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Coordinamento docenti - Palermo: Il manifesto



PAGINA-MANIFESTO

Il "Coordinamento docenti", riunitosi il 17 gennaio 2002 presso il Liceo
Classico Garibaldi di Palermo, ribadisce la più netta e totale opposizione
al progetto di riforma del sistema scolastico elaborato dal Gruppo
ristretto di lavoro per conto del ministro dell'Istruzione L. Moratti.


- Rifiutiamo il sistema duale che separa istruzione e formazione: la scuola
tutta, di ogni ordine e grado, ha il compito di formare, anche attraverso
l'istruzione, cittadini capaci di un consapevole esercizio critico della
propria autonomia culturale e umana.
- Rifiutiamo la trasformazione del Consiglio d'Istituto in Consiglio di
amministrazione: la scuola non è un'azienda ma un sistema in cui
interagiscono numerose componenti.
- Rifiutiamo il curriculum di 25 ore settimanali, la riduzione del numero
delle discipline, il considerarne alcune "facoltative": il percorso
formativo sarebbe così impoverito, si determinerebbero gravi perdite di
posti di lavoro, sarebbe la dismissione della scuola italiana.
- Rifiutiamo la precocità della scelta degli studi secondari e chiediamo
che questi ultimi si realizzino in un percorso di 5 anni effettivi: l'anno
integrativo degli istituti magistrali è stato abolito proprio per i suoi
esiti fallimentari.
- Rifiutiamo il "sistema di valutazione degli apprendimenti", così come
previsto nell'ipotesi Bertagna-Moratti, perchè  non guarda alla scuola come
sistema complesso; non si valuta la qualità della scuola  utilizzando come
unico criterio  la quantità di nozioni possedute dagli studenti.
- Rifiutiamo il neodarwinismo delle "indicazioni di carattere attitudinale"
che dovrebbero essere riportate nella "scheda di orientamento" del
"portfolio" dello studente: la scuola non può limitarsi a prendere atto o,
peggio, a sancire difficoltà e limiti degli allievi, ma ha il dovere di
porre in essere tutte le strategie atte a superarli.
- Rifiutiamo l'accezione che gli estensori dell'ipotesi di riforma
attribuiscono al concetto di "dimensione operativa del sapere" propria del
percorso di formazione professionale; la scuola diverrebbe, in tal modo,
una agenzia di certificazione di "competenze", mero addestramento, da
consegnare alle imprese.
- Rifiutiamo la destinazione, diretta e indiretta, di ingenti risorse
finanziarie alle scuole private, in nome di una presunta parità.
- Rifiutiamo la formazione delle Commissioni per gli Esami di Stato che,
eliminando i Commissari esterni, rischia di dequalificare pesantemente il
titolo di studio.