatto tutto interno alla scuola, un'iniziativa metodologica e di
ricerca sulle linee di studio della nuova scuola.
La bozza di decreto che parlava di sperimentazione? Si tratta
solamente di una bozza, niente di piu'.
Sembra di capire che questa e' la nuova linea del ministero
dell'Istruzione. Non a caso anche il ministro Moratti, intervenuta al
seminario di Forza Italia a Gubbio, ha usato ripetutamente i termini
ìtestî ed ìesperienza laboratorioî.
Quella che puo' sembrare a prima vista una marcia indietro, si puo'
spiegare forse come intenzione di smorzare i termini di una polemica
che tende a crescere con l'avvicinarsi del momento della pronuncia da
parte del CNPI. Una linea di basso profilo per ridimensionare, oltre
l'aspetto quantitativo, anche l'effetto dirompente dell'innovazione
proposta.
Una prudenza motivata quindi da comprensibili ragioni politiche che,
tuttavia, al di la' delle modifiche nominalistiche non cambia
sostanzialmente il progetto della ìsperimentazioneî 2002.
Chissa' che ora il Ministero non invii una terza lettera al Cnpi, dopo
la prima del 26 luglio e la successiva che rettificava l'errato
riferimento all'ordine del giorno parlamentare scoperto da
Tuttoscuola, per cambiare titolo alla proposta e magari guadagnarsi un
parere piu' favorevole.
6. Sperimentazione/4: ci vuole un mese prima di cominciare
Non appena vi sara' il parere del CNPI, atteso per il 10-11 di
settembre, il MIUR emanera' il decreto sulla sperimentazione, rivisto
e corretto anche alla luce delle indicazioni fornite dal massimo
organo della scuola (ad esempio, la sperimentazione sara' aperta anche
agli istituti comprensivi, non inclusi nella bozza di decreto; e poi
verra' chiarito che il progetto avra' durata quinquennale).
Ma c'e' prima un altro nodo da sciogliere. L'Anci, l'associazione dei
comuni, in un comunicato emanato dopo l'incontro al Miur del 29
agosto, ha ribadito che la sperimentazione potra' partire ìsolo dopo
la definizione delle effettive condizioni di fattibilita' e la
sottoscrizione in sede di conferenza unificata di un documento sul
ruolo dei diversi soggetti istituzionaliî.
Questo impegno mal si concilia con le affermazioni del ministro del 31
agosto, che assicurava che l'elenco delle scuole coinvolte nella
sperimentazione sarebbe stato reso noto l'11 settembre. E
contestualmente dovrebbe essere emanato il decreto definitivo, a
lezioni gia' iniziate in alcune regioni. Staremo a vedere.
Subito dopo l'ufficio scolastico regionale definira' formalmente il
piano della sperimentazione, includendovi le istituzioni scolastiche
autorizzate a sperimentare (due per provincia e due paritarie per
regione).
Da quel momento le scuole incluse nell'elenco procederanno a definire
gli interventi organizzativi necessari (orari, ripartizioni delle
competenze tra i docenti, prevalente, ecc.) e a predisporre
attrezzature e locali (laboratori, portfolio, ecc.).
Saremo certamente nell'ultima decade di settembre quando, forse,
potranno entrare a scuola nelle prime classi anche i pochi
giovanissimi ammessi in anticipo, senza pero' una riapertura ufficiale
delle iscrizioni (come ha dichiarato il ministro Moratti,
contraddicendo quanto riportato nella bozza di decreto sulla
sperimentazione).
L'avventura potra' cominciare, sperando che nel frattempo, oltre ai
documenti di base (indicazioni e raccomandazioni gia' in linea da
settimane), il ministero fornisca indicazioni sulle fasi attuative e,
soprattutto, assicuri i mezzi finanziari a sostegno dei progetti,
visto che gia' diverse risorse in proposito ci sono per effetto della
legge 440/1997 e del contratto del personale (formazione). A sostegno
della sperimentazione, inoltre, potrebbe essere utilizzato il 10% del
finanziamento previsto per l'ampliamento dell'offerta formativa delle
istituzioni scolastiche a disposizione dei direttori regionali (C.M.
n. 93 del 6 agosto 2002).
7. Braccio di ferro con la lady di ferro
Al ministero dell'Istruzione l'aria e' pesante: si taglia con il
coltello. Un'aria da vigilia esplosiva, da quiete prima della
tempesta. E non solo per la questione delle graduatorie dei precari e
delle sentenze dei Tar.
Si attende infatti nei prossimi giorni il parere del CNPI sulla
proposta di sperimentazione. Formalmente l'esito di quel parere non
incide sulle scelte ministeriali, non essendo vincolante, ma,
nell'attuale contesto politico una possibile bocciatura non farebbe
certamente bene ad un ministro che gia' in casa propria ha avuto piu'
di una tiratina d'orecchi.
Letizia Moratti e' decisa a proseguire sulla sua strada comunque.
Sulla sua proposta di sperimentazione sa di avere praticamente i
sindacati contro, confederali e autonomi. Una posizione quasi
pregiudiziale.
I sindacati hanno la maggioranza assoluta nel CNPI dove sicuramente
faranno contare il loro peso politico, prima ancora delle valutazioni
di merito sul progetto sperimentale.
Infine, a rendere l'atmosfera di viale Trastevere agitata, oltre al
braccio di ferro con i sindacati, concorrono le manovre di attuazione
della legge sullo spoils system, che avrebbe gia' fatto le prime
vittime.
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8. La lista nera: duemila scuole da tagliare o...
L'elenco di duemila istituzioni scolastiche che il MIUR ha individuato
come sottodimensionate rispetto al rapporto di 9,5 alunni per
insegnante e' stato interpretato da qualcuno come una lista di
proscrizione, e sta turbando il sonno di molti dirigenti e docenti.
Precisiamo subito che quell'indicatore del 9,5 e' un semplice dato
statistico: nessuna norma fissa un limite di rapporto alunni/docenti
al di sotto del quale l'istituzione scolastica e' fuori legge.
Si tratta piuttosto di un punto di riferimento del MIUR alla ricerca
di vie per il risparmio. In tal senso il ministero ha invitato le
direzioni regionali a normalizzare le situazioni. Come? Perche'?
Per risalire a livelli ìregolariî vi sono alcune strade: ridurre
l'organico della scuola interessata (aumentare il numero degli alunni
non e' nel potere dell'Amministrazione) oppure, drasticamente,
sopprimere classi e scuole. Una soluzione quest'ultima che, al di la'
di altre considerazioni, avrebbe poco senso ad esempio in realta'
isolate (in montagna o in campagna) perche' costringerebbe poi a
sobbarcarsi l'onere dei trasporti per portare gli studenti nei centri
piu' grandi e altre spese accessorie. Non sembra quindi credibile, se
non per casi limitati, e in questo senso si sta facendo forse
dell'allarmismo.
Ma c'e' un'altra ipotesi che sembra piu' verosimile (ma anche per
questo occorre una legge, non un semplice atto amministrativo), e
forse non fara' piacere a molti: che le scuole con questo rapporto
sbilanciato vengano declassate a plessi, mettendole alle dipendenze di
altre istituzioni scolastiche. Togliendo il requisito di istituzione
scolastica a tutti gli effetti, il servizio della scuola non verrebbe
compromesso (classi, docenti, alunni), ma si risparmierebbero gli
stipendi del capo d'istituto, del direttore amministrativo, del
personale di segreteria. Istituzioni scolastiche di serie B.
Con un risparmio quantificabile in 700-800 miliardi di vecchie lire
all'anno (circa 400 milioni di euro). E si risolverebbe cosi' anche il
contrasto con il ministero del Tesoro, che ha bloccato il concorso a
dirigente scolastico, condizionandolo alla riduzione di altri costi.
9. Contratto: se dovessi avere centomila al mese
Aumenti contrattuali sotto il tasso d'inflazione reale? O salvaguardia
del potere d'acquisto degli stipendi?
Non e' questione di pochi spiccioli per chi incassera', ne' di pochi
miliardi di euro per chi paghera'. E' la polemica, probabilmente solo
agli inizi, sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Facciamo
un passo indietro per inquadrarla meglio.
Dal 1993, dopo un accordo storico sulla politica dei redditi, e' stato
convenuto di contenere gli aumenti di contratto all'interno del tasso
programmato d'inflazione con obbligo di compensare gli aumenti al
momento della verifica dei tassi effettivi di inflazione.
Per il 2002 il tasso programmato di inflazione e' stato previsto pari
all'1,7% (ma l'Istat nei giorni scorsi ha gia' rilevato un tasso
tendenziale del 2,4%). Per il 2003 il Documento di programmazione
economica e finanziaria del Governo, varato a giugno, ha fissato il
tasso di inflazione programmata all'1,4% (in Europa in tasso
tendenziale e' gia' intorno all'1,9%).
I sindacati chiedono di rivedere quell'improbabile 1,4% di tasso
programmato; il Governo, dopo aver bloccato alcune tariffe pubbliche,
ha confermato l'1,4% anche per gli imminenti rinnovi contrattuali
(contro una previsione, non solo sindacale, e una richiesta che e'
gia' di 1-1,2% in piu'). Ed e' gia' mobilitazione annunciata.
Cerchiamo di capire cosa vogliono dire queste percentuali per il
personale della scuola, anch'essa alla vigilia del rinnovo di
contratto. Quell'1,7% per il 2002 e quell'1,4% del 2003 (pari
cumulativamente al 3,1%), vogliono dire un aumento medio lordo mensile
intorno alle 100-110 mila delle vecchie lire, cioe' poco piu' di 50
euro lordi al mese, a cui pero' deve essere aggiunta un'altra quota di
aumento legata alla produttivita' ed erogato con il salario accessorio
(mediamente un'altra cifra teoricamente doppia di quella base per il
rinnovo e in parte non accessibile a tutti).
Tuttoscuola ha provato a simulare l'applicazione automatica del 3,1%
sulle retribuzioni attuali, ed ecco cosa ne e' venuto fuori (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_65-1.doc ). Se poi sara'
riconosciuto, per effetto della maggiore inflazione, un incremento
piu' elevato (come chiedono sin d'ora i sindacati), le cifre della
tabelle saranno ritoccate verso l'alto.
10. ìIstruzione senza animaî: il Corsera attacca i nuovi programmi
Il ìCorriere della Seraî di sabato scorso, 31 agosto 2002, ha ospitato
un duro editoriale, a firma del prof. Ernesto Galli della Loggia, nel
quale le bozze dei nuovi programmi predisposte dagli esperti del
ministro Moratti vengono presentate addirittura come ìuna vera e
propria pietra tombale calata sull'idea di cultura che ha finora
ispirato il nostro sistema educativoî. A giustificazione di questa
drastica bocciatura l'autorevole commentatore porta la proposta degli
esperti di ìintrodurre in tutti i dodici anni del curriculum
scolastico (Ö) una inedita educazione alla convivenza civileî,
comprensiva dell'educazione alla affettivita' (oltre che sportiva,
alimentare, stradale, ambientale ecc.) che a suo avviso minerebbe
dalle fondamenta la corretta formazione della personalita' morale dei
giovani, legata al carattere disinteressato della conoscenza, fondato
sullo studio delle discipline tradizionali e alla tradizione classica
e umanistica.
A parte il fatto che, almeno per quanto riguarda i licei, il
curriculum sarebbe di tredici anni e non di dodici (Galli della Loggia
e' forse rimasto fermo alla proposta iniziale, presentata agli ìStati
generaliî nel dicembre 2001), si ha l'impressione che l'editorialista
del Corsera rilanci a suo modo, forse senza averne la piena
consapevolezza, la vecchia parola d'ordine del ritorno all'essenziale
(ìback to basicsî), gia' piu' volte risuonata in vari Paesi, nel corso
del Novecento, a fronte della crescente complessita' del processo
formativo, ma sempre dimostratasi incapace di tradursi in una vera
strategia educativa.
Galli non dedica neanche una parola, peraltro, all'altra grande
questione irrisolta della scuola italiana, che e' la costruzione di un
robusto e competitivo canale di formazione professionale: pensa forse
che la ricetta giusta per la formazione dei giovani italiani sia il
liceo (possibilmente classico) per tutti?
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