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PeaceLink: il nostro 25 aprile
In occasione del 25 aprile dedichiamo questo editoriale di PeaceLink a
chi - sotto il nazismo - decise di disertare e di sacrificare la propria
vita per la pace e non per la guerra di Hitler. Riportiamo alcuni
pensieri di persone che vanno ricordate. Sono le ultime lettere di
condannati a morte della Resistenza europea che avevano scelto o di dire
signornò o di sabotare la guerra nazifascista. Sono lettere piene di
affettuosa trepidazione, sono un messaggio di pace e di umanità per tutti
noi. In questo 25 aprile - in cui fanfare, retoriche parole e militari
sull'attenti non susciteranno in noi il vivo senso della memoria -
scegliamo un modo completamente diverso di ricordare, diffondendo la voce
di chi non si è voluto arruolare e ha disobbedito alla barbarie in nome
dell'amore e della libertà. Nelle parole che leggerete non c'è odio ma in
esse vive invece il messaggio della nonviolenza: oggi più che mai
attuale.
Alessandro Marescotti
www.peacelink.it
"NON MI ARRUOLERO' NELLE SS"
Cari genitori,
devo comunicarvi una triste notizia, che oggi sono stato condannato a
morte, io e Gostav G. Non siamo voluti entrare nelle SS, perciò ci hanno
condannato a morte. Mi avevate scritto che non dovevo entrare nelle SS,
anche il mio compagno Gustav G. non è entrato. Noi due preferiamo morire
piuttosto che insudiciare la nostra coscienza con queste atrocità. Io so
quali cose debbono fare le SS. Se io cadessi in guerra ed avessi la
coscienza sporca, anche questo sarebbe triste per voi. Cadono anche molte
SS. Io vi ringrazio per tutto il bene che mi avete fatto, perdonatemi,
pregate per me
Dalla Cecoslovacchia, ultima lettera ai genitori di un giovane,
rimasto anonimo.
"HO RINUNCIATO ALLA
VIOLENZA"
...Niente guerre, niente rivoluzioni. Contro l'idea della
violenza, la violenza dell'idea. La violenza è prova di immaturità, crea
ingiustizie e nuova violenza. Per quanto io stia per morire per opera
della violenza, per quanto probabilmente sarei riuscito a salvarmi usando
violenza senza riguardo, la mia natura mi costringe ad non usare nessuna
forma di violenza, a rinunciarvi. Preferisco soffrire un'ingiustizia
piuttosto che fare un torto ad un innocente.
Non ho commesso alcun delitto contro lo Stato. E non sono nemmeno un
eroe, un martire, sono soltanto ciò che sono sempre stato, un uomo
semplice, semplicissimo, che ha dovuto morire perché non era adatto per
questi tempi. Sono vittima di questi tempi terribili, come molte, molte
migliaia prima e dopo di me. Ho dovuto morire perché la solidarietà umana
mi era filtrata nel sangue, perché stimavo superiore alla mia salvezza
personale il rispetto verso il mio prossimo, verso i miei compagni di
lavoro. Provengo da un'epoca in cui la solidarietà aveva un significato,
era una questione d'onore per ogni lavoratore che si rispetti, e
costituiva il primo, il più importante presupposto della lotta e della
vittoria di un mondo migliore, più felice.
Vorrei riunire in una sola espressione tutto l'amore e la pena che provo
per voi, e trasmettervela come ultimo lascito. Addio, non mi
dimenticate.
I più affettuosi, caldi saluti e baci d'addio dal vostro
papà
Dall'ultima lettera di Franz Mager ai figli. Falegname di 47 anni,
socialista e sindacalista, opera in clandestinità per la difesa dei
diritti dei lavoratori. Arrestato e giustiziato a Vienna.
"ALTA LA TESTA!"
...Saluto tutti coloro che mi hanno conosciuto. Di una cosa
sono fiero: non ho mai fatto consciamente del male a nessuno e nessuno
può dire del male di me. Se ciononostante dovessi aver fatto del male a
qualcuno, sento l'impulso vivo di chiedergli perdono e soprattutto a voi,
miei cari genitori, chiedo infinite volte perdono, perdonatemi, vi prego,
i molti dolori che dovete sopportare per causa mia. Conservate un buon
ricordo di me, ma non mi compiangete. Piuttosti siate sereni come lo sarò
io fino all'ultimo. Siate forti e non perdete la forza che ho io e che mi
permette di non tentennare e di non temere nulla. Fuori c'è la primavera.
E in me, anche se sto in carcere, anche in me c'è una serenità come nella
primavera che ci annuncia un'estate imminente. E anche se molte genne
cadranno, bruciate dal gelo, distrutte dalla tempesta e dal vento,
l'albero continua a fiorire. Sa che è vicina l'estate che lo scalderà, e
il sole e la luce diventeranno sempre più forti. E così vi saluto,
dovesse anche essere per l'ultima volta, con molti baci e con un sorriso.
Alta la testa!
Il vostro
Walter
Dall'ultima lettera di Walter Kampf ai genitori. Militare austriaco
di 23 anni, diffonde volantini contro la guerra fra gli aviatori e
i militari tedeschi. Arrestato, viene decapitato dai nazisti. Aveva
militato nella gioventù comunista austriaca.
"UN SOLO PENSIERO: LOTTARE CONTRO LA
GUERRA"
...Non potevo stare a guardare come i popoli venivano mandati
sui campi di battaglia, come erano aizzati gli uni contro gli altri
finché, sotto la pressione dei generali, si sbranavano a vicenda. Il
cuore mi scoppiava quando dovevo assistere alla distruzione di centinaia
di migliaia di vite umane e di famiglie. In questa sofferenza la mia vita
era diventata vuota, priva di senso, mi sosteneva un solo pensiero, la
lotta contro la guerra e contro chi l'aveva generata.
Non ho mai pianto né mi sono mai lamentato del mio destino, e se una
volta mi hai visto piangere, era per te, mai per me stesso.
Da te mi separo con difficoltà, cara mamma, mi puoi ben credere, ma è più
bello morire per un ideale che non sul campo di battaglia per i propri
sfruttatori e avversari politici!
Credimi, ti ho amata tanto, tanto! Addio, ti saluta il tuo figlio
Franz
Dall'ultima lettera di Franz Reingruber alla madre. Austriaco,
apprendista montatore e comunista, 22 anni. Scrive lettere per incitare i
soldati al fronte a disertare dalle file naziste. Arrestato e decapitato
a Vienna.
"LA MIA MORTE PER LA VITA"
...Muoio perché altri possano vivere! Addio e ricordatevi di
me!
Bohus Strnadel, 20 anni, decapitato in Cecoslovacchia.
"L'ODIO NON VINCA"
...Sarò da voi, in mezzo a voi, mi siederò con voi sulla
panchina del giardino, il mio spirito sarà sempre con voi. Al mattino,
con l'aurora, vi saluterò, con l'imbrunire vi saluterò. Che l'amore e non
l'odio domini il mondo!
Jaroslav Ondrousek, 19 anni, cecoslovacco, ultima lettera ai
genitori. Comunista, viene arrestato, torturato e giustiziato.
"PROPAGATE L'AMORE!"
...La vita. La vita con il suo battito quotidiano. Amatela,
amatevi, imparate l'amore, propagate l'amore. Che sentiate, come me, la
bellezza dei suoi doni naturali, questo desidero! Che riusciate a
prendere e a propagare! Anche questo pomeriggio è bello, sento tanto
ardore e amore, tanta fede, tanta risolutezza, che allargo le braccia,
stendo le mani perché possiate sentirla, perché possiate prenderla. Non
ho paura per ciò che sta per accadere. Anche se ho sbagliato e offeso
qualcuno, ho sempre sentito l'impulso verso il buono, l'elevato, l'umano.
Tutta la mia vita è stata bella. Voi siste stati per essa una
benedizione. Gente amata, cara vita e caro mondo! Mi inginocchio davanti
a voi, davanti a voi esseri più cari della mia vita, vi prego, amatemi e
perdonatemi. Bacio le vostre mani e vi ringrazio nel momento più grave
della mia vita con tutto il cuore e tutta l'anima. Non le bagnerò di
lagrime, no, verserò su di esse un sorriso d'amore, di ringraziamento e
di pace e chiedo anche un sorriso.
Vostra figlia che vi ama
Marie
Percossa e seviziata dai nazisti, Marie Kuderikova ha 22 anni
quanto viene decapitata a Breslavia. Di famiglia cattolica e
tradizionalista, sceglie di fare l'operaia e opera contro il nazismo
nella rete clandestina dei comunisti cecoslovacchi. Questa è la sua
ultima lettera.
Le lettere sono state scelte non in base all'orientamento ideologico
ma per loro bellezza intrinseca e casualmente è capitato che quasi tutte
fossero scritte da comunisti. Perciò riportiamo le parole di Cristian
Ulrik Hansen, studente in teologia di 23 anni nato in Danimarca. Cristian
frequenta il corso allievi ufficiali e - durante l'occupazione tedesca -
si rifiuta di collaborare. Trafuga armi ai tedeschi trasportandole in un
carro di concime e occultandole nei campi. E, su alcuni fogli di carta
igienica, riesce a scrivere agli amici quest'ultima sua
lettera:
Sono giovane, amo la vita e mi è difficile dire addio. Difficile dire
addio alla ragazza amata, ai propri cari, agli amici. E' difficile ma è
tutt'altro che vano. Perché un popolo possa vivere è necessario che
qualcuno muoia. L'ultimo desiderio che vi esprimo è perciò che, se mi
penserete qualche volta, mi dobbiate sempre pensare nelle ore liete, ad
esempio quando vuoterete un bicchiere di vino in allegra compagnia,
quando d'autunno le campane daranno la buonanotte al sole.
Anche io mi sono sforzato di non imbrattare la mia spada...
Addio ragazzi
Affidandomi a Dio
Cristian
Concludiamo con le ultime parole di Emil Balslev scritte alla moglie;
Emil è processato dal tribunale militare tedesco di Copenaghen, ha 30
anni, è dirigente dei Giovani Cristiani, viene fucilato per aver
distrutto le armi dei tedeschi:
Lascio questo luogo senza odio verso alcun essere umano, l'odio è un
sentimento che mi è sempre stato estraneo. Ti penserò fino all'ultimo
istante.
Emil