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Voltaire e Rousseau, con l'Illuminismo si afferma il pacifismo



Riflessioni sulla guerra

Voltaire riteneva che le peggiori disgrazie del mondo fossero la carestia, 
la peste e la guerra. Ma mentre le prime due "ci vengono dalla 
provvidenza", sostiene nel suo "Dictionnaire philosophique" del 1764, "la 
guerra, che riunisce tutti questi doni, ci viene dall'inventiva di tre o 
quattrocento persone sparse sulla superficie del globo sotto il nome di 
prìncipi o di governanti". E aggiunge sarcastico: "Non c'è dubbio che sia 
una bellissima arte, quella che devasta le campagne, distrugge le 
abitazioni e fa crepare, normalmente, in un anno, quarantamila uomini su 
centomila (...) La cosa più stabiliante di questa impresa infernale è che 
ogni capo assassino fa benedire le sue bandiere e invoca solennemente Dio 
prima di andare a sterminare il prossimo". E Voltaire aggiunge: "Ognuno 
allegramente va incontro al delitto sotto la bandiera del proprio santo".
Voltaire invita la cultura a rinnovarsi e a scegliere la pace: "Filosofi 
moralisti, bruciate i vostri libri! Finché il capriccio di pochi uomini 
farà legalmente sgozzare migliaia di nostri fratelli, la parte del genere 
umano che si consacra all'eroismo sarà quanto c'è di più infame nell'intera 
natura".
Non meno radicale è Rousseau, che rincara la dose: "Ah filosofo barbaro! 
Vienici a leggere il tuo libro su un campo di battaglia! (...) Il popolo 
non dà né pensioni, né impieghi, né cattedre, né posti alle Accademie: in 
virtù di che cosa lo si dovrebbe proteggere?"

Noticina: rimpiango il Presidente Sandro Pertini che forse non avrà letto 
molti libri di economia; ma questi concetti gli scorrevano nel sangue.

A.M.