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11/04 Milano: Rete di resistenza a difesa della scuola pubblica



La Rete di resistenza a difesa della scuola pubblica
comunica alla stampa che il giorno 11 aprile 2002  dalle ore 18
si terrà presso la Casa della Cultura  di Milano -  via Borgogna 3
un  incontro pubblico  al quale ha invitato intellettuali docenti e studenti
per informare sul  percorso fatto dalla rete in questi mesi e
 per dibattere sui processi in atto di dequalificazione della scuola
pubblica e di mercificazione dei saperi.

Il titolo di questo incontro è:
"Più scuola di qualità  per tutti- diritti, cultura, partecipazione,
relazioni."

Invitiamo gli organi di stampa a partecipare al nostro incontro e ad
informare i propri lettori."


Riportiamo, a titolo informativo, l'articolo uscito su la Repubblica il 3
aprile 2002 che ricostruisce sinteticamente il lavoro svolto in questi
mesi.
Inoltriamo inoltre, in allegato, il documento da noi elaborato e circolato
in tutte le scuole per essere discusso e sottoscritto da docenti, personale
Ata, genitori. L'incontro che si terrà alla Casa della Cultura di Milano,
l'11 aprile 2002,  costituirà anche il momento conclusivo della raccolta di
firme, di cui saranno ufficializzati i dati.

Da la Repubblica Milano, 03-04-2002

Dopo i girotondi nasce a Milano la "rete" dei professori.
Si ispirano a Borrelli ("Resistere"), si autoconvocano attraverso internet,
sfidano il
ministro Moratti


Migliaia di e-mail per la scuola

CINZIA SASSO

La presentazione ufficiale sarà l'11 aprile, alle 18, alla Casa della
Cultura, ma è da gennaio, ormai, che la "rete" si diffonde. Dopo i
girotondi, dopo gli autoconvocati del Palavobis, dopo i tre milioni di
cittadini che hanno risposto alla chiamata della Cgil in difesa
dell'articolo 18, anche gli insegnanti si stanno organizzando per combattere
una grande battaglia: contro la riforma del ministro Moratti e in difesa
della scuola pubblica. Con le modalità che ormai sono diventate il nuovo
strumento di diffusione della protesta, le email, il nuovo movimento, nato a
Milano, si è allargato a tutt' Italia e mette in campo un coordinamento che
va da Roma a Napoli, da Bari a Palermo, da Padova, Firenze, Bologna, fino a
Torino e Trieste.
Spiega Michele Corsi, 40 anni, docente di cinema e televisione all'Itsos
Steiner: "Tra gli insegnanti c'era stanchezza per le divisioni tra le sigle
sindacali e un certo allarme per quello che sta succedendo. Da questi
elementi è nata l'esigenza di fare qualcosa di concreto e di coinvolgere più
persone possibile: dagli studenti ai genitori". Il 10 gennaio la prima
assemblea di professori, ausiliari e tecnici rappresentanti di una
settantina di scuole milanesi, ha tenuto a battesimo il nuovo organismo, che
ha diffuso per Internet un appello in difesa della scuola pubblica e che,
forse mutuando il motto del procuratore generale Francesco Saverio Borrelli,
ha battezzato l'iniziativa "Rete di resistenza". Quella prima assemblea di
autoconvocati, "partita dal basso", come spiegano i fondatori, ha cominciato
con il promuovere una raccolta di firme su un documento che analizza la
riforma Moratti e ne mette in evidenza i limiti e gli aspetti ritenuti
"pericolosi": la fine dell'obbligo scolastico, la riduzione delle ore di
lezione, la trasformazione della scuola in un'azienda.
Nessun attrito con il mondo sindacale, perché tra i fondatori della Rete,
insieme ai senza tessera ci sono delegati di tutte le sigle, solo il bisogno
di pungolare i dirigenti che "sembrano incapaci di mettersi d'accordo su
qualsiasi iniziativa" e l'urgenza di fare qualcosa di concreto contro la
riforma che avanza, prima che quella riforma diventi una legge che stravolge
un settore così importante come quello dell'istruzione. "Abbiamo scoperto
spiega il professor Corsi che nelle altre città erano in corso iniziative
simili alla nostra, che in molte scuole stavano nascendo comitati o gruppi
che cercavano di fare qualcosa. Con la Rete siamo riusciti a convogliare
tutto in un unico movimento e adesso vogliamo presentarci pubblicamente per
allargare la nostra base e proporre iniziative concrete".
Per cominciare, gli insegnanti della Rete, pronunciano alcuni no: "No
spiegano alla legge delega; no alla canalizzazione precoce, che vuol dire
costringere i ragazzi e le loro famiglie a una scelta drastica, che taglia
fuori dall'istruzione superiore chi non può mettere nel conto di proseguire
fino all'Università; no alla riforma degli organi collegiali che lascia il
potere di gestione in mano ai dirigenti scolastici e annulla ogni ruolo di
genitori, studenti e insegnanti; no ai tagli nelle spese che significano
tagli al tempo pieno e al sostegno all'handicap". "Abbiamo deciso spiegano
gli insegnanti di proseguire per obiettivi. Il primo passo è quello di
mostrare che cosa pensa la scuola milanese delle novità che arrivano". E, a
giudicare dalle firme raccolte, pare che la maggioranza degli insegnanti, di
quelle novità, pensi malissimo. "Si sono già registrate manifestazioni
studentesche, scioperi dei lavoratori, raccolte di firme dicono alla Rete ma
crediamo che non basti: è necessario che tutti coloro che hanno a cuore il
futuro del Paese costruiscano una rete di resistenza e di lotta per bloccare
un attacco che non solo darebbe un colpo mortale alla scuola, ma aprirebbe
la strada a cambiamenti ancor più devastanti".